OH!UH! CHE SORPRESA…….NEL CAMPO DEI MIRACOLI!

Scritto il alle 07:33 da icebergfinanza

Gdppricecpi

Se desideri sostenere questo viaggio, se credi nelle analisi e nelle visioni di Icebergfinanza, uno dei pochi ad aver compreso dall’inizio gli squilibri di questo tempo, lascia il tuo contributo qui sotto, libero come sempre, di esprimerti come meglio credi, basta veramente poco. In fondo un ulteriore stimolo a proseguire con la stessa intensità questo viaggio.

14 commenti Commenta
Scritto il 1 Settembre 2008 at 07:22

Senz’altro, Andrea: sempre in testa all’
AMERICA’S CUP della finanza.

Bill

utente anonimo
Scritto il 1 Settembre 2008 at 15:18

Grazie ad Andrea sto abbastanza bene in riva al fiume, mi sto un pò annoiando però. I pesci non abboccano più. Intanto i figli crescono e lo stipendio precario frana a vista d’occhio (o per meglio dire a vista reale-inflazione).
Cash is king, gold is queen ma i poveretti sono sempre più poracci. Saluti a tutti.

Scritto il 2 Settembre 2008 at 06:35

Non esiste nulla al mondo che può sostituire la Serenità e la Felicità di un uomo e di una donna, di una Famiglia, ne la ricchezza presunta prodotta dal PIL ne tutte le illusioni che questa società produce!

Al di là dell’indigenza economica di ognuno di noi, i sotterranei dell’Umanità quotidianamente ci inviano segnali di dignità, di speranza!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 2 Settembre 2008 at 07:45

Andrea,
complimenti per il lato umano, ormai oggi sembra una merce rarissima, se provassimo a riprodurla sono convinto che tante cose si sistemerebbero e troveremmo molta serenita in noi e nei rapporti con gli altri.
Massimo

utente anonimo
Scritto il 2 Settembre 2008 at 10:05

Meglio andare a raccogliere le olive a cottimo che pensare di essere un Giuliacci dell’economia. Pensavo: dollaro a 1.75, petrolio a 200$, oro a 2.000$, borse a – 30%. Penso proprio che mi dedicherò a olive, olio, bruschette e (per gentile concessione) mi dico vaffangraficodimacro. Saluti.

Scritto il 2 Settembre 2008 at 14:27

Fixe!

utente anonimo
Scritto il 2 Settembre 2008 at 14:40

Ciao,
articolo molto interessante che però non chiarisce la visione futura.
Mi spiego meglio, siamo nel mezzo di un crisi e la tua analisi lo conferma ma non dà altri spunti. Ovvero che il dato del PIL americano fosse drogato dall’export per il dollaro così basso lo sapevano anche i sassi.
Il mercato ha reagito positivamente perchè non aspettava altro, come reagirà negativamente quando uscirà il prossimo dato ai più poco confortante.
Cosa prevedi possa succedere, quali azioni andrebbero intraprese. Non so’ ma mi sembra un eccesso di catastrofismo un pò come quello che vedono il pil americano al 3,3 e dicono siamo usciti dalla crisi.
Comunque bravo e complimenti è interessante

utente anonimo
Scritto il 2 Settembre 2008 at 15:24

L’illusione collettiva sembra prendere piede: il sistema finanziario e con esso le borse festeggiano la conferma che il Tesoro USA è disposto a far girare le rotative pur di tenere a galla le quotazioni, anche a costo di generare inflazione.
Del resto, il fatto che i titoli azionari siano rappresentativi di valori reali sottostanti implica che le quotazioni possano crescere anche in presenza di alta inflazione, allineandosi al nuovo livello dei prezzi. Quelli che non si allineano in assenza di meccanismi tipo scala mobile sono i salari e di conseguenza i livelli di consumo dei lavoratori dipendenti. Potremmo vedere nei prossimi anni uno scenario di alta inflazione monetaria, perdita di potere di acquisto dei salari, possibile riduzione dei livelli di profitto delle imprese, che peraltro incasserebbero le stesse somme dalla vendita di minor quantità di prodotti a prezzo più elevato.
In prospettiva, l’aumento del debito USA potrebbe portare a una perdita di influenza degli Stati Uniti sullo scacchiere geopolitico, ma considerando l’enorme potenziale di quel paese, e le sue riserve di materie prime, siamo a mio avviso ben lontani da un crack. Il prezzo da pagare potrebbe essere per gli USA la cessione di asset ai fondi sovrani dei maggiori creditori (Cina, paesi OPEC e Giappone)
Diverso il caso italiano: a parità di debito pubblico/PIL (intorno al 100% per l’Italia e gli USA) penso che un paese come il nostro rischia nel contesto attuale di essere vaso di coccio tra vasi di ferro, il che vuol dire che potremmo vedere grosse difficoltà per i titoli di Stato italiani, e dunque una stretta feroce dal lato della spesa pubblica, che da noi come tutti sanno si concentra nei tre settori pensionistico, sanitario e della Pubblica istruzione.

Dal punto di vista macroeconomico, credo invece che la crescita della domanda degli ex-poveri abitanti dei BRIC terrà alto il livello degli utili dei maggiori produttori in settori come i farmaceutici, l’automobile e i beni di consumo durevoli (white goods), data la loro capacità di delocalizzare la produzione.

Guido

utente anonimo
Scritto il 2 Settembre 2008 at 16:19

Per quanto riguarda l’ultimo commento, posso solo aggiungere che l’America “era” un paese ricco di materie prime.

Non di petrolio, essendo ormai in fase estrattiva declinante già ormai dal 1970, e ora importa il 70% dei cosumi giornalieri.

Dovrebbe avere un sacco di carbone, invece gli ultimi report dicono che da punto di vista qualitativo il carbone esistente è molto scarso. Dal punto di vista di energia integrata, anche se rimettessero in funzione le loro miniere a pieno regime e ne aprissero altre, non riuscirebbero comunque a superare il flusso energetico attualmente fornito da petrolio. E questo senza mettere in conto che il carbone richiede costi maggiori in termini di estrazione, trasporto e trasformazione, divorando in pratica un bella fetta della propria energia.

Non di gas. Il gas ormai lo ha letteralmente finito. fra quattro anni sis tima che la produzione interna USA crollerà della metà. Non so se ci rendiamo conto.

Insomma, l’attuale crisi finanziaria ed economica USA mi sembra guidata da una “portante” pluridecennale mondiale molto robusta, questa portante si chiama penuria energetica, in primo luogo di Petrolio, in secondo luogo di Gas, in terzo luogo di carbone.

E mondialmente non stiamo meglio.

Il picco di flusso estrattivo mondiale del petrolio convenzionale, quello light crude, è stato nel 2005. Facendo un paragone, abbiamo toccato il limite della risorsa più pregiata tre anni fa.

Nel 2010 si stima toccheremo il picco di estrazione quotidiana della somma di petrolio leggero, petrolio pesante, e frattaglie varie (gli NGL e il petrolio da sabbie bituminose).

Questo accade perchè la crescita produttiva delle “frattaglie” è tecnicamente (per motivi fisici) più lenta del declino naturale di estrazione del petrolio pregiato, quindi non riesce a compensarla.

Quindi dal 2011 nel mondo dovremmo avere meno energia al giorno del 2010, cioè all’incirca quanta ne avevamo nel 2009.

Non sembra male, invece è pessimo, perchè le nostre economie sono fatte solo per crescere, e i declini si chiamano recessione, disoccupazione, e problemi di tutti i tipi.

Si recupera di solito dalle recessioni stimolando i consumi, le costruzioni, le attività commerciali, in definitiva spendendo più energia.

QUi casca l’asino. Non ci sarà modo di avere più energia, se non cannibalizzando i consumi di qualcun altro, tipo gettando qualche paese produttore nella guerra, facendone crollare i consumi interni e dirottando questo surplus all’esterno. Oppure facendo crollare qualche competitore per le stesse risorse.

Vi ricorda qualcosa?

In effetti, in questi ultimi anni tutti i paesi produttori petroliferi e di gas mondiali sono, in un modo o nell’altro,epicentri di tensioni internazionali, se non teatri aperti di guerra.

L’economia segue sempre le evoluzioni dell’energia. Se questa declina, declina l’economia, e non puo’ che declinare anche la finanza (anche se per un certo periodo di tempo cerca di camminare nel vuoto come Wile E. Coyote).

Saluti

utente anonimo
Scritto il 2 Settembre 2008 at 16:50

in realtà a segnalare la divergenza tra vix e swap non è paolo barrai
ma il blog http://www.kingfund.blogspot.com
il 28 agosto…
due giorni prima barrai…
io i blog li seguo tutti!
e non mi sfugge nulla ahhahah
ciaooo a tutti!

Scritto il 2 Settembre 2008 at 16:55

Nel post di domani cercherò di rispondere a tutte le Vostre domande, sensazioni ad alta voce mentre in lontananza si leva la brezza che precede l’uragano!

Vorrei solo ricordare a tutti coloro che spesso vedono sempre e comunque del catastrofismo nelle mie visioni, che solitamente un pessimista è un ottimista ben informato come i fatti e non le parole in questo blog lo hanno confermato ma che il mio ottimismo reale nasce dall’alternativa a questo sistema!

Continuo a pensare al fastidio di tutti coloro che sono stati svegliati da sogno della crescita infinita, accademicamente basata sul presupposto dell’assoluta infallibilità del pensiero unico e della teoria monetarista!

Ci penso e sorrido!

A domani Andrea!

utente anonimo
Scritto il 2 Settembre 2008 at 23:37

già…come dice il post numero 10, Barrai ( la cui voce libera e anticonformista è preziosa…! ), oltre ad usare una terminologia impropria e alcune affermazioni piuttosto discutibili, si è dimenticato di dire che la minacciosa “mascella” può chiudersi dall’alto in basso, o dal basso in alto, con effetti opposti, sui mercati…!
quale dei due movimenti sia più probabile, àdelon pantì plèn e to theò…

ad maiora

Gabriel

utente anonimo
Scritto il 3 Settembre 2008 at 11:40

Scusate, ho dimenticato di firmare il post numero #9

Pierluigi

utente anonimo
Scritto il 9 Settembre 2008 at 10:07

Salve,

in merito alla divergenza fra GDP e GDI sembra che altri se ne stiano accorgendo.

Vedi articolo: “Output Without Income Is Like a `Virgin Birth’: Caroline Baum”

http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601039&refer=bondheads&sid=adtsDgyT_tgE

Buon lavoro
SB

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