IL NUOVO FEUDALESIMO E LA SOVRANITA’ PERDUTA!

Scritto il alle 13:28 da icebergfinanza

Probabilmente in molti si saranno accorti delle recente evoluzione delle nostre analisi, analisi non più solo macroeconomiche o finanziarie, che necessariamente vanno ad esplorare le possibili conseguenze sociali e politiche di questa crisi soprattutto antropologica.

Non è più il tempo di cercare di conoscere solo dove andranno i mercati e come mettere in salvo i nostri risparmi, ma quello di difendersi dall’ideologia imperante, quella che mira alla destabilizzazione dello Stato sociale e dell’economia sociale di mercato.

Un silenzio assordante circonda l’alternativa in questo tempo, un’alternativa che riguarda tutti coloro che hanno a cuore il bene comune. Desaparecidos…scomparsi!

Oggi l’unico imperativo politico è dentro o fuori dall’ Euro e le ricette sempre le stesse, nessuna novità. Come scrive Rossi sul Sole24Ore…

Per il momento, tuttavia, ancora una volta, la descrizione più appropriata della nostra stagione politica ci viene dai noti versi di Giuseppe Ungaretti: «Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie», al quale può fare oggi giusta eco Vincenzo Cardarelli: «Autunno. Già lo sentimmo venire / nel vento d’agosto».

Pare allora persino inutile, come già ricordai altra volta avevano fatto Benedetto Croce e Luigi Einaudi, scagliarsi ai tempi delle crisi contro i governi tecnici, poiché, come appare evidente, l’insieme dei partiti politici, per quel che riguarda non solo noi, ma anche altri Paesi, sono in devastante disgregazione programmatica e sempre più portati a vaniloquio politico, alimentato da conflitti interni di modesta levatura. Tecnici e politici di professione son del tutto eguali. Questa inquietante crisi della democrazia politica, alla quale il degrado culturale della nostra classe dirigente non ha opposto alcuna resistenza, mette sempre più in pericolo sia la democrazia, sia la giustizia sociale. (…)

Si sta così ripetendo un fenomeno che Montesquieu, commentando le leggi feudali dell’Europa medievale, le considerava un avvenimento accaduto una volta sola nel mondo e «che forse non accadrà mai più». Ebbene, Montesquieu si sbagliava. Infatti, allora come oggi, insieme alla brutalità del comando, è determinante il dominio dell’economia sulla vita pubblica e sui diritti e soprattutto la confusione fra la ricchezza e l’autorità. Allora si trattava della ricchezza terriera, oggi della ricchezza finanziaria. Come allora, il presupposto si giustifica con lo “Stato di eccezione”, teorizzato da Karl Schmitt, che comporta la rigida soggezione economica della moltitudine ad alcuni potenti, siano essi finanzieri, tecnici o burocrati, poco importa. Quella attuale è la nuova forma di feudalesimo, che sottrae la sovranità agli Stati e alle sue istituzioni: si potrà forse dire non schiave, ma ridotte spesso, con ingiustificata presunzione, a semplici esecutori di politiche economiche, monetarie e sociali, imposte non certo democraticamente dal di fuori.

Il trasferimento della sovranità dello Stato democratico al Leviatano tecnocratico della troika, passaggio invero che sembra obbligato per arrivare all’unica possibile soluzione di un’Europa politicamente unita e democratica, comporta quindi una revisione totale dei diritti dei cittadini e delle istituzioni democratiche, assopite nelle loro funzioni e dedite ormai solo all’esecuzione delle decisioni di gerarchie esterne e fuorvianti. È così che i problemi del rispetto dei diritti umani e della giustizia sociale, insieme con i mali peggiori delle disuguaglianze, tra le quali domina la disoccupazione, diventano trascurabili e importano solo un vago richiamo a parole che han perso il loro significato, sicché secondo il  il pensiero del grande poeta W. Auden: «When words lose their meaning, physical force takes over». E qui la forza è quella del feudalesimo della troika, poiché ciò che conta è solo l’imposizione dell’austerità, sempre più regina della depressione economica. di Guido Rossi – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/MZDpT

Buona austerità e depressione a tutti e soprattutto continuate a firmare appelli liberisti o liberali come meglio preferite, contro lo Stato e lo Stato sociale, unici colpevoli della crisi in corso mi raccomando, la verità non sta mai nel mezzo come abbiamo più volte visto ma sempre agli estremi, si quelli dei propri interessi e delle proprie ideologie.

« SOSTIENI L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’oceano infinito di questa tempesta perfetta .

Chiunque volesse ricevere le ultime analisi può liberamente contribuire al nostro viaggio cliccando sul banner in fondo alla pagina o in cima al blog. Semplicemente Grazie!

8 commenti Commenta
ilcuculo
Scritto il 6 Agosto 2012 at 13:48

Ancora una volta possiamo continuare a parlare indefinitamente senza arrivare da nessuna parte fino a quando non saremo riusciti a trovare un appiglio solido un punto fermo a partire dal quale fare delle misurazioni attendibili.

e la prima misura di cui abbiamo bsogno è la definizione di un livello di sostenibilità a lungo termine senza che questo significhi tornare indietro ad economie pre-industriali.

Una volta definito quel livello tutto il resto si può misurare a partire da li.

Se uno non sa quanti ne ha in tasca non potrà definire quanto può spendere, allora potrebbe decidere di spendere senza ritegno, tanto fallire per un miliardo o per cento o per mille … meglio fallire per mille
Oppure nel dubbio può decidere di non spendere nulla in attesa di capire cosa succederà domani , anche se magari domani non succederà nulla oppure anche se succederà qualcosa non sarà in grado di capirla.

giobbe8871
Scritto il 6 Agosto 2012 at 13:54

Mazzalai, sei fortissimo. 😉

la mia prima cedola di interessi sta arrivando al tuo conto Andrea.
La prossima ai primi di Settembre.
Te le meriti. 😀
Continua così Capitano.

e da Debora Billi:
“La corruzione è la parte (compenso di mediazione) della generale redistribuzione della ricchezza attribuita alla classe politica, in quanto ha garantito, per via istituzionale, la realizzazione del disegno oligarchico.”

borland
Scritto il 6 Agosto 2012 at 17:06

Ottimo articolo, Andrea, la verità sta nel mezzo.
Siamo controllati indirettamente dalle grandi lobbyes finanziarie, i nostri politici sono svuotati di qualsiasi contenuto, la loro unica storica arte è stata quella di imbonire il popolo bue.
Sono d’accordo con te sul pericolo di politiche eccessivamente liberiste, ma dobbiamo anche raccontare l’organizzazione e l’amministrazione dello “Stato sociale Italiano”, degli ultimi 40 anni.
Cioè una frana .

dorf001
Scritto il 6 Agosto 2012 at 17:20

ciao gente. vorrei rispondere ad un pò di persone. ci provo. intanto x il cuculo. tu che chiedi, giustamente l’impiccagione dei banchieri. beh impariamo dagli iraniani. mica scherzano là. ho trovato un articolino. tratto dall’ linkiesta.it che spesso cita il capitano. questa roba qua.

DARIO RONZONI
linkiesta.it

Il regime iraniano quando si tratta di brutalità non si trattiene. Al termine del processo per lo scandalo finanziario scoppiato nel 2011 per una frode di circa tre miliardi di dollari, Teheran ha condannato quattro degli imputati alla pena capitale. Altri due, all’ergastolo. Ai restanti, pene tra i dieci e i trent’anni di prigione. Oltre che, naturalmente, all’obbligo di restituire il maltolto.In Europa, si lamentano in molti, le istituzioni sono troppo morbide contro banchieri responsabili di frodi e corruzione. Se si mette il naso in Iran, invece, si nota che l’aria è un po’ diversa.

Un tribunale iraniano ha appena condannato a morte quattro persone, per il ruolo giocato in quello che – forse – è stato il più grande scandalo bancario dell’Iran. Una bufera scoppiata a settembre 2011, ma che era cominciata già nel 2007 e che ha travolto banchieri e dirigenti fino a lambire (addirittura) il presidente, Mahmoud Ahmadinejad. Lui, però, si è scrollato di dosso ogni insinuazione.

La truffa ha coinvolto sette banche, sia di proprietà statale che privata, e si basava sulla falsificazione di lettere di credito per i dirigenti della Amir Mansour Arya Investment, compagnia guidata da Mah Afarin Amir Khosrav. I falsi documenti gli sono valsi 2,6 miliardi di dollari di mutui garantiti, destinati all’acquisizione di grandi asset di proprietà statale (ad esempio la Kuzhestan Steel, azienda fra le principali nel settore della produzione dell’acciaio).

Allo scoppio dello scandalo, la polizia ha avuto il pugno di ferro. Diciannove arresti immediati, che sono cresciuti nel tempo fino a diventare 39. Al centro delle accuse, come era ovvio, era Khosrav e altri membri della sua famiglia. Come ha dichiarato Abbas Jafari Dolatabadi, magistrato incaricato dell’accusa, «le attività della Amir Mansour Arya sono un esempio di come una banda di delinquenti ha messo a rischio la sicurezza economica della società». Fatto grave, tanto che il capo d’imputazione per Khosrav è «diffusione di corruzione sulla Terra». Reato che prevede la pena di morte.

E, a quanto pare, così è andata. Secondo le parole del portavoce del Tribunale di Teheran Gholam Hossein Mohseli Ejeli, citato dalla Reuters, quattro dei 39 processati sono stati condannati alla pena capitale, due all’ergastolo e altri a pene che variavano da 10 a 30 anni di prigione. Altro che Libor. Qui coi loro metodi brutali non sono davvero andati per il sottile.

L’unico che, al momento, se l’è cavata, è Mahmoud Reza-Khavari, direttore della banca Melli, considerato uno dei pezzi grossi nello scandalo. Non appena è esploso il caso, Khavari è volato in Canada, forte della sua doppia cittadinanza. «Per motivi di lavoro», hanno detto i suoi portavoce. Sta di fatto che non è ancora rientrato e sembra non avere nessuna fretta. Tutti i tentativi fatti dal ministero e dai magistrati per rimpatriarlo sono falliti. In ogni caso, per evitare ogni equivoco, la polizia internazionale iraniana lo ha inserito nella sua lista dei ricercati. E ora rischia moltissimo.

Dario Ronzoni
Fonte: http://www.linkiesta.it

poi per KRY e Stanziale. lascia stare krugman, capisce poco. non vedo perchè continuate
a guarda all’estero, quando in ITALIA abbiamo sempre avuto un grande, cioè AURITI, che l’ha spiegato benissimo come si fa ad uscire dalla crisi. moneta al portatore. reddito di cittadinanza. cioè redistribuzione corretta. limitare assolutamente la stampa di denaro. SOLO stampare quello che serve. cioè tanti beni = tot soldi. non una lira di più. semplice no??

altra cosa kry. vale x tutti. lo volete capire che il pianeta terra è finito? lo abbiamo già distrutto x un terzo. che vogliamo fare? lo distruggiamo tutto? ma come fa la gente ad essere cosi’ idiota? cosi masochista? evvia con più produzione, più pil. vedetevi sto vecchio video, parte di 3 video, semplice e istruttivo. http://www.youtube.com/watch?v=1IMPi7jA1T4

guardate tutti e 3 i video. non si può andare avanti cosi, con sta idea del cazzo di produrre, produrre, produrre. la cina già ora ha prodotto tanta di quella roba (cianfrusaglie) tanto come 3 pianeti terra.

ripeto: seguite AURITI, altro che krugman. aveva una soluzione x tutto. ora fine dei discorsi.

by DORF

icebergfinanza
Scritto il 6 Agosto 2012 at 17:27

borland@finanza,

Si ineccepibile ma non e ragione per buttar via il bambino con il panno line sporco non credi!

borland
Scritto il 6 Agosto 2012 at 17:52

Si certo, come scrivevo prima, la verità sta nel mezzo.
Le colpe del liberismo e i danni che sta creando sono sotto gli occhi di tutti.
Il processo di globalizzazione silente negli anni 90 adesso è visibile , tangibile in tutta la sua forza
” rivoluzionaria ” e nefasta per le vecchie economie occidentali. Le grandi centrali del credito hanno cambiato orto su cui riversano denari a fiumi, cioè credito.
E’ finito dunque quel vecchio loop del credito che si concentrava sempre agli stessi Stati.
Sono emerse nuove figure, nuovi paesi stanno producendo ricchezza, e stanno combattendo per avere una migliore giustizia sociale. Il mondo, secondo me, è sottosopra in questo momento.
Viviamo tutti nel 2012, ma sociologicamente tra noi e le cossidette economie emergenti, siamo divisi da almeno 100 anni, in materia di ricchezza, conquiste sociali , diritti , etc.
Per quanto riguarda il mal organizzato stato sociale italiano,
Vien da chiedersi:
Come mai lo Stato Sociale tedesco sembra funzionare molto meglio di quello Italiano?.
Forse perchè i teutonici, culturalmente sono un paese più evoluto, dove c’è più il culto della collettività, della giustizia sociale, di una seria solidarietà tra cittadini e istituzioni.
Noi Italiani, un pò di colpe storiche, ideologiche e culturali ce le dobbiamo anche addossare, altrimenti questa crisi non la capiremo mai e non la sapremo affrontare.

giobbe8871
Scritto il 7 Agosto 2012 at 01:45

borland@finanza,

ehi Bor, quando avrai finito di criticare il costume di noi italiani, leggi questo commento del prof. Alberto Bagnai.

Ottima domanda. Le banche centrali che possono intervenire sono diverse nelle diverse situazioni. Nel 1992 la Bce non c’era, quindi la Banca centrale della quale parlo era Bankitalia: gli speculatori attaccavano vendendo lire, e Bankitalia si difendeva acquistandole in cambio di marchi. Così facendo, regalava marchi asgli speculatori, ma difendeva il cambio della lira. Poi Bankitalia finiva i marchi, e la lira doveva svalutare (nel senso che si formava un prezzo che riequilibrava l’eccesso di offerta da parte degli speculatori con la scarsa domanda espressa dal mercato: ma quando il prezzo scende, in acquirente lo trovi…).

Nel 2012 Bankitalia c’è, ma non c’è più la lira. Quando gli speculatori vendono titoli di Stato, Bankitalia non può intervenire per acquistarli perché non ha sufficienti euro e non può stamparli. Dovrebbe allora forse intervenire la Bce, cioè sarebbe lei a dover “difendere” il corso dei titoli nazionali assorbendo l’eccesso di offerta da parte degli speculatori. Per acquistare i titoli la Bce dovrebbe emettere moneta (euro), ma ovviamente i tedeschi non vogliono, perché ciò equivarrebbe a “monetizzare” i debiti del Sud con rischio di inflazione. E dato che i tedeschi sono creditori netti, non vogliono essere rimborsati in moneta inflazionata. Quindi non si fa nulla, e le quotazioni azionarie e i mercati del credito e le economie del Sud si sbriciolano. Dopo di che passeranno (come già stanno facendo) gli avvoltoi.

Sì, in questo caso il punto di rottura dovrebbe essere innanzitutto politico. Un punto di rottura tecnico non so intravederlo, se non forse in un default dello Stato (impossibilità di pagare stipendi, o roba del genere), che comunque per il momento è remoto e che avrebbe comunque innanzitutto il significato di attivare una rivolta politica.

giobbe8871
Scritto il 7 Agosto 2012 at 01:47

i Crucchi non sono gli unici avvoltoi. Ma sono quelli più grossi. :mrgreen: 😈

SOSTIENI ICEBERGFINANZA
Segui IcebergFinanza su
http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/
SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO
IL NOSTRO LIBRO clicca qui
ICEBERGFINANZA NEL MONDO
Articolo dal Network
Guest post: Trading Room #513. Il grafico FTSEMIB weekly continua nella sua corsa rialzista, con u
"Governare è far credere" o forse più, "il fine giustifica i mezzi", ma il significato è chia
Malgrado tutto le tendenze sono mantenute e siamo arrivati ad un passo dal target. E ovviamente ades
Iniziamo con le buone notizie. In Germania, crollano la produzione industriale e i consumi e
FTSEMIB 40 AGGIORNAMENTO DEL 29 FEBBRAIO 2024   Il grafico dei prezzi conferma visivamente
29 febbraio 2024 UNICREDIT Lettura grafica e analisi dei posizionamenti monetaria relativi alla sc
Come vedremo nel fine settimana insieme al nostro Machiavelli, le ultime minute hanno rivelato c
Guest post: Trading Room #512. Il grafico FTSEMIB weekly ha raggiunto vette importanti ma anche un
La trimestrale di NVIDIA stupisce i mercati e il rally continua. Ma allo stesso tempo, il mercato ob
La Cina è un'immensa mina deflattiva esplosa nell'oceano globale, una spettacolare bolla immobi
CONTATORE