ITALIA: LA FAVOLA DELLA CRISI DEL GAS!

Scritto il alle 07:58 da icebergfinanza

Gasdotto (Afp)

Qualche anno fa mentre il grano e il frumento raggiungevano il loro punto più basso e il prezzo del pane e della farina in Italia continuava a veleggiare ai massimi storici un pò come accade per il prezzo della benzina quando v
i urlano nelle orecchie che produce inflazione dimenticando che si tratta solo ed esclusivamente di una manipolazione per sottrarvi potere di acquisto, scrissi che le dinamiche dei mercati, quelli che qualche esaltato ancora oggi cerca di far apparire liberi sono manipolate ad uso e consumo di oligarchie inattaccabili.

Ora mentre il prezzo del gas ritocca il suoi minimi pluriennali anche se in una dinamica inedita ritorna alla ribalta la favola quotidiana della crisi del gas, una crisi che ha origini ben più profonde di quelle che loro vi raccontano, monopoli e rubinetti russi.
I
“Gas via al piano di emergenza, taglia dei flussi alle imprese…La Russia chiude i rubinetti del gas è emergenza famiglie…Gelo su Italia gas a rischio da mercoledi…Marcegaglia mettere mano alle riserve …e vi dicendo ”
Ma come spesso accade la speculazione guadagna sulle disgrazie altrui e in Italia le aziende sciacallo abbondano come ci racconta il Fatto Quotidiano… Da ricordare, nella prima guerra di gas, nel 2006, quando i rubinetti del gasdotto russo-ucraino sono stati semplicemente chiusi, che anche alcune aziende italiane avevano guadagnato vendendo l’elettricità prodotta dal gas (mancante) e rivendendola a prezzi alti ai paesi vicini.http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/06/emergenza-giova-speculare-grande-gelo/189422/
Ogni anno puntualmente basta un granellino di sabbia nella nostra rete “gassosa” e si scatena l’inferno in attesa di una nuova era glaciale. La realtà è che nessuno ha mai fatto nulla in questi anni per cancellare e distruggere un monopolio che nasconde la verità!

La pantomima sui problemi di fornitura col gas russo dimostra che i meccanismi “di mercato” per la gestione delle emergenze non funzionano in Italia, e tutto  viene gestito dal presidio forte del governo, dell’Autorità e dell’Eni che  conserva ancora un monopolio immotivato sulle rotte d’ingresso del gas verso il  paese. Forse, l’allarmismo sul gas serve all’ex-monopolista per rinforzare la  propria posizione. Ciò rischia di bloccare una serie di riforme del settore,  terribilmente necessarie, tra cui il controllo pratico delle tariffe del gas che  entra in Italia. (…)

C’è dell’altro, a livello domestico. L’Eni vuole forse  dimostrare che il presidio “nazionale” sulle infrastrutture di stoccaggio e  distribuzione è “strategico”, e pertanto deve essere presidiato? Non è una  questione di faziosità, ma un elemento di fatto. La pantomima sugli  interrompibili dimostra che i meccanismi “di mercato” per la gestione delle  emergenze non funzionano in Italia, e tutto viene gestito dal presidio forte del  governo, dell’Autorità e dell’Eni. Forse, l’allarmismo sul gas serve  all’ex-monopolista per rinforzare la propria posizione. Ciò rischia di bloccare  una serie di riforme del settore, terribilmente necessarie, tra cui il controllo  pratico delle tariffe del gas che entra in Italia.

Vedremo nei prossimi giorni come si risolverà il tutto, non  appena riusciremo di nuovo a mettere il naso fuori casa. Possiamo già prevedere  che, se questo è stato il teatrino durante la crisi, il “dopo” sarà ancora più  succulento. Dalla commedia passeremo al thriller industriale. Leggi il resto: Linkiesta

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2 commenti Commenta
icebergfinanza
Scritto il 7 Febbraio 2012 at 08:16

Ma siamo veramente in emergenza…Dai numeri, non sembrerebbe. Al momento il quadro degli stoccaggi vede un utilizzo arrivato al 60% circa del totale del working gas, con una rimanenza di circa 4 miliardi di metri cubi cui si aggiungono i 5 miliardi di metri cubi di strategico. Nei tempi peggiori della guerra del gas russo-ucraina, siamo arrivati a prosciugare gli stoccaggi (non strategici). Se facciamo il calcolo della mancanza di rifornimenti, glissata anche dalla commissione europea, arriviamo a piena primavera. Anche Antonio Urbano, amministratore delegato di Puraction, concorda: “Capita periodicamente che quando fa freddo ci siano problemi temporanei di rifornimento di gas. Questo si supera normalmente sfruttando le flessibilità dei tubi dall’Algeria e dalla Libia e ricorrendo a gas in stoccaggio (in questo periodo più disponibile del solito grazie all’inverno fin qui caldo). Quando serve si sfruttano i contratti interrompibili di consumatori industriali, che già ricevono un compenso per aver fornito questa loro disponibilità a fare da cuscinetto. Pur tuttavia ogni volta che ci sono questi problemi si mettono le mani avanti per richiamare l’interesse politico e dell’opinione pubblica sulla necessità di nuove infrastrutture di trasporto (South Stream, rigassificatori) o sulla importanza e strategicità delle strutture esistenti.”

edmontdantes
Scritto il 7 Febbraio 2012 at 22:20

Fintanto che non si fa trasparenza non resta che pagare il prezzo del gas tra i piu´ alti d´Europa, ad esempio, ad oggi ENI ha il monopolio per l´entrata del gas a Tarvision, ha prenotato tutta la capacita´disponibile, ma quanta ne usa ? In altri paesi la capacita´non utilizzata viene ceduta per cui chiunque potrebbe avere accesso alla rete italiana, importando gas dal nodo di Baumgartner, perche´non lo si fa ?
Cominciamo con il vedere queste cose….e diventeremo presto un paese normale !

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