BABURU 2 LA GRANDE BOLLA TSUNAMI GIAPPONE

Scritto il alle 12:17 da icebergfinanza

Chi ha letto il libro di Icebergfinanza sa in sintesi quanto accadde al Giappone negli anni ’90 e sa che una delle bibbie per comprendere la grande bolla giapponese è il libro di Richard C.Koo “The Holy Grail of Macroeconomics” Lessons from Japan’s Great Recession.

Roma, 12 nov. (TMNews) – Il direttore del Fondo monetario internazionle, Christine Lagarde, ha rivolto un pressante appello al Giappone affinché riduca il suo colossale debito pubblico, pari a circa il 200% del prodotto interno lordo. “Nessun paese è al riparo, che si tratti di un paese sviluppato o emergente, quale che sia la sua distanza” dall’Europa, ha ammonito Lagarde. La terza economia più sviluppata del mondo, dunque, “non è più al riparo di altri” ha sottolineato il direttore dell’Fmi nel corso di una conferenza stampa da Tokyo, spiegando come il contagio della crisi del debito avviene per due canali principali, “quello commerciale e quello finanziario”. (fonte afp) Fcs

Tutto e il contrario di tutto preoccupata la Lgarade per l’eccessivo debito giapponese ma non della quotidiana monetizzazione che la sua banca centrale conduce ormai ad un ritmo quasi disperato. Gli scienziari del FMI internazionali, tra l’altro principali responsabili di molte delle ultime crisi finanziarie che hanno scosso il mondo emergente,  tra un’idiozia e l’altra tipo il moltiplicatore fiscale oggi suggeriscono spietata austerità all’Europa e battezzano le politiche espansive americane, giapponesi e inglesi, come la migliore soluzione per uscire da una perfetta trappola della liquidità.

Illusi e illusionisti, non si uscirà con la liquidità da una devastante debt deflation ma ormai solo con fallimenti e nazionalizzazioni dei principali responsabili di questa crisi ovvero le banche!

Il grafico qui sotto non ha bisogno di alcuna parola, quando il cavallo non vuole bere non beve punto e basta, deve smaltire la sborni e impiegherà anni, decenni perduti!

Ormai un manipolo di falliti quotidianamente vi spiegano come uscire da un fallimento sistemico. Chi non sa imparare dalla storia insegna!

La politica monetaria del Giappone sta inquietando molte cancellerie, visto che il piano di indebolire sistematicamente lo yen potrebbe scatenare una rischiosa guerra valutaria. Il Fondo monetario internazionale ha però, abbastanza a sorpresa, lodato il nuovo corso scelto dalla Bank of Japan su impulso del nuovo governo conservatore di Shinzo Abe.

LODE NIPPONICA – Da quando i conservatori sono tornati al potere a Tokyo, il Giappone è diventato il centro di una piccola grande rivoluzione di politica monetaria. Il nuovo governo nipponico ha sostanzialmente pensionato l’autonomia della banca centrale del paese, al fine di indebolire lo yen e porre fine alla deflazione. Una scelta di politica monetaria radicalmente opposta a quelle perseguite negli ultimi decenni, che viene molto criticata per i suoi potenziali rischi. Al di là di ciò che potrebbe accadere in Giappone, la decisione di Tokyo di indebolire lo yen potrebbe provocare una guerra valutaria, al fine di impedire che alcuni paesi si avvantaggino da rapporti di cambio troppo bassi. La direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, ha però lodato il nuovo corso giapponese. ” Le misure di politica monetaria, tra cui anche quelle non convenzionali, hanno aiutato a difendere le economie dei paesi industrializzati, in questo modo tutelando anche la crescita globale” ha detto la Lagarde in un intervento ad un forum a Pechino.Il Fondo monetario internazionale e la rivoluzione del Giappone

Tutelano la crescita globale…povera ragazza!

Tutelano la finanza facendo credere che il tutto si trasferirà all’economia reale. 800 miliardi dalla FED 950 dalla BOJ, 375 dalla BOE, qualche spicciolo lo ha messo anche la banca centrale svizzera, la BCE ha iniettato 1000 miliardi e spiccioli vari.

Si vendono bond giapponesi e si compra Europa soprattutto Italia piano piano la liquidità si riverserà anche sul nostro mercato, per l’ultimo respiro globale, mentre l’economia reale muore loro giocano, il più imponente esperimento monetario della storia economico/finanziaria.

Ai posteri l’ardua sentenza anche se ardua non sembra proprio visto i suggerimenti della storia.

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4 commenti Commenta
vito_t
Scritto il 9 Aprile 2013 at 12:50

Fermo restando che con l’attività monetaria non si va da nessuna parte ma si provoca solo un movimento in una direzione o nell’altra del valore di strumenti finanziari …. occorre anche aggiungere che il cambio dollaro-yen era dal mio punto di vista artificiosamente tenuto basso dagli Usa ! … ma come si spiega altrimenti che il paese al mondo con il più alto livello di debito pubblico, abbia la sua moneta al massimo storico …. se non con movimenti che nulla hanno a che fare con i fondamentali … ?

gnutim
Scritto il 9 Aprile 2013 at 15:33

ma andrea, cosa può accadere quando scoppierà questa immane bolla?

Io non immagino le conseguenze se non una rivolta dei popoli contro la finanza dato che il lavoro non cresce e siamo tutti sempre più poveri

stanziale
Scritto il 9 Aprile 2013 at 16:11

Io invece , ovviamente da incompetente, seguo con malcelata speranza la politica del Giappone. Innanzitutto mi ricordo che la Germania subito tuono’ all’annuncio del q.e. Giapponese. E se e’ una cosa che non va bene alla Germania, deve essere una cosa positiva. Infatti, cosa abbiamo da perdere? Se riesce e per miracolo il Giappone si salva, sara’ un esempio da imitare. Se va male, ed arriveremo ad un reset valutario, e tutte le banche dovranno essere nazionalizzate, meglio ancora, vedremo quanto deve tirare fuori di tasca la Germania, e soprattutto si spera sia la volta buona di liberarsi di loro. Sbaglio?

jusemancio
Scritto il 9 Aprile 2013 at 19:46

Secondo Thomas Mayer, ex capo economista di Deutsche Bank, il caso francese minaccia di diventare il più serio, per la congiuntura debole e perché «il paese al contrario della maggioranza dei membri dell’eurozona non ha intrapreso alcuna riforma economica o finanziaria». A sua opinione, i prossimi governi dell’area euro a chiedere aiuti del fondo salvastati saranno, nell’ordine, Francia, Malta, Italia e Belgio. Cioè Parigi prima di Roma.

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