DRAGHI: EURO IRREVERSIBILE…FONDAMENTALMENTE SOLIDO!

Scritto il alle 10:29 da icebergfinanza

Ve lo ricordate il nostro J.K.Galbraith la sua proverbiale saggezza…

Come sempre nella storia capacità finanziaria e perspicacia polita sono inversamente proporzionali. La salvezza a lunga scadenza non è mai stata apprezzata dagli uomini d’affari se essa comporta adesso una perturbazione nel normale andamento della vita e nel proprio utile. Cosi si auspicherà l’inazione al presente anche se essa significa gravi guai nel futuro. Questa è la minaccia per il capitalismo (…) E’ ciò che agli uomini che sanno che le cose vanno molto male fa dire che la situazione è fondamentalmente sana!

Per carità non che Draghi abbia mai detto recentemente che la situazione è fondamentalmente sana anche perchè ormai dopo sei anni di crisi solo un pazzo potrebbe dire certe cose ma

Roma, 16 dic. (TMNews) – Il presidente della Bce ha attaccato gli “ingenui” che pensano di poter risolvere i problemi economici di un paese uscendo all’euro e puntando su svalutazioni competitive. “L’euro è irreversibile”, ha ripetuto Mario Draghi davanti al parlamento europeo.
(…)  E intanto il clima non facile presso le opinioni pubbliche in cui tutte le istituzione Ue, Bce inclusa, si trovano ad operare è testimoniato anche dalle dure accuse che lo stesso Draghi ha lanciato nei riguardi di quegli “ingenui” che pensano di risolvere i problemi di un paese uscendo dall’euro. “Pensano davvero – si è chiesto – che gli altri accetterebbero una svalutazione del 40 per cento senza far nulla?”. E “se un paese pensasse di lasciare l’euro per evitare le necessarie riforme strutturali si sbaglierebbe di grosso: dovrebbe anzi effettuare riforme più dure fuori dalla protezione dell’euro”.

Poi ha aggiunto una barzelletta terrificante,… se tutti svalutano non se ne avvantaggia nessuno! O Santo Cielo ma che dici Mario!

Le riforme sono indispensabili, ma se per riforme si intende deflazionare salari o distruggere occupazione per livellare tutti alla dimensione di dumping sociale in atto in Germania, sognatevelo!

E’ troppo facile troppo semplice, smontare le tesi di questi soloni, dotti medici e sapienti, non c’è gusto…

“Pensano davvero – si è chiesto – che gli altri accetterebbero una svalutazione del 40 per cento senza far nulla?”.

Ora seguitemi, questo è il cambio EUR/JPY  euro/ yen, la sua dinamica dal 9 luglio 2012… eravamo a 95.71 la percentuale la lascio calcolare a Voi…

 

Ma certo che lo accetterebbero, ma qualche anima ingenua deve crederlo !

Mi raccomando però non ditelo a nessuno, la matematica è solo un’opinione!

Quello che a noi interessa ora è che …  intanto ha appena perso quello che veniva considerato un alleato prezioso nelle strategie anticrisi, Joerg Asmussen, il componente tedesco del Comitato esecutivo che ieri ha annunciato le dimissioni, contestualmente alla nomina a sottosegretario al Lavoro nel nuovo governo di grande colazione in Germania. “Una perdita terribile, per il direttorio e per me personalmente”, ha dovuto ammettere il presidente.

Siamo in guerra la Bundesbank sta schierando i suoi panzer, il resto sono solo chiacchere!

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39 commenti Commenta
thundermarc
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 10:39

Andrea,

pensi che alla merkel faccia comodo un paranoico della bundesbank li? a me sembra che lo status quo le vada benone.. e poi se tocca Draghi deve aspettarsi qualche reazione da oltreoceano….

icebergfinanza
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 10:43

thundermarc@finanza,

…perchè è una terribile perdita se è un normale avvicendamento?

pecunia
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 11:01

se .. TUTTI … svalutano non se ne avvantaggia nessuno.

leggo quel “tutti” con inquietudine.

thundermarc
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 11:06

icebergfinanza,

Beh non è un normale avvicendamento perchè si è dimesso lui e aveva un mandato di 8 anni mi pare…
tra l’altro se spagna francia e italia si mettessero d’accordo, visto che sono nomine del consiglio europeo, potrebbero anche rimbalzare la crucca e nominare un tizio lituano per dire, ma è ovviamente fantapolitica

ferrariferrari
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 11:08

“se tutti svalutano non se ne avvantaggia nessuno”, ma se gli altri svalutano e solo noi no, ce ne svantaggiamo solo noi.
poi ricordo che si può stare benissimo nella ue senza euro come già fanno gran bretagna, polonia, danimarca e altri.

ferrariferrari
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 11:34

L’europa alla resa dei conti – Borghi, Bagnai, Savona, Guarino, Rinaldi
http://www.youtube.com/watch?v=4mCj8Ll5Z_A

davtamb
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 11:39

Beh prima lo yen era mostruosamente sopravvalutato…quindi qual’è il giusto tasso, quello di oggi o quello ante luglio 2012?

gnutim
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 11:51

davtamb@finanza,

non esiste un valore giusto per la moneta se non si decide prima su che base è valutata.

Si valuta una moneta per la sostenibilità economica del paese? sulle riserve di oro? sul rapporto moneta/pil, sulla bilancia dei pagamenti?

Ci sono un sacco di variabili che si possono prendere in considerazione.

A mio avviso il cambio al giorno d’oggi riflette solo la politica monetaria della banca centrale più la variabile della bilancia commerciale.

kry
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 12:05

“Pensano davvero – si è chiesto – che gli altri accetterebbero una svalutazione del 40 per cento senza far nulla?”. Probabilmente Draghi si è riferito in ambito di paesi UE, sarebbe stato più corretto dire ” pensano davvero che la germania……., non pensando alla globalizzazione, e l’italia in questo caso sarebbe avvantaggiata visto che la bilancia commerciale positiva è sempre più orientata extra-ue sia come import che come export.

kry
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 12:12

gnutim@finanza,

Lo yen la prenderei come provocazione di Andrea per riflettere, anche perchè se andiamo a vedere sotto al grafico nel 2008 si vede che c’è stata una rivalutazione e che allora il cambio era più debole di oggi. In giappone ormai la boj e il governo sperano nell’inflazione che non è altro che una tassa occulta.

icebergfinanza
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 12:16

davtamb@finanza,

prova a dare un’occhiata alla data di avvio della leggendaria Abenomics poi è ovvio che qualcuno ha esagerato nel cercare beni rifugio…il resto sono solo ipotesi

icebergfinanza
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 12:19

kry@finanza,

Non è una provocazione si svaluta a turno … un pò io e un pò te

stanziale
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 13:56

Questa e’ la cattiva notizia da parte del Dio onnipotente . Ora mi aspetto quella buona; magari mentre cammino, la voce possente di Draghi dall’alto: l’euro e’ irreversibile e per dimostrartelo tu non morirari mai!

kurskit@yahoo.it
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 16:46

Se tutto va bene, siamo rovinati.

kurskit@yahoo.it
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 17:37

Italia:
Non è un paese per vxxxx imprenditori.

dorf001
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 20:19

vi siete dimenticati di una cosa. e le persone dove le mettete? lo sapete o no, che in italia ci sono 9 milioni di disperati che non ce la fanno più? questo governo non ci pensa neppure unpò. ancora meno renzi. il piccolo fonzie ha in mente i suoi amici banchieri americani. ma si può fare qualcosa? si si può. con il reddito di cittadinanza. vi ricordo che c’è in tutta europa, tranne che in grecia e italia. un piccolo spunto.

Reddito minimo di cittadinanza. Intervista all’economista Andrea Fumagalli

Luchino Galli, blogger e mediattivista, intervista Andrea Fumagalli, professore associato di economia politica all’Università di Pavia.

Andrea, tra gli economisti italiani sei uno dei maggiori esperti di reddito minimo garantito; sei anche vicepresidente di BIN Italia. Di cosa si occupa e perché è nata quest’associazione?

Il Bin (Basic Income Network Italia) è costituito da sociologi, economisti, filosofi, giuristi, ricercatori, liberi pensatori che da anni si occupano di studiare, progettare e promuovere interventi indirizzati a sostenere l’introduzione di un reddito garantito in Italia. A tal fine è stato ideato un sito come strumento per l’aggregazione delle idee. Ne è risultato un network di competenze diverse che muovono però nella medesima direzione, sotto un «logo comune», quello del “BIN Italia”, perché comune è l’obiettivo: giungere all’introduzione di un Basic Income per tutti.

Il confronto nazionale ed internazionale sul reddito di cittadinanza (Basic income) ha conosciuto un vibrante sviluppo ed al tempo stesso uno straordinario arricchimento. Il ragionamento collettivo sul tema ha trovato ulteriori connotazioni negli anni nei quali sono divenute egemoni condizioni e modalità produttive che in genere vengono riassunte nell’espressione “biocapitalismo cognitivo” o, più generalmente, “post-fordismo”. Il Basic income è diventato, in questo modo, il fulcro attorno al quale diveniva possibile ridisegnare il nuovo statuto delle garanzie non solo del lavoro, ma della cittadinanza. Il reddito di esistenza, come è stato spesso definito il Basic Income, pone la questione centrale su cosa siano oggi, a fronte delle trasformazioni sociali e globali, i diritti sociali; cosa significa garanzia di un livello socialmente decoroso di esistenza e della possibilità di scelta e di autodeterminazione dei soggetti sociali. Il dibattito italiano ha goduto di una forte varietà di riferimenti e di ottiche di lettura che bene fa comprendere la sua originalità e ricchezza. È stata centrale, in questo dibattito, proprio l’analisi delle trasformazioni produttive degli ultimi decenni, in particolare l’emergere della condizione precaria come condizione generale del lavoro, la cui indagine rappresenta il contributo forse più interessante che il dibattito italiano può offrire al contesto internazionale.

Cosa si intende per reddito minimo garantito? È possibile darne una definizione? Qual è la tua idea di reddito minimo garantito per il nostro Paese?

Il reddito minimo garantito è un reddito di base incondizionato (RBI), dato a livello individuale, ai residenti (e non solo ai cittadini), incondizionato (ovvero non sottoposto a nessun obbligo), pagato dalla fiscalità generale e non dai contributi sociali. Non è una misura assistenziale, in quanto è reddito primario, cioè è reddito che remunera un’attività produttiva di valore, che è l’attività di vita, che solo in parte oggi, sulla base delle leggi vigenti, è certificata come lavoro e quindi remunerata. Il RBI remunera quella parte di vita produttiva che non viene considerata tale (apprendimento, formazione, mobilità/trasporto, riproduzione, consumo). È una misura di welfare (sicurezza sociale) che parzialmente esiste in tutti i paesi dell’Unione europea eccetto Italia e Grecia: un sostegno economico alle persone con un lavoro intermittente o disoccupate.

Varia da poche centinaia di euro ai 1.200 al mese della Danimarca e Lussemburgo. In Italia dovrebbe essere come minimo di 720 euro al mese (20% in più della soglia di povertà relativa). Oggi, ammortizzatori sociali come la cassa integrazione o il sussidio di disoccupazione sono riservati a chi ha perso un lavoro a tempo indeterminato e determinato; il RBI invece dovrebbe essere dato a tutte le persone che hanno un reddito inferiore ai 720 euro/mese, per esempio ai precari tra un contratto e l’altro, ai disoccupati e ai lavoratori/trici che pur impiegati/e guadagno salari da fame, inferiori ai 720 euro/mese, in modo incondizionato, ovvero slegato sia dal tipo di contratto precedente che dall’obbligo di accettare qualsiasi impiego proposto o i programmi di inserimento lavorativo.

Il ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera ha dichiarato: “Se non si guarda solo ai disoccupati ma anche a chi non cerca più il lavoro o chi ha un lavoro, ma un reddito insufficiente, parliamo di 6-7 milioni di persone, e con i familiari forse si arriva alla metà del nostro Paese”. Chi potrebbe beneficiare del reddito minimo garantito e come trovare le risorse per finanziarlo?

In realtà, secondo le indagini statistiche condotte dalla Caritas e dalla Commissione Parlamentare contro la povertà e l’esclusione sociale, coloro che si trovano nel 2011 ad avere un reddito individuale al di sotto della soglia di povertà relativa ammontano a circa 8 milioni e mezzo di persone.

Secondo i nostri calcoli, una misura di RBI di 720 euro/mese, necessita poco meno di 35 miliardi. Al netto dei sussidi oggi esistenti di uguale entità (pensioni sociali e di invalidità, sussidi di disoccupazione, indennità e casse integrazioni), le risorse da aggiungere sono pari a 15,7 miliardi. Una cifra abbordabile che dovrebbe essere a carico della collettività (e non finanziata dai contributi sociali dell’Inps, come avviene oggi). I dati sono contenuti nei Quaderni di San Precario e sul sito Bin.

Il sistema fiscale si basa sulla tassazione dei fattori produttivi. Oggi si tassano solo il lavoro dipendente (tanto), la proprietà delle macchine (poco) e il consumo (molto). Ma ci sono ben altri fattori produttivi: la finanziarizzazione, la conoscenza, lo spazio. Si potrebbero tassare le transazioni finanziarie, anche solo per lo 0,01%; i diritti di proprietà intellettuale; i grandi patrimoni immobiliari che lucrano sugli spazi delle città. Ma anche l’uso delle forme contrattuali atipiche: ad esempio, introducendo l’Iva sull’intermediazione di lavoro effettuato dalle agenzie interinali. E poi ci sono le spese da sopprimere come gli aerei da guerra F35 che la Difesa sta acquistando per 15 miliardi di euro.

Si parla molto di patrimoniale. Una sua introduzione porterebbe da sola nelle casse dello Stato più di 10 miliardi. In altre parole, la questione non è di fattibilità ma di volontà politica. E non abbiamo nemmeno citato l’evasione fiscale… Comunque, per un approfondimento del tema fiscale e per un’analisi delle possibili proposte in materia, rimando al n. 3 dei Quaderni di San Precario che esce proprio in questi giorni e al sito del Bin – Italia.

Nell’Unione europea il reddito minimo garantito è una realtà consolidata, ma tre Stati membri non l’hanno istituito: Italia, Grecia e Ungheria. A Tuo avviso, perché le forze politiche e sociali italiane sono così poco sensibili all’introduzione di questo istituto nel nostro ordinamento giuridico?

La ragione principale è che siamo in presenza di un deficit culturale. Una proposta di RBI viene ritenuta non a caso politicamente inaccettabile dalla classe imprenditoriale ma incontra difficoltà anche nel campo sindacale. I primi la considerano una misura sovversiva nella misura in cui essa è in grado di ridurre la ricattabilità dal bisogno e dalla dipendenza del lavoro, con la possibilità di mettere in crisi la subalternità del lavoro al capitale. Per i secondi, credo che purtroppo nella maggior parte dei casi vi sia ancora troppa diffidenza verso la proposta del reddito di base. Essa viene ritenuta politicamente inaccettabile in quanto proposta sovversiva nella misura in cui contraddice quell’etica del lavoro su cui parte dei sindacati stessi continua a basare la propria esistenza. La possibilità di rifondare una politica sindacale autonoma e adeguata ai processi di accumulazione di oggi sta nel comprendere che, nel contesto economico attuale, produzione e riproduzione sono interconnesse, la distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale tende a essere meno rilevante, tempo di lavoro e tempo di vita tendono a mischiarsi: lo dimostra il fatto che dopo un secolo di riduzione, l’orario di lavoro negli ultimi trent’anni ha ricominciato a crescere. La lotta per il reddito e per un nuovo welfare interviene direttamente dentro le condizioni di lavoro come premessa per incidere sulla stessa organizzazione del lavoro, sul tempo di lavoro, sul livello di ricattabilità e subordinazione che fanno dipendere il lavoro dal capitale. Non c’è più separazione tra politiche del lavoro e politiche di welfare. Esse sono due facce della stessa medaglia. E oggi, più di ieri, la lotta per un nuovo welfare è strumento diretto di regolazione del mercato del lavoro e di miglioramento della condizione lavorativa. ………………………………

continua qui. http://www.agoravox.it/Reddito-minimo-di-cittadinanza.html

DORF

giobbe8871
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 21:45

SECONDO VOI A CHI ASSOMIGLIA MISTER DRAGHI?

CHE FOTO STRAORDINARIAMENTE VERAAAAAAAA

giobbe8871
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 21:46

giobbe8871@finanza,

AMA GLI ITALIANI ?

SECONDO VOI LE SUE CASE DOVE STANNO?

laverita
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 22:04

@@tutti
Dal post precedente frase di Andrea:
“Ebbene si un pò Cassandra mi sento dopo sette lunghi anni, dalla crisi americana alla crisi italiana, se conoscete qualche editore di qualità che ha il coraggio di raccontare certe realtà , che ci aiuti a raggiungere la grande massa del popolo italiano aiutatemi, desidero ardentemente e disperatamente scrivere un nuovo librooooooo!”

Propongo “una donazione-anticipo” di x euro pari al costo presunto del libro.
Se siamo in tanti e Andrea ha questa garanzia in tasca la casa editrice non farà fatica a proporsi.
cosa ne pensate?

giobbe8871
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 22:09

laverita@finanza,

si lo farò nelle prossime ore.
Se lo merita ! 😉

Giobbe

laverita
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 22:20

Sarebbe opportuno avere un “numero minimo” di aderenti ed un valore stimato di “x”.
Oltre che un’approvazione di massima 🙂

ilribassista
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 23:18

Caro Andrea siamo messi veramente male!!
Questa sera ho sentito il responsabile economico di renzi!!!!
Non dobbiamo pensare agli ammortizzatori a chi non ha un lavoro ma a chi ha un lavoroa è pagato niente!!
Lilli Gruber gli chiede: scusi ma lei ha già incontrato renzi? No .. Non lo conosco, spero di incontrarlo presto!!!

ilribassista
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 23:21

Propongo di scendere subito in piazza contro la rivalutazione del capitale sociale di banca d’Italia!
Che si rispettino le leggi!!! Dal 2005 c’è una legge che prevede la nazionalizzazione di banca d’Italia!!! Facciamo rispettare le leggi!!!

stanziale
Scritto il 17 Dicembre 2013 at 23:36

laverita@finanza,

Io subito a gennaio, a dic. sono impegnato con i compiti a casa!

icebergfinanza
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 08:47

Grazie Ragazzi ma non è solo una questione economica, ma tempo e visibilità… scrivere un libro è una fatica e allo stesso tempo un onore enorme, ma deve servire a raggiungere più persone possibili scritto con un linguaggio comprensibile a tutti, infarcito di proposte e idee economiche alternative. Deve essere un romanzo se no nessuno lo legge ma non è facile con una simile materia… La gente deve comprendere che è ora di conoscere, occuparsi, responsabilizzarsi su un argomento che nel bene e nel male come ora determina il destino di intere generazioni, dei nostri figli e nipoti. Il primo libro l’ho scritto di notte dormendo 3/4 ore quando andava bene. Serve Consapevolezza ma serve anche saper distinguere tra le proposte e le offerte economiche e politiche, perchè oggi conflitti di interesse e plutocrazie varie sono in agguato, gli uomini si comprano con nulla e vanno dove li porta il vento. Fate attenzione perchè in molti oggi stanno cavalcando il malcontento imparate a distinguere.
Non chiedetemi di fare miracoli non ne sono capace e soprattutto ho una FAMIGLIA come tutti Voi. Un abbraccio Andrea

gnutim
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 09:28

grazie andrea, un abbraccio

kurskit@yahoo.it
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 10:42

Se immaginiamo l’economia del paese come un automezzo, un’auto o un
camion, la trasmissione e le ruote sono i salariati, il governo è la cabina di guida; ma sono GLI IMPRENDITORI, dal venditore di caldarrostefino alla multinazionale,

IL MOTORE, la forza motrice che ne permette il movimento.

E questo motore sta perdendo colpi, si sta fermando.

Molti sono i motivi, ma il problema immediato è come farlo ripartire a pieni giri.

La prima cosa da fare è dimostrare e diffondere questo concetto, far
capire a tutti che la classe imprenditoriale, con tutti i suoi limiti e
difetti, è ciò che muove tutto, e che bisogna salvaguardarla. Bisogna
farlo usando tutti i mezzi disponibili, riunioni, manifestini, le mail,
dai giornali alla tv.
Tocca solo a noi imprenditori farlo.

Per farlo abbiamo bisogno del vostro aiuto, sia d’impegno personale sia
finanziario per iniziare una campagna informativa, prima che “il motore”
si fermi del tutto con conseguenze catastrofiche per tutti. Diffondete
questo messaggio, e presto.
laforzamotrice@gmail.com kurskit@yahoo.it http://www.laforzamotrice.it

cellula labile
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 11:30

RAGAZZI non possiamo chiedere ad Andrea di fare miracoli, se stiamo sulla sua barca oltre a sostenerlo economicamente dobbiamo remare tutti dalla stessa parte.
Sarebbe bello riuscire a costituire un gruppo di lavoro per affiancarlo ed aiutarlo:
– a trovare le proposte e le idee economiche alternative;
– a far comprendere alla gente che è ora di conoscere, occuparsi, responsabilizzarsi su un argomento che nel bene e nel male determina il destino di intere generazioni dei nostri figli e nipoti.
Invito tutti ad incontrarsi sul blog per discutere su cosa dobbiamo fare noi e non per lamentarsi su cosa non fanno gli altri.
Le cellule sono i mattoni che formano ogni essere vivente io piccola cellula labile spero di trovare tante cellule stabili per unirsi alla cellula Perenne (Andrea ) e realizzare il Nostro Sogno .
buona giornata a tutti.
anna

gnutim
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 13:18

nel frattempo bitcoin si è sgonfiato come previsto -50% in 20 giorni

fortunato64
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 16:18

qualcuno di voi ha idea se renzi può essere collegato all’ adc montepaschi?

fortunato64
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 20:52

grazie dei vs pareri

mirrortrader
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 22:01

Ma che ti frega di renzi? Penso che confornto a Berlusconi gli fa una pippa.
E’ peggio di B. E’ un imbecille a prescindere.
Ma dove cazzo li prendono, e chi è il coglione che vota certi deficienti?
Povera itaGlia. Speriamo che i forconi si incazzino per bene. Bisogna mettere paura alla classe politica, come succedeva negli anni di piombo.

stanziale
Scritto il 18 Dicembre 2013 at 23:45

fortunato64,

Renzi se e’ collegato all’aum. cap. Mps? Credo di si. La fondazione e il sindaco cercano di guadagnare tempo, e sono noti i buoni rapporti tra la presidente della fondazione Mansi ed il Renzi , inoltre il sindaco di Siena e’ un renziano della prima ora. Se assumera’ un intervento piu’ diretto(Renzi) non saprei, invece credo di sapere quello di Profumo, sembra chiaro: fare in fretta e furia l’aumento di capitale e dare Mps agli stranieri.

dorf001
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 01:45

icebergfinanza,

capitano. ti chiedi come fare un nuovo libro. trovare la forza, volontà e editori. non vorrei darti una brutta notizia. ma qui hanno in mente di far chiudere tutti i blog. da aprile prossimo, vedrete che bel pesce d’aprile. ma non sarà un oscherzo. ci impediranno di lnkare altri siti. beh vi posto l’articolo e ve lo leggete.

UNITI CONTRO IL WEB

angelino e letta.

La web tax
La Commissione Bilancio alla Camera ha approvato un emendamento di Edoardo Fanucci (Pd)) alla Legge di Stabilità, sostenuto dal presidente della Commissione Francesco Boccia (Pd), che istituisce la cosiddetta Web Tax. Recita così: «i soggetti passivi che intendano acquistare servizi online, sia come commercio elettronico diretto che indiretto, anche attraverso centri media ed operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita Iva italiana». Cosa significa? Che d’ora in poi non potremo più acquistare merce o software o servizi di qualunque tipo da siti che non abbiano aperto una partita Iva italiana. Quello che non esiste da nessun’altra parte in Europa, da noi sta per diventare realtà. Da Amazon a Google a qualunque altra impresa anche piccola, magari operante dall’altra parte del globo: saremo tagliati fuori da tutto, perché è evidente che il servizio che sarà disponibile agli altri cittadini europei, fornito magari da una piccola società del Michigan, a noi sarà precluso, essendo nei fatti impossibile dall’estero espletare tutte le pratiche previste dalla burocrazia italiana per sobbarcarsi l’onere di una posizione fiscale nel Paese più tartassato e oberato di scartoffie amministrative del mondo civilizzato. …………………

Contro i motori di ricerca
Ma la scure della Santa Inquisizione democratica non si ferma. Nel Consiglio dei Ministri di venerdì scorso, il proverbiale “venerdì 13”, il governo delle ex larghe intese (“Tesoro, mi si sono ristrette le intese”) ha varato un decreto che sferza un altro micidiale colpo sui motori di ricerca e sulla stessa libertà di informazione. Sotto evidente dettatura delle morenti lobby dell’editoria cartacea, viene incredibilmente sancito che prima di “linkare, indicizzare, embeddare, aggregare” un contenuto giornalistico è necessario chiedere il permesso all’editore. Avete capito bene: la fine dei provider di ricerca che indicizzano le ultime notizie per poi rimandarvi eventualmente alla fonte (viene in mente Google News). Ora dovranno stringere accordi preventivi con gli editori, che si possono immaginare economicamente svantaggiosi …………………….

Il sorpruso antidemocratico dell’AGCOM
E senza alcun dibattito parlamentare si è consumato un vero e proprio sopruso, un atto autoritario, antidemocratico e probabilmente anche incostituzionale, perpetrato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom), che il 12 dicembre ha varato una delibera che non ha precedenti altrove nel mondo e che consegna la libertà di pensiero al suo antagonista storico, l’insieme dei gruppi di pressione che tutelano il copyright, eliminando con un colpo di spugna l’attribuzione del potere giudiziario ai magistrati e conferendolo agli avvocati delle lobby, i quali in presenza (a loro insindacabile giudizio) di “un’opera, o parti di essa, di carattere sonoro, audiovisivo, fotografico, videoludico, editoriale e letterario, inclusi i programmi applicativi e i sistemi operativi per elaboratore, tutelata dalla Legge sul diritto d’autore e diffusa su reti di comunicazione elettronica”, potranno segnalarla all’Agcom che nel giro di pochi giorni potrà ordinare agli internet provider di oscurarla o rimuoverla …………..

Tasse su smartphone, tablet e pc
Come se non bastasse, sempre nell’ottica di agevolare lo sviluppo delle nuove tecnologie e la diffusione della cultura digitale, il decreto del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso ha escluso l’editoria elettronica (i produttori di ebook) dalle incentivazioni per l’editoria. E ha già annunciato che la settimana prossima varerà un nuovo decreto che imporrà balzelli sugli smartphone, sui tablet e sui pc, per un ammontare complessivo che nel 2014 assommerà a cento milioni di euro. Anziché spingere l’Italia e gli italiani verso la modernità, nel doveroso tentativo di mettersi perlomeno in scia con il progresso tecnologico che sostiene i popoli degli altri paesi del mondo nella loro domanda di competitività, il “progressista”
Enrico Letta assesta con il suo Governo i colpi più devastanti che la storia degli attacchi alla Rete in Italia ricordi, caratterizzandosi come uno degli alfieri delle lobby più cinico e spietato, e come uno dei nemici della conoscenza distribuita, dell’innovazione e della mobilità sociale che le nuove tecnologie consentono più ostile e oscurantista. Quanto costerà tutto questo alla nostra economia, in termini di ritardo nello sviluppo e dunque in termini di ulteriore perdita di produttività, purtroppo, lo scopriranno ancora una volta i nostri figli. ….

qui il link : http://www.beppegrillo.it/2013/12/le_larghe_intese_distruggono_il_web_giulemanidalweb.html

fortunato64
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 11:19

stanziale@finanza,

mirrortrader@finanza,

premesso che non ho alcuna simpatia nei confronti di Renzi, nè tantomeno del resto del marciume, continuo a seguire la dottrina andreottiana del “a pensar male s’indovina sempre….”

grazie e buona giornata

fortunato64
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 11:23

nè tantomeno ho a che fare con mps in qualità di azionista ed obbligazionista….avevo il c/c con l’antonveneta fino a 2 anni fa poi grazie ad Andrea e a Voi, ed a quello che leggevo qui, ho capito che forse era il caso di traslocare, e non ne sono per niente pentito….

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