TEMPESTA PERFETTA: LA SECONDA ONDATA!

Scritto il alle 19:45 da icebergfinanza

Come ho scritto nei primissimi giorni di gennaio, nel post dal titolo, " La quiete prima della tempesta ", cercare di individuare il momento esatto nel quale la realtà fondamentale avrebbe scatenato la seconda ondata di questa tempesta perfetta, sarebbe stato come cercare di ingannare me stesso e il lettore, in quanto la dinamica di questi mesi, spesso ci ha mostrato un costante intervento "divino" a sostegno della debolezza strutturale di questa "ripresa statistica" e " recessione umana" come l’ha sorprendentemente definita, uno dei principali artefici delle dinamiche che hanno portato a questa crisi, ovvero Larry Summers, consigliere speciale della Casa Bianca.

Mentre gli scienziati economici e gli analisti di maniera, gestori e giornalisti finanziari, nella stragrande maggioranza dei casi,  si prodigavano nel dipingere scenari di ripresa per l’economia mondiale, spesso decisamente idialici rispetto alla realtà quotidiana, Icebergfinanza, continuava a cercare di comprendere la sostenibilità di un processo, che nella sostanza evidenziava non solo un crisi di liquidità, come evidenziato dalle politiche monetarie, ma essenzialmente una crisi di insolvenza e sopratutto di fiducia nelle istituzioni e nel mercato.

Per chi non lo avesse ancora compreso, questa è una crisi di fiducia innanzitutto!

Tralasciando la favola del decoupling economico, a favore di economie emergenti che stanno attraversando ancora una fase adolescenziale, ed evidenziando l’ insostenibilità nel medio e lungo termine di un sostegno governativo e politico ad un sistema sostanzialmente insolvente, come quello finanziario, che dovrebbe in buona parte essere nazionalizzato, durante la navigazione, ho cercato di esplorare ogni dettaglio e suggerimento proveniente dall’economia reale, dimenticando le illusioni finanziarie.

Negli ultimi dieci giorni, la rabbia finanziaria ha accelerato la dinamica di rientro dei mercati, sulla scia di una nuova ondata di realismo,  "populista" e "demagogico" quanto voliamo, ma che non poteva non prendere in considerazione l’incredibile "status quo" nella riforma dei mercati finanziari, in atto ormai dall’inizio della Madre di tutte le crisi.

L’ultimo dato relativo al PIL americano, solo uno degli innumerevoli dati macroeconomici, pubblicati negli ultimi mesi, testimonia in maniera inequivocabile, la dinamica "statistica" della ripresa in atto, ripresa che giorno dopo giorno, conferma che non vi sono i presupposti per dichiarare conclusa la cosidetta " Grande Recessione" Quasi due terzi della crescita è imputabile alla favola "una tantum" relativa alla ricostituzione delle scorte, favola la cui morale, da tempo Icebergfinanza, considera inadeguata a sostenere l’uscita da una "recessione strutturale".

Il paradosso è che nonostante tutto quello che è stato fatto, le scorte sono calate, anche se ad un minor ritmo, ma come i lettori di Icebergfinanza, ben sanno, il PIL è un oggetto misterioso, dove l’algebra capovolge un calo trasformandolo in crescita.

Non più tardi di undici giorni fa in TRIMESTRALI: Un nuovo passagggio dimensionale, scrissi:

"… Goldman Sachs, ha appena alzato le sue stime per il PIL dell’ultimo trimestre, dal 4 al 5,8 %, rimbalzo decisamente statistico, già negli annali della storia di questa crisi, con più dei 2/3 del rialzo imputabile alla dinamica della ricostituzione delle scorte."

Il dato di venerdi, per Icebergfinanza non costituisce alcuna sorpresa, anzi, è la conferma ufficiale di una debolezza persistente, che, nonostante tutti gli stimoli monetari e fiscali, avvia l’economia americana sulla rotta del proseguimento della attuale recessione.

Puntuale come un orologio svizzero, il Bureau of Economic Analysis, rilasciando la prima lettura del Real Gross Domestic Product, ha comunicato la salita di 5,7 punti percentuali, dove ben 3,5 punti circa sono dovuti alla variazione delle scorte, degli inventari, ovvero circa i 2/3 della crescita complessiva.

Private inventory investment, exports, and personal consumption expenditures (PCE) costituiscono la spina vertebrale di questo rialzo, supportata dal calo delle importazioni che nasconde la debolezza della spesa governativa e privata.

Il calo dei consumi, ha dovuto confrontarsi con la favola degli incentivi alla rottamazione del settore auto, soluzioni unatantum, delle politiche governative.

I consumi (PCE) sono diminuiti di circa un terzo rispetto al trimestre precedente, mentre gli investimenti residenziali sono scesi al livello di 5,7 % rispetto al precedente contributo positivo del 18,9 %. Senza consumi ed investimenti residenziali, l’economia americana non ha nessuna possibilità di uscire dalla Madre di tutte le crisi. Gli ultimi dati relativi al primo mese del 2010, testimoniano un collasso degli investimenti residenziali immobiliari, mentre i consumi sono sensibilmente anemici.

Il mese di gennaio ci dirà, quale livello di ottimismo è realmente sostenibile, nel settore degli investimenti residenziali immobiliari, con la ripresa della saga " dei credito di imposta" per l’acquisto della prima casa.

L’ottimismo per il 2010, francamente è necesario, ma non sostenibile nella realtà fondamentale. L’analisi dal titolo " Archimede e la leggenda della leva finanziaria" purtroppo evidenzia sempre più l’ombra storica, dell’insostenibilità empirica del debito.

Mai in passato, in presenza di un simile rimbalzo del PIL, la dinamica dei consumi è stata cosi anemica.  Gli acquisti di beni durevoli sono addirittura crollati, sotto la linea di demarcazione della crescita dopo un rialzo di oltre il 20 % nel precedente trimestre.

Torno a sottolineare che senza la variazione positiva delle scorte, dinamica una tantum in questa fase della crisi, il PIl sarebbe cresciuto di un anemico 2,2 % sotto il potenziale necessario alla creazione di occupazione.

Il tasso di risparmio è aumentato leggermente nell’ultimo trimestre, ma non appena la realtà economica agirà in profondità, il deleveraging privato, farà aumentare il tasso di risparmio, riducendo sensibilmente la percentuale di consumo e di investimento. La dinamica è in atto.

Come potete vedere qui sotto nel grafico proveniente dalla Fed di St.Louis, non sarà difficile assistere ad un incremento del tasso di risparmio sino alla soglia del 7,5 %.

Graph: Personal Saving Rate

Inoltre i dati "illuminati" della BEA, hanno polverizzato il nostro caro deflattore, riducendolo ai minimi termini, sino a raggiungere uno straordinario 0, 6 % contro attese medie del 1,2 %. In versione annuale il deflattore è salito di di un 1,2 %, ovvero nessuna pressione inflativa reale.

Nei giorni scorsi mi sono dimenticato di evidenziare il continuo crollo dell’inflazione nel primo mese dell’anno, in Germania, considerata la locomotiva d’ Europa.

Ovviamente i salari sono saliti, sia prima che dopo gli aggiustamenti all’inflazione, al minor ritmo dall’inizio della rilevazione dei dati, ovvero il 1982. Si tratta di un aumento del 1,5 % negli ultimi dodici mesi, letteralmente divorato dalla salita dei prezzi al consumo del 2,7 %. Aggiustati all’inflazione in relatà i salari sono diminuiti di circa il 1,3 %. Nessun proseguimento della dinamica inflativa sarà possibile con salari che non sono in grado di tenere il ritmo del passato.

Che dire, in realtà, il PIL reale ha superato nella sua caduta annuale del terzo trimestre il recordo negativo risalente al lontano 1958, la peggiore recessione dalla Grande Depressione, meno 3,83 % con una risalita che nonostante l’ultimo picco, non va oltre il meno 1,9 %.

Se dobbiamo sforzarci di osservare una dinamica positiva che ha aggiunto circa 0,5 punti percentuali alla crescita, che diversamente sarebbe stata del 1,8 %, questa è la forbice positiva tra maggiori esportazioni e minori importazioni.

Sarà pure aumentata la domanda estera, che traina le esportazioni, ma le importazioni, la loro crescita, è stata superiore alla stessa domanda interna, che preferisce rivolgersi principalmente all’estero, anche se con il tempo, inevitabilmente questa dinamica risentirà dell’effetto deleveraging, determinano sempre in maniera algebrica il risultato positivo aggiungendo almeno un altro mezzo punto al PIl.

Siamo di fronte al più imponente e generalizzato sostegno governativo e monetario della storia dell’economia mondiale e questa sarebbe la crescita stellare che il mercato ha scontato in tutti questi mesi. Il due virgola nulla, di revisione in revisione ci stiamo avviando, verso una nuova recessione.

Secondo Il Chicago Fed National Activity Index della Fed di Chicago, in realtà è troppo presto per chiamare l’uscita dalla recessione, quando l’economia sta recuperando, il CFNAI MA3 torna in maniera significativa in territorio positivo pochi mesi dopo la data ufficiale del NBER. In quattro delle ultime cinque recessioni, la svolta è accaduta entro cinque mesi dal punto minimo della recessione, che gli economisti individuano nella fine del secondo trimestre. Nonostante un miglioramento, dicembre è il sesto mese consecutivo senza alcun segnale di miglioramento.

[NAI+Details.png]

La prossima settimana, una nuova tornata di data macroeconomici, non potrà far altro che evidenziare, il carattere statistico di questa ripresa, ad incominciare dal numero di nuovi disoccupati, che, secondo alcuni dati preliminari, provenienti dagli indici delle Fed regionali, non potrà che confermare il tasso di disoccupazione ben oltre il 10 % previsto e una perdita di posti di lavoro, piuttosto che una crescita come si aspetta il mercato.

Inoltre, venerdi, dopo ormai sei mesi, avremo la comunicazione definitiva da parte del BLS, della revisione relativa ai 12 mesi, precedenti al mese di marzo 2009, che in prima lettura, quantificavano in circa 824.000 maggiori perdite di lavoro, la dinamica dell’occupazione.

Inoltre gennaio è solitamente il mese nel quale il nostro famigerato modellino, CES/NET Birth/Death, effettuerà le pulizie invernali, revisionando gli ultimi sei mesi di magie statitische stagionali, che hanno contribuito a mitigare, in maniera fantasiosa, il crollo dell’occupazione americana.

Come ho scritto, siamo in attesa della seconda ondata delle reimpostazioni, dei famigerati mutui ARMs e Alt-A, ondata di proporzioni simili o addirittura superiori a quella subprime, mutui che come ha ricordato, Sheila Bair, a capo della FDIC, impresa di pompe funebri finanziarie, ( scusate l’ironia….) sono stati concessi, in maniera assolutamente demenziale, sulla base del semplice assunto, che il valore delle case non potesse che salire e che quindi, i proprietari, pur pagando rateizzazioni ad ammortamento negativo, potessero agevolmente rifinanziarsi.

I nuovi fallimenti di banche regionali, saliti ormai a quindici nel mese di gennaio, testimoniano, che il settore immobiliare commerciale in particolare, sta esercitando un’influenza negativa di proporzioni rilevanti.

Se qualcuno ha dei dubbi in proposito, lo scorso mese abbiamo assistito ad un vbalzo delle insolvenze sui mutui di oltre il 14 %, sul mese precedente. Inoltre la presenza di circa il 25 % delle famiglie americane "underwater" con il debito residuo del mutuo, superiore al valore della propria abitazione, sarà difficile rifinanziare i prossimi mutui in scadenza, sarà difficile convincerli a rimanere nelle loro abitazioni, quando il "default strategico" diventa una via di uscita da un incubo.

La seconda ondata è solo all’inizio, quella della realtà fondamentale, che si protarrà durante tutto il 2010, con una sempre più probabile, continuazione della recessione, o per gli amanti delle definizioni tecniche una sempre più probabile, ricaduta in recessione, verso la fine dell’anno o all’inizio del prossimo.

Staremo a vedere, ben lieti di intravvedere qualsiasi spiraglio, come nella foto, all’inizio del post, che ci aiuti ad uscire da questa autentica tempesta perfetta, economica, politica, antropologica.

Per un’ulteriore riflessione sulla nostra navigazione…  SEMPLICI RIFLESSIONI

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La "filosofia" di  Icebergfinanza resta e resterà sempre gratuitamente a disposizione di tutti nella sua "forma artigianale", un momento di condivisione nella tempesta di questi tempi, lascio alla Vostra libertà, il compito di valutare se Icebergfinanza va sostenuto nella sua navigazione attraverso le onde di questo cambiamento epocale!   

Non solo e sempre economia e finanza, ma anche alternative reali da scoprire e ricercare insieme cliccando qui sotto in ……….

10 commenti Commenta
Scritto il 1 Febbraio 2010 at 20:31

Cari Compagni di Viaggio, come ho più volte sottolineato, non ho la possibilità di passare l’intera giornata davanti al blog, in quanto ho un normale lavoro, come molti di Voi, ma purtroppo come sembra dai commenti, qualcuno sta abusando della possibilità di continuare a postare insulti di una violenza inaudita senza alcun ritegno.

Da ora in poi, con un certo rammarico, chiunque vorrà lasciare un commento, dovrà necessariamente registrarsi su Splinder a differenza di prima dove chiunque poteva lasciare il suo commento nell’anonimato.

Gli utenti Splinder non subiranno alcuna moderazione!

Ci tengo a sottolineare che il temporaneo problema relativo ai banner inseriti nel blog, non è imputabile ad una mia scelta, ma è probabilmente  un problema tecnico, che non pregiudica l’accesso ai rispettivi indirizzi originari.
 
Caro Anonimo, io non so chi tu sia, ne se sei una sola persona, o più persone, ma mi sto ancora oggi chiedendo, per quale motivo hai scelto questo blog e non solo, per esprimere la tua rabbia nei confronti di un’altra persona. 

Qualunque problema tu abbia nei confronti di questa persona, non esiste alcun motivo per cui infangare il nome,  il lavoro di persone completamente estranee a questioni personali che ti invito a risolvere in un’altra maniera.

Io agisco nei confronti di chiunque alla stessa maniera, senza distinzione, se qualcuno ti avesse insultato, cosi violentemente , sarebbe stato cancellato alla stessa maniera

Cari Compagni di Viaggio, mi dispiace immensamente per questa scelta, ma non ho alternativa, mi dispiace per gli schizzi di odio che hanno colpito la nosta avventura, mi dispiace per le persone insultate, ma la navigazione prosegue, senza cambiamenti di rotta.

Grazie ancora della Vostra Stima e delle numerose mail di sostegno.

Andrea.

Scritto il 1 Febbraio 2010 at 20:31

Cari Compagni di Viaggio, come ho più volte sottolineato, non ho la possibilità di passare l’intera giornata davanti al blog, in quanto ho un normale lavoro, come molti di Voi, ma purtroppo come sembra dai commenti, qualcuno sta abusando della possibilità di continuare a postare insulti di una violenza inaudita senza alcun ritegno.

Da ora in poi, con un certo rammarico, chiunque vorrà lasciare un commento, dovrà necessariamente registrarsi su Splinder a differenza di prima dove chiunque poteva lasciare il suo commento nell’anonimato.

Gli utenti Splinder non subiranno alcuna moderazione!

Ci tengo a sottolineare che il temporaneo problema relativo ai banner inseriti nel blog, non è imputabile ad una mia scelta, ma è probabilmente  un problema tecnico, che non pregiudica l’accesso ai rispettivi indirizzi originari.
 
Caro Anonimo, io non so chi tu sia, ne se sei una sola persona, o più persone, ma mi sto ancora oggi chiedendo, per quale motivo hai scelto questo blog e non solo, per esprimere la tua rabbia nei confronti di un’altra persona. 

Qualunque problema tu abbia nei confronti di questa persona, non esiste alcun motivo per cui infangare il nome,  il lavoro di persone completamente estranee a questioni personali che ti invito a risolvere in un’altra maniera.

Io agisco nei confronti di chiunque alla stessa maniera, senza distinzione, se qualcuno ti avesse insultato, cosi violentemente , sarebbe stato cancellato alla stessa maniera

Cari Compagni di Viaggio, mi dispiace immensamente per questa scelta, ma non ho alternativa, mi dispiace per gli schizzi di odio che hanno colpito la nosta avventura, mi dispiace per le persone insultate, ma la navigazione prosegue, senza cambiamenti di rotta.

Grazie ancora della Vostra Stima e delle numerose mail di sostegno.

Andrea.

Scritto il 1 Febbraio 2010 at 20:58

Andrea,

grazie per questa scelta, che sicuramente ti è costata. penso che cosi’ icebergfinanza sarà un lougo di discussione più sereno

Scritto il 1 Febbraio 2010 at 20:58

Andrea,

grazie per questa scelta, che sicuramente ti è costata. penso che cosi’ icebergfinanza sarà un lougo di discussione più sereno

Scritto il 1 Febbraio 2010 at 21:54

E’ stata una saggia scelta. Speriamo che d’ora in poi la navigazione sul veliero sia più serena, senza liti tra l’equipaggio, ma solo un confronto costruttivo.
Grazie Capitan

by sbis

Scritto il 1 Febbraio 2010 at 21:54

E’ stata una saggia scelta. Speriamo che d’ora in poi la navigazione sul veliero sia più serena, senza liti tra l’equipaggio, ma solo un confronto costruttivo.
Grazie Capitan

by sbis

Scritto il 1 Febbraio 2010 at 22:32

sostengo la tua decisione Andrea, seppur sofferta, così come condivido la tua scelta di proporre tutte le alternative possibili al "pensiero unico" senza pre-giudizi, etichette o ideologie o settarismi, ogni esperimento o esperienza alternativa può illuminare questo grigio mondo, ognuno……capitano di sè stesso

un abbraccio

gracav

Scritto il 1 Febbraio 2010 at 22:32

sostengo la tua decisione Andrea, seppur sofferta, così come condivido la tua scelta di proporre tutte le alternative possibili al "pensiero unico" senza pre-giudizi, etichette o ideologie o settarismi, ogni esperimento o esperienza alternativa può illuminare questo grigio mondo, ognuno……capitano di sè stesso

un abbraccio

gracav

utente anonimo
Scritto il 2 Febbraio 2010 at 02:41

i nostri cari bene amati economisti. ma chi sono? cosa fanno?  questo fanno. 

 come dice bernard maris, professore di economia all’univrsità di PARIGI. a cosa servono gli economisti? a far ridere. ma allora non vengano a parlarci di "corsa alla qualità" o di "correzione tecnica": calzino un berretto a punta, si mettano un naso rosso, muovano le orecchie e si facciano il solletico sotto le ascelle. a cosa servono gli economisit? si chiederà qualcuno fra 100 anni. a far ridere. vi consiglio questo libro spassoso. si legge che è un piacere. si chiama: LETTERA APERTA AI GURU DELL’ECONOMIA CHE CI PRENDONO PER IMBECILLI. vi garantisco che vi piacerà moltissimo.  

gli esperti e i guru dell’economia hanno in comune con gli astrologi il fatto di guardarsi bene dal fare predizioni tropo precise. (gli astri rendono inclini ma non costringono, dicono gli astrologi). Essi voltano gabbana ogni giorno, e ogni giorno in nome della domanda e dell’offerta. Sicuramente domani giustificheranno la lotta all’inquinamento, cosi’ come oggi difendono maniacalmente la superproduzione e il diritto di inquinare. Giustificheranno domani la stabilità del lavoro in nome della sua produttività cosi’ come oggi ne giustificano la flessibilità in nome dell’efficenza. In realtà, il loro compito è quello di giustificare istantaneamente tuto ciò che si fà.  

pensate gente che l’ha scritto nel 2000. sono 160 pagine molto ben fatte. vi saluto. ci sono anch’io giovani. bye DORF

 

utente anonimo
Scritto il 2 Febbraio 2010 at 02:41

i nostri cari bene amati economisti. ma chi sono? cosa fanno?  questo fanno. 

 come dice bernard maris, professore di economia all’univrsità di PARIGI. a cosa servono gli economisti? a far ridere. ma allora non vengano a parlarci di "corsa alla qualità" o di "correzione tecnica": calzino un berretto a punta, si mettano un naso rosso, muovano le orecchie e si facciano il solletico sotto le ascelle. a cosa servono gli economisit? si chiederà qualcuno fra 100 anni. a far ridere. vi consiglio questo libro spassoso. si legge che è un piacere. si chiama: LETTERA APERTA AI GURU DELL’ECONOMIA CHE CI PRENDONO PER IMBECILLI. vi garantisco che vi piacerà moltissimo.  

gli esperti e i guru dell’economia hanno in comune con gli astrologi il fatto di guardarsi bene dal fare predizioni tropo precise. (gli astri rendono inclini ma non costringono, dicono gli astrologi). Essi voltano gabbana ogni giorno, e ogni giorno in nome della domanda e dell’offerta. Sicuramente domani giustificheranno la lotta all’inquinamento, cosi’ come oggi difendono maniacalmente la superproduzione e il diritto di inquinare. Giustificheranno domani la stabilità del lavoro in nome della sua produttività cosi’ come oggi ne giustificano la flessibilità in nome dell’efficenza. In realtà, il loro compito è quello di giustificare istantaneamente tuto ciò che si fà.  

pensate gente che l’ha scritto nel 2000. sono 160 pagine molto ben fatte. vi saluto. ci sono anch’io giovani. bye DORF

 

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