IRLANDA, IRLANDA… LA NUOVA PRIMAVERA IRLANDESE…
Non credo che vi fosse bisogno di chissà quale illuminazione, esperienza o presunta scienza per comprendere che come sta accadendo in Spagna in un paese dove il valore delle abitazioni si è moltiplicato del 500 % dal 1994 e il costo di un affitto arrivava al 1 % dell'intero valore avrebbe all'improvviso visto svanire le mille pentole d'oro che i folletti governativi andavano proponendo nelle leggende metropolitane della verde Irlanda.
All'improvviso l'orda finanziaria europea ha favorito la speculazione edilizia e le grandi banche hanno fatto a gara per finanziare la grande illusione irlandese. Dal 2005 oltre il 50 % dei finanziamenti proveniva dall'estero e quasi tutto l'ammontare dei depositi pubblici irlandesi era diretto al finanziamento dell'edilizia. Abbiamo già visto in "No Man's Ocean 2011" l'esposizione delle banche mondiali alla follia irlandese, ma ben pochi sono in grado di comprendere che questa follia supera di gran lunga quella americana e non mi meraviglierei prima o poi di sentire parlare di subprime irlandesi come abbiamo visto per quelli spagnoli recentemente.
Come ampiamente previsto alla vigilia, le elezioni per il rinnovo del Parlamento irlandese hanno segnato venerdì scorso il tracollo dei due partiti di governo. A pesare sulle sorti del Fianna Fáil del premier Brian Cowen e sui Verdi è stata la rovinosa crisi economica che dal 2008 ha colpito il paese e le conseguenti misure di austerity adottate senza scrupolo per rimediare ad un enorme buco di bilancio.
Per il Fianna Fáil la sconfitta elettorale ha assunto i contorni di una vera e propria disfatta. Dei 78 seggi ottenuti quattro anni fa, sui 166 del Dáil (parlamento), il partito che ha governato l’Irlanda negli ultimi quattordici anni ne conserverà non più di 25, alla luce di un consenso tra gli elettori sceso al 17,4 per cento (dal 41,5 per cento). Si tratta della peggiore prestazione elettorale dal 1926, anno della sua fondazione.(…)
La punizione inflitta dagli elettori irlandesi ai partiti di governo riflette il profondo malessere diffuso nel paese per le misure draconiane imposte come condizione per accedere al maxi prestito da 85 miliardi di euro erogato l’anno scorso dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. A questo percorso obbligato – fatto di tagli alla spesa sociale e licenziamenti nel settore pubblico – non si sono viste alternative concrete nel corso della campagna elettorale appena terminata, così che il voto di protesta si è concentrato sui due principali partiti di opposizione.
Il premier in pectore, Enda Kenny, appena appreso del successo elettorale, ha spiegato ancora una volta come il suo governo intenderà muoversi nel prossimo futuro. “Voglio lanciare un messaggio a tutto il mondo”, ha affermato il ministro del Turismo e del Commercio tra il 1994 e il 1997 dopo aver conquistato il suo seggio nella contea di Mayo. “Questo paese ha chiaramente legittimato il mio partito a formare un governo forte e stabile, con un programma ben definito”. Dichiarazioni queste che lasciano intuire come l’obiettivo primario del nuovo esecutivo irlandese sarà quello di rassicurare i mercati, garantendo l’implementazione dei drastici tagli alla spesa pubblica adottati dal Fianna Fáil e ampiamente appoggiati anche dal Fine Gael.
Quest’ultimo partito, che non si differenzia sensibilmente dal punto di vista ideologico dalle posizioni del Fianna Fáil, ha basato la propria campagna elettorale sulla promessa di rinegoziare il prestito EU-IMF. L’impegno, tuttavia, prevede esclusivamente il tentativo di ottenere tassi di interesse più contenuti e la possibilità di ripagare il prestito in un periodo di tempo più lungo. Per il resto, il programma di governo include ulteriori tagli di bilancio, il licenziamento di 30 mila dipendenti pubblici nei prossimi quattro anni ed una nuova campagna di privatizzazioni per quelle poche aziende rimaste in mano pubblica.
Il bilancio di emergenza approvato poco prima del voto, e che prevede tagli per 4,5 miliardi di euro solo per l’anno in corso, aveva trovato d’altra parte il sostegno sia del Fine Gael che del Labour, così da immettere l’Irlanda sulla strada della riduzione del deficit al di sotto del tre per cento del PIL entro cinque anni. Per raggiungere tale obiettivo saranno chiesti nuovi pesanti sacrifici ai lavoratori e alla middle-class irlandese.
Una prospettiva che minaccia l’esplosione del conflitto sociale in un paese dove, ad esempio, la disoccupazione è salita dal 4,2 per cento del 2005 al 13,8 per cento attuale. Il ruolo dei Laburisti, legati a doppio filo con i sindacati ufficiali, diventerà perciò fondamentale per far digerire agli strati più penalizzati della popolazione le devastanti misure che già si annunciano a breve.
Lo scenario che attende l’Irlanda è dunque quello che già si sta profilando anche per altri paesi in Europa e altrove. Anche nella ormai ex Tigre Celtica a scatenare la crisi fu l’esplosione di una colossale bolla immobiliare speculativa nel 2008. La decisione del governo Cowen di salvare i profitti delle banche coinvolte aprì una voragine nei bilanci pubblici, per ripianare la quale si è messa in atto una drastica riduzione della spesa pubblica.
Anche con queste misure, in ogni caso, sono in pochi a scommettere sull’effettiva capacità dell’Irlanda di ripagare il proprio debito con le istituzioni che ora dettano, di fatto, la politica economica di Dublino (EU e IMF). Con la ripresa delle emigrazioni di massa e una popolazione sempre più impoverita, l’economia irlandese continua infatti a contrarsi. Per questo, anche se la coalizione Fine Gael-Labour ha conquistato una chiara affermazione elettorale, la strada verso la guarigione dell’Irlanda si presenta ancora tutta in salita. ( Michele Paris Altrenotizie.org )) ) (
Comunque sia secondo il Telegraph il nuovo governo irlandese chiederà oltre alla rinegoziazione delle condizioni del salvataggio europeo a livello di tassi anche che gli investitori, spesso di altre istituzioni finanziarie europee, si assumono un onere di circa £ 85000000000 di debito delle banche irlandesi, attualmente in carico ai contribuenti irlandesi.
Non dimentichiamoci che il prossimo mese dovranno essere rifinanziati oltre 300 miliardi di euro di debito sovrano e finanziario ovvero obbligazioni bancarie e che sempre il prossimo mese molte elezioni regionali in Germania vedranno la luce!
Gli islandesi hanno già dato a suo tempo un segnale, la dimostrazione che c'è un limite all'azzardo morale e al sequestro dell'economia reale da parte della finanza attraverso la favola del rischio sistemico. Azionisti, obbligazionisti subbordinati o senior che sia sono avvertiti, il salvataggio del sistema finanziario mondiale non passa più solo dalle tasche dei contribuenti ma dal giusto riconoscimento che nel capitalismo esiste anche una punizione e non solo premi ai propri investimenti, anche attraverso future nazionalizzazioni come vedremo nel post dedicato a tutti coloro che vogliono sostenere o hanno sostenuto il nostro viaggio.
In Shock Economy 2011 anche un documento inedito in anteprima in Italia che accende un faro su un aspetto che ben pochi stanno evidenziando, come futuro probabile rischio sistemico.
Esplorando la dimensione nascosta dell'iceberg, in "Shock Economy 2011" cercheremo di evidenziare le novità emerse in questa prima parte dell'anno, osservando il comportamento di alcuni indicatori e cercando di comprendere per quale motivo oggi l'intento principale è quello di creare aspettative di inflazione in grado di ripercorre una storica scorciatoia, mentre all'orizzonte un possibile shock deflattivo si intravvede.
Un post per tutti coloro che hanno contribuito o vorranno contribuire liberamente in questi giorni al sostegno del nostro blog anche tramite bonifico o con l'acquisto del libro, al sostegno del nostro viaggio, un viaggio attraverso i futuri possibili shock macroeconomice e geopolitici, mentre mille menestrelli cantano le odi di una ripresa di carta.
In serata verrà inviato a tutti coloro che hanno sempre sostenuto Icebergfinanza. Nell'eventualità che non arrivasse a destinazione siete pregati di segnalarlo tramite mail privata. Buona Giornata Andrea
reuters delle 9:44—
"Secondo quanto riferito a Reuters da una fonte la settimana scorsa, il picco dei prestiti va messo in relazione alle richieste di Anglo Irish Bank e Irish Nationwide Building Society, impegnate nella vendita di attivi e depositi nell'ambito del piano di salvataggio del paese. Vendita che a questo punto – nonostante i ritardi sulle previsioni – potrebbe essere stata completata."
in molti devono baciare le regali chiappe del Nostro che alle 5:30 magicamente anticipava in modo drammaticamente lucido ed esauriente il fosco e nebbioso futuro della verde isola….
Andrea e’ come ai bei tempi questi più la situazione peggiora e più ti attaccano per paura di vedere fuggire clienti dai loro fondi e dalle loro assicurazioni Gio’
Apocalyps Finanziiaria eUROPEA…….: e V idi una bestia salire dal mare
un DRAGO !
Ma in Islanda come se la stanno passando? Non ne sento più parlare..
Ciao,mi rivolgo a tutti ed a Andrea,scusate l'ignoranza ma seguo l'economia da poco;se ho ben capito questa ripresa e' una tremenda buffonata (e questo l'ho capito anch'io) e quindi sia la bce che paventa aumento dei tassi sia la fed li lasceranno bassi ad oltranza continuando probabilmente il QE all'infinito,ho capito bene???
Andrea hai visto a pagina 31 di plus 24 in edicola con ilsole di sabato " IL MODELLO KONDRATIEFF" articolo in basso sulla sinistra della pagina con titolo :RISCHIO DEFLAZIONE SU WALL STREET…..
in pratica tale modello teorizza cio che tu affermi,forse lo hai anche gia' citato ma non ricordo comunque cghe ne pensi?
ciao
Claudio.
visto anch'io articolo sul SOLE….e ho pensato a te.
bravo Andrea…continua cosi
ciao
roberto
Grazie Ragazzi! Anche se probabilmente affascinante il K Cycle è troppo approssimativo per indicare attraverso le onde lunge in maniera puntuale le varie fasi dei cicli economici anche se in effetti molto ha in comune con il ciclo della deflazione…è sembra puntare al 2012 come fase finale seguita da un lungo e lento recupero
Siamo ancora nella fase della Winter Deflation… c'è ancora tempo per la primavera.
Di una cosa però sono certo e lo ribadirò nel post di stasera, ovvero che …
Questa in atto è una sorta di depressione , debt deflation, che continuerà ad alimentare il deleveraging.
Il dilagare dell'indebitamento connesso con la paranoia della produttività ha portato a ad un eccesso di sovraccapacità produttiva con annesso outsorcing e delocalizzazione anch'esse deflattive.
Investimenti speculativi e cattiva allocazione delle risorse sono stati in questi anni il denominatore comune dei cicli, dal mercato azionario a quello immobiliare anch'essi soggetti a grandi shock deflattivi, come il crollo del valore degli assets che la Fed cerca disperatamente di stimolare.
Ludwig von Misses disse che la depressione è la diretta conseguenza dell'espansione del credito. Oggi i suoi seguaci guardano all'iperinflazione ma purtroppo sarà deflazione nella migliore ipotesi diversamente depressione, come la storia insegna negli ultimi 150 anni.
Andrea
a proposito di protezionismo…..ho sentito da associazione di categoria che siamo vicini a approvazione a Bruxelles di dazi doganali dal 30% al 70%….collima effettivamente con lo schema!!!!!
roberto
Credo che un'altra opportunità di pressione per il nuovo governo di Dublino possa essere la minaccia di un'uscita dalla zona euro.
Tutto sommato, viste le caratteristiche della propria economia, più globalizzata rispetto agli altri periferici in sofferenza (in primis la Grecia) e preferita dalle multinazionali in virtù della bassa tassazione potrebbe lanciare un avvertimento al duo Merkel-Sarkozy.
L'uscita dall'Euro (ma personalmente non credo) non sarà però una passeggiata, potrà rimettere in riga il debito (convertendolo in una nuova moneta e svalutandolo) ma il ritorno sulla popolazione sarà pesantissimo in termini di tenuta del reddito.
Nonostante i toni aspri contro il Fianna Fial, la strada da seguire rimane obbligata: rinegoziazione e cercare alleanze per strappare il miglior risultato possibile alla Merkel.
Tutto si giocherà sulla tenuta del quadro sociale: il nuovo esecutivo saprà tenere a bada la piazza?
Papandreou c'è riuscito, il PASOK – nonostante le discussioni interne – è una corazzata. Però non governa in coalizione …
Tommy271
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Buon Giorno,
nel mentre Ritorniamo a Itaca, ogni ULISSE incontra tante terre e tante difficolta Vi trovate In Irlanda vedo.
e molti Dei sono indispettiti,,,,,,,,,,,,,,, del resto avete detto il vostro nome
………….. Nessuno,,,,,,,,,,,,,,,, Dei Clan!!!
Utopia:it