DEUTSCHE BANK E EARNINGS… COUNTDOWN RECESSION!

Scritto il alle 07:28 da icebergfinanza

Rieccoci qui dopo una piccola pausa per commentare le meraviglie dell’economia americana, soprattutto la stagione delle trimestrali americane appena incominciata dove come al solito le banche raccontano come quotidianamente fanno fessi milioni di risparmiatori che a loro si affidano…

Goldman Sachs vede gli utili scivolare, JP Morgan li aumenta. Entrambe le grandi banche americane danno segni di tenuta delle performance, che risultano migliori delle attese, anche se ridimensionate. Ma anche del nuovo clima di nervosismo attorno alle trimestrali americane – non soltanto bancarie – che potrebbero mostrare un declino complessivo nei profitti in una fase di rallentamento dell’economia.

Il giochino è il più semplice del mondo, fai collassare le aspettative e poi ogni dato che esce è migliore delle attese…

Goldman ha intascato profitti per 2,42 miliardi di dollari nel secondo trimestre dell’anno, subendo una flessione del 6% sull’anno scorso. Le entrate sono scivolate a loro volta a 9,46 miliardi. Le cifre hanno tuttavia battuto anticipazioni ferme rispettivamente a 1,9 miliardi e 8,8 miliardi.

La sintesi ve la faccio io, i profitti netti sono in declino, altri 1300 posti di lavoro andati in fumo, il resto è puro contorno!

Non so se è vera la notizia che circola in rete, secondo la quale Bloomberg ha informazioni che alcune controparti di Deutsche Bank, stanno ritirando liquidità al ritmo di 1 miliardo al giorno, ma non manca poi molto al momento della verità per la fragile banca tedesca.

Brutte notizie in arrivo dal commercio globale, il Cass Freight Index Report suggerisce che nel secondo trimestre l’economia globale e USA si stanno notevolmente raffreddando…

  • Con una flessione del -5,3% a giugno dopo il calo del -6,0% di maggio, ripetiamo il nostro messaggio del mese scorso: l’indice delle spedizioni è passato da “avviso di un potenziale rallentamento” a “segnalazione di una contrazione economica”.

  • Le cadute di maggio e giugno sono abbastanza significative da porre la domanda: “Il PIL della Q2 ’19 sarà negativo?”

Come potete osservare qui sotto questo indice segnala spesso la contrazione dell’economia USA…

” Sempre più dati indicano che questo è l’inizio di una contrazione economica : se si verifica una contrazione, l’indice delle spedizioni Cass sarà ancora una volta uno dei primi indicatori”.

In Cina nel frattempo peggiore crescita economica nel secondo trimestre da 27 anni, tutto bene, il riacquisto di azioni, il buy back sostiene da solo il mercato azionario ovunque.

Ci sono cose che loro non hanno il coraggio di dirvi, non possono dirvele, c’è una tempesta deflattiva la fuori, si chiama deflazione da debiti, in realtà non è una tempesta, è un uragano.

Osservate come stanno crollando i prezzi all’import e export, stanno continuando a cadere, senza sosta, ecco perchè le banche centrali abbassano i tassi, non hanno scelta, sono in trappola, in una trappola della liquidità…

Vorrei inoltre ricordare a chi suggerisce che i dazi, la guerra commerciale farà decollare l’inflazione in America, che i dati, quella cosucci  asettica, suggeriscono il contrario, la Cina è una bomba deflattiva…

Dopo un rimbalzo anche i rendimenti sono tornati a scendere e scenderanno, scenderanno, vedrete cose che Voi umani non avete mai visto nella Vostra vita.

Ieri c’è stato un balzo iniziale nel pomeriggio, qualcuno si è bevuto i dati sui consumi ma ha dovuto ricredersi poco dopo con la produzione industriale…

In Germania le cose non vanno male, vanno malissimo…

 

Tra tante brutte notizie, ce ne sono alcune che faranno andare in bestia la stampa nazionale mainstream, che da oltre un anno si prodiga a denigrare il proprio Paese, seminando panico e terrore, quotidianamente…

Calano debito pubblico e spread, speriamo che calino anche i neuroni marci di chi quotidianamente professa sventure.

Tornando ai nostri tesorucci, sembra che mentra la Cina continua con dolcezza a ridurre gli acquisti i giapponesi si sono dati alla pazza gioia, tornando a comprare in maniera massiccia titoli di Stato americani, come suggeriscono i dati dei TIC USA…

 

 

Nel frattempo a maggio il Giappone ha acquistatoben 37 miliardi di dollari di titoli di Stato americani, il suo più grande acquisto mensile dall’agosto del 2013, portando il suo totale a 1,101 trilioni di dollari appena 9 miliardi in meno della Cina, mica fessi i giapponesi con i renidmenti che regalano in Giappone non c’è nulla di meglio in circolazione.

Nel frattempo, in uno sviluppo sorprendente, il Regno Unito – che ha acquistato aggressivamente titoli negli Stati Uniti per conto proprio o in delega per altri acquirenti – ha visto le sue partecipazioni aumentare ancora una volta, di oltre 22 miliardi nel mese di maggio…

Analogamente a quanto è successo in passato spiega Tyler, in Belgio con Euroclear, è molto probabile che questa ondata di acquisti sia semplicemente il risultato di qualche fondo offshore che lavora per qualche Paese sovrano che non vuole apparire direttamente, ma con sede nel Regno Unito, sta facendo gli acquisti. Che si tratti della Cina o di qualcun altro, verrà rivelato a tempo debito.

Da tempo vi stiamo spiegando che la Cina non può fare diversamente, mentre quotidianamente vi raccontano che i cinesi si stanno disfando dei tesoruccio, non suggeriamo che la Cina con il suo surplus ha disperatamente bisogno di dollari per reinvestire quello che gli americani con il dollaro forte comprano da loro, non possono investire in altri asset, se non dollari o oro, chiaro il messaggio?

Nono mese consecutivo in calo per gli acquirenti stranieri, che sono scesi di altri 22 miliardi, ma le vendite stanno registrando cali sempre più modesti e a breve ci sarà la corsa ad acquistare titoli di Stato americani, l’ingenuità ha un suo limite.

Negli ultimi 12 mesi le istituzioni straniere hanno venduto titoli di Stato americani per 33,8 miliardi, e 1,4 miliardi in azioni per acquistare 15,1 miliardi di titoli emessi da Agenzie e addirittura 14,9 miliardi di dollari di titoli corporate, un’idiozia che la dice lunga sulla lungimiranza dei gestori, che si muovono ormai tutti in gregge, vendono la merce più sicura al mondo per portarsi a casa nitroglicerina corporate, ma la verità è figlia del tempo e a breve presenterà il conto.

Un consiglio, date un’occhiata ai Vostri portafogli corporate, HY e immondizia varia, in una recessione è un rischio non indifferente.

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5 commenti Commenta
albin0
Scritto il 17 Luglio 2019 at 14:38

Andrea ma quindi solo governativi e ig? ?

apprendista
Scritto il 18 Luglio 2019 at 15:06

Indice di produzione della Fed di Filadelfia (Lug)

Att: 21,8 Prev: 5,0 Prec.: 0,3
NON CI SIAMO, CONTINUANO A FARE COME VOGLIONO.

idleproc
Scritto il 19 Luglio 2019 at 09:28

quesalid@finanza,

Che sia una “ideologia” che trascende nella mistica collegata a patologie individuali narcisistico-onnipotenti, è indubbio ma gratta-gratta è solo primordiale guerra di sopravvivenza contro tutti gli altri di vertici estremamente ristretti che all’interno di un processo ciclico di lungo periodo di crisi globale sistemico, pensa solo all’autoconservazione come casta.
Che facciano o non facciano ridicole riunioni con rituali o meno è marginale, il punto è l’autoconservazione.
Secondo la procedura standard del capitalismo sarebbero finiti falliti ed espropriati e per molti di loro e di un bel po’ di tirapiedi si sarebbero aperte le porte delle galere, almeno per dare un contentino alle masse sottostanti.
Invece si sono inventati i “troppo grandi per fallire” e le Bad Bank scaricando il problema socialmente attravesto ex stati sovrani sui cittadini ex cittadini ed ex sovrani.
Il “progetto” è molto più esteso, complesso ed organico di quello di “banche” globali che per operare devono passare attraverso la destrutturazione pianificata degli stati e delle rappresentanze democratiche borghesi utilizzando le “riforme” per “privatizzarne” a catena gli organismi con SpA sottraendoli al controllo pubblico e alla proprietà pubblica.
L’organizzione interna agli ex-stati è riorganizzata con altre “riforme” destrutturandoli socialmente e culturalmente anche nuove strutture organizzative “mega” spacciate per federalismo e democrazia diretta eliminando partiti e rappresentanze reali facendoli diventare movimenti di opinione con obbiettivi gestiti dalla propaganda e del tutto ininfluenti sui livelli decisionali reali.
Anche il traffico di esseri umani oltre che per fini di lucro e l’invito agli autoctoni di fare i “cervelli in fuga” rientra nello schema complessivo “globalizzante” e destrutturante come lo sono state le “guerre democratiche” che inevitabilmente si sarebbe prima o poi scontrate con “nazioni” ancora strutturate e senza anlcuna voglia di farsi “globalizzare”.
Era ovvio che gli “americani” come polpolo che per primi ci sono passati, reagissero per primi anche alla demolizione organica delle democrazie occidentali in fase di sostituzione con regimi reazionari “neofeudali”.
Anche se ideologicamente un po’ confusi ma tradizionalmente molto pragmatici, hanno centrato il problema e finora ci hanno risparmiato un guerra totale globale, personalmente non smetterò mai di ringraziarli checché ne dicano (oltre, ovviamente, al buon senso dei potenziali avversari).
Staremo a vedere come andrà a finire mentre ci godiamo lo spettacolo delle nostre vecchie caste sempre in vendita che litigano per piazzarsi nei CdA e come amministratori delegati delle varie SpA sottratte alla proprietà pubblica.
Presumibilmente saranno tempi interessanti, stanno su di una strada obbligata, la regola generale di golpe e golpetti è che quando ne fai uno devi continuare altrimenti finisci in galera.
Come già suggerito, godiamoci lo spettacolo.

quesalid
Scritto il 22 Luglio 2019 at 11:07

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