AMERICA: OCCUPAZIONE…CINEMA PARADISO!

Scritto il alle 08:39 da icebergfinanza

Nel celebre film di Giuseppe Tornatore” La vita non è come l’hai vista al cinematografo, la
vita è più difficile”
. Allo stesso tempo la stessa economia non è come cercano di rappresentarcela nei mercati finanziari, non ha nulla a che vedere con la realtà, in quanto come dice un’altra celebre frase del film ” Una folla non pensa, non sa quello che fa!

Mentre gestori ed analisti, economisti e media dipingono un futuro roseo per i mercati
finanziari, il nuovo cinema paradiso, dove in molti, attratti dall’esaltante film in proiezione, si affrettano a prenotare il biglietto, senza badare tanto alle eventuali via di fuga, un nuovo Minsky Moment sta per formarsi all’interno del mercato, il momento nel quale all’improvviso, la folla si precipiterà in preda al panico verso le uscite di sicurezza.

Incredibile! Scopriamo che addirittura gli analisti di Bank of America mettono in dubbio in piena campagna elettorale il fantastico recupero del mercato del lavoro americano.

E pensare che da tempo immemorabile avevamo la sensazione di vivere su un’isola deserta senza che nessuno venisse ad avvertirci che la guerra era finita.

Secondo BOFA l’indicatore più citato nel mercato del lavoro p il tasso di disoccupazione, normalmente una buona misura della velocità di ripresa e di crescita. Oggi invece vi sono tre ragioni per essere cauti nell’interpretare le statistiche sulla disoccupazione.

Ed ecco che salta fuori la questione relativa alla forza lavoro! Per mesi il mercato e i media hanno fatto finta di non vedere che il tasso scendeva solo perchè la forza lavoro a sua volta scendeva, sempre più disoccupati scoraggiati e lavori fantasma!

Ci sono due fattori che determinano il tasso di partecipazione della forza lavoro ovvero la demografia e la fiducia e la percezione della popolazione sulla possibilità di poter trovare un lavoro. Se l’attuale ritmo di creazione di posti di lavoro persiste e la gente inizia a percepire che ci sono maggiori opportunità di lavoro, i lavoratori scoraggiati tornerà presto alla forza lavoro.

Ovviamente in questo caso mentre la dinamica occupazionale accelera, il calo del tasso di disoccupazione rallenta! Elementare almeno per noi Watson!

Ma udite, udite anche gli analisti di Bank of America ammettono che il miglioramento della disoccupazione deriva dal livello record della disoccupazione di lungo termine.

C’è un numero record di persone che sono disoccupate da un periodo superiore a
sei mesi e che il tasso di disoccupazione non evidenzia la qualità della ripresa del lavoro non distingue tra tempo pieno e tempo parziale ( part-time workers ) , tra lavori a termine quello che noi sosteniamo da mesi e mesi ma ciò che conta oggi e solo eleggere nuovamente Obama.

During the recession there was a big increase in part-time workers, which has remained high.These workers are counted as “employed” even though in reality they are half unemployed. In addition, it does not provide information about the quality of jobs in regards to
compensation or skill set. This all matters because the standard inflation models use the unemployment rate as a way to determine the amount of slack in the economy, and hence wage pressure. It is therefore useful to control for these other factors when using slack models for
inflation. Bottom line: Don’t be surprised if the unemployment rate remains sticky even once job growth accelerates.

http://www.zerohedge.com/

Se date un’occhiata alle statistiche di rilevazione del mercato del lavoro indipendenti come GALLUP http://www.gallup.com/poll/153161/Unemployment-February.aspx o http://www.challengergray.com/offices/aboutus.aspx la dinamica è molto più blanda e i tassi di disoccupazione reali più elevati!

Gallup's U.S. Unemployment Rate, Monthly Averages

I dati del BLS sono inattendibili sul breve termine non sono in grado di identificare le svolte. Nelle revisioni spariscono e appaiono all’improvviso centinaia di migliaia di lavori o addirittura nel 2006 come abbiamo visto quasi 500000 posti in un semestre sparirono nelle revisioni successive, oltre un milione spari nelle revisioni che ripercorrevano il cammino della Grande recessione e ora accade l’inverso ovvero i ZERO posti di settembre dopo le revisioni sono diventati 202.000 non è incredibile non si tratta di virgole ma di migliaia di posti che appaiono e scompaiono come per magia.

Year Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec Annual
2002 -129 -146 -24 -84 -9 47 -100 -11 -55 121 8 -163  
2003 95 -159 -213 -49 -9 0 25 -45 109 197 14 119  
2004 162 44 337 249 310 81 46 122 161 348 63 134  
2005 137 240 141 360 170 243 374 193 66 80 334 160  
2006 283 316 283 181 14 76 209 183 157 -9 204 171  
2007 236 93 190 72 139 75 -40 -18 73 79 112 89  
2008 41 -84 -95 -208 -190 -198 -210 -274 -432 -489 -803 -661  
2009 -818 -724 -799 -692 -361 -482 -339 -231 -199 -202 -42 -171  
2010 -40 -35 189 239 516 -167 -58 -51 -27 220 121 120  
2011 110 220 246 251 54 84 96 85

202

112 157 223  
2012 284(P) 227(P)                      
P : preliminary

Per non parlare delle distorsioni stagionali, GALLUP presenta dati destagionalizzati il BLS no!

E potrei continuare all’infinito ma vi rimando al recentissimo articolo dal titolo UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA fondamentale per coprirsi le orecchie dalle sirene elettorali e comprendere come il realtà sta procedendo la ripresa americana…

Io vi lascio con alcune evidenze empiriche che dimostrano che il fatto di creare 100/200/300 mila nuovi posti di lavoro al mese non significa necessariamente aver evitato la recessione.

 

 

Osservando i tre mesi antecedenti l’inizio mediano di ogni recessione dai 100 ai 250 mila posti di lavoro al mese sono la normalità.

Come avete visto la storia dimostra che spesso e volentieri nei sei mesi prima di ogni recessione il mercato del lavoro continuava a produrre nuova occupazione per poi collassare nel mese successivo all’inizio della recessione ufficiale che come ben sapete verrà confermata solo alcuni mesi dopo.

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1 commento Commenta
kry
Scritto il 13 Marzo 2012 at 09:30

Poveri americani non poter dare l’occasione ai mercati di svalutare il dollaro per riconfermare il loro presidente. I dati sono bugiardi, la carta (moneta) con tutta quella che stanno stampando avrà la funzione di poterla usare per pulirci quando ci ritroveremo tutti nella xxxxx.

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