CHINA’s REAL ESTATE BUBBLE!

Scritto il alle 06:47 da icebergfinanza

Della bolla immobiliare cinese se ne è parlato in tutte le salse ma al di la di quello che in realtà sta accadendo ritengo veramente difficile formulare una previsione su un paese dal quale provengono dati che vanno presi sempre con estremo beneficio di inventario.

Quello che è chiaro è che in Cina come in Spagna e altri paesi si stanno costruendo cattedrali nel deserto, che immancabilmente prima o poi verranno abbattute.

Per la prima volta dopo due anni i prezzi del settore immobiliare cinese hanno invertito la rotta, e hanno cominciato a calare anche su base annuale. È accaduto nello scorso mese di marzo, rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2011: la contrazione è stata pari a 0,7 punti percentuali. Il riferimento mese su mese indica un sesto calo consecutivo (0,3 rispetto a febbraio). Secondo un’analisi dell’agenzia Reuters basata sui dati dell’Ufficio nazionale di Statistica cinese, i prezzi degli immobili nuovi sono risultati a marzo meno alti in 46 città su 70 monitorate. 

Si tratta di una notizia positiva se si considera che numerosi economisti di tutto il mondo hanno più volte sottolineato il rischio di una dinamica speculativa nel real-estate cinese, che avrebbe potuto mettere in pericolo la tenuta del sistema. Per questo Pechino ha più volte tentato di arginare la crescita “esagerata” del comparto, soprattutto imponendo tetti al flusso di crediti bancari. 

Di contro, però, tali manovre sono state probabilmente responsabili del rallentamento economico del Paese asiatico, che nel primo trimestre di quest’anno ha toccato il livello più basso degli ultimi tre anni: +8,1% contro il +8,9% del periodo ottobre-dicembre del 2011. Naturalmente, i dati cinesi rimangono quelli di un Paese in rapidissima espansione, soprattutto se paragonati a quelli del mondo occidentale. In tal senso, la frenata – se non sarà eccessiva – potrà essere in grandissima parte benefica VALORI

Difficile, mai visto una bolla immobiliare sgonfiarsi senza fare danni e Cina o non Cina, la storia non cambia!

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