ITALIA E FMI: LO STRESS TEST SHOW CONTINUA!

Scritto il alle 12:00 da icebergfinanza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vi ricordate la farsa messa in piedi dall’EBA European Banking AuthorityEBAdurante la crisi che ha devastato il nostro Paese, si quella che costringeva il nostro sistema bancario a valutare al costo di mercato i titoli del debito sovrano, titoli di stato mentre norme contabili demenziali continuavano e continuano tuttora alle banche di valutare spazzatura strutturata e derivata secondo una metodologia decisamente “mark to fantasy” ?

Questi sono gli stessi controllori che avevano promosso la leggendaria Dexia e le banche irlandesi poi regolarmente nazzionalizzate dai loro rispetti stati ovvero in sintesi fallite.

Ebbene ora tornano a farsi vivi i sicari dell’economia, si i geni del moltiplicatore fiscale, il Fondo Monetario Internazionale uno delle tante istituzioni che in questi anni hanno procurato più danni che benefici alle varie economie internazionali affidate alle loro cure.

Chissà chi sta decidendo cosa a proposito di Cipro… (ANSA) – ROMA, 20 GEN – Il via libera al salvataggio di Cipro sta per subire un nuovo rinvio, questa volta di due mesi. E’ quanto riporta il Financial Times online, citando i ”crescenti disaccordi su come ridurre il costo degli aiuti ad un livello gestibile per il governo altamente indebitato”. Il rinvio, comunque gia’ dato quasi per scontato, sarebbe ora confermato da fonti ufficiali al Financial Times. Bisognera’ quindi attendere l’esito delle prossime elezioni cipriote.

Ma andiamo avanti….

ROMA, 18 gennaio (Reuters) – Nell’ambito della sua missione sulla stabilità finanziaria dell’Italia il Fondo monetario internazionale in primavera procederà a uno stress test sulle banche italiane. “Nella prima parte della missione denominata Financial Sector Assessment Program (Fsap) che inizia questo mese, gli esperti del Fondo predisporranno gli stress test che faranno parte della seconda e principale fase della missione in primavera”, ha detto una portavoce del Fondo.

Hanno avuto la delicatezza di attendere che il popolo italiano scelga in pace coloro che dovranno affrontare la prossima tempesta perfetta che si abbatterà sul nostro Paese a meno che qualche anima candida non pensi che sia tutto finito solo perchè lo spread è tornato in letargo.

“L’Fsap si concentra sulla valutazione del rischio e della robustezza del sistema finanziario di un dato paese, non sulla comparazione dei risultati tra i diversi Paesi. Questo richiede prima di tutto una completa comprensione dei dati, dei criteri di vigilanza e delle caratteristiche peculiari”, aggiunge la portavoce.Il rapporto, che verrà pubblicato più avanti nell’anno, riguarderà quindi solo l’Italia e non conterrà simulazioni comparate con i sistemi bancari di altri Paesi.

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Intanto l’OCSE… Promosse le banche italiane e, in misura minore, quelle spagnole, rimandate quelle di Francia e Germania. Non mancano le sorprese nelle pagelle distribuite ieri dall’Ocse in un rapporto sullo stato di salute dei principali istituti di credito dell’eurozona. Corrado Poggi –  leggi su Sole24Ore

Ma attendiamo con curiosità cosa riuscirà a scovare il leggendario FMI visti i suoi autorevoli fallimenti …

In settembre l’Associazione bancaria italiana aveva duramente contestato un rapporto del Fondo sull’entità dei crediti in sofferenza in vari Paesi da cui usciva una fotografia poco positiva per gli istituti di credito italiani. Nel timore che gli esperti di Washington, anche in questa occasione, non classifichino correttamente i cosiddetti bad loans e che un giudizio negativo possa influenzare il corso dei titoli di Stato e delle azioni degli istituti di credito coinvolti, l’Abi ha commissionato uno studio a PricewaterhouseCooper.

Il timore dell’Abi è che dalla missione del Fondo possa emergere l’esigenza di nuovi rafforzamenti patrimoniali dopo che nel 2011 l’European banking authority (Eba) ha chiesto al sistema bancario italiano ricapitalizzazioni per 15 miliardi di euro.

“Gli stress test effettuati nell’ambito dell’Fsap, tuttavia, sono utilizzati soprattutto come strumenti di risk management e non come valutazione sulla necessità di ricapitalizzazione”, dice la portavoce.     REUTERS

E ancora (…) Ma non è per nulla una visita di routine quella che sta per iniziare. Ne sortirà, seppur con pubblicazione a metà 2013, un documento destinato a fare rumore nell’ambiente suscettibile dei banchieri. L’istituzione con sede a Washington, non nuova a sparate destabilizzanti, mesi fa ha sentenziato criticamente sugli istituti italiani, colpevoli a suo dire di un livello di copertura dei crediti deteriorati attorno al 40%, e inferiore al 58% delle banche spagnole. Un confronto che non teneva conto delle diverse pratiche contabili (per cui nella normativa italiana entrano nei “deteriorati” anche i crediti ristrutturati, al contrario della Spagna; e armonizzando i criteri la copertura spagnola scenderebbe al 18%). Dato che la Spagna, unico paese in Europa, ha da poco chiesto l’aiuto comunitario per la situazione delle sue pericolanti banche, e riceverà una quarantina di miliardi per ripulire i loro buchi anche tramite la costituzione di una bad bank a maggioranza pubblica, i rappresentanti dell’Abi sono nel giusto stato di allerta. Si spera che la missione sia l’occasione per chiarirsi su metodologie, numeri e livelli di severità delle istituzioni creditizie domestiche. Ammesso che serva, resta il differenziale,  costoso e anticompetitivo, tra le “solide” banche italiane e le più allegre rivali estere. Nei quantum di assorbimento patrimoniale a fronte degli attivi (Rwa), nella deducibilità delle perdite (Dta), e anche nella contabilizzazione dei crediti problematici (vedi sopra), le vigilate di Bankitalia sono reduci da una stagione di rigore, inaugurata da Mario Draghi (qualche maligno disse a pro della sua ascesa al soglio tedesco della Bce). La stagione ha senz’altro giovato alla loro stabilità, e capacità di affrontare autonomamente i marosi dei mercati. Ma è quantomeno opinabile che abbia aiutato il sistema economico italiano – si veda la feroce stretta creditizia in atto da tre anni nel paese – a resistere e riformarsi in questa traversata del deserto.

Un consiglio ai soloni del Fondo Monetario Internazionale tra un test e l’altro. Se chiamate Angelina, si la Merkel quella che non voleva che la Banca centrale europea si occupasse delle sue Landesbanke e Raiffeisen, troppo legate al potere politico e vi mettete d’accordo per una visitina cosi tanto per tastare il polso della situazione, magari qualche scheletro nell’armadio tedesco riuscite a tirarlo fuori e fare bella figura in mezzo ad un mare di fallimenti.

Coraggio basta poco solo un pò di coraggio appunto, Angelina non morde anzi proprio ieri…

Merkel delude in Bassa Sassonia Cdu in netto calo, testa a testa con l’Spd I risultati provvisori diffusi da tv pubbliche e media online  tedeschi indicano una decisa caduta del partito della cancelliera, che  resta primo partito, salvata forse dal sorprendente  successo dei suoi finora deboli alleati liberali del Fdp. Ma contro il blocco Spd e Verdi è gara aperta e al momento nessuno ha la certezza di  avere i 68 seggi su  152 necessari al Parlamento di Hannover per governare nel land ( Repubblica )

Affascinante no un pò come il nostro Senato, non dimenticatevi cosa dice il nostro Machiavelli, ne vedremo ancora delle belle, dietro il destino della storia!

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2 commenti Commenta
mozzo
Scritto il 21 Gennaio 2013 at 13:50

di cosa ci preoccupiamo il buon Mussari ci difenderà!!!

ilcuculo
Scritto il 21 Gennaio 2013 at 15:02

Finchè non si avrà il coraggio di mettere a libro le perdite e si continua a cercare di nascondere una collina di polvere sotto un tappetino non se ne viene fuori.

Alla fine in US la FED ha deciso di arrivare a riacquistare e “sterilizzare” tutti i bad loans che ci sono in giro.

Per farlo ha aumentato a dismisura il debito pubblico ma questo non sembra avere per ora impatto ne sul costo di rifinanziamento (potenza delle portaerei) ne molto sull’inflazione.

Comunque ne qui ne in US sembra si possa pensare di far pagare il conto agli shareholders delle banche.

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