DISASTRO AMERICA!

Scritto il alle 09:30 da icebergfinanza

Venerdì è stato come se all’improvviso una doccia gelata  si fosse abbattuta sull’America intera…

In settembre le aziende americane hanno creato molti meno posti di lavoro del previsto. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato, come atteso. Negli Stati Uniti sono stati creati 142.000 posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano un rialzo di 200.000 unità. Come riferito dal dipartimento al Lavoro, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,1%.(…) le cifre dei mesi precedenti sui nuovi salariati sono state ritoccate al ribasso: il dato di agosto è stato rivisto da 173.000 a 136.000 posti di lavoro creati, quello di luglio è stato aggiornato da 245 a 223.000.(…) Preoccupa inoltre il fatto che la partecipazione alla forza lavoro, invariata nei tre mesi precedenti, è scivolata dal 62,6 al 62,4%, il minimo da ottobre 1977 (…)

Inoltre i salari (…) sono calati di un centesimo a 25,09 dollari all’ora. (…) La durata della settimana media di lavoro è scesa di 0,1 ore a 34,5 ore. America 24

Il calo del salario orario, combinato con il calo delle ore, ha portato a un calo dello 0,3 per cento del salario medio settimanale.

118.000 posti di lavoro nel settore privato corrispondono al minimo indispensabile per riuscire a tenere fermo il tasso di disoccupazione ma la tendenza dei salari e delle ore lavorate ci avverte che l’inversione è in atto.

Collegamento permanente dell'immagine integrata

La sintesi è tutta qui, pessimi dati negli ultimi tre mesi, spariti 59.000 posti dalle revisioni, salari in contrazione e partecipazione al lavoro ai minimi storici come non accadeva da quasi 40 anni.

Era imprevedibile una simile svolta nel mese di settembre?

No se invece di leggere la solita stampa mainstream si leggevano le fonti alternative che noi abbiamo più volte riportato in agosto …

…secondo la societa’ di consulenza Challenger, Gray & Christmas – che tiene traccia di documenti depositati presso la Sec e di annunci aziendali – a luglio il numero di tagli di posti di lavoro ha raggiunto i massimi di quatto anni con i datori di lavoro che hanno optato per 105.696 esuberi, il 146% in piu’ rispetto al mese precedente.

…e venerdi scorso nell’ultimo post…

September was a brutal month for job cuts

Inoltre per chi ama esplorare la realtà dopo aver visto sparire un milione di posti di lavoro nell’industria manifatturiera per far posto ad un esercito di barman e camerieri, l’America si chiede dove siano spariti 236.000 posti di lavoro nell’istruzione pubblica.

9599

Thanks to Economic Policy Institute

Ma certo ciò che conta è l’istruzione privata e milioni e milioni di studenti schiavi per sempre del debito…

Ora dovrebbe essere chiaro a tutti che il mercato del lavoro americano non è in realtà quello descritto dalla Federal Reserve, un notevole tributo è stato versato dal settore minerario e la crescita di posti di lavoro nel settore pubblico non ha nessuna possibilità di essere replicata nei prossimi mesi, con le nuovi tensioni in vista sul tetto del debito.

Attendiamo ora con fiducia l’ennesimo rialzo dei tassi, 8 % di probabilità per il mese di ottobre e 30 % per dicembre, direi che sono una buona base di partenza per sognare.

Fermiamoci un attimo  e facciamo un passo indietro a novembre dello scorso anno quando abbiamo condiviso con gli amici di Machiavelli l’outlook 2015 in “esplosione deflattiva”

Diamo un’occhiata a come è andata nei primi tre trimestri …

Immagine

Tratto da Nel 2015 il cigno nero vola sui mercati

Missione compiuta direi, ma il finale si preannuncia ancora più interessante!

Nelle ultime due settimane abbiamo avuto un’ulteriore conferma ad una importante dinamica esaminata in “Machiavelli torna in America” che condivideremo nelle prossime settimane.

Ma torniamo alla strepitosa economia americana davvero in gran forma …

Ordini a fabbriche Usa -1,7% a agosto, pesano difesa e trasporti

Gli ordini alle fabbriche americane sono calati in agosto più delle previsioni, frenati dal settore trasporti e difesa. Secondo quanto reso noto dal Dipartimento del Commercio, il dato è sceso dell’1,7%, mentre gli analisti attendevano un ribasso dell’1,2%. In luglio il dato era salito dello 0,2% (rivisto al ribasso dal +0,4% della prima stima). Escludendo il settore trasporti il dato è calato dello 0,8%, mentre escludendo il settore difesa l’indice è sceso dell’1,2%. Da segnalare che gli ordini di beni durevoli, quelli destinati a durare almeno tre anni, sono diminuiti del 2,3%, dopo il rialzo del mese precedente, mentre quelli di beni non durevoli sono scesi dell’1,1 per cento. America 24

Meno 0,8 e meno 0,6 % gli ultimi due mesi escludendo il settore trasporti ovvero l’unico settore drogato dal debito che sta tenendo in piedi l’economia americana.

Per il resto, mentre in Europa popoli terrorizzati continuano a scegliere governi a favore dell’austerità, circolano conferenze private che testimoniano il fallimento dell’euro.

EU Monetary Policy – Challenges and Perspectives

… una moneta che ormai è diventata la principale riserva mondiale passando dal 20,5 % dal 28 % del 2009 prima dell’inizio della crisi greca.

Maggioranze inesistenti e destre che fanno allenze con le sinistre per tenere in piedi l’illusione di una moneta fallita.

L’America è già intervenuta salvando la Grecia, suggerendo l’atteggiamento da tenere con i tedeschi, dall’America è partita l’esplosione che sta abbattendo la Germania e Volkswagen, dall’ America come ho più volte scritto arriverà la prossima crisi.

Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che non saranno certo i popoli europei a decretare la fine di un fallimento, ma l’economia stessa, attraverso una sempre più profonda e inevitabile depressione.

Spiace per tutti coloro che credono ancora alle favole delle banche centrali ma come sempre noi restiamo …ottimisti ben informati che amano raccontare la realtà.

Siamo i primi in epoca non sospetta ad avere immaginato la possibilità di un nuovo quantitative easing in America il QE4 mentre il mondo intero aspettava un aumento dei tassi che a questo punto arriverà solo per orgoglio, la Fed nonostante la realtà non vuole perdere la credibilità.

Mazzalai (Icebergfinanza): Troppo ottimismo nei dati USA

In effetti loro, gli psicopatici, stanno già festeggiando come sempre ma questa volta la partenza non sarà affatto facile.

Contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’ oceano infinito di questa tempesta perfetta …Chiunque volesse ricevere le ultime analisi di Machiavelli può liberamente contribuire al nostro viaggio

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25 commenti Commenta
aorlansky60
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 14:59

Nonostante

a) dati OGGETTIVI dell’economia per nulla positivi (diciamo mediocri) provenienti da paesi che trainano il mondo globalizzato, USA in primis seguiti dalla Cina che a sua volta si stà trascinando dietro tutti i paesi Em ad essa legati;

b) ben più di qualche analista lucido razionale -ivi compreso il Comandante di questo vascello- che ostinatamente cercano di spiegare [elencando metodicamente i dati oggettivi di cui sopra] che “le cose non sono poi messe così bene come altri(…) vorrebbero far credere”,

sembra prevalere [sia a “main street” che soprattutto dove “conta”, cioè nei mercati finanziari] la versione proposta dagli altri(…) una versione che evidentemente fà più comodo recepire… è da parecchio tempo che ormai emerge palesemente questo dato di fatto.

Qualche volta mi chiedo [a dire il vero sempre più spesso ultimamente] quanto tempo ancora potrà durare questa illusione al di fuori dalla realtà… (poi guardo al Giappone come esempio emblematico già inaugurato dagli anni 90 e allora mi rispondo da solo…)

follia per follia, qualcuno qui conosce i [veri] motivi per i quali Glencore sulla piazza di Londra passa in una settimana da -30% a +70% (dato odierno) ???

john_ludd
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 16:14

aorlansky60,

ci sono differenze enormi tra USA e Cina e si rispecchiano nella differente composizione delle rispettive bolle finanziarie e anche nelle risposte che si cerca di darvi. In USA c’è una bolla colossale nell’azionario e nelle obbligazioni private che si cerca di negare in quanto è il pilastro della “ricchezza finanziaria nazionale” unico risultato inseguito dalla FED da 20 anni a questa parte. Il mito dell’invincibilità americana è crollato il 9/11 da un punto di vista militare e nel 2009 da un punto di vista finanziario. Da allora sono solo finzioni, propaganda e il tentativo della FED e delle sue succursali di tenere incollato il sistema finanziario occidentale banca centrico. Fuori nei paesi non OCSE nessuna delle locali elite ci crede più; i recenti discorsi di Putin e quello ancora più interessante del leader maximo kazako Nazarbaev sono la centesima dimostrazione che c’è un intero blocco che mette apertamente in questione il ruolo egemonico dell’occidente e della sua moneta e lo fa in modo molto intelligente, puntando a rafforzare il ruolo dell’ONU e contrastando quello di banca mondiale e FMI. La Cina ha un bolla nello shadow banking, quella dell’azionario è risibile, i cinesi hanno i loro soldi nello shadow banking non in borsa. Il fatto che i media occidentali si siano occupati solo della bolla azionaria è stato patetico, hanno interpretato l’intervento delle autorità locali al contrario senza valutare la reale consistenza del denaro vero affluito in borse rispetto l’ammontare dell’attivo collossale dei cittadini cinesi finanziariamente repressi e quindi per definizone inclini a un risparmio estremo (si vedano i post di Pettis a proposito). Qui è il grande limite della Cina odierna che collide con le sue evidenti ambizioni di essere leader globale, seppure non militare. Ma che il ruolo del dollaro sia apertamente in questione è ovvio e non solo da parte di Cina e Russia ma anche dalle satrapie medio-orientali.

Tutto questo porta a un paradosso (apparente). L’America deve continuare ad attuare una politica del dollaro forte per preservarne il ruolo dominante e sostenere la pericolante periferia europea, unico luogo oltre a Giappone/Australia dove l’egemone è ancora tale. Ma non può contemporaneamente mantere dollaro forte, mantenere insieme l’eurozona e rilanciare l’economia. L’eurozona poi ha margine di flessibilità zero, deve per forza tenere l’euro forte attraverso deflazione salariale e compressione della domanda interna al fine di avere ogni paese con un saldo estero attivo, se non ci riesce è la fine dell’euro nel caos. Ma quanto ottenuto sinora non è per merito (si fa per dire) delle poliche attuali ma del crollo del prezzo del petrolio che permette all’Italia di avere un PIL a +0,5 invece che a -0,8.

La Cina ha un problema di diversa natura ma che ne limita a sua volta l’azione. Dovrebbe svalutare lo yuan, rilanciare inflazione interna e accellerare la risoluzione della propria bolla del credito, ma in questo caso determinerebbe fughe di capitali, minerebbe alla base il tentativo di fare dello yuan una valuta importante (ma in cinesi non vogliono avere la moneta di riserva, propongono in sostanza la stessa soluzione di Keynes di 80 anni fa, affondata allora dagli USA).

E così ad oggi tra problemi ineluttabili (demografia, eccessivo sfruttamento delle risorse etc…) e altri evitabili ma creati dalla logica di potere si è condannati ad avvitarsi in un climax deflattivo che una volta distrutta sufficente capacità produttiva nei settori energetico e agricolo potrebbe rapidamente determinare il collasso dei questa civiltà degli eccessi, ormai talmente instabile che la lista degli eventi che possono decretarne la fine è lunga come l’elennco del telefono di Milano città.

Ovvio che è più complesso di quanto scritto sopra, solo un tentativo, risibile a piacere, di definire una mappa (soggettiva, è la mia).

john_ludd
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 21:28

quesalid@finanza,

Glencore commercia un pò su tutto, ma non credo che il paragone con Lehmann tenga. Ogni giorno che passa il baratro di debiti creato dai frackers diventa più insostenibile. Non ho idea a cosa si riferisca Mazzalai quando scrive che la prossima crisi verrà dallo stesso posto della precedente, ma mia personale opinione è che la FED conosca benissimo la situazione debitoria dell’industria dell’oil&gas e della sua doppia natura sistemica (e quindi NON può aumentare i tassi): 1) è l’equivalente dei subprime con un rischio totalmente opaco. Mi spiego meglio: avrete letto che i frackers hanno protetto almeno parte loro produzione attraverso consuete tecniche di hedging. Verissimo ma è a termine (meno di 1 anno in genere) e il rischio non è sparito, da qualche parte qualcuno sta pagando il petrolio a 100 dollari con un prezzo di mercato pari alla metà. Inoltre il valore dell’equity di una società petrolifera è determinato dall’attualizzazione delle sue residue riserve producibili ma non solo questo cala brutalmente al calare del ptrezzo del greggio ma calano anche le riserve stesse in quanto il termine “producibile” è legato sia alla tecnologia disponibile che al rapporto costi/ricavi. Gran parte dell’equity e dei bond dei frackers è virtualmente ZERO. 2) gli USA hanno scommesso molto forte sulla loro presunta indipendenza energetica, ne hanno fatto uno strumento della loro politica estera super aggressiva irritando non tanto i loro tradizionali nemici (che il petrolio lo hanno per davvero) ma i loro (ex ?) alleati arabi che di certo hanno molto malvisto l’operazione e hanno reagito. Se potevano esserci dei dubbi anni fa, ora non più. Appena si manifestano pressioni al rialzo sul prezzo, i saudito aumentano la produzione (come 4 mesi fa) e/o aumentano gli sconti ai loro migliori clienti asiatici. Questo non è un gesto amichevole a mio modesto avviso.

qualche spunto:

http://www.dailyimpact.net/2015/09/30/fortune-frackers-face-mass-extinction/

http://fortune.com/2015/09/26/frackers-could-soon-face-mass-extinction/

http://gefira.org/en/2015/10/02/us-shale-oil-industry-will-simply-vanish/

signor pomata
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 21:38

aorlansky60,
Dicono che il mercato è irrazionale ma qua più che irrazionale sembra ridicolo.
Dal 2009 si è sempre parlato di economia che cresceva o meglio che pian piano stava guarendo.
Dal 2009 determinati indici di controllo come quello delle merci trasportate in mare o delle stesse petroliere sono decisamente scadenti e quindi non si sono mai ripresi ma si parlava di ripresa.
Poi è iniziata la storia delle banche centrali di ogni dove che inneggiando alla ripresa spendevano soldi per far salire i mercati e inflazione e quindi creare ripresa che quindi a quel dato momento ancora non c” era.
Poi inizia la falsa dei tassi di interesse da alzare perche oramai c” è la ripresa e piena occupazione ma loro scrivono che il problema è il lavoro ma se oramai siamo in piena occupazione che problema può essere il lavoro??
I mercati crollano perche dicono che non alzeranno i tassi poi si impennano perche i tassi li stanno per alzare e tutto questo in una settimana.
Esce il dato su occupazione e è brutto brutto ma i mercati festeggiano perche i tassi non li alzano e economia sta andando in recessione ma questo è buono …..dicono loro….per i mercati azionari.
Ora dico io: ma chi cazzi credono che siamo babbuini con una banana al culo??
Cioè non è più una questione di numeri o grafici o teorie economiche qua è evidente che ci ritengono dei coglioni e come tale ci trattano.
Gente con una memoria che si azzera a fine serata e a cui puoi raccontare di tutto tanto nulla mai accade.
Quando penso che il destino di miliardi di persone è legato a questo sterco mi deprimo.
Stiamo toccando il fondo e scavando.
Il prossimo giro faranno un ciclo economico di crescita con i pil che scenderanno del 3% a anno e diranno che è buono.
Del resto sono decenni che i mercati festeggiano decine di migliaia di licenziamenti e nessuno mai ha fiatato sul fatto che magari se uno licenzia forse tutto questo lavoro non lo ha……..forse.

signor pomata
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 22:07

john_ludd@finanza,

Ciao, preciso che io sono un operaio e che non ho ne la tua conoscenza ne la tua cultura ma vorrei farti una domanda?
Tempo fa avevo investito in una merda di azione dal nome d” amico , una societa italiana che gestisce una flotta di petroliere a loro dire tutte di ultimissima generazione tanto che a un certo punto il valore di mercato delle petroliere era il doppio del valore azionario della stessa società.
Il problema per cosi dire sembrava che stesse nel fatto che ste benedette petroliere stavano attraccate nei porti perche non avevano commesse.
Ma il prezzo in quel tempo era 100 dollari al barile e lo è stato per molti mesi a seguire.
Tu scrivevi che sotto 80 era impossibile.
Ma ho il sospetto che il prezzo farlocco fosse allora e non ora ossia che qualcuno abbia manomesso il prezzo per alcuni anni non incorporando il crollo delle vendite.
Come sempre qualcuno ci ha fatto soldi e qualcuno ci ha perso e ci perderà.
Il mio sospetto è che se conta ancora la domanda e offerta dalla crisi del 2009 la domanda non è più ritornata decente ma il prezzo è rimasto alto.
Sarebbe la stessa cosa che è accaduta con occupazione ossia mentre tutti licenziano le economie dicono che escono dalla crisi.
Un saluto.

kry
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 22:40

— ” Inoltre i salari (…) sono calati di un centesimo a 25,09 dollari all’ora. (…) La durata della settimana media di lavoro è scesa di 0,1 ore a 34,5 ore. ” —

25,09$ x 34,5h = 865,60$ la settimana

865,60 x 4 settimane = 3462$ mese

3462$ : 1,12 = 3091€ al mese

3091€ al mese per 34,5h alla settimana

3091€ al mese per 34,5h alla settimana ?

3091€ al mese per 34,5h alla settimana ? ?

3091€ al mese per 34,5h alla settimana ? ? ?

PROPRIO UN DISARSTRO IN AMERICA.

O ho digitato male i numeri o la mia calcolatrice ha dato per davvero … i numeri.

phitio
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 22:56

kry@finanza,

Devi togliere le tasse e le spese ( tipo quelle assicurative ) da quello stipendio di trilussa

dorf001
Scritto il 5 Ottobre 2015 at 23:39

kry@finanza,

hei carissimo. buttala via la calcolatrice. guarda che la crisi economica cioè del denaro è l’ultimo dei nostri problemi. anzi è una barzelletta. ci aspetta una bella crisi energetica ed ambientale.

sneza tanto menarla x le lunghe, dico a tutti voi : conoscete, sapete chi è Luca Mercalli?

è questo qui : https://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Mercalli

bene, ho in mano il suo libro : prepariamoci. a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza…e forse più felicità. beh mi pare di sentir parlare john ludd.

tu kry che citi molto la bibbia. allora io, anzi mercalli, ti propone dei nuovi 10 comandamenti. leggi sotto.

I
non avrai altro pianeta al di fuori della Terra

II
non pensare invano che la Terra abbia risorse infinite

III
ricordati di contemplare la natura

IV
onora le energie rinnovabili

V
non inquinare

VI
non sprecare

VII
non cementificare

VIII
non produrre cosi’ tanti rifiuti

IX
differenzia e ricicla i tuoi rifiuti

X

non desiderare la potenza altrui, ma sii più sobrio ed efficente

ecco, questo bisogna fare se volgiamo salvarci.

by DORF

john_ludd
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 00:03

signor pomata@finanzaonline,

80 dollari è infatti un prezzo “impossibile” in quanto al di sotto del costo del 10% e forse più del petrolio a costo maggiore (tecnicamente, il barile marginale): Gran parte dello shale, le tar sands, parte del petrolio offshore, giacimenti del “futuro” come Kashagan hanno tutti costi pieni di produzione sopra o anche molto sopra i 75 – 80 dollari. Quel che si legge sulla stampa tradizionale sono le nefandezze di giornalisti che non conoscendo nessuna materia economica si limitano a ripetere le veline provenienti da fonti con conflitti di interesse epici. D’altra parte il costo reale è facilissimo da verificare: basta esaminare i bilanci delle aziende del settore, in particolare il prospetto del cash flow o rendiconto finanziario in quanto il conto economico è inquinato da poste contabili. Si potrebbe verificare che le compagnie perdono una montagna di soldi. Eni per esempio, perde soldi anche se chiude poi il bilancio in nero, e ne perde tanti pur essendo molto più solida di qualunque fracker nord americano. Eppure il prezzo è così basso… e ci resterà finchè l’Opec così vuole e finchè il mega consolidamento nel settore dell’oil&gas avrà terminato la propria azione di ulteriore forte concentrazione delle risorse in pochissime mani. Siamo talmente rintronati dalla propaganda che ci vuole dominus del pianeta per rincuorarci, assicurarci che non c’è nessun problema. Follia da trecartari alla Renzi che deve il suo +0,5% (sul quale sta costruiendo il budget dei prossimi anni, povera Italia) al -1,4% della bolletta energetica, o da strateghi falliti alla Obama capace di andare all’urto frontale con i russi e i cinesi e fare incazzare i petro-monarchi allo stesso tempo. I sauditi hanno incrementato la loro produzione di quasi 2 milioni di barili (l’attuale eccedenza dell’offerta sulla domanda è attorno a 2,6 milioni di barili/giorno), preferiscono perdere introiti per decine di miliardi di dollari perchè evidentemente stanno compiendo una valutazione di cui noi non siamo in grado di comprendere appieno le ragioni, pur essendo evidente il dissesto che questo determina sui loro bilanci. L’intenzione degli arabi è ormai talmente ovvia che solo un cieco non vede: ci sono evidenze di operazioni compiute dalle loro finanziarie sui futures con la chiara intenzione di shortare se stessi, un’operazione che ha il 100% di possibilità di successo dato che è apparentemente suicida. Si è cianciato a lungo dell’intenzione americana di punire la Russia attraverso il petrolio. Beh se fosse vero non ha funzionato, i russi hanno rilanciato, aumentato la produzione (marginalmente), annunciato che NON hanno alcuna intenzione di tagliarla e lasciato svalutare il rublo consentendo alle proprie imprese che hanno bilanci in rubli di sopravvivere molto meglio alla crisi dei prezzi delle compagnie nord americane, sovvenzionando direttamente le compagnie e scaricando i costi sul cittadino russo medio via maggior inflazione. Dunque dove sta la verità sempre che questo termine abbia senso ? E’ un gioco POLITICO e di POTERE, dove in discussione non sono le quote di mercato ma qualcosa di molto più importante ed è evidente che nessuna delle parti ha ormai un freno, o si vince o si perde e la gente comune sta in mezzo. Un giorno, quando abbastanza compagnie nord americane saranno andate a gambe all’aria con il mercato e le banche tramortite dalle perdite sauditi e russi taglieranno la produzione e porteranno il prezzo dove sempre sta: dalla parte del più forte e putroppo per noi beoti cittadini occidentali rincoglioniti dalla propaganda NON SIAMO NOI. Mi si opinerà che gli americani non sono poi così stupidi. Infatti, alcuni non lo sono. Per esempio la loro primaria banca che cura ANCHE gli interessi dei sauditi, fa affari con i cinesi e con i russi. Il potere finanziario è oggi oltre gli stati, sovra nazionale, deve potere essere in grado di vincere comunque come i banchieri italiani che finanziavano francesi e spagnoli che si combattevano tra loro. La storia ha già visto tutto questo, anche di recente… i grandi bancheri di Londra e NY (ebraici per lo più) finanziavano Hitler e le fabbriche di aeroplani e carri armati americani e britannici. Allo stesso tempo.

E’ curioso come quando la stampa tradizionale tratta questioni che ti/vi stanno a cuore e nelle quali avete una chiara visione delle cose, allora sono certamente notizie tendenziose e false. Al contrario quando parlano di energia allora prendete per buono quanto viene scritto, Mazzalai compreso che è preparato ma non su questi temi. Immagino per paura e in tal caso ne avreste mille ragioni. Eppure è l’argomento più importante che esiste, non c’è economia senza energia e non c’è potere da esercitare senza un’economia forte da sfruttare

john_ludd
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 00:12

signor pomata@finanzaonline,

ah… una cosa… mai investire su qualcosa che non si conosce e anche in tal caso è facile perdere soldi. D’altra parte ora lo sai, ma capita a tutti almeno una volta (a me anche due, scrivo dei bei comizi ma mica sono tanto fuuurbo). Troppo facile per chiunque cedere all’avidità, sorella della stupidità. Da ora in poi sarà tutto più facile, si perderanno soldi dovunque li si investano, quindi se uno ne ha… li spenda !

signor pomata
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 00:42

john_ludd@finanza,

Non hai risposto nonostante il molto scrivere.
Le petroliere stavano in porto per mancanza di commesse e quindi la domanda era collassata allora ma qualcuno ha tenuto in piedi artificialmente la domanda per farla collassare al momento voluto.
Quindi credo che se uno è in grado di fare questo se tagli o aumenti offerta se ne fotte comunque.
Il punto oscuro del contendere è che togliendo la nube dei vari pompaggi di liquidità sui mercati finanziari non è dato da sapere a oggi quanto è risalita la produzione di merci dalla sberla del 2009.
Basti mettere in conto che se la cina racconta il falso e gli usa raccontano il falso i giapponesi che 4 anni fa sono stati rasi al suolo tra il menefreghismo generale e gli emergenti che sono tali perche fondano la loro ricchezza sulla nostra domanda che cosa ci rimane??
Non lo sappiamo come stanno realmente le cose, quello che osservavo è che il commercio marittimo è crollato per mai più risalire e stesa cosa per le petroliere.
Si sommi i milioni di posti di lavoro persi in occidente e quindi la distruzione di domanda fatta in risposta alla crisi e potrebbe essere plausibile che l” economia per come la conoscevamo è scomparsa quello che vediamo è un sedimento che rimane in vita grazie alla linfa della finanza creativa e al taroccamento dei dati.
Tu dici che la domanda aumenta ma io sospetto che la domanda si è dimezzata.

kry
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 01:30

phitio@finanza,

3091€ – 60% = 1236€ con settimana da 34,5h.

E’ si , e così anche nell’Italia dei polli anzi meglio.

dorf001@finanza,

Mi spiace per la terra. Sono Kry , provengo dal pianeta H2O che ruota attorno alla stella H92He8.

Riguardo al IX la cosa comincia ad infastidirmi … per parecchi motivi … tipo una nuova forma di schiavismo del Nuovo Regime Multinazionalismo.

aorlansky60
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 09:30

@ John [che ha scritto] :

“gli USA hanno scommesso molto forte sulla loro presunta indipendenza energetica, ne hanno fatto uno strumento della loro politica estera super aggressiva irritando non tanto i loro tradizionali nemici (che il petrolio lo hanno per davvero) ma i loro (ex ?) alleati Arabi che di certo hanno molto malvisto l’operazione e hanno reagito. Se potevano esserci dei dubbi anni fa, ora non più. Appena si manifestano pressioni al rialzo sul prezzo, i sauditi aumentano la produzione (come 4 mesi fa) e/o aumentano gli sconti ai loro migliori clienti asiatici. Questo non è un gesto amichevole a mio modesto avviso.”

… … … … … … … … … … … … … … … … … … … … … …

Quoto parola per parola, anche le punteggiature! (ovviamente concordo al 100% su quanto hai scritto, John)

John,

Tu e Andrea Mazzalai [ed altri che ho il piacere di leggere in rete] dovreste aprire una sorta di Ag di pubblicazione,
la cui mission si potrebbe riassumere con la dicitura “The True for the people, in this world over” .
.
.
.
.
.
Se l’80% [forse più] dell’intera popolazione mondiale

[in questo intendo soprattutto i popoli avanzati occidentali, lasciando fuori dal contesto quel miliardo di esseri umani che secondo ultime statistiche non ha tempo di dedicarsi a queste discussioni in quanto ha priorità ben più gravi da soddisfare nell’immediato, cioè RIEMPIRE LO STOMACO senza avere la certezza di poterlo fare 24ore dopo…]

non fosse distratta ad arte da futili argomenti messi a disposizione da CHI ha tutto l’interesse affinchè “la massa” vegeti assopita

[un insieme alquanto eterogeneo che va dai padroni (*) delle multinazionali giù giù fino ai servi dei media e delle comunicazioni – senza dimenticare un microcosmo misterioso e opaco (*) sconosciuto alle masse, quello dei poteri massonici, che quando uno li cita viene preso per un povero mistico confusionario, ma che sono assai più REALI e ATTIVI di quanto si possa immaginare…]

chissà che le immagini viste ieri di quel dirigente di Air France rincorso dai dipendenti della società che gli hanno ridotto a brandelli gessato e camicia [lasciandolo in mutande] non possano divenire una consuetudine da praticare a molti altri responsabili & complici ad alto livello di tutto questo recente ultimo periodo storico che stiamo [faticosamente] vivendo.

Ma [temo che] questo sia destinato a rimanere un sogno limitato, in un mondo ormai sempre più governato dal caos e dall’imprevedibilità, a tutti i livelli. Lo dico anche e sopratutto a coloro(*) che credono di avere le redini di tutta la faccenda ancora salde in pugno.

john_ludd
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 10:10

signor pomata@finanzaonline,

vedi Pomata, i dati sulla produzione e i consumi sono, come quelli del PIL, dati raccolti da organi ufficiali e controllati e incrociati da diversi altri enti in diverse nazioni. Come il PIL sono soggetti a errori statistici nelle prime fasi e quindi soggetti a revisioni nei mesi successivi MA l’errore è decisamente modesto. Anche nel pieno della crisi del 2009, i consumi si ridussero di qualche percento. Anche un calo del 10% si porterebbe con se il completo collasso della civiltà come conosci che opera su binari molto stretti. Relativamente ai dati sui noli marittimi, pompato in ogni sito apocalittico come evidenza della fine del mondo… è poco significativo comparare il dato di oggi con quello di 10 anni fa perchè in 10 anni il tonnellaggio complessivo si è moltiplicato a causa della stessa malattia da iper espansione della produzione che affligge ogni altro settore… quindi ci sono molte più navi vuote anche perchè ci sono molte più navi ! Anni fa, lessi su un giornale di Jackarta un articolo che parlava di de-globalizzazione intesa come inizio della discesa dal picco del commercio internazionale. ANNI FA su un giornale indonesiano, chiaro ? E’ probabile che i suoi post/libri siano un tantino oltre la possibilità di molti lettori ma uno dei punti di riferimento per chi voglia comprendere la natura del mondo economico/finanziario attuale è Michael Pettis. Se ne hai la possibilità, è possibile imparare moltissimo dal suo blog. Altrimenti i punti chiave illustrati da Mazzali in questi anni sono e restano del tutto validi, anche se non è uno specialista in energia, la sovraproduzione nel settore energetico è un dato di fatto e segue le stesse dinamiche degli altri ma con una differenza enorme. Il petrolio è una risorsa finita la cui quantità disponibile è funzione del prezzo: sotto i costi di produzione può restare per un certo periodo, oltre il quale la distruzione di capacità produttiva diventa massiva e irreversibile. Questa è l’essenza del peak oil, non che il petrolio “finisce” come i grezzi che ne parlano pensano. E’ stato illuminante leggere qualche opinione di personaggi della finanza che vedendo i prezzi bassi ne hanno concluso che siamo affogati di petrolio. Sanno benissimo che l’unica vera minaccia per loro viene da un aumento dei prezzi e da uno spike inflattivo da costi come quello del 1973. Altrimenti, il loro ragionamento è che le banche centrali possono inondare di liquidità i mercati finanziari fino all’infinito. Il problema energetico viene ampiamente discusso da James K. Galbraith nel suo “The End of Normal” insieme a tante altre cose. Da leggere.

john_ludd
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 10:21

aorlansky60,

“in un mondo ormai sempre più governato dal caos e dall’imprevedibilità”

è questo il punto che non il 99% non vuole accettare. Immaginare che un complotto di persone potenti agisca secondo un piano millenario diabolico è consolante. Se c’è un piano, lo si può cambiare. Il caos no. Tuttavia il termine caos non lo userei, è confuso. Usiamo il termine corretto: complessità. Il mondo attuale si legge benissimo da un punto di vista qualitativo con la lente della termodinamica. Più un sistema è complesso, più dissipa, più diventa instabile e imprevedibile. Poi collassa, sempre, ma nessuno può sapere come e quando. E’ l’essenza dei cicli storici, che sono sempre esistiti.

quesalid
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 10:28

john_ludd@finanza,

It seems that a better similitude could be “a la Bear Stearns”

http://www.zerohedge.com/news/2015-10-06/glencore-stock-re-crashing

aorlansky60
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 11:58

@ John

“…il termine caos non lo userei, è confuso. Usiamo il termine corretto: complessità.

… … … … … … … … … … … … … … … … … … …

sono [abbastanza] in accordo su questo.

Indubbiamente, da quando il mondo conosciuto ha incontrato la globalizzazione, la complessità del sistema noto è aumentata, in parallelo -per es- al numero di esseri umani presenti sulla Terra all’inizio del XXmo secolo [1 mld di unità] passata nel volgere di [soli] 100anni a > 7 mld di unità(*), un dato che dovrebbe far riflettere…

Tuttavia lascierei il termine “caos” di riserva in “panchina”, da utilizzare in ottica di prospettiva futura, dato che i possibili mutamenti umani -già oggetto di vari autorevoli studi di settore- [legati indissolubilmente al parametro di cui prima(*) unito ad altri nuovi fattori critici quali per es repentini mutamenti climatici le cui conseguenze potrebbero essere esodi di massa di cui abbiamo già un assaggio] sono un aspetto da NON sottovalutare…

quesalid
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 12:03

Comment from Ghordius

“perhaps, though the bigger problem with Glencore is that it’s a huge mining and commodity trading conglomerate that thought it could operate on the financial side with lots of international banks and stay safe

banks who, of course, proposed a deca-unicorn IPO. today’s banks love IPOs in the unicorn league. IPOs transform private enterprises in something the finance crowd can play with

first up, then down, profit on the IPO, on the up and on the down and then on the breaking or resurgence again

the very fact that Glencore’s top management took plenty of this IPO “getaway” money and restocked their equity made probably the Squid et al even madder at them, and betrays some regret on the IPO move

if you dance with the vampires you have to get used to blood”

quesalid
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 18:10

If it looks like a Lehman and quacks like a Lehman , then it is a Lehman

http://www.zerohedge.com/news/2015-10-06/glencore-explains-what-would-happen-if-it-downgraded-junk

john_ludd
Scritto il 6 Ottobre 2015 at 19:28

quesalid@finanza,

despite all the propaganda it’s quite clear that a lot of very powerful people (not good guys by any means) are really fed up of being robbed by the anglo-saxon bankers. So something is gonna happen… You can read this, just an unproven hypotesis (as it can’t be proven !) but this guy is one of the best around and he is also a sort of saint because is sharing his own unique knowledge for free, essentially because he is also fed up of many many things that are not working in his own country. Ignoring what he’s telling us is a really bad idea:

http://www.artberman.com/saudi-arabias-oil-price-war-is-with-stupid-money/

quesalid
Scritto il 7 Ottobre 2015 at 09:18

It seems the virus is spreading fast…….

“The good news for the Vitols of the world is that by pledging even more of their unencumbered assets to banks, they buy themselves a few more months, or quarters, of liquidity to pay down upcoming maturities and interest. Which is what Glencore did with its “doomsday” plan in early September… a plan which calmed the stock for all of two weeks before investors saw right through it for what it was: a desperate scramble to put lipstick on a declining-stage supercycle pig.

In the meantime, the end result is this: companies that are even more levered to commodity prices in a world in which at last check commodity prices, a proxy for China’s economy, are sliding.

Which is why both the companies, and their lending banks, better pray that commodity prices pick upin the coming weeks and months, becuase for the Vitols, the Glencores, the Trafiguras, the Mercurias and so on, that is all that matters. Ironically, by levering up even more, they bought themselves some time now, but if and when the next leg down in the commodity supercycle takes place, the pain will only be that much greater.”

http://www.zerohedge.com/news/2015-10-06/commodity-trading-giants-unleash-liquidity-scramble-issue-record-amounts-secured-deb

john_ludd
Scritto il 7 Ottobre 2015 at 09:38

quesalid@finanza,

Producers lost the access to market for their own stuff in the last 20 years when Goldman invented the commodity trade, packing derivative bets in sooo promising and soo safe products to be sold to mutual funds (poor american retiree, you know you’re fucked, don’t you ?). But it was a theft. When you rob average Joe nothing happens, but when you rob uncle Hu, brother Vladislav and all those nasty fanatics living in the arabic peninsula it means you did a big BIG mistake. And now ALL the big traders are dying and their masters will never NEVER have that market back. Paper markets are dying everywhere. People in the west still do not understand what’s happening BECAUSE THEY DON’T HAVE THE MONEY to pay for the real stuff. Decline is hard to accept.

john_ludd
Scritto il 7 Ottobre 2015 at 09:47

quesalid@finanza,

from a (not so) imaginary meeting:

Pig Trader – “we have the market”
Big Producer – “we have the stuff”
PT “ah ah ah you need us”
BP “no we don’t, our boys studied in the same university as yours. We know ALL your tricks. Now we have our banks, they are backed by our real stuff. And yours ?”
PT “mh…. we are systemic, we will be bailed out”
BP “we also have your government bonds, essentially WE control YOUR central bank, not YOU”
PT “help !”

quesalid
Scritto il 9 Ottobre 2015 at 08:58

Hmmmmmm…..it starts to appear on the mainstream media…

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-10-08/glencore-come-lehman-londra-alza-guardia-crediti-bancari-trader-materie-prime-214000_PRV.shtml?uuid=ACXkjiCB

Please, notice that this time the roundtrip time (first rumors –> sudden stock crash of a big player –> management commitment and market reassurance –> more rumors –> other player of the sector involved –> bank and financial sector rumors –> final crash with panic –> Central Banks step in and bailout) appears to be much shorter than in 2008

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