ELEZIONI EUROPEE 2024 LA SACRA SOVRANITA’ DEI BANCHIERI!

Scritto il alle 08:21 da icebergfinanza

Piano Draghi-Macron, una conversione a metà

Prima di affrontare l’argomento della sacralità della sovranità europea, Ieri altri pessimi dati dall’economia americana, con profonde revisione negative nel settore manifatturiero in caduta libera a partire dal primo distretto, ovvero quello di Chicago…

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Mai una recessione è stata evitata nella storia con un livello di crescita così basso, ma ci sono le elezioni e servono miracoli nella narrativa per nascondere la verità.

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Ormai l’indicatore della Fed di Atlanta, partito con una previsione di pil oltre il 4 % e crollato a 1,8%, assume sempre più, la dimensione di un vero e proprio baraccone istituzionale a servizio dell’amministrazione Biden.

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Ci fermiamo qui, ci sarebbero altre cosucce dal mercato immobiliare sino all’occupazione, ma non vogliamo deprimervi troppo.

Preferiamo invece, sbattervi in faccia come funziona l’attuale Europa, l’Europa dei banchieri e della politica mercenaria, al servizio della lobbies e delle banche, banca centrale compresa, un’Europa sino ad oggi, club esclusivo della Germania e dei paesi nordici.

Ci è stata detto che senza euro, avremo avuto un’inflazione e doppia cifra e i nostri salari sarebbero svaniti nel nulla.

Ebbene è successo lo stesso, dentro l’euro.

Come ben sapete il nostro moto principale è … ” la verità è figlia del tempo.”

In questi anni, moltissime delle visioni che abbiamo illustrato con dovizia di fonti e particolari, si sono avverate, purtroppo.

E molte si stanno avverando, perchè quando si racconta la verità è difficile rimanere delusi dalla storia.

Nel fine settimana, come dice il presidente Matterella, gli italiani e gli europei si recheranno alle urne per consacrare la sovranità europea, la sovranità dei banchieri per votare più Europa!

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Quando qualcuno vi dice che serve più Europa, significa che serve maggiore deflazione salariale, più distruzione della domanda interna, cancellando il modello sociale di questo Paese.

Draghi e Macron, solo gli ultimi banchieri ancora portagonisti della politica europea.

E’ il 2013, il Corriere lancia una farse di Draghi, riprendendo l’Ansa: “Lo stato sociale è morto”. Poi il contro ordine: “un errore di traduzione”. In ogni caso nell’intervista mal tradotta il presidente ritiene che vada “ridimensionato” «Lo stato sociale europeo è morto».

i banchieri, soprattutto quelli centrali, mandano letterine alle Nazioni, imponendo la loro legge,come nel caso della famosa lettera all’Italia, da parte di Mario Draghi.

I banchieri hanno sequestrato il mondo, l’America e soprattutto l’attuale Europa, Draghi e Macron, solo gli ultimi due, banchieri, travestiti da politici.

Da sempre i politici più influenti sono stati banchieri o connessi e conniventi con la finanza.

Solo un piccolo esempio qui sotto.

L'Europa della Goldman Sachs - Il Blog delle Stelle

“Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi”, come la lotta di Liberazione e la scelta repubblicana, “è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”.

Poteva dire qualunque cosa il presidente, ma consacrare la sovranità di un’Europa dominata dalle lobbies e dai mercenari della politica, è quanto di più sbagliato ci sia.

Perchè questa è l’Europa attuale, dove le scelte avvengono sopra la volontà dei cittadini, spesso a favore della plutocrazia finanziaria che domina la politica.

Nessuna sovranità dell’Europa delle lobbies e della plutocrazia europea, sul nostro Paese.

Thread by @Gitro77: Gli articoli 3, 4 e 36 della Costituzione sono ...

Sempre e solo più Europa, banchieri e mercenari politici, più armi, più capitali, più austerità.

La realtà è un’altra!

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Meno sovranità all’Europa il 50 %, il 24,6 % non sa rispondere.

Ecco il testo integrale del mio articolo uscito esattamente dieci anni fa sul quotidiano L’Adige una sintesi del mio pensiero all’interno del dibattito sul futuro dell’Europa e dell’euro.

In questi giorni è uscito un rapporto pubblicato da Corporate Europe Observatory, un gruppo di ricerca indipendente che vuole far conoscere e sfidare l’accesso privilegiato e l’influenza che godono i gruppi di pressione nel processo decisionale europeo, un esercito di 1.700 lobbisti con a disposizione un fatturato annuo di oltre 120 milioni di euro, forniti da banche e altre imprese del settore per sostenerne le attività. Non solo, nei primi mesi del 2013 un quotidiano inglese ha reso noti documenti secondo i quali, a Bruxelles, hanno stanziato milioni di euro per intervenire sui social network nei dibattiti sulla moneta unica, cercando di influenzare l’opinione degli utenti, in direzione unica.

ITALIA PIU’ POVERA CON QUESTO EURO.

Vi propongo in originale un estratto dell’allora intervista del giornale tedesco Süddeutschen Zeitung, a Van Rompuy a quei tempi presidente del Consiglio Europeo, il quale dichiarò candidamente…

Das sei heute anders, entgegnet die SZ. Van Rompuy:

„Ja, Europa verändert unseren Alltag. Und natürlich spielt das Europäische Parlament eine wichtige Rolle, spätestens seitdem der Lissabon-Vertrag gilt. Aber die Bürger wissen auch, dass die großen Entscheidungen nicht nur im Parlament fallen, sondern auch woanders.EU-Ratspräsident im Gespräch – Van Rompuy wirft Parteien

…ovvero che le decisioni che ci riguardano vengono prese anche altrove non solo in Parlamento, ma questo per noi non è una novità!

Anche Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea sino al 2019 disse…

«Quando prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno».

Più o meno come le teorie di Milton Friedman, sulla shock economy…

«In uno dei suoi saggi più influenti, Friedman formulò la panacea tattica che costituisce il nucleo del capitalismo contemporaneo, e che io definisco “dottrina dello shock”. Osservava che “soltanto una crisi – reale o percepita – produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalleidee che circolano. Questa, io credo, è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventa il politicamente inevitabile”. Alcune persone accumulano cibo in scatola e acqua in previsione di grandi disastri; i friedmaniani accumulano idee per il libero mercato. E quando la crisi colpisce – ne era convinto il professore dell’università di Chicago – è fondamentale agire in fretta, imporre un mutamento rapido e irreversibile prima che la società tormentata dalla  crisi torni a rifugiarsi nella tirannia dello status quo» ().

Sono passati dieci anni e poco è cambiato, quasi nulla. 
L’unica certezza è che, in questi dieci anni, la deflazione salariale e la distruzione della domanda interna,  imposta da Mario Monti e Mario Draghi, spalleggiati da partiti come il Partito Democratico, Forza Italia e la sinistra in genere, ha distrutto il potere di acquisto della classe media.
L’attuale presidente della commissione europea von der Leyen è indagata dalla procura europea con accuse di presunti illeciti penali in relazione ai negoziati sui vaccini con l’amministratore delegato di Pfizer.
Non mi stupirei se un giorno, uscisse la notizia di un’indagine sul cosidetto “Green deal” o sull’insistente richiesta di nuove armi e riarmo europeo.
L’attivismo guerrafondaio di Macron e Stoltonberg di questi mesi è perlomeno sospetto.
Non cambierà mai nulla, dicono in molti, andare a votare non serve a nulla!
Più sovranità alle nazioni e meno all’Europa, così la pensa oltre il 50 % degli italiani.
Peccato poi che quando si tratta di votare, votano sempre gli stessi partiti che hanno prodotto questa Europa, gli stessi partiti che oggi sostengono la von der Leyen.
Impossibile, improbabile e impensabile e anche così sarebbe imperdonabile non provarci.
La storia insegna che con le dittature non si va da nessuna parte, oggi la dittatura è soprattutto finanziaria.
Nel fine settimana, proviamoci a dare un messaggio chiaro ed inequivocabile, … impossibile, improbabile e impensabile e anche così, sarebbe imperdonabile non provarci.

 

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