Abbiamo visto come è affascinante osservare la storia che ama fare la rima…
Come sempre le banche tedesche in primo piano, non solo sono piene di immobili tedeschi che perdono valore alla velocità della luce, ma dovevano andare in America a raccogliere spazzatura.
E pure speravano che con il MES, noi italiani come per la Grecia, tirassimo fuori i soldini per salvare capra e cavoli.
Ma partiamo dalla Cina che è meglio, perchè a parlare di Germania mi viene la depressione, anzi la depressione di Weimar.
Deflazione da debiti, la Cina la sta esportando a piene mani in tutto il mondo, affascinante.
Lo fa semplicemente tagliando i prezzi delle merci che esporta, e taglia, taglia e ancora taglia.
WOW, ora anche il Financial Times, dice quello che vi raccontiamo da un anno.
Ovvero che la Cina, non potrà fare altro che esportare deflazione come fece il Giappone negli anni ’90, dopo essere stato disintegrato da una bolla immob9iliare spettacolare.
E la Cina, segue lo stesso percorso, ma ora arriva Trump, se non taroccano le elezioni e arriva una nuova guerra commerciale, ancora più interessante.
Tutti a parlare di deflazione…
L’indice dei prezzi al consumo cinese è sceso dello 0,8%, con i prezzi che hanno subito il calo più grande dalla recessione globale del 2009.
Chiaro? Mai visto dal 2009, non dal 2020!
Quarto calo mensile consecutivo dell’indice dei prezzi al consumo cinese.
Prezzi di molti prodotti alimentari in calo con percentuali a due cifre.
Il prezzo della carne di maiale è crollato del 17% e i prezzi delle verdure sono scesi di quasi il 12%.
E qualche ingenuo, pensa che non si rifletterà sull’economia mondiale.
Oggi, l’istituto luce americano, il BLS, revisionerà i dati dell’inflazione degli ultimi 5 anni.
Indici destagionalizzati, ricalcolati, insieme ai fattori di destagionalizzazione per il periodo che va da gennaio 2019 a dicembre 2023.
Dai che ci divertiamo a parlare del sesso degli angeli.
Il tutto mentre ieri, chi conta davvero, si è lanciato in acquisti sfrenati nell’asta trentennale dei titoli di Stato americani, cancellando tutto le fesserie che da mesi circolano sul rischio che prima o poi le aste vadano deserte.
Asta spettacolare, stellare, ipersonica, 25 miliardi spariti in un attimo, con richieste dall’estero record.
Ovviamente, mentre le aziende annunciano licenziamenti su licenziamenti, i sussidi di disoccupazione calano, perchè gli americani, da buoni patrioti, non vogliono pesare sullo zio Sam, preferiscono aspettare che passino le elezioni.
Tifano tutti per nonno Biden, a loro piacciono le comiche!
Escludendo Cina, Germania e Francia, tre Paesi qualsiasi, non c’è alcuna recessione in giro.
A proposito di Germania, ma è mai possibile che le loro banche siano amministrate da perfetti incapaci, dagli idioti di Dusseldorf come gli chiamavano gli americani durante la crisi subprime?
L’ultima vittima di questa bolla è stata la tedesca Deutsche Pfandbriefbank AG, che ha visto crollare le sue obbligazioni a causa dei timori sulla sua esposizione al settore. Mercoledì 7 febbraio ha rilasciato una dichiarazione ufficiale non prevista in cui affermava di aver aumentato gli accantonamenti a causa della “persistente debolezza dei mercati immobiliari”.
La prossima turbolenza finanziaria passa da qui, dal terremoto immobiliare commerciale Usa? Intanto, i segnali dalla Germania non sono rincuoranti per l’Europa.
Tra sistemi fondamentalmente solidi, problemi circoscritti e tempeste in un bicchiere d’acqua, mentre la Yellen dice che le cose stanno prendendo una brutta piega, ma che non è preoccupata, diamo un’occhiata alla dimensione del problema soprattutto in America.
Le banche regionali sono il vero problema.
Ma questo lo sapevamo, non è una novità, lo abbiamo analizzato lo scorso anno.
Sappiamo che il modello di business delle grandi banche è cambiato, loro non fanno più prestiti, loro giocano con i soldi, manipolazione, frode e via dicendo.
Le banche piccole, come quelle regionali invece, detengono quasi il 70% delle loro attività in prestiti, con il mercato immobiliare commerciale che rappresenta la quota maggiore, di gran lunga.
Attenzione a minimizzare questa dinamica dice Eric.
Non si tratta solo di fallimenti bancari.
Le piccole banche concedono quasi tutti i prestiti nello spazio delle banche commerciali.
Quali saranno le dinamiche future dei prestiti nel settore?
Rileggetevi cosa è una deflazione da debiti.
DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE.
1. la liquidazione dei debiti attraverso la svendita dei beni patrimoniali: i proprietari sono costretti a svendere la loro abitazione in quanto non riescono più a racimolare il denaro per pagare la rata del mutuo. Nel frattempo, il valore della loro abitazione scende sotto il valore del mutuo residuo. Le banche vedono pertanto crollare il valore dei loro attivi in seguito alle svalutazioni dei beni immobiliari. Gli speculatori debbono a loro volta rientrare immediatamente dai loro debiti svendendo le case o i titoli acquistati;
2. tutti si affrettano a liberarsi delle proprie case, amplificando la caduta della velocità di circolazione della moneta, ovvero la frequenza media con la quale un’unità di moneta è spesa in uno specifico periodo di tempo;
3. questo provoca un crollo generalizzato del livello dei prezzi e un aumento dell’onere del debito espresso in termini reali (ciò che ieri valeva 100 oggi vale 90, ma il mio debito resta nominalmente 100). Il crollo dei prezzi innesca a sua volta reazioni dannose per l’economia, sia per quanto riguarda il valore delle garanzie, che automaticamente scendono (la mia casa vale 90 mentre l’ipoteca resta 100), sia per quanto riguarda la riduzione della ricchezza (o la sensazione della sua riduzione), che provoca una riduzione dei consumi;
4. la riduzione del valore dei patrimoni, unita a quella delle garanzie, provoca quindi il circolo vizioso dei fallimenti privati e aziendali;
5. e il crollo dei profitti delle aziende;
6. ne consegue l’ulteriore crollo degli investimenti, dei redditi, dei salari, delle pensioni e dell’occupazione che porta a una contrazione ulteriore dei consumi;
7. e a un peggioramento del livello di fiducia nel sistema;
Semplice no, ma ovviamente ci pensa la Fed, tutti state guadagnano con i record di borsa e i cieli sono azzurri e infiniti.
Buon fine settimana. Andrea
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vorrei farvi notare che nel silenzio assoluto e coi mkt ai massimi, alcuni elefanti di cristallo si stanno muovendo in modo un pò pericoloso. Andate a vedere i grafici di BNP, ABN Amro, SG, Commerzbank, Credit Agricole e ING giusto per dare qlc nome.
Mi viene i mente quella tabella che qualche anno fa aveva postato Andrea sulle banche con la leva maggiore e che erano ricomprese tra i maggiori rischi sistemici.
Una di queste è già saltata (Credit Suisse)
Invece mi fa piacere non vedere nessuna banca italiana in difficoltà… apparentemente dai numeri è così