WARNING! GENEVA 16 REPORT: DELEVERAGING? WHAT DELEVERAGING?

Scritto il alle 14:00 da icebergfinanza

Abbiamo più volte scritto in questi anni ed in ogni angolo del nostro libro che il denominatore comune di tutte le grandi crisi della storia è sempre stato l’eccesso di debito debito debito e ancora debito.

Abbiamo recentemente visto insieme purtroppo quale sarà l’epilogo di questo mondo di debiti, DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE, avevo condiviso che dopo sette anni di crisi il mondo sta convivendo con il 30 % in più di debito di quando la crisi è iniziata, con tanti saluti alla dinamica di deleveraging globale.

La gande farsa della responsabilità del debito pubblico è stata messa ad arte in giro da coloro che vogliono nascondere il fallimento del mercato, perchè come Voi ben sapete questa è essenzialmente una crisi di DEBITO PRIVATO!Ora è arrivato anche un report Geneva 16 report …Deleveraging….what deleveraging?

Sepolta sotto una montagna di debito che, invece di diminuire, aumenta, l’economia mondiale rischia una nuova crisi dopo quella gravissima della fine del decennio passato.
C’è una «spirale velenosa» fra l’alto livello del debito pubblico e privato e la bassa crescita nominale, avverte l’ultimo Rapporto di Ginevra, pubblicato ieri dal Centro internazionale di studi bancari e monetari. Fra gli autori, Lucrezia Reichlin, della London Business School e già capo della ricerca della Banca centrale europea, e Luigi Buttiglione, ex Banca d’Italia ed economista di uno dei più grandi hedge fund macro, Brevan Howard. Il circolo vizioso fra alto debito e bassa crescita, spiega Buttiglione, è evidente nell’eurozona più che altrove e, all’interno dell’eurozona, nel caso dell’Italia.

Il Rapporto smentisce anzi tutto la convinzione che il mondo stia attraversando una fase di deleveraging dopo la crisi del 2008-2009: anzi, il debito pubblico e privato (con l’esclusione di quello del settore finanziario), che era attorno al 60% del prodotto interno lordo all’inizio del decennio passato, è balzato al 200% nel 2009, dopo lo scoppio della crisi, e ha toccato il 212% nel 2013. Con una differenza fondamentale, che prima della crisi l’accumulazione di debito è avvenuta soprattutto nei Paesi avanzati, dove si è ora stabilizzato più o meno ai livelli del 2009. Dopo la crisi, invece, si assiste a un balzo del debito soprattutto nei Paesi emergenti, in particolare in Cina, il punto più fragile assieme all’eurozona, dove le autorità dovranno scegliere fra un rallentamento della crescita per frenare l’aumento del debito totale (che si è impennato dal 140% del pil del 2001 al 240% attuale) o un pericoloso aumento continuo del debito per continuare ad alimentare la crescita su ritmi vicini a quelli degli anni scorsi. Una «spirale velenosa» s’aggira per l’eurozona

http://icebergfinanza.finanza.com/files/2014/10/global-debt-geneva-16.png

E quindi cosa cambia, cosa ci aspetta?

L’abbiamo più volte condiviso, ora non resta che la quarta via ovvero default selettivi di massa!

In questo pezzo Growing global debt pile prompts recession warning  si prefigura un’inevitabile nuova grande recessione, una recessione prolungata,  nella loro relazione Ginevra 16, il Centro Internazionale per gli Studi Monetari e Bancari (ICMB) e l’ Economic Policy Research (CEPR) dicono che anni di stimolo fiscale da parte dei governi e  stampa dio denaro delle banche centrali hanno spinto  il rapporto debito/Pil a livelli pericolosi.

“I mercati emergenti hanno fatto meglio durante la  cri finanziaria globale, ma hanno recentemente rallentato”

La relazione individua inoltre i cosiddetti “otto fragili” mercati emergenti – Brasile, Cile, Argentina, Turchia, India, Indonesia, Russia e Sud Africa – come un “importante fonte di preoccupazione in termini di future traiettorie di debito”.

Bassa inflazione e deflazione, il debito più costoso.

“Deleveraging e crescita nominale più lenta in molti casi interagiscono in un ciclo vizioso,  rendendo il processo di riduzione della leva finanziaria più difficile e aggravando il rallentamento economico”.

E’ stato un piacere per noi condividere con Voi in questi anni con voi le conclusioni alle Buona consapevolezza!

Nelle prossime settimane Machiavelli incontra Forrest Gump un appuntamento da non perdere!

Appuntamento a Milano 11 ottobre ore 16 presso il Cine Teatro L’Arca per “Il più grande successo dell’Euro” insieme ad Icebergfinanza e tanti altri amici! Non Mancate!

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24 commenti Commenta
kry
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 15:57

SCOMMESSA DA BAR DELLA FINANZA. ” L’abbiamo più volte condiviso, ora non resta che la quarta via ovvero default selettivi di massa!” Chi parte per primo: Germania o Cina anche se molti faranno si che sia l’italia.

gnutim
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 16:11

finchè non avranno depredato il depredabile non salteremo, per me la prima è la grecia

gnutim
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 16:12

in buona posizione anche venezuela e ucraina

kry
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 16:15

kry@finanza,

Forse la RUSSIA con il petrolio sotto 88$ e certo che il rame che sta andando sotto i 3$ è auspicio di una ripresa col botto. A proposito in caso di default selettivi di massa meglio avere per le mani banconote da 50€ o scatolette di tonno? ( PS LA DOMANDA NON E’ IRONICA ).

aorlansky60
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 16:25

risposta -mia personale- per Kry :

meglio, molto meglio scatolette (di varia natura e a lunga scad) acqua in abbondanza, oro diamanti e piombo. Soprattutto piombo (correlato di arnesi opportunamenti lubrificati; LA RISPOSTA NON E’ IRONICA)

Nella peggiore delle ipotesi (tu pensa al peggio possibile, beh ci sei ancora lontano…) gli scenari potrebbero rivelarsi impensabili per noi cittadini occidentali educati, puliti e… civilizzati.

Qualcuno mi potrebbe dare del pessimista, ma anche quelli di Hiroshima non avrebbero mai potuto immaginare anche nei loro peggiori incubi, 70anni fà, ciò che gli stava per cadere sulla testa…

PORTELLO
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 16:29

mi sta ritornando l ansietta del 2008…
convenga prendere valute tipo norvegia? e non restare completamente in euro (e qualche dollaro)?

kry
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 16:42

aorlansky60,

Grazie
PORTELLO,

NOK già provveduto.

ilcuculo
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 16:57

kry@finanza,

e’ sempre tutta roba che funziona se il sistema non collassa, se collassa non c’è nulla da fare

kry
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 17:06

ilcuculo@finanza:
kry@finanza,

e’ sempre tutta roba che funziona se il sistema non collassa, se collassa non c’è nulla da fare

Concordo. Riguardo alla carta moneta mi aveva risposto così John ancora 6 mesi fa. Grazie. Ciao.

icaro
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 17:10

ilcuculo@finanza,

ciao sono nuovo. Riporto le fasi seguenti fasi in The
Debt Deflation Theory of Great Depressions (1933) di I. Fischer: (1) alla liquidazione dei debiti attraverso la svendita di
beni; (2) alla contrazione dei depositi, dato che i prestiti vengono ripagati, e ad una caduta nella velocità di circolazione della moneta, ne deriva (3) una caduta nel livello generale dei prezzi e quindi un aumento nell’onere del debito
espresso in termini reali, (4) la diminuzione nel net worth delle imprese e i primi fallimenti; (5) la caduta dei profitti (6) il crollo dell’investimento, del reddito e della occupazione; (7) ulteriore peggioramento dello stato di fiducia; (8) tesoreggiamento e ulteriore diminuzione nella velocità di circolazione della moneta; questi otto effetti causano (9) complesse alterazioni nei tassi di interesse, in particolare una diminuzione del tasso di interesse nominale ed
aumento di quello reale. Credo che ci troviamo nella otto e che la BCE sta lottando per evitare la diminuzione della velocità di circolazione della moneta. Non credo basti…

kry
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 17:53

icaro,

(2) lo strano è che in italia i depositi aumentano ( molto probabilmente per via dell’età della popolazione, la seconda più anziana dopo il giappone.)

gilles27
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 18:01

kry@finanza,

…si aumentano i depositi ma è diminuita la raccolta sotto forma di obbligazioni.

yabadaba
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 18:18

Le mie ovviamente sono solo sensazioni. Però penso che Draghi, con quello che ha detto oggi, abbia deciso di andare alla guerra con la Germania.

Siamo al redde rationem, vediamo se entro la fine dell’anno sarà la culona (ma perché il correttore me lo segnala, culona è la Merkel, come fa a non averlo ancora capito…?) a chiedergli di avviare le rotative.

stanziale
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 19:01

icaro,

Uhmm, non so’ in futuro, ma direi che finora la Bce ha casomai lottato per aumentare la diminuzione della velocita’ di circolazione della moneta, essendo (sempre finora) controllata dai tedeschi..

madmax
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 20:30

Le news con il paraocchi 🙂
Provate a riflettere trovate qualche notizia fuori dal coro? Direi mai, ma vi do una mano io 🙂 lo sapete che da questa settimana la Banca Centrale Cinese :mrgreen: ha aperto il cross trade tra Yuan e Euro curioso che nessuno lo noti !!!!

veleno50
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 20:57

kry@finanza,

Ti sei accorto anche tu che siamo noi pensionati una delle cause del disastro.Preso in giro nel blog quando affermavo che 16,5 milioni di pensionati prendono la bellezza di 270 miliardi,la maggior parte di questi soldi li mettono al risparmio.Ti faccio presente che a 65 anni tutto è gratuito nella sanità per noi pensionati, il prossimo anno raggiungo i 65 ed entro nella categoria dei fortunati tra virgolette.92 miliardi di evasione, la disoccupazione in Italia potrebbe essere inferiore se i nostri giovani si adattassero,sono centinaia di migliaia le badanti per gli anziani, un pensionato fa il pensionato non deve lavorare in nero,questa sera ascoltavo una trasmissione alla radio ,parlavano degli stipendi dei dipendenti della camera dei deputati hanno 23 sigle sindacali casta intoccabile non mi dilungo per non annoiarvi.Prima di guardare la pagliuzza in casa di altri strofiniamoci gli occhi e togliamoci qualche trave dai nostri.ciao

bimbogigi
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 20:59

madmax:
Le news con il paraocchi
Provate a riflettere trovate qualche notizia fuori dal coro? Direi mai, ma vi do una mano io lo sapete che da questa settimana la Banca Centrale Cinese ha aperto il cross trade tra Yuan e Euro curioso che nessuno lo noti !!!!

Quali implicazioni sostanziali vedi da questa mossa?

madmax
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 21:07

@Veleno50
Non dirlo troppo forte che se no danno una bella sforbiciata ai pensionati, concordo con te sul fatto che oggi vogliamo avere troppo, mio padre mi portava in giro in motorino, andavamo a mangiare fuori una volta all’anno e ricordo che prendeva pure quello che costava meno…pero a furia di sacrifici si e’ pagato un appartamento. Lo so che divento antipatico, guardatevi in giro oggi, tanti seduti al tavolino del bar, tanti con elettronica costosa in mano e altre carabattole…ma siamo sempre scontenti. Forse oggi il consumismo ci obbliga alla non felicita’. Concludo con W I PENSIONATI e speriamo che lo diventi pure io un giorno!

madmax
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 21:12

bimbogigi@finanza,

Non ho la sfera di cristallo ma forse :mrgreen: ha deciso di abbandonare il dollaro 🙂 forse per questo che di colpo saltano fuori i pro-democrazia a HK e ci dimentichiamo che a Donensk hanno bombardato la Croce Rossa con un morto. Ma poi mi dicono che sono dietrologo, ma facci caso tutte le borse europee crollano sempre all’apertura di Wall Street !

kry
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 22:35

veleno50@finanza,

Scusa Veleno perchè mi chiami? Io non ho mai detto che i pensionati sono una causa del disastro. Una parte di loro lo sono senz’altro, quelli soprattutto statali che percepiscono un buon 50% di più rispetto ai contributi versati. Altra causa e concordo sono i sindacati che per decenni non han pensato ad altro che far carriera per entrare nelle sfere alte della politica. In parte concordo che i nostri giovani si dovrebbero sacrificare , ma TU lo manderesti un figlio a lavorare per 3€ all’ora e magari anche il sabato e la domenica? Veleno ci ricordi spesso quanto paghiamo d’interesse sui titoli di stato, guarda che quello che paghiamo in più è perchè gli altri son più bravi a far vedere che i peggiori siamo noi e questo contribuisce per più di 20 miliardi l’anno. Vedrai che se il mercato trattasse i francesi come siamo stati trattati noi , non durano più di un anno perchè nemmeno loro sarebbero in grado di sostenere un aumento della spesa per interessi così elevata. Qua Veleno non si tratta di pagliuzze e le travi non sono solo nei nostri occhi. Ciao.

charliebrown
Scritto il 2 Ottobre 2014 at 23:06

Un mio precedente commento inviato poco fa il sito non lo ha preso, spero non lo ripeschi come certe mail che mi arrivano dopo un’ora.

In sintesi volevo dire che spesso leggendo questo blog mi sento ignorante: che cosa si intende per default selettivo di massa? Mi pare che i termini “selettivo” e “di massa” siano tra loro contradditori. Qualcuno vuole essere così gentile da spiegarmi?

Poi mi chiedevo se davvero a questo punto conviene lasciar perdere tutto e puntare davvero sulle scatolette di tonno o su un orticello. I Treasury bond sono ancora qualcosa di valido in un panorama così sconfortante? Grazie comunque a chi su questi ha indirizzato la rotta nei mesi scorsi, questo almeno lo avevo capito e acquistarne ne è valsa la pena.

Vediamo adesso se almeno riesco a inviare.

dorf001
Scritto il 3 Ottobre 2014 at 00:08

kry@finanza,

hei kry visto che ultimamente ti piace la francia, e in più sei pessimista. allora ti faccio leggere a te e anche a tutti una soluzione legale sottolineo legale, per uscira da questo inferno.

leggi bene sotto, poi dimmi. è rivolto a tutti li’ nel blog. :

La Francia indica la via: ecco perché l’Italia può uscire dal Trattato di Maastricht

Il diritto internazionale con la Convenzione di Vienna è molto chiaro al riguardo…

di Cesare Sacchetti

Nell’Europa degli interessi e dell’austerità sociale, se avrete la sfortuna di essere italiani, ciprioti o greci conterete meno del due di coppe e dovrete allinearvi senza discutere a tutti gli ordini e direttive che calano da Bruxelles con buona pace dell’integrazione forzata europea che doveva valorizzare l’importanza e il peso dei singoli stati. Se invece siete francesi o addirittura tedeschi, potrete ancora dire la vostra e quando lo riterrete più opportuno e necessario per i vostri interessi nazionali potrete violare i Trattati, senza avere timore di conseguenze particolari, visto il ruolo e l’importanza che ricoprite nel processo decisionale e non sarete disposti molto probabilmente a suicidarvi in nome dell’austerity.

La Francia si ricorda di essere la Francia e ieri per bocca del suo Ministro delle Finanze ha annunciato che non rispetterà il famigerato parametro del 3% di deficit sul PIL, prescritto nel Trattato di Maastricht, ma lo supererà di più di un punto percentuale. Si tratta di una violazione dichiarata ed esplicita di un trattato internazionale, e non è la prima volta che accade, basti ricordare che la Germania violò per ben 3 volte consecutive questa prescrizione dal 2003 al 2005, anche se qui la memoria teutonica avrebbe bisogno di essere rinfrescata perché all’epoca non predicava affatto né rigore né austerità, per passare alle violazioni della Francia con il 7% di deficit nel 2009, fino a quelle della Spagna nel 2010 con il 9,27%.

Dal punto di vista del diritto internazionale l’Italia ratificando il Trattato di Maastricht ha aderito ad un accordo multilaterale. La vita di qualsiasi trattato o accordo internazionale in passato era legata alla volontà degli stati che lo avevano firmato, ovvero l’esistenza e la durata degli accordi venivano meno qualora uno degli Stati firmatari prendesse la decisione di recedere unilateralmente o perché riteneva che l’altra parte non stesse rispettando il contenuto dei trattati, oppure perché si era verificato un cambiamento delle condizioni iniziali che erano irrinunciabili per la validità del trattato.

La regola da seguire secondo Bismarck, Cancelliere tedesco del XIX secolo forse più lungimirante dell’attuale Cancelliera Merkel, sugli accordi era “l’osservanza dei trattati tra le grandi potenze, in effetti, è relativa, come si nota quando tale osservanza è posta a confronto con la lotta per la sopravvivenza. Nessuna grande potenza è disposta a sacrificare la propria esistenza sull’altare della fedeltà ad un trattato, se obbligata a scegliere tra le due cose.” L’Italia a quanto pare continua ad andare contro i suoi interessi di nazione e di grande potenza , “sacrificando la propria esistenza” per adempiere alle condizioni un trattato che le altre parti firmatarie non rispettano e violano ripetutamente, e segue pedissequamente le istruzioni della Commissione Europea senza opporre resistenza, nonostante i conti dell’Italia siano tra i più ordinati rispetto agli altri stati e sia stato perseguito insistentemente l’avanzo primario, con la compressione del livello della spesa pubblica.

Quali alternative ha a disposizione l’Italia dal punto di vista giuridico per uscire da una situazione di impasse che sta gravemente compromettendo il funzionamento della sua economia con le conseguenze che conosciamo? La Convenzione di Vienna del 1969, a cui l’Italia ha aderito, ha posto fine all’arbitrarietà decisionale sul rispetto dei trattati e sulle condizioni di recesso o denuncia degli stessi. Sull’inadempimento del trattato, l’art.60 della Convenzione stabilisce che la violazione sostanziale da parte di uno degli stati firmatari può dare luogo alle cause di estinzione o sospensione degli accordi, lasciando la discrezionalità sulla scelta dell’estinzione o della sospensione allo Stato che invoca l’inadempimento. Nel caso del Trattato di Maastricht, ci troviamo di fronte a violazioni sostanziali degli accordi ripetute più volte dagli Stati membri (Germania, Francia, Irlanda, Spagna) e lo scopo e l’oggetto del Trattato sono stati traditi, poiché il 3% di deficit sul PIL è stato pensato per contenere i livelli di deficit degli Stati membri e quindi appare evidente che superando sistematicamente questa soglia lo scopo e l’oggetto del Trattato vengono meno.

Noi aggiungiamo che il 3% è una soglia completamente arbitraria dal punto di vista scientifico ed economico, non potendo esistere in economia un livello ottimale prestabilito di deficit, il quale è uno strumento utilizzato dallo Stato per aumentare o ridurre la spesa pubblica a seconda delle particolari contingenze economiche, ma è stato inserito nel Trattato di Maastricht e pertanto se gli altri stati membri decidono di violarlo unilateralmente, contraddicendo il detto Pacta Sunt Servanda, l’Italia ha tutto il diritto di utilizzare gli strumenti della Convenzione invocando l’inadempienza delle altri parti e lasciarsi alle spalle un periodo di sfacelo economico e sociale che non conosceva dal dopoguerra.

La Francia ha semplicemente fatto i suoi interessi, poiché la sua economia è in grave sofferenza e la produzione industriale ha fatto registrare un ennesimo calo, da qui la decisione di superare il 3% non solo per motivi economici ma anche politici, con un Presidente Hollande già fortemente indebolito e una maggioranza parlamentare non più solida, questo annuncio forse vuole calmare la pressione su Hollande. Se dunque gli strumenti esistono e sono a disposizione del Governo italiano, perché si continuano a fare annunci di voce grossa in Europa quando basterebbe minacciare la sospensione o l’estinzione degli accordi?

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=8895

e discutiamone cazzo!!!!

gnutim
Scritto il 3 Ottobre 2014 at 09:54

PORTELLO,

sono pieno di nok

phitio
Scritto il 3 Ottobre 2014 at 12:05

lo sentite anche voi il Buffalo Wind che prende forza?

http://thearchdruidreport.blogspot.it/2014/10/the-buffalo-wind.html

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