1930 CURRENCY WAR L’OMBRA DELLA STORIA!

Scritto il alle 10:59 da icebergfinanza

Chi non ricorda due dei nostri migliori cavalli di battaglia la storia non si ripete ma spesso e volentieri ama fare la rima e chiunque dimentica il suo passato è destinato a riviverlo!

Ieri un patetico governatore della banca centrale europea Draghi ha ricondotto la mancanza di vigilanza sul caso MPS ad un fastidioso rumore di sottofondo nella campagna elettorale, «Ho firmato io entrambe le ispezioni» e abbiamo fatto finta di nulla, per supremo interesse nazionale, non potevamo certo in piena tempesta perfetta ammettere che MPS era fallita avrebbe fatto meglio a dire oltre che si erano appisolati.

Ma andiamo oltre a noi interessano queste affermazioni Roma, 7 feb. (TMNews) – I livello dei cambi valutari dell’euro “non è un obiettivo della politica monetaria” della Banca centrale europea. Lo ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. Interpellato sulla questione dei cambi, Draghi ha rilevato che i recenti apprezzamenti della valuta unica “in un certo senso sono un segno di ritorno di fiducia sull’euro, ma al netto di questo i cambi valutari dovrebbero riflettere i fondamentali economici, e i tassi attuali, a livello nominale e reale sono vicini alle medie storiche”. TMNews

Draghi dice bene quando dice che i cambi valutari dovrebbero riflettere i fondamentali economici, ma oggi un euro forte riflette solo la svalutazione competitiva della Federal Reserve il resto sono chiacchere da bar o da BCE.

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Ma andiamo a sentire cosa dice la storia… Morgan Stanley: ritorno a guerra valutaria stile anni ’30? Le lezioni dal passato Forexinfo

Manoj Pradhan, economista della banca, mette in evidenza le lezioni che possiamo imparare dal passato.

Il Regno Unito è stato il primo a lasciare il gold standard il 19 Settembre 1931 a causa di una disoccupazione dolorosamente alta. La sterlina si è deprezzata, scatenando una catena di eventi, con Stati Uniti, Norvegia, Svezia, Francia e Germania che hanno seguito il suo esempio.

I paesi che si sono mossi prima hanno avuto dei benefici a scapito degli altri sul “golden bloc”.

“Allo stesso modo, è il programma interno che potrebbe guidare il deprezzamento competitivo di oggi. Dal momento che la domanda globale è destinata a rimanere stagnante, una ripresa del settore delle esportazioni del Giappone unita alla debolezza dello yen rischia di intaccare la quota di mercato degli altri esportatori, qualcosa che potrebbe benissimo portare a misure che potrebbero significativamente indebolire lo yen”.

Scenari futuri

In uno scenario dettagliato di ciò che potrebbe seguire, Pradhan sottolinea che la Banca centrale europea e la Federal Reserve potrebbero continuare l’alleggerimento quantitativo per smorzare la forza dell’euro e le paure sul tetto del debito.

I controlli sui capitali potrebbero essere introdotti da economie dell’America Latina e da alcune economie asiatiche, che potrebbero essere imposte sulle transazioni o anche un qualche tipo di interazione verbale.

“Nei casi particolarmente interessanti della Corea e di Taiwan, il nostro economista Sharon Lam ritiene che l’intervento verbale (già in corso, in una certa misura), un intervento sui mercati dei cambi e i controlli di capitale rappresentano le reazioni politiche più probabili”.

“Mentre una guerra valutaria non è il nostro caso base, il ritrovato impegno da parte dei politici giapponesi fa aumentare il rischio di azioni di ritorsione per mantenere debole lo yen”, si legge nella nota, che conclude così,

 “L’esperienza del 1930 ci suggerisce che tali crisi valutarie di grandi dimensioni sono probabilmente innescate da questioni di politica interna, e che di fatto creano distinti vincitori e perdenti.

 

Ma chi sono i vincitori e gli sconfitti con un euro forte?

VINCITORI E SCONFITTI – L’apprezzamento dell’euro impatta in modo molto diverso sulle economie dei paesi dell’unione monetaria. Quando una moneta si rivaluta, diventa tendenzialmente più difficile esportare a causa del rincaro delle merci. Gilles Moec, economista di Deutsche Bank, ha calcolato il valore sostenibile dell’euro per le diverse economie della Uem. Secondo l’analista di DB, già ora la valuta unica è troppo apprezzata per Italia e Francia, che vanno in difficoltà quando l’euro supera il rapporto di cambio col dollaro di 1,17 per il nostro paese e di 1,24 per i transalpini. Le stime di Moec si basano su varie ipotesi, sia di debolezza della domanda mondiale come nell’ultimo trimestre del 2012, sia di ripresa economica ai livelli pre crisi. Non stupisce che sia la Germania il paese più solido, che non perde competitività fino ad un cambio di 1,54 sul dollaro in questo scenario, e potrebbe pure sopportare un fantascientifico 1,94 in caso di ripresa globale. La Spagna è l’economia tra quelle più in difficoltà che perderebbe meno competitività in caso di rivalutazione dell’euro. Morgan Stanley ha proposto un simile studio, anche se con risultati leggermente diversi, soprattutto per la Spagna. Il cambio col dollaro necessario perché l’economia italiana non perda competitività è di 1,19, che scende a 1,07 per la Grecia. Solo la Germania può sopportare un euro forte, fino all’1,53%, sopratutto perché esporta nei paesi emergenti. Giornalettismo

E ovviamente che dicono la Germania e Angelina… “L’euro non è sopravvalutato, vogliamo un euro forte!”

E dopo l’emissione di bund a tassi negativi ora anche l’euro forte, tanto per distruggere la competitività degli altri Paesi vista la IPOTETICA e temporanea scondo noi, capacità di assorbimento di una guerra valutaria da parte delle aziende tedesche!

Mi raccomando ragazzi, su questa base, più europa e tutti a votare gli unutili idioti della politica italiana che consigliano il modello tedesco e fanno proclami dalla Germania per non perdere le elezioni!

Per chi volesse sostenere liberamente il nostro viaggio è disponibile MACHIAVELLI 2013 UN ANNO DOUBLE FACE un post da non perdere sulle prospettive geopolitiche, macroeconomiche e tecniche di un anno che si preannuncia decisamente DOUBLE FACE!

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7 commenti Commenta
gnutim
Scritto il 8 Febbraio 2013 at 11:26

Mi raccomando ragazzi, su questa base, più europa e tutti a votare gli unutili idioti della politica italiana che consigliano il modello tedesco e fanno proclami dalla Germania per non perdere le elezioni!

queste posizione che ha preso Bersani mi ha fatto di colpo venire il voltastomaco, e pensare che quasi quasi lo avrei votato per dare stabilità al prossimo governo…
anche la sinistra ialiana a fianco dei grandi patrimoni e dei oteri forti…

ora prendo i voti di Vendola per avere più seggi e domani accordo con Monti/Fini/Casini/Montezemolo…

ma lo vedete Vendola sedere a fianco del fascista Fini e degli ultracapitalisti Monti/ Montezemolo a governare il nostro povero paese? Dio ce ne scampi

giobbe8871
Scritto il 8 Febbraio 2013 at 11:27

Grandissimo Mazzalai

grandeeeeee a denunciare sempre sempre , bravooooo 😉 8) 😀

giobbe8871
Scritto il 8 Febbraio 2013 at 11:30

convergenza di interessi li chiamo io :mrgreen:

svalutazioni competitive, speculazioni finanziarie – carry trader – e Germanico-mania, cioè voglia di rubare al prossimo.

gli Alemanni ? dei Maledetti Barbari ! 😈

Mai, e dico mai più avranno il mio PERDONO. Maiiiiiiiiiiiiiiiiiii 😈 nepurre se strisciano perterra e chiedono pietà. 👿 😈 😈

giobbe8871
Scritto il 8 Febbraio 2013 at 11:33

Berlusconi bluffa. Per me ad uscire dall’euro lo voleva Paolo Savona e Tremonti ? e Grilli è stato la gola profonda? glielo ha detto a Mario Monti ? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: 😈 😈

operai e p.iva UNITE tra 6 mesi ? credo di si 😉 😀

vito_t
Scritto il 8 Febbraio 2013 at 20:01

ogni tanto un GRAZIE ci sta proprio bene !!!!
ti faccio anche una domanda: non pensi che gli eventuali benefici dell’euro forte, vale a dire minori spese per l’energia che dobbiamo importare, possa far scendere l’inflazione e così i tassi sui titoli di stato ? e questo possa liberare qualche risorsa da destinare a qualcosa di più serio che gli stipendi dei politici ?

karlito74
Scritto il 9 Febbraio 2013 at 00:34

vito_t@finanzaonline,

così….a memoria….non ricordo che con l’Euro ancora più alto di questi livelli il prezzo della benzina sia calato….secondo il modello economico tradizionale sarebbe dovuto succedere…ma con cartelli e oligopoli!!!!!!!!!!

vito_t
Scritto il 9 Febbraio 2013 at 08:33

Indubbiamente qualche manipolazioncina …. c’è e ci sarà sempre, ma quando nel 2008 il cambio era a 1,42 il petrolio viaggiava a 140$ al barile. E purtroppo se il prezzo del petrolio non scende i vantaggi non possono essere enormi …. tanto per fare un esempio negli ultimi due anni ha viaggiato fra 78 e 110 circa e oggi è a 95,7 . Ma tornando ai vantaggi di cui accennavo, potrebbe esserci anche quello di un recupero dell’equity dovuto proprio ai flussi valutari che rimette in tasca qualche euro da spendere ( virtuale ? ) ……

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