IL RITORNO DI MISTER GREENBACK!

Scritto il alle 10:00 da icebergfinanza


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Versione estiva questo lunedì di Icebergfinanza, scritta interamente via IPhone, tanto se vi racconto che è tutta colpa di una presa tedesca che ha sbarrato la strada ad un trasformatore a presa italiana in terra croata non ci credete 😉

Partiamo da qui dal ventaglio di nonna Yellen che nella sostanza non ha detto nulla tanto per cambiare, si alzeremo i tassi ma non sappiamo quando…

image. “Alla luce della performance solida del mercato del lavoro e del nostro outlook sull’economia e l’inflazione, credo che le probabilità di un incremento dei tassi di interesse siano aumentate negli ultimi mesi”…però, però… la politica monetaria non è su una via predeterminata.

Figurarsi che perfino il fantasma di Bernanke si è preso beffe di lei…

Di recente nel suo blog anche Ben Bernanke, il predecessore di Yellen alla Fed, mette in luce dettagli che potrebbero dargli ragione. La crescita della produttività – la capacità di generare valore di un tempo dato di lavoro – «ha purtroppo deluso ripetutamente durante questa ripresa». Gli economisti più celebri la prevedevano intorno al 2% nel 2009 ma oggi negli Stati Uniti, nota Bernanke, viaggia «più vicino a 0,5% l’anno». Di qui l’ultimo paradosso che l’ex presidente della Fed ricorda in una nota impercettibilmente abrasiva: da anni i suoi successori nella banca centrale americana non fanno che formulare stime sul potenziale di crescita del Paese o sui tassi d’interesse a velocità di crociera, per poi correggerli in peggio L’America cresce, la produttività meno – Corriere.it

Premesso che Bernanke dovrebbe stare zitto, perchè danni ne ha già fatti abbastanza ecco che arriva un altro accademico fallito a suggerire…

C’è poi chi non si limita alle critiche felpate, perché l’incertezza di questi mesi sta generando anche una sfida di potere. Ieri sul Wall Street Journal Larry Summers, ex ministro del Tesoro di Bill Clinton e consigliere di Barack Obama, ha avuto parole di una violenza senza precedenti per Yellen. «I vertici della Fed hanno perso credibilità prevedendo costantemente una stretta che, per prudenza, non hanno mai messo in pratica – ha detto -. L’effetto sugli investimenti è stato scoraggiante». Ma forse la sua non è solo una battaglia di idee. Summers era favorito per la presidenza della Fed quattro anni fa, prima di dover gettare la spugna di fronte a chi lo accusava di aver espresso in pubblico pregiudizi sulle donne. Solo una presidente donna degli Stati Uniti come Hillary Clinton potrebbe nominarlo al posto di Yellen nel 2017. Lui, nel frattempo, si aiuta come può.

Immaginatevi cosa potrebbe succedere se uno come Summers diventa governatore della Fed, bisognerebbe tutti prenotare un vola su Marte.

Noi di Icebergfinanza siamo stati tra i pochi che da due anni in maniera coerente vi spieghiamo per quale motivo la Fed non può aumentare i tassi e soprattutto perchè la prossima mossa, dopo un nuovo rialzo dei tassi, sarà un nuovo quantitative easing e tassi negativi.

Ora l’appuntamento clou è per il 2 settembre con i nuovi dati sull’occupazione, se i tassi non verranno alzati il 21 di settembre l’appuntamento sarà a dicembre perchè novembre è a ridosso delle elezioni.

Giusto per ribadire l’inutilità di una banca centrale secondo il ventaglio di nonna Yelle che abbiamo appena visto ci sarebbero ben 70 probabilità su 100, che i tassi siano tra lo ZERO e il 3,25 % e tra lo ZERO e il 4,25 % entro la fine del 2018.

imageCome dire che per altri due anni i tassi resteranno a ZERO! Fare simili previsioni è come tirare una monetina, o meglio affidarsi al senno di poi.

Ma torniamo alla realtà e diamo un’occhiata veloce all’andamento del PIL che come potete vedere qui sotto, testimonia la strepitosa forma dell’economia americana, senza contare che nel terzo trimestre avremo una crescita ancora più recessiva.

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Quindi frenata degli investimenti, aumentano i profitti aziendali, ovviamente grazie a riduzioni del costo del lavoro, volano i consumi privati e crollano gli investimenti  residenziali, le scorte private e le spese federali.

La crescita media degli anni 90 è stata del 3,4% all’anno e nel 2016 se tutto andrà bene sarà meno della metà.

Lascio ai lettori di Icebergfinanza di vecchia data ormai esperti di dinamiche immaginare cosa significa tutto ciò osservando il grafico qui sotto…

imageLe spese per consumi, che generano due terzi dell’output, si sono invece confermate il motoro dell’economia, con un incremento del 4,4%, meglio del +4,2% della stima preliminare e l’aumento maggiore dalla fine del 2014. L’inflazione resta comunque debole, con un rialzo della componente “core”, quella che esclude le componenti più volatili come i prezzi di energia e generi alimentari, in aumento dell’1,8%, meno del 2,1% della stima del mese scorso.(America24)

Se i consumi nel secondo trimestre hanno trainato l’economia cosa accadrà il prossimo giro, visto gli ultimi dati usciti a luglio ovvero ZERO… U.S. Retail Sales

In fondo a chi importano questi dettagli quando sono tutti lì che dipendono dalla droga tagliata dalle banche centrali?

Ultima rapida occhiata ad un settore quello dei servizi che da lavoro ad oltre il 70 % degli americani e contribuisce alla crescita del Pil per la stessa percentuale…

imageIl commento qui sotto del capo economista di Markit avvalora la nostra tesi che la crescita del terzo trimestre sarà recessiva, ma sino alla fine di ottobre non conosceremo il dato..

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Come potete vedere qui sopra, da tempo, ultimi due trimestri, alla Fed di Atlanta hanno ricevuto una telefonata che suggerisce di far uscire dati ottimisti almeno sino alla conclusione delle elezioni. Peccato perchè sino a primo trimestre si era dimostrato un ottimo indicatore.

Concludiamo infine riprendendo alcune considerazioni apparse sull’ultimo Machiavelli.

Tempestiva è stata la TEMPORANEA strambata sui titoli di Stato americani a medio lungo termine, visto che a differenza dei mercati, valutario e obbligazionario stanno scontando un aumento dei tassi in arrivo…

imageStessa cosa accade sul mercato valutario dove siamo probabilmente di fronte ad un movimento importante che ci porterà vicino ai minimi del 2015.

imageQuindi attenzione perchè questa settimana porta con se la possibilità di un movimento direzionale sensibile, dopo il trading range di questi ultimi mesi.

3 commenti Commenta
stanziale
Scritto il 29 Agosto 2016 at 19:04

Niente male per un commentino estivo….
scuola amatrice: come volevasi dimostrare…..https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=11&ved=0ahUKEwjU_ZGPiufOAhWDExoKHfT_C8wQFghMMAo&url=http%3A%2F%2Fwww.ilmessaggero.it%2Fprimopiano%2Fcronaca%2Fterremoto_scuola_amatrice_adeguamenti_sismici-1934694.html&usg=AFQjCNGo2Ohry8DQH2mmpFDIEfXGTScimw&sig2=oSilaGmeJF43YhqLW8ZD7Q
finche’ ci faremo imporre dai NAZISTi di non spendere i NOSTRI soldi per ristrutturare le NOSTRE scuole, perche’ servono (i NOSTRI soldi ) alle LORO banche, i NOSTRI bambini correranno il rischio di restarci sepolti sotto.

aorlansky60
Scritto il 30 Agosto 2016 at 08:43

@ Stanziale

In questi giorni stò leggendo i diari 1937-1943 di Galeazzo Ciano (Ministro degli Esteri italiano per quegli anni),

che in uno dei giorni di AGO 1942 [dopo un colloquio avvenuto con il gen. Marras] scrive :

nelle alte classi direzionali tedesche, quelle industriali e politiche, circola un idea ben chiara circa l’ordinamento da dare all’europa conquistata sotto l’egida nazista dopo che la guerra sarà vinta (in quel periodo del ’42 l’aspettativa per la vittoria finale era ancora elevata e fuori da ogni dubbio per i gerarchi nazisti tedeschi ndr) e cioè permanere un forte carattere industriale per la sola Germania, relegando gli altri paesi -Francia e Italia particolarmente- a semplice ruolo agricolo e poco altro.

come si può notare, il lupo perde il pelo ma non il vizio… quello dei tedeschi è un connotato innato a volere primeggiare sui paesi rivali confinanti, a loro spese per riuscire a mantenere i privilegi che i tedeschi si arrogano di volersi concedere; ciò che stà accadendo in questi anni del 2000 in italia (desertificazione progressiva del tessuto industriale) è esattamente quello che volevano applicare i nazi tedeschi all’italia 70anni fà.

guardate : finchè non si comprende questo punto fondamentale -dico a tutti quelli che leggono- si continuerà a parlare e a ruotare inutilmente intorno al problema, la cui unica soluzione [per i paesi succubi che devono subire il dictact tedesco] è quello di USCIRE prima possibile da questa “unione fantoccia”.

corvaz
Scritto il 30 Agosto 2016 at 12:48

Dare del nazista ai todeski di oggi è quasi come dare del fascista a Napolitano: è proprio con la confusione che dominano!

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