AMERICA; QUANTITATIVE EASING NUMBER FOUR!

Scritto il alle 11:00 da icebergfinanza

Ormai è chiaro che il mondo e l’America intera attendono trepidanti il quantitative easing number four, come suggerito più volte dall’inizio dell’anno.

Era febbraio di quest’anno quando in una mia intervista…

La FED ha ufficialmente concluso il suo QE. In molti parlavano di aumento dei tassi di interesse nel 2015, anche se adesso sembra che vengano rimandati a momenti migliori. Solo qualcuno come Lei vede invece l’inizio a breve di un nuovo QE. Perchè?

In realtà non sono il solo a vedere un probabile QE4 al’orizzonte, anche il governatore della Fed di San Francisco, John Williams ad ottobre prospettava un nuovo QE se le tendenze inflazionistiche dovessero cadere significativamente sotto l’obiettivo della Federal Reserve, tranne poi prevedere insieme a Bullard altro governatore, un probabile aumento in estate dei tassi. Sarà interessante osservare cosa farà la Fed in mezzo all’onda deflazionistica globale in atto, mentre le altre banche centrali stanno inondando di liquidità i rispettivi mercati e altre stanno riducendo i tassi, spesso e volentieri in negativo. Loro si dicono pazienti, non alzeranno i tassi sino a quando non avranno conferma della solidità della crescita economica, ma un ulteriore rafforzamento del dollaro e un ulteriore calo del petrolio rischia di portare nuovamente l’ America vicina alla deflazione.

Mazzalai (Icebergfinanza): Troppo ottimismo nei dati USA

Quantitative easing  ovvero un piano di politica monetaria allestito dalle banche centrali che consiste nell’acquisto di titoli sul mercato per incentivare la crescita economica.

Loro stessi ne hanno dichiarato il fallimento!

E’ UFFICIALE: IL QUANTITATIVE EASING E’ UN BLUFF …

Ieri i verbali dell’ultima riunione della Fed hanno esaltato i mercati finanziari, bad news, good news ma ancora per poco…

I governatori della banca centrale americana continuano a voler temporeggiare su un aumento dei tassi d’interesse a causa delle preoccupazioni per l’inflazione ritenuta da molti di essi troppo bassa. Lo si legge nei verbali del Federal Open Market Committee, il braccio monetario della Fed, relativi alla riunione del 16 e 17 settembre scorso. Inoltre molti governatori nel corso della riunione hanno detto che i dati sul mercato del lavoro sono vicini agli obiettivi che la Fed si era prefissata, mentre continuano ad essere meno positivi sull’inflazione, che continua a essere al disotto del target del 2% da oltre tre anni.

Nel corso dell’ultimo incontro, dove erano emersi i primi segnali di un possibile rialzo dei tassi in quasi un decennio, i governatori hanno detto di essere quasi vicini al loro obiettivo nel mercato del lavoro, ma che non erano ancora del tutto convinti sull’inflazione. I verbali suggeriscono che la decisione su quando e se alzare il costo del denaro dipende da quanto il dato sull’inflazione convincerà i funzionari della banca centrale nei prossimi mesi.

I governatori della banca centrale americana sono preoccupati dall’impatto rallentamento dell’economia cinese e dal dollaro forte che potrebbe creare problemi alle esportazioni degli Stati Uniti. America24

Dell’inflazione non c’è alcuna traccia, anzi le prospettive di inflazione stanno letteralmente collassando!

Thanks to Société Générale

Un giorno mentre nessuno se lo aspetterà arriverà il lupo, l’ultimo lupo superstite, l’inflazione, ma prima ci sarà una strage di lupi, una nuova crisi, un’esplosione deflativa mai vista, perchè nessuno ha ancora capito come preservare l’ultimo lupo dall’estinzione, nessuno ha ancora imparato la lezione della storia.

Voi non dimenticate mai la quarta ed ultima opzione della “deflazione da debiti” come il Giappone insegna non c’è alternativa a fallimenti e ristrutturazioni del debito di massa.

Nelle scorse settimane nuovi record alle aste di tresuries americani con i titoli a tre mesi che vanno in negativo per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, ora manca l’ultimo tassello.

La prossima settimana Machiavelli torna in Germania.

Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’ oceano infinito di questa tempesta perfetta …Chiunque volesse ricevere le ultime analisi di Machiavelli può liberamente contribuire al nostro viaggio

cliccando qui sopra …

o sul banner in cima al blog o sul lato destro della pagina. Semplicemente Grazie.

27 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 13:12

http://www.reuters.com/article/2015/03/09/us-china-yuan-payments-exclusive-idUSKBN0M50BV20150309

http://www.examiner.com/article/china-launches-new-swift-system-to-take-on-dollar-and-single-reserve-currency

non è la fine del dollaro ma l’inizio della fine del dollaro come moneta di riserva unica e indiscussa. Il futuro QE-FOUR-EVER al quale la FED fa finta di resistere esattamente per questo motivo, sarà la definitiva prova che il re è nudo. Chi davvero verrà brutalizzato dall’avvento di un diverso e più equo sistema per i saldi bilaterali del commercio internazionale è il cartello bancario anglo sassone che riceve il pizzo su ogni transazione in dollari (e infatti i banchieri inglesi stanno cercando di smarcarsi da quelli americani). Un’altra fonte di guadagni che si ridurrà verso lo zero. Problema che non si pone per le banche cinesi in quanto sono PUBBLICHE. E dai a non voler capire la DIFFERENZA tra un sistema bancario privato e uno pubblico nel caso quest’ultimo sia quello di una nazione che non ha debiti verso l’estero e vanta crediti a trilioni dal proprio nemico dichiarato condizionandone la politica monetaria (dopo che quelli hanno immolato buona parte del tessuto industriale sull’altare della loro finanza becera). Le bolle maggiori sono a Wall Street, Londra e Francoforte non a Pechino. La guerra finanziaria l’hanno iniziata i banchieri anglo-sassoni ma gli altri hanno imparato presto, sono di più, producono di più e quando vanno in un paese portano strade, ponti, impianti industriali (e pacchi di mazzette) invece che tonnellate di bombe e lo schiavismo becero neo colonialista dell’FMI e della World Bank. THIS TIME IS REALLY DIFFERENT.

… per quel che riguarda l’euro … ah ah ah !!!

stanziale
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 20:25

“Un giorno mentre nessuno se lo aspetterà arriverà il lupo”…..direi, quasi nessuno….qualche decina di migliaia di persone che nel mondo leggono blog indipendenti se l’aspettano, ma non ne conoscono i tempi. Poi ci sono pochissime persone che , forse, sono in grado di dettarli, i tempi; esattamente quelle persone, societa’, organizzazioni, che hanno inventato e portato avanti questo meravigliosa finanza fondata sulla carta straccia, cioe’ sulla credulita’ popolare: devono ancora finire di razziare per bene i beni reali a giro.

john_ludd
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 21:19

stanziale@finanza,

non lo sanno neanche loro, non sono onnipotenti, anzi il contrario. E’ gente che fallisce in maniera seriale. Ti sembrano bravi ? No, sono dei cialtroni. Perchè sono lì allora ? E’ uno dei grandi problemi di questa epoca. Mai era accaduto prima che il RESTO della società accettasse in modo così supino il dominio della finanza per così tanto tempo. Mai era accaduto prima che dopo il primo fallimento e salvataggio a carico della collettività si permettesse un secondo e poi un terzo… Infatti, basta conoscere un pò di storia. Periodicamente, la finanza veniva messa all’angolo, questo era lo scopo del giubileo… e poi indietro nel tempo sino ad Hammurabi. Questo fatto, inspiegabile solo per gli stupidi, insieme a tante altre cose (peraltro collegate allo strapotere della finanza) non depone a favore di un esito diverso dall’estinzione. Ogni religione di massa ha sempre PRETESO dai propri seguagi di stare attenti se non alla larga dal denaro. Moralismo ? Che idiozie. Le religioni hanno sempre codificato regole empiriche necessarie per la sopravvivenza di lungo periodo. Niente alchol nel deserto, niente carne di vacca e/o di porco nei climi caldi e attenzione al potere annichilente del denaro. E malgrado questo: mammona wins. ALWAYS.

sd
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 21:50

john_ludd@finanza,

John-ludd innanzitutto buon viaggio in Nepal

Hai perfettamente ragione l’essere umano è lo stesso da millenni, o forse da decine di millenni.
Chissa, se ci arriverà, un passetto alla volta…….forse fra 1.000.000 di anni ci sarà qualche cambiamento.

Jean Jaques Rousseau nel 1700 scriveva:

Ora, essendo il Sovrano formato solo dai singoli che lo compongono, non ha né può avere interessi contrari ai loro; di conseguenza il potere Sovrano non ha alcun bisogno di offrire garanzie ai sudditi, perché è impossibile che il corpo voglia nuocere a tutti i suoi membri (…).

Se lo porti alla nostra epoca e sostituisci “Sovrano” con “padroni del mondo” il risultato sarà lo stesso……..si autodistruggeranno….basta saper aspettare e riuscire a sopravvivere al peggio.

Un saluto

SD

gnutim
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 21:50

ciao John, tu forse ti reputi un ateo o non legato a nessuna religione.

Purtroppo la gente ormai identifica la religione con istituzioni, con persone e correnti di idee.

In realtà ciò che accomuna le principali religioni è l’amore per il creato e in generale per il prossimo, quindi caro john tu hai un profondo animo religioso anche se dici di no.

Ma anche questo tuo atteggiamento ti fa onore perchè si chiama umiltà.

Come lo stesso atteggiamento guida il nostro capitano,la cui stella polare è il bene condiviso e non il profitto.

Grazie mille

john_ludd
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 22:36

gnutim@finanza,

non mi reputo un ateo perchè non lo sono. In realtà, nessuno lo è, il problema semmai è in COSA credono certuni, che definiamo erroneamente persone solo perchè ci somigliano esteriormente. Le istituzioni poi sono solo strutture, come edifici di pietra, alla fine si consumano e tornano sabbia. Ma non deve essere casuale se prima di perdere la battaglia contro il tempo, i templi degli antichi suscitano per generazioni reverenziale stupore.

sd@finanza,

Io credo nell’evoluzione, è una forza potente, ma ha i suoi tempi e non sono i nostri, intesi come individui. Un milione di anni o dieci, sono come per noi un giorno.

sd
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 22:56

john_ludd@finanza,

E quello che vogliono…..il segreto del TEMPO, il resto sono “coriandoli”

SD

stanziale
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 23:04

john_ludd@finanza,

“non depone a favore di un esito diverso dall’estinzione”…. Questa e’ una legittima definizione laica….si potrebbe anche chiamare con un altro nome: apocalisse. Tra:- crisi per la finanza-carenza prossima di materie prime- resa dei conti geopolitica – e (secondo me) attacco anche esso mai visto alla religione, che si ampliera’, non solo alla cattolica: vorrebbero arrivare ad un’unica religione mondiale, fondamentalmente per lo stesso motivo per cui hanno creato l’euro. Ora naturalmente qualcuno replichera’ che leggo troppa fantascienza: pazienza.

yabadaba
Scritto il 10 Ottobre 2015 at 11:23

Ma non è ovvio che un capitalismo che ha finito la sua spinta propulsiva stia in piedi da ormai 25 anni usando come stampella i servizi superflui? E cosa di più superfluo, astratto, autoreferenziale c’è della finanza?

La finanza degenerata è la formazione neoplastica che si nutre delle ultime energie vitali del corpo che l’ha generata, fino a morire con lui.

Il corpo economico deve rigenerarsi, rinascere dalle sue ceneri. Per questo scruto l’orizzonte per capire quale nuova Lehman possa dare il colpo finale ad un organismo senza più armi di difesa.

john_ludd
Scritto il 10 Ottobre 2015 at 15:33

yabadaba@finanza,

Michael Hudson è professore emerito in economia presso l’università di Kansas City e uno dei più famosi e informati critici del sistema finanziario americano cui ha dedicato numeri libri. In occasione della pubblicazione del suo ultimo ha rilasciato un’intervista alla nota blogger Yves Smith (pseudonimo di un ex banchiere di investimento e da anni colonna dell’informazione alternativa). Andrebbe letto da chiunque conosca l’inglese:

http://www.nakedcapitalism.com/2015/10/michael-hudson-on-parasitic-financial-capitalism.html

dorf001
Scritto il 10 Ottobre 2015 at 19:35

senza andare a scomodare gli ameriggani, ce li abbiamo pure noi qui in Italia quelli bravi. che sanno tutto sull’ambiente, e cosa fare. leggere sotto.

Non si può crescere all’infinito
di Luca Mercalli

Dalla crisi che ci attanaglia sembra che non si sia tratta alcuna lezione. Che proprio non la si sia capita. E quindi che la si voglia risolvere con strumenti inadatti. Ovvero il solito inno alla crescita, che chissà perché, è evaporata. E allora i tagli. Ma i tagli vanno bene per tappare qualche buco, poi, se non si risolve il problema alla radice tra poco toccherà tagliare di nuovo e così via, fino alla disgregazione dello stato sociale. La radice è che l’età della crescita è finita. Il mondo sta andando in riserva. Sette miliardi di abitanti, miniere e giacimenti di combustibili fossili sempre più esauriti, discariche sempre più rigonfie. Cambiamenti climatici. Crisi alimentare. Sottrazione di suolo fertile. Deforestazione. Impoverimento dei banchi ittici. Cicli dell’azoto e del fosforo sballati. DERISE E IGNORATE, le simulazioni del Club di Roma datate 1972 e poi costantemente aggiornate, lo ripetono alla noia: esistono limiti alla crescita, i primi decenni del XXI secolo saranno quelli della crisi globale, profonda, strutturale, perché ha a che fare con le leggi fondamentali del mondo fisico e non con la sovrastruttura economica recente, pura astrazione umana della quale la termodinamica se ne infischia. Qualche economista l’ha capito da tempo, ma non buca. Herman Daly con l’economia dello stato stazionario, Tim Jackson con il recente progetto governativo britannico “Prosperità senza crescita”, e qui da noi Guido Viale, il gruppo accademico sulla decrescita italiana, e pochi altri. Però manca il dibattito. Non se ne parla o non se ne vuole parlare. La crescita non funziona più, il giocattolo si è rotto, e il bambino urla e punta i piedi perché venga riparato al più presto, invece di domandarsi perché si è rotto e se è possibile fabbricarne un altro più “resiliente”. Sì, se c’è un progetto politico che l’Italia deve affrontare è quello della resilienza, proprietà che permette a un sistema di gestire in modo positivo uno choc esterno senza collassare, e gli ingredienti per il collasso ci sono tutti. Per essere resilienti bisogna preparare ammortizzatori: l’Italia dovrebbe occuparsi di rendere i propri 60 milioni di cittadini resilienti, anziché concentrarsi sulla realizzazione di opere faraoniche che garantiscono torbidi business per pochi (il programma riformista di Veltroni propone invece di scegliere dieci grandi infrastrutture da realizzare in modo onesto!), o l’improbabile tardiva riattivazione di un sistema industriale al capolinea. Bisogna invece concentrare le poche risorse rimaste per fare in modo che le persone non perdano le conquiste basilari della modernità: quelle che garantiscono una casa calda d’inverno e fresca d’estate, l’assistenza sanitaria, cultura e istruzione pubblica, possibilità di spostarsi con una mobilità sobria e sostenibile. E, soprattutto , evitare il rischio di trovarsi alla fame. Si tratta di una “grande opera” di manutenzione capillare, a cominciare dalla riqualificazione energetica casa per casa. Le nostre abitazioni sono dei colabrodo, generano inquinamento, ma soprattutto impiccano chi le abita a bollette che lieviteranno sempre di più in futuro. Se noi oggi facciamo un buon investimento nel risanare gli edifici italiani, potremo tagliare dal 30 all’80 per cento i consumi domestici, liberando risorse oggi destinate al sempre incerto acquisto di energia dall’estero. È vero che si spende subito – creando comunque un’economia virtuosa che fa lavorare migliaia di piccole imprese artigiane in tutto il Paese – ma una casa risanata dura almeno cent’anni. Avanti con i pannelli solari, caldaie efficienti, serramenti basso emissivi, isolamento termico sui solai e sui muri, recupero acqua piovana. Insomma, c’è davvero tantissimo lavoro innovativo da fare in questo senso, ed è davvero uno dei punti forti della resilienza: almeno sappiamo che, qualsiasi cosa succeda, avremo sempre un minimo di comfort nelle nostre dimore, senza dipendere completamente da fornitori esterni.

ALTRO PUNTO importante è la cura di una certa autonomia e autosufficienza alimentare. Rilancio dell’impresa agricola, certo, ma poi anche in tutte le case che hanno un pezzo di terra si può allestire un piccolo orto domestico. Interventi di questo tipo possono essere fatti anche in città. In tutto il mondo ci sono vivaci progetti di orticultura urbana su spazi marginali di terreno che hanno la taglia giusta per essere gestiti in piccoli appezzamenti e assegnati alle persone. Sembra un progetto al ribasso, invece è coraggiosa avanguardia. C’è davvero un grande investimento da fare in questa fragile Italia per preparare la resilienza e diminuire così il rischio di problemi futuri in un mondo sempre più complesso. Nel mio libro Prepariamoci (Chiarelettere) ci sono i primi modesti elementi per aprire questo urgente dibattito: non ricette pronte e definitive, ma piuttosto l’invito a parlare di questi temi, a farsi sfiorare dal dubbio che crescita e consumi non siano la soluzione ai nostri problemi.

by DORF

emzag
Scritto il 11 Ottobre 2015 at 11:06

john_ludd@finanza:
stanziale@finanza,

Infatti, basta conoscere un pò di storia. Periodicamente, la finanza veniva messa all’angolo, questo era lo scopo del giubileo…

@JohnLudd

Per cortesia spieghi questa frase che non l’ho capita?

Grazie

emzag
Scritto il 11 Ottobre 2015 at 14:05

emzag@finanza,

Mi sono trovato una risposta, qui

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Giubileo_ebraico#Funzione_economica

Veramente interessante.

emzag
Scritto il 11 Ottobre 2015 at 14:08

Qui c’è una spiegazione più approfondita che merita una lettura

http://www.deiricchi.it/index.php?do=113#cite_note-113_2

john_ludd
Scritto il 11 Ottobre 2015 at 23:04

emzag@finanza,

giusto e sbagliato sono opinioni. Un sistema sociale non è giudicabile in termini di buono o cattivo, ma in termini di robustezza. Se supera la prova del tempo lo è, altrimenti no. I sistemi tradizionali sono sopravvissuti per millenni e tra le ragioni c’è l’adozione di leggi che derivavano in realtà da regole pratiche, empiriche, di sopravvivenza, come per l’appunto il giubileo, strumento necessario a ristabilire l’equilibrio in una società. E’ interessante notare come l’esistenza del giubileo (e altre simili) indichi che una struttura sociale complessa tende nel tempo a dividere, ad accentuare le differenze patrimoniali e di potere. Se questo procede troppo a lungo, la società inevitabilmente collassa, da cui una regola per ristabilire l’equilibrio. Oggi, il nostro sistema è totalmente fuori equilibrio, sia nelle differenza tra chi ha e chi non ha, sia nel rapporto con l’ambiente naturale circostante. In passato la perdita dell’equilibrio ecologico (in senso ampio) ha sempre portato all’estinzione della civiltà che si era spinta troppo in là. Vi sono recenti testi di storia e antropologia (Turchin, Diamond, Tainter sono tra gli autori) che ripercorrono questi eventi, uno degli schemi storici che meglio sembra confermare l’esistenza dei cicli. Questo ciclo tuttavia è differente, essendo globale. Il collasso dell’impero romano non ha avuto alcun effetto in Cina e il collasso dell’impero Khmer o quello Maya hanno avuto solo una eco locale, per quanto distruttiva. Ora è diverso. Da homo sapiens a homo extinctus ?

emzag
Scritto il 11 Ottobre 2015 at 23:59

john_ludd@finanza,

Però se dici che il sistema del Giubileo serviva a mantenere un equilibrio nella società impedendo di superare certi livelli di diseguaglianza ci sarebbe da osservare che questo sistema è collassato molto tempo fa prima di quello disegualitario che funziona ancora oggi, magari male ma che è pienamente in atto.
Il Giubileo è finito mi pare nel 538 a.C; in termini di robustezza, come dici tu, sembrerebbe essere più durevole il sistema iniquo.

john_ludd
Scritto il 12 Ottobre 2015 at 10:50

emzag@finanza,

la società moderna è nata con la fine della seconda guerra mondiale. Posiamo estendere all’indietro di altri 40 anni e fissare la data convenzionale al 1908, quando il primo modello T uscì dalle fabbriche Ford. In ogni caso è un pò presto x cantare vittoria. Dovremmo aspettare almeno 1 secolo. Peccato non esserci mi si dirà, ma siamo poi sicuri ? Il giubileo e similia sono stati presenti in molte società tradizionali. La tradizione giudaico-cristiana ha ancora in funzione il giubileo sebbene depotenziato in quanto il potere reale è oggi altrove e di remissione dei debiti non ne vuole neppure sentir parlare, Grecia docet. Ovvio che è più complesso di come l’ho raccontato, il giubileo era ed è una buona occasione per chi lo gestisce di esercitare potere e incassare prebende. Io credo nei cicli storici e credo che tutti quelli che scrivono sulla fine della storia sicuri che le istituzioni moderne sono in controllo su tutto siano solo la versione moderna dei tanti illusi del passato. La finanza è sempre e regolarmente finita pancia all’aria. Lo farà anche questa volta dopo avere consumato del tutto la società civile della quale vive, come un gigantesco parassita quale è.

emzag
Scritto il 12 Ottobre 2015 at 13:53

john_ludd@finanza,
la società moderna è nata con la fine della seconda guerra mondiale. Posiamo estendere all’indietro di altri 40 anni e fissare la data convenzionale al 1908, quando il primo modello T uscì dalle fabbriche Ford.

john_ludd@finanza,

Mi pareva che la discussione fosse incentrata sulle società non egualitarie che credo siano nate con qualche anno di anticipo rispetto al modello T.

perplessa
Scritto il 12 Ottobre 2015 at 23:13

john_ludd@finanza: Ogni religione di massa ha sempre PRETESO dai propri seguagi di stare attenti se non alla larga dal denaro.

o che non ho capito il tuo post, o che è passato troppo tempo dai libri di scuola, sì la religione ha preteso di stare alla larga dal denaro ai SEGUACI..sì ma solo a loro..a ma pare di ricordare che nei secoli anzi millenni precedenti religione e potere economico siano andati sempre a braccetto

gnutim
Scritto il 13 Ottobre 2015 at 09:36

perplessa@finanza,

forse dimentichiamo che la religione non è il vaticano o i preti, la religione cristiana è fede, tutto il resto sono corollari

aorlansky60
Scritto il 13 Ottobre 2015 at 10:58

pare di ricordare che nei secoli anzi millenni precedenti, religione e potere economico siano andati sempre a braccetto

in particolare, la religione cattolica, o meglio LE ISTITUZIONI da esse rappresentata, non si è mai posta [eccessivi] problemi di carattere etico su questo argomento, almeno in determinati periodi storici ;

il culmine arriva successivamente alla scoperta del “nuovo mondo” : con il trattato di Saragozza – siglato nel 1529 – il Papa “concedeva” metà del nuovo mondo emerso a spagnoli e l’altra metà ai portoghesi -[risibile in tutto questo contesto che civiltà e popoli delle americhe, già avviati e progrediti, fossero all’oscuro di queste macchinazioni]- con la condizione che questi assoggettassero le popolazioni locali alla religione cattolica…

sbarcando nelle americhe, i conquistadores spagnoli arrivavano pacificamente con il crocifisso in mano, ma dietro di esso erano pronti cannoni e archibugi, perchè era ben chiaro cosa attirasse le corone di Spagna e Portogallo [ben più della vocazione religiosa ad essere portatori della fede] cioè l’oro e l’argento del Brasile come quello di altri paesi del tempo appena scoperti…

Nella faccenda trattata, Il Vangelo parla chiaro : “non puoi servire due padroni, Dio e il denaro”…

è chiaro che nell’occasione Cristo si rivolge individualmente ad ognuno come singolo essere pensante in grado di assumere le proprie decisioni, perchè le istituzioni una volta radicate -e il Vaticano non fà certo eccezione- non vogliono e non possono rinunciare al potere che il denaro garantisce loro.
Dio solo può sapere quali traffici hanno condotto i funzionari dello Ior negli ultimi decenni…

gnutim
Scritto il 13 Ottobre 2015 at 12:29

aorlansky60,

1529????

facciamo pure di tutto un fascio….

Visto che siamo tanto bravi a scovare gli errori degli altri….chi è senza colpa scagli la prima pietra

perplessa
Scritto il 13 Ottobre 2015 at 22:51

aorlansky60,

io viaggio da 20 anni in america latina, ho visto a Cartagena gli strumenti dell’inquisizione, che mettevano uno nell’attrezzo poi lo smembravano,di eretici bruciati sl rogo è piena la storia. non solo nel merito della chiesa, più volte sono stata accusata parlando con altri di sbagliare perchè colpevolizzo i manipolati e non i manipolatori. ebbene sì, siccome al momento non veniamo smembrati che smettano di farsi manipolare,

perplessa
Scritto il 13 Ottobre 2015 at 23:01

gnutim@finanza,

sono atea e mi sono fatta cancellare dalla religione cattolica in virtù della legge che consente lo sbattezzo. dall’età di 11 anni non ho messo più piede in una chiesa salvo turismo perchè avevo pensato che fossero tutte panzane primitive. le storie dell’inquisizione non le sapevo ancora. il giudizio era proprio sull’inverosimilità di tutto quanto mi era stato proposto.poi uno può credere anche che gli asini volino, basta che non venga ad incidere sulla mia esistenza. al liceo già desideravo lo sbattezzo, il prete di religione mi disse: ma se tu non credi che te ne frega. gli dissi, me ne frega, pechè lei sta qua pagato con i soldi dei contribuenti. parliamo del lontano 1968. infatti mi diedero 7 in condotta

perplessa
Scritto il 13 Ottobre 2015 at 23:07

emzag@finanza</strong
giubileo ebraico..chissà comeìè che invece gli ebrei hanno così fama di essere attaccati ai soldi, forse da qualche parte c'è un refuso

gnutim
Scritto il 14 Ottobre 2015 at 09:21

beh, ognuno ha vissuto i propri momenti di difficoltà, grazie per aver raccontato queste comunque che sono molto personali.

La mia esperienza in un certo senso è stata simile, poi – come sempre accade – la relazione con gli altri ti porta a scoprire nuovi orizzonti.

Cosa che è successa anche a me quando una persona mi ha fatto notare che il rispetto di Dio (soprattutto quello cristiano e buddista) non è dato da un insieme di regole da rispettare (cosa che non hanno capito manco molti preti) ma è la consapevolezza che noi oggi abbiamo tutto ciò che serve per essere felici, sta a noi ricercare questa felicità.

Perchè in fondo in fondo il creato è stato fatto per la nostra felicità.

L’aiutino che ci lascia l’uomo crocefisso io lo trovo nell’espressione che ci ricorda di amare gli altri più di noi stessi.

Ognuno poi può trovare la propria strada

aorlansky60
Scritto il 14 Ottobre 2015 at 10:49

@ Gnutim

noi umani siamo portati a confondere, per mancanza di [vera]conoscenza.

La [vera]conoscenza porta alla Verità, e la Verità è UNA, proveniente dal DIO[vivente] che è UNO.

[tutto] il resto è meno di polvere al vento.

Le molteplici rappresentazioni fatte nei secoli dagli uomini e dalle religioni hanno servito la confusione.

(la religione cattolica vanta migliaia di organizzazioni diversificate… se consideriamo la somma di tutte le religioni presenti al mondo, monoteiste e non, è facile rendersi conto dell’estrema confusione esistente) ;
il “principe del mondo” [come Cristo lo definì nel corso dell’ultima cena parlando ai suoi apostoli] voleva proprio questo : confondere, affinchè la Verità sia persa di vista dagli uomini.

ma è la consapevolezza che noi oggi abbiamo tutto ciò che serve per essere felici, sta a noi ricercare questa felicità.

ma resta il fatto, tuttavia, che troppo spesso l’Uomo non è capace di autodisciplinarsi conformemente alla Giustizia e alla Bontà(*); per questo gli furono date “regole” da seguire [per il suo stesso bene] che altrettanto spesso tende a eludere e a dimenticare, per seguire futili vanagloriosi interessi. Gli esempi di questi suoi(nostri) [errati e colposi] comportamenti sono ormai innumerevoli, ne abbiamo a sazietà ogni singolo giorno.

(*) Michea, 6,8

Uomo,
ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la Giustizia,
amare la Bontà,
camminando umilmente al di sotto di Dio.

In questi brevi semplici [ma potenti] versi,
è idealmente racchiuso quanto è Bene per il benessere stesso dell’Uomo,
conformemente al disegno che DIO aveva [ed ha] per l’Uomo.

Ognuno poi può trovare la propria strada

difficile, molto difficile trovarla, in un mondo come quello attuale dominato dalla confusione.

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