AMERICA: I RECORD DELL’ILLUSIONE!

Scritto il alle 10:08 da icebergfinanza

Nel fine settimana un coro unanime di meraviglia per il nuovo miracolo dell’economia americana …  cala la disoccupazione a livelli che non si vedevano dal 2008 e gli indici americani raggiungono nuove vette, battono entrambi i loro record storici.

Inutile cercare uno straccio di analisi seria tra le pieghe dei media italiani non sono stati in grado di farlo durante la tempesta perfetta figurarsi ora, un coro di pappagalli che amplificano analisi superficiali.

Tutto bene quindi, più posti di lavoro di quelli previsti, una revisione al rialzo dei mesi, precedenti, una media che supera i 200.000 posti di lavoro al mese  e un tasso di disoccupazione come non si vedeva dal lontano 2008.

Peccato che la realtà è un’altra, un insieme di lavoro a tempo parziale o part-time con un incremento significativo mese su mese di oltre 400.000 posti di lavoro a part-time per ragioni indipendenti dalle proprie scelte.

Non solo vi è stato un declino delle ore lavorate ai livelli minimi di questi ultimi anni e una riduzione dei salri reali che nasconde una liquidazione dei lavori qualificati a favore dell’occupazione precaria ma il settore sanitario incomincia a dare evidenti segni di cedimento rispetto alla sua media degli ultimi anni.

224.000 posti di lavoro cancellati dal settore pubblico e un settore manifatturiero non più in grado di produrre occupazione, capace di contraddire ben sei indicatori regionali che lo vedevano in calo.

Interessante osservare come la disoccupazione di lunga durata abbia osservato un sensibile ridimensionamento ma nessuno è in grado di dire se sia dovuta ai lavoratori scoraggiati che non appena scadono i sussidi rinunciano a cercare un nuovo lavoro.

Qui sotto avete i due indici della disoccupazione americana U3 quello ufficiale e U6 quello che comprende misure alternative, ovvero il livello di occupazione a part-time, quello dei lavoratori marginalmente occupati e il numero di lavoratori scoraggiati che hanno smesso di cercare il posto di lavoro.

 

Thanks to Mike Shedlock

Mi è capitato di leggere l’analisi di un giornalista italiano che sottolineava come il dato assumeva ancora più rilevanza visto che non c’è stata alcuna riduzione della forza lavoro.

Analisi all’amatriciana come sempre dopo che milioni di americani hanno abbandonato la forza lavoro sfiduciati qui sotto ne avete un accenno…

Qui una versione grafica alla quale non serve aggiungere altro se non ricordare che se questi americani non avessero abbandonato la forza lavoro il tasso di disoccupazione sarebbe attualmente ben oltre il 10 %

 

Come dice Dean Baker del CEPR … One disturbing item in the household data was a 1.0 percentage point drop in the share of unemployment due to voluntary quits. This is the sharpest fall since February of 2009 and could be an indication of less confidence in the job market.

Come dice Baker sarà sorprendente se il tasso di disoccupazione non riprenderà a salire prima della fine dell’anno.

Inoltre come scrive il nostro John gli Stati Uniti non scamperanno al pericolo recessioneNon supereranno il resto di questo decennio senza testare la crescita negativa. E le conseguenze saranno più drammatiche delle attese.NEW YORK (WSI) – Come abbiamo visto la scorsa settimana gli economisti non sono nemmeno così particolarmente bravi nel raccontarci quello che è successo durante l’anno che è appena passato e tanto meno nel raccontarci quello che deve ancora arrivare. (E spesso vediamo dei bilanci nazionali che pretendono di fare delle previsioni a dieci o più anni.)

Nonostante ciò l’ultima grande occasione continua a maggio sarà un mese ad alta intensità!

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