US ECONOMY: RECESSION WARNING!

Scritto il alle 10:00 da icebergfinanza

Facciamo un piccolo passo indietro nel tempo, circa nove anni, sino all’anno della nascita di Icebergfinanza, era il mese di maggio 2007…

” The committee defines a recession as a “significant” decrease in economic activity over a sustained period of time. The decline would be visible in gross domestic product, payrolls, industrial production, sales and incomes. “

….” La recessione è un calo significativo dell’attività economica diffusa in tutta l’economia, della durata di più di due mesi, normalmente visibile nei dati del PIL, in termini reali, reddito, occupazione, produzione industriale, vendite al dettaglio “

Questa è la definizione di recessione da parte del The National Bureau of Economic Research ovvero l’unico ente americano incaricato di dichiarare l’inizio e la fine di una recessione, il resto è aria fritta.

Ovviamente hanno bisogno di semestri interi come è sempre accaduto in passato, la recessione iniziata nel dicembre del 2007 fu ufficializzata nel giugno del 2008.

Ora per la seconda volta in un mese, il GIORNALE DI WALL STREET richiama il rischio recessione, sulla base del senno di poi, ovviamente….

Recession Warnings May Not Come to Pass – WSJ

Su quattro, tre indicatori, reddito reale, produzione industriale e vendite al dettaglio sono chiaramente “underwater”, l’ultimo l’occupazione è chiaramente un indicatore ritardato del ciclo economico.

Detto questo non ci importa nulla se qualcuno dichiarerà l’economia americana in recessione nei prossimi mesi, a noi interessa solo questo…

 

E’ normale che il giornalino di Wall Street si preoccupi delle azioni, ma come ben sappiamo i mercati azionari sono tenuti in piedi dalla liquidità delle banche centrali, quindi non fanno testo.

Ciò che fa testo è che si sono accorti che qualcosa non quadra…

La produzione industriale è diminuita in 10 dei 12 mesi passati, ed è ora è sotto di quasi il 2% dal suo picco nel dicembre 2014. I profitti delle imprese hanno raggiunto un picco verso l’estate del 2014 e sono sotto di  quasi il 5% a partire dal terzo trimestre dello scorso anno, secondo il Dipartimento del Commercio. Le azioni sono cadute violentemente in questo anno, con il Dow Jones Industrial Average giù del 7,6%, nonostante un rally la scorsa settimana.

Ovviamente il giornalino di Wall Street in sottofondo incoraggia l’ottimismo di maniera, sai c’è un lato positivo, il mercato del lavoro statunitense è forse il migliore indicatore di recessione di tutti, e non segnala guai.

Negli ultimi 50 anni, ogni recessione ha visto in calo il numero di posti di lavoro di almeno l’1%. E i posti di lavoro non sono mai diminuiti di molto al di fuori di una recessione.

Oggi, il numero di posti di lavoro negli Stati Uniti è cresciuto sensibilmente di  292.000 nel mese di dicembre e fino a 2,7 milioni nel corso dell’anno passato. È per questo che molti economisti rimangono fiduciosi  che gli Stati Uniti possono evitare la recessione.

Tralasciamo per un istante ogni considerazione sul livello di crescita dei salari in questa strepitosa ripresa economica…

United States Wages and Salaries  Growth

La quale ovviamente si riflette su un’altro strepitoso trend dei consumi suppongo…

United States Retail Sales YoY

Ciò che voglio semplicemente farvi notare qui sotto è che dal punto di vista EMPIRICO, l’indicatore occupazione è un indicatore che lascia il tempo che trova, visto che in passato spesso e volentieri prima dell’inizio di una recessione, i posti di lavoro creati erano sempre tra i 200.000 e i 250.000 …

Nel grafico qui sopra lo ZERO sta a significare l’izio ufficiale della recessione, ovvero anche se prima si creavano chissà quanti posti di lavoro, non significa nulla, iniziata la recessione …crack si scende a MENO 150.000 nello spazio di un istante.

Buona consapevolezza!

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Immagine

9 commenti Commenta
gnutim
Scritto il 26 Gennaio 2016 at 11:41

come sempre luce in mezzo alla bolgia infinita, grazie Andrea

kry
Scritto il 26 Gennaio 2016 at 11:58

Recessione ???
Questa volta è diverso.
Tutti al bar … tanto paga la fed e vedrai come il pil s’impenna e anche l’occupazione grazie ai baristi.
La nostra stella polare è il Giappone
— deficit/pil 230 mentre gli usa 104 ( e noi allegria siamo solo a metà strada suvvia ottimismo alla renzi )
— bilancia commerciale POSITIVA ( grazie al crollo importazioni … mi sa che Abe-o maria ha chiesto parere a monti )
Le banche centrali non fanno testo … han ancora tanto di quel tempo ancora … anni e anni e anni … forse.

corvaz
Scritto il 26 Gennaio 2016 at 14:44

Buongiorno marinai

Potete specificare se il grafico sopracitato sui consumi comprende la vendita di automobili?

Sarebbe importante saperlo in quanto in un passato non molto lontano si affermava che i consumi sono tenuti a galla dal settore auto che ne rappresenta il grosso. Domani trimestrale FCA ci sarà qualche sorpresa?

apprendista
Scritto il 26 Gennaio 2016 at 20:50

Salve a tutti,conosco benissimo cio’ che il nostro capitano ha detto dell’oro ed uno che ha quasi sempre azzeccato tutto e’ da ascoltare,inoltre oggi l’andamento mi basisce borse e materie prime in salita oro in salita? oro che si comporta da materia prima oppure aria di fine gioco?
Personalmente temo che siamo alla fine dei giochi, corroborata tale visione dagli eventi esterni ma anche da una strana sensazione personale e che ci crediate o no molte volte corrispondente a cio’ che poi e’ accaduto.
Domanda agli utenti non sara’ il caso di acquistare oro,va bene scendera anche a 666 $/oz ma forse almeno in futuro varra’ qualcosa che ne pensate?
Saluti

dorf001
Scritto il 27 Gennaio 2016 at 00:05

kry@finanza,

stanziale@finanza,

leggete una cosa importantissima. ora ve lo dico.

PER I NOSTRI FIGLI, DOBBIAMO USCIRNE

DI MAURIZIO BLONDET

maurizioblondet.it

”La vedo ogni giorno questa generazione dei 25enni e dei trentenni. Destini incerti come le foglie nei boschi di dicembre. Proprio nell’età che dovrebbe essere quella della fioritura, della fecondità, dell’energia (…) una generazione di ragazzi bravi intelligenti, col segreto dolore di chi si sente senza definizione, anonimo, senza un posto nel presente e forse nel futuro”. La generazione sprecata che Antonio Socci ha tratteggiato così nel suo articolo natalizio su Libero è, in ultima analisi, vittima della deflazione: non ci sono soldi, o meglio, non circolano. E la deflazione è l’esito ineluttabile e costantemente ripetuto del capitalismo, quando non gli viene impedito di applicarsi sulla società con tutto il suo rigore ideologico (che i liberisti proclamano “scientifico”). Infine, ci sono dei metodi riconosciuti per combattere la deflazione; hanno funzionato in passato; oggi non li si vuole adottare, perché ridurrebbero il potere a quelli che lo detengono.

Mi rendo conto che queste qui sopra siano una serie di affermazioni apodittiche, contestabili dagli ignoranti e dagli ideologi del pensiero unico, che richiedono spiegazioni; purtroppo lunghe.
La deflazione è instaurata

Partiamo da ciò che tutti vedono, o dovrebbero vedere: le banche centrali non riescono, applicando i metodi prescritti dal capitalismo terminale (che le possiede), a sconfiggere la deflazione. La Federal Reserve ha ridotto il tasso primario a 0 (che significa: le banche possono ottenere dollari gratis) dal 2008, per 7 anni. Ha lanciato tre giri di cosiddetto quantitative easing, diciamo “stampaggio di moneta”, e comprato a man bassa Buoni del Tesoro Usa, iniettando trilioni di dollari nel sistema. La Banca del Giappone ha stampato a perdifiato, per rimettere in moto un’economia congelata da un decennio. La BCE (Draghi) ha tagliato il suo tasso di deposito a negativo (meno 0,2) per punire le banche e i risparmiatori che tesaurizzano i soldi, onde spingerli ad investirli.

Ebbene: quest’alluvione di denaro creato dal niente non ha prodotto quello che i banchieri centrali speravano: l’inflazione, almeno sopra il 2%. Anzi, s’è instaurata la deflazione, che ha mutato la recessione in depressione, in tutto l’Occidente (anche se i media vi dicono che c’è la “crescita”, benché anemica: è solo propaganda).

leggi tutto, qui : http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16041

anche i commenti finali alla fine.

BY DORF

luigiza
Scritto il 27 Gennaio 2016 at 09:11

dorf001@finanza,

Grazie pr la segnalazione DORF.
Interessantissima poi la dissertazione sulla moneta fiat di un commentatore (tal Mincuo) dell’articolo da te linkato che lui stesso segnala trovarsi all’indirizzo:
MONETA FIAT, la verità che fa piazza pulta di una ininterrotta miriade di sciempiaggini che si leggono sul web, riproposte ad nauseam da auto-nominatasi esperti in economia.

Grazie di cuore DORF, il post del Mincuo (non quello del Blondet e di altri come lui che ragliano di economia e che hanno LA SOLUZIONE dei ns. guai) mi ha fatto sentire almeno per un attimo, meno imbecille del solito.

dorf001
Scritto il 27 Gennaio 2016 at 13:24

luigiza@finanza,

ciao mister. vedo che ti è piaciuto articolo. ah beh, mincuo è uno forte. sono anni che scrive su comedonchisciotte. uno in gamba.

guarda quello che lui dice, più o meno, è quello che negli ultimi 20 anni continuava a dire

GIACINTO AURITI. anche Auriti, tanti anni fa, si era messo di lena a studiare di brutto x capire l’origine della moneta. il grande furto moderno è iniziato nel 1694 con la nascita della banca d’inghilterra.

mincuo ti ha detto chi in URSS nel 37 mise le mani sulle banche. 2 americani si, e pure ebrei.

la stampa della moneta è il potere massimo assoluto. chi lo detiene, privato o pubblico è da controllare giorno e notte. ma di certo DEVE essere pubblico. leggi 2 righe sotto.

Nel video al min 3,40 telefonata ad Auriti per un colossale raggiro messa in atto dalla banca a danno degli utenti
Giacinto Auriti: <>
Questo video – Moneta al Popolo 24/7/2002 -1/5 su SAUS TV ! Clicca qui http://www.youtube.com/user/ScuolaAuritianaSimec/videos…
e http://www.simec.org utili per conoscere la scuola monetaria auritiana.

BY DORF

kry
Scritto il 27 Gennaio 2016 at 22:27

dorf001@finanza,

— ” leggete una cosa importantissima. ora ve lo dico.
PER I NOSTRI FIGLI ” —

E I LORO FIGLI

https://en.wikipedia.org/wiki/Cubic_mile_of_oil

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