REPORT: TESORO… FIDATI DI MEF!

Scritto il alle 13:24 da icebergfinanza

 

Noi ne abbiamo parlato più volte in tempi non sospetti…

MONTI E LA LEGGENDA DEL PIRATA MORGAN…STANLEY!

ITALIA E MORGAN STANLEY: TESORO…NON LO FARE …

… e proprio mentre stava per uscire un mio nuovo articolo che prende le basi da quanto apparso venerdi sul Sole 24 Ore solo per abbonati, ieri sera su Report…

Report Fidati di Mef

La buona notizia è che quest’anno, ogni mese, la Bce ci comprerà 7 miliardi e mezzo di titoli di stato,e questo dovrebbe dare un po’ d’ossigeno all’economia; grazie a questa iniezione di liquidità dovremmo anche risparmiare circa 6 miliardi e mezzo di spesa per interessi sul debito. Peccato per quella palla al piede che ci stiamo trascinando, con i “derivati” del Tesoro, ovvero una serie di operazioni finanziarie delle quali non è dato conoscere dettagli né scadenze, a causa delle quali l’anno scorso ci siamo fumati 3 miliardi e 300 milioni di risparmi per il calo dello spread. Negli ultimi anni è un crescendo di miliardi che fluiscono dalle tasche dei contribuenti a quelle delle 17 banche estere e 2 banche italiane con le quali il Tesoro ha fatto i derivati, o “swap”. Ci sono costati soldi veri: 2 miliardi e 900 milioni nel 2011, 3 miliardi e 8 nel 2012, 2 miliardi e 9 nel 2013, 3 miliardi e 3 nel 2014. A cui si aggiungono le perdite che sono state nascoste dentro le rinegoziazioni e di cui non si sapeva nulla fino a 2 giorni fa, e che sono altri 2 miliardi e 400 milioni. “E’ tutta colpa della situazione anomala dei tassi”, si giustificano al Tesoro, ma cosa c’è dentro il portafoglio dei derivati è un segreto che vale 42 miliardi di perdita potenziale stimata al 31 dicembre. Un segreto di cui sono a conoscenza pochi dirigenti ed ex ministri, che poi sono andati a lavorare nelle banche d’affari. Chi non può sapere nulla delle probabilità di perdita con questi strumenti siamo noi contribuenti, che prestiamo le garanzie. Fino ad oggi il Tesoro rispondeva alle richieste di trasparenza mandando in Parlamento a rispondere gente che non ne sapeva niente, tipo i sottosegretari all’istruzione. Ma dopo anni di silenzio si è presentata a rendere conto la persona che da 15 anni gestisce i 2mila miliardi del nostro debito pubblico, la dottoressa Maria Cannata, per dire “tranquilli, non c’è rischio perché abbiamo fatto solo l’equivalente di un’assicurazione”. Come si dimostrerà non è andata proprio così. E allora il paese che rischi sta correndo? Ma soprattutto in che mani siamo, in quelle di Maria Cannata o in quelle delle banche?

Chiaro, quotidianamente vi raccontano di fantastici tesoretti che risparmiamo con il calo dello spread mentre in sintesi, se le cose stanno veramente così e l’epoca glaciale dei tassi zero ci accompagnerà per il prossimo decennio una perdita di 42 miliardi di euro non ce la cava più nessuno e a breve vi spiegherà perchè!

Loro ci hanno raccontato che non c’è nessun problema, che non è una questione che ci riguarda…

Focus – I “derivati” nella gestione del debito pubblico …

“Anche a voler prescindere dalla contestazione delle affermazioni sopra riportate e ferma restando l’esaustività del quadro fornito, sulla base delle argomentazioni addotte …

…non si riscontra un interesse personale, diretto, concreto e attuale alla conoscenza degli atti e della documentazione richiesta.

Capito, pagate, ma non sono cose che vi riguardano!

Giudicate Voi se ci riguardano o meno, se è una questione da lasciare nelle loro mani…

Ora vi riporto l’ articolo del Sole24Ore pubblicato per gli abbonati venerdi, ci sono alcuni pezzi che hanno dell’incredibile…

Il debito-monstre e la vera storia dei derivati italiani
di Claudio Gatti

Qui troverete il lungo articolo …Il debito-monstre e la vera storia dei derivati italiani

È stato il destino cinico e baro? Per far cassa si sono corsi rischi irragionevoli sbagliando le previsioni? Oppure è la voracità di Wall Street a spiegare l’esborso di 3,1 miliardi con il quale, nel gennaio del 2012, il Mef ha saldato i suoi derivati con Morgan Stanley?
La Corte dei Conti sta esaminando la vicenda da tempo, ma non si è ancora espressa. La Procura capitolina non ha riscontrato alcuna violazione della legge, e non ha approfondito. La Commissione Finanze della Camera ha avviato un’indagine conoscitiva, ma non avendo avuto copia dei contratti non è stata in grado di spiegare le transazioni con Morgan Stanley. Il Sole 24 Ore è riuscito invece a ottenere quei dati, rimasti finora segreti. In questa inchiesta esclusiva il nostro giornale può dunque finalmente spiegare come e perché si è arrivati a quel colossale esborso e ad accumulare oltre 42 miliardi ancora da saldare.

Mi fermo qui perchè l’articolo è lunghissimo ma vi lascio alcune perle…   

secondo i calcoli di un esperto consultato da Il Sole 24 Ore …

…soltanto un incremento istantaneo
dei tassi di circa 5 punti percentuali potrebbe consentire di assorbire quei 42 miliardi…

E questa possibilità è ritenuta altamente improbabile.

Fermiamoci un attimo!

Che succede se io vi aggiungo che nei prossimi dieci anni ci sono zero possibilità ripeto ZERO che i tassi possano salire di 5 punti?

A meritare una valutazione insomma non è l’uso di derivati per ottenere la copertura e stabilizzazione della spesa del debito. Piuttosto sono i costi e le giustificazioni di contratti apparentemente aperti a quello scopo.

«I tassi a lungo termine si collocavano a livelli storicamente ai minimi», ha spiegato alla Camera Maria Cannata, responsabile del debito pubblico. «E l’esperienza pregressa faceva presumere che il rialzo repentino dei tassi di mercato fosse il rischio principale da cui era opportuno proteggersi».

Cosa l’esperienza pregressa faceva presumere che il rialzo repentino dei tassi fosse il rischio principale?

Ma se anche un blogger qualunque di provincia come il sottoscritto sono cinque anni che mette in guardia da una devastante deflazione da debiti con conseguente azzeramento dei tassi e passaggio in negativo. Ma per favore, lasciamo perdere.

Questo calo così marcato è sicuramente attribuibile alla crisi economico­finanziaria che, come ha spiegato Cannata alla Camera, ha generato «una situazione di mercato completamente imprevista e difforme (…) con tassi anomalmente bassi».

Questo nessuno lo aveva anticipato. E non ci si può aspettare che lo prevedesse il Tesoro.

Ma certo nessuno lo aveva anticipato! Balle l’analisi empirica era intrisa di questo rischio, intrisa!

Crisi a parte, c’è chi però sostiene che il trend in discesa dei tassi fosse invece prevedibile. Secondo un banchiere consultato da Il Sole 24 Ore, dopo il 1999 (quando è stato aperto il primo derivato con Morgan Stanley) «sarebbe stato un errore fare proiezioni sulla base del passato. Perché con l’euro, l’Italia e l’Europa erano entrate in una fase senza alcun precedente storico, nella quale i tassi si sarebbero abbassati per via di accordi politici.

Ed evidentemente era quello che pensavano anche i banchieri d’affari americani quando hanno sottoposto al Tesoro swap risultati almeno finora a loro molto vantaggiosi». Comunque sia, in un discorso di copertura contro un evento ritenuto improbabile, la questione da valutare è quella del costo. Anche perché 42 miliardi non sono certamente pochi. 

Nel caso delle tre swaption vendute a Morgan Stanley, i dati portano a concludere che il Tesoro abbia in effetti pensato a ottenere benefici immediati rinviando l’eventuale saldo a un lontanissimo futuro. Il Sole 24 Ore è infatti riuscito a ottenere in esclusiva informazioni mai prima rese pubbliche appurando che le date di scadenza finale dei derivati accessi con le tre swaption erano il 1 settembre 2035, il 1 agosto 2048 e addirittura il 4 agosto 2058, quindi fino a ben oltre mezzo secolo dopo la firma del contratto originale. Come se Matteo Renzi si dovesse trovare oggi a dover saldare il conto di mutui stipulati nel 1956 dal governo di Antonio Segni!
Al di là dello specifico di Morgan Stanley, la vendita di swaption, cioè del diritto a entrare in uno swap futuro (se conveniente per l’acquirente dell’opzione) rappresenta l’anello debole – e meno giustificabile ­ della catena dei derivati statali.

Perché il mark­to­market di quelle swaption è oggi pari al 45% del loro valore totale, percentuale che definire sproporzionata sarebbe un eufemismo.

E ora sedetevi e ascoltate bene,,,

E, ancor di più, perché la vendita di swaption non ha alcuna caratteristica di copertura. Per lo Stato vendere una swaption significa infatti far cassa acquisendo rischi potenzialmente illimitati, l’esatto contrario della copertura.

 «Come si fa a impegnarsi oggi a emettere qualcosa due decenni dopo?» si chiede uno degli esperti da noi consultati. «Sembra una scelta dettata da una fede nella profezia più che da una previsione analitica».

Basta così, c’è molto ma molto di più nell’articolo ma nella sintesi credo che molti possano realmente comprendere quello che è accaduto.

Giocatori d’azzardo hanno fatto scommesse sulla pelle del Paese. Ma certo, come sempre sto esagerando giusto, i derivati sono strumenti normali per proteggersi dal rischio…

…ancor di più, perché la vendita di swaption non ha alcuna caratteristica di copertura. Per lo Stato vendere una swaption significa infatti far cassa acquisendo rischi potenzialmente illimitati, l’esatto contrario della copertura.

LO STATO ITALIANO SCOMMETTE IN DERIVATI E PERDE …

Buona Consapevolezza e mi raccomando, non parlatene con nessuno!

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18 commenti Commenta
silvio66
Scritto il 27 Aprile 2015 at 14:31

..propendo chiaramente per il losca ed asservita ad altri interessi..abbiamo bisogno di patrioti non di vermi.

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2015 at 14:45

ho sempre pensato e scritto che sei competente ma anche irruente; affermazioni come questa:

“Che succede se io vi aggiungo che nei prossimi dieci anni ci sono zero possibilità ripeto ZERO che i tassi possano salire di 5 punti?”

sono IMPRUDENTI; non lo sai, nè lo puoi sapere. Dovessi fare anche io una previsione così categorica allora andrebbe in direzione opposta alla tua perchè potrei scrivere che ho la certezza che avremo una crisi energetica entro 10 anni; a quel punto preoccuparsi dei tassi d’interesse sarà tanto stupido quanto irrilevante. Ma siccome ritengo che ZERO, INFINITO, SEMPRE, MAI siano termini da utilizzare in modo estremamente parco sono disponibile a eliminare il termine “certezza” da quanto scritto sopra. Ciao.

aorlansky60
Scritto il 27 Aprile 2015 at 15:00

“Secondo i calcoli di Bloomberg, l’Italia in questi 4 anni da sola ha “pagato” per i derivati più di tutti gli altri Stati dell’Unione europea messi insieme.”

“Prendiamo ad esempio solo i tre anni che vanno dal 2011 al 2013, nei quali in Italia i derivati hanno pesato per 11,5 miliardi effettivi. Nello stesso triennio, invece, in Germania i derivati hanno prodotto un “guadagno” (dunque minor debito) per 556 milioni e in Francia per 3,2 miliardi. E anche in un Paese come la Spagna, che ha subìto la stessa crisi del debito tra il 2011 e il 2012, i derivati non hanno proporzionalmente fatto così male come a noi: Madrid non ha “guadagnato” come Parigi e Berlino, ma ha registrato un costo sui derivati di appena 379 milioni. ”

… … … … … … … … … … … … … …. … … … … … … … …

Leggendo queste parole dell’art del Sole24, più che di incompetenza dei ns tecnici italiani a voler sottoscrivere questi contratti -spiegazione fin troppo facile e ovvia- c’è invece da chiedersi (ed esserne certi) come mai per qualcuno l’italia rappresenti la classica “gallina dalle uova d’oro” da spennare??? oppure l’altrettanto classica vacca da mungere…
sembra infatti che far affari con essa prestandole soldi in forma di derivati per alcune banche estere sia pratica davvero molto remunerativa(anche troppo…), assai più che verso altri paesi europei…

draziz
Scritto il 27 Aprile 2015 at 15:00

È interessante notare come certa gente, che firma impegni che coinvolgono il futuro ed il risparmio di altri esseri umani, occupi ancora lo stesso posto e venga per giunta ancora retribuita.
Come sempre, quando si scoprono “bombe” di questo tipo, il responsabile non è nessuno ed ovviamente l’accaduto era “difficilmente prevedibile”.
Per occupare certi incarichi non basta una laurea, ci vuole anche un’avversione per la frequentazione del “tavolo verde”, cosa che i fatti dimostrano non essere avvenuta…a meno che il pezzo di carta che certe persone appendono al muro non sia il Foglio di Dimissioni di qualche Istituto psichiatrico…

icebergfinanza
Scritto il 27 Aprile 2015 at 16:21

john_ludd@finanza,

Caro John…ribadisco del CINQUE per cento in dieci anni i tassi non salgono. Abbraccio!

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2015 at 16:39

icebergfinanza,

Bene, allora ribadisco, entro 10 anni avremo una crisi energetica di entità tale che il valore dei tassi di interesse sarà irrilevante in quanto NON potrai acquistare che una frazione di quei kw/h che sei solito acquistare oggi… tutti quelli che hanno una preparazione solo economica mi sembrano tanti tenente Drogo asseragliati sulla fortezza Bastiani… gli inflazionisti guardano a sud, i deflazionisti a nord; ma non ci sono solo il sud e il nord e non è da dove state guardando che arriveranno i tartari.

icebergfinanza
Scritto il 27 Aprile 2015 at 17:47

john_ludd@finanza,

Se non succede nulla ti aspetto a Fort Alamo per un drink … 😉

first em
Scritto il 27 Aprile 2015 at 18:11

E’ tutto molto semplice. ci stanno spennando piano piano, raccontandoci da tempo panzane gigantesche di ogni tipo. Questa finanza è una dittatura senza ritegno e il debito è uno strumento di ricatto. Naturalmente, finchè una delle controparti sta al gioco.Nessuno ha autorizzato quelli del Tesoro a giocare con i tassi, quindi ci sono tutte le premesse per ipotizzare varie fattispecie di reato, alla faccia di chi cerca in tutti i modi di minimizzare…

john_ludd
Scritto il 27 Aprile 2015 at 18:13

icebergfinanza,

perchè aspettare tanto ? magari ti passo a trovare a Trento prima di allora … non si sa mai che dopo mi tocca venire in bicicletta … sarebbe troppo lunga per un vecchietto !

kelcri
Scritto il 28 Aprile 2015 at 00:03

“entro 10 anni avremo una crisi energetica di entità tale che…”

John, posso chiederti da dove ricavi questa previsione?
E’ solo una sensazione? Hai dati al riguardo? Prevedi guerre all’orizzonte?

Personalmente io non ho questa sensazione, ma è vero che non ho dati oggettivi nè in un senso, nè nell’altro

Ciao

aorlansky60
Scritto il 28 Aprile 2015 at 08:35

E’ tutto molto semplice. ci stanno spennando piano piano

si; sono riusciti ad escogitare un mezzo efficace per azzerare gli interessi in modo da finanziare meglio e più agevolmente il proprio debito pubblico; il problema che rimane attualmente è solo una crescita asfitica, ma per questo occorre confidare nei burocrati che sono sempre in grado di riuscire a fornire, mentendo, dati un pò più brillanti rispetto a quello che la realtà lascerebbe presumere guardandola con gli occhi (poi, a supporto ulteriore ci sono sempre le parole tonificanti e rassicuranti dei rappresentanti di punta delle varie istituzioni che regolano il sistema, vedi FED BCE etc); fra poco, con i moderni mezzi tecnologici a loro disposizione, riusciranno a fornire anche questo tipo di propaganda alle masse, facendo loro credere che devono ritenersi fortunati e prosperanti mai come prima, per il tozzo di pane che riusciranno a mangiare quotidianamente.

… … … … … … … … … … … … … … … … … …

Il debito è uno strumento di ricatto

proprio così; un arma molto potente da parte di chi può esercitarla; tutti i passati conflitti tra nazioni sono scaturiti a causa di questo.

solo non si capisce perchè ultimamente viene sempre messo sotto i riflettori quello italiano, quando per es quello tedesco è superiore per entità assoluta, senza andare a ricordare altri “debiti” illustri… (giappone?…)

ci parlano di “sostenibilità”… del fatto che un debito pur elevato sia calmierato quando esso è in mano al 99% della cittadinanza del paese che lo ha emesso… a differenza di un altro in mano anche a istituzioni e investitori esteri…

Oltre tutto questo, evidentemente fà molto comodo a qualcuno(…) ricordare periodicamente l’entità del debito italiano, magari per usarlo proprio come hai detto, per tenere alta la tensione nei ns confronti, continuamente.

john_ludd
Scritto il 28 Aprile 2015 at 12:13

kelcri@finanza,

c’è una relazione diretta tra PIL e consumi energetici, petroliferi in particolare. Per manatenere una crescita globale del PIL mondiale al 3,5% (cioè quella di oggi, molto al di sotto di quella del decennio scorso) serve una maggiore produzione che non ci sarà. Anzi, il recente crollo delle quotazioni se protratto renderà più rapido il declino. Il costo marginale di produzione (cioè quella che deve andare sia a sostituire quella va in esaurimento, sia quella che dovrebbe andare ad aumentare la quantità assoluta) costa da 90 $ in su. Non c’è dubbio che le quotazioni risaliranno ma lo stato precario dell’economia potrebbe non permettere il raggiungimento di quotazioni tali da consentire gli investimenti necessari anche al solo rimpiazzo. Infatti, gli investimenti delle major è già stato tagliato del 25-30 percento. Inoltre il basso costo degli idrocarburi attuali penalizza gli investimenti in rinnovabili i quali sono comunque una goccia nel mare, dato che ancora si confonde potenza installata con potenza producibile etc… e per i trasporti esiste solo il petrolio e affini. La civiltà potrebbe tranquillamente sopravvivere con minori consumi, ma il sistema finanziario puntellato dal credito NO.

rubicone
Scritto il 28 Aprile 2015 at 15:43

Del domani non v’è certezza! Anche se tu Andrea, dico, puoi avere una buona sfera perché quanto tu hai affermato, poi si è verificato!!! Complimenti.
Però anch’io come John nutro qualche dubbio circa l’evoluzione dei tassi, anche se effettivamente possono rimanere bassi sempre a livello artificiale. Mi spiego meglio. Il settore energetico si trova di fronte a sfide ardue: dall’esaurimento delle risorse convenzionali a problemi geopolitici, il futuro sembra essere alquanto non dei migliori. Quindi, si, l’evoluzione dei prezzi può essere al rialzo perchè viene a meno dell’offerta in quantità maggiore rispetto al calo della domanda, causa rallentamento (eufenismo) economico. Quindi, si i prezzi energetici saranno al rialzo. Ma le Banche Centrali che fanno??? Vogliono solo l’inflazione (a due cifre), perché “uccide” il debito contratto a costi sotto all 1,00% e quindi di fronte a questo scenario ed anche a causa dello stock di debito presente…, hanno le mani legate e quindi rimarranno passive, ferme aspettando un po’ prima di iniziare a stringere la cinghia, aumentando i tassi.

kry
Scritto il 28 Aprile 2015 at 16:31

Il petrolio è passato da 42 a 55$ con l’inflazione – zona euro – che non s’è mossa. Quasi tutte le produzioni registrano cali dei costi del 3-4% annuo. In 5/6 anni potremmo ritrovarci col petrolio a 80-95$ e inflazione non superiore al 3%. Penso che questi possano intendersi effetti di un collasso dove a salire sono solo i debiti.

rubicone
Scritto il 28 Aprile 2015 at 16:57

kry@finanza,

l’inflazione al 3% per le BC è troppo poco!!! Loro vogliono di più, fermi però i tassi, in modo da abbattere lo stock reale e noi percettori di fisso … saremo fottuti!!!

kry
Scritto il 28 Aprile 2015 at 17:18

rubicone,

Dire BC significa voler dire Germania e penso che il 3% ce lo fanno sognare. Per quel che riguarda ” noi percettori di fisso … saremo fottuti!!! ” perchè mai http://www.borsaitaliana.it/borsa/obbligazioni/mot/btp/dati-completi.html?isin=IT0004545890&lang=it come vedi lo strumento si trova.

rubicone
Scritto il 29 Aprile 2015 at 16:49

kry@finanza,

BCE=Bundesbank, ok, ma in un mondo globalizzato non esistono solo loro e la tendenza sarà quella e dovranno soccombere. La soluzione è che nella stragrande maggioranza dei casi non si hanno asset mobiliari tali da controbattere la perdita di potere di acquisto che si ha dallo stipendio, erosa da inflazione galoppante e quindi saranno dolori per molti.

kry
Scritto il 29 Aprile 2015 at 17:42

rubicone,

Quello che prospetti si chiama stagflazione. Ho chiesto dei link , come risposta trovi qualcosa qui … http://intermarketandmore.finanza.com/pil-usa-deludente-tassi-pronti-a-ripartire-oppure-nuovo-qe-alle-porte-72178.html/comment-page-1#comment-138895 Ciao.

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