TESORO, MI SI E’ RISTRETTO IL DEBITO PUBBLICO E… UNICREDIT!

Scritto il alle 10:27 da icebergfinanza

 

Chi è che non ricorda il professor Wayne Szalinskiche nel famoso film “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi ” inventò un’incredibile macchina in grado di rimpicciolire le cose di ridurre ai minimi termini la realtà…

In Italia invece hanno inventato una macchina in grado di eseguire la moltiplicazione dei pani e dei pesci, altro che rimpicciolire…

Il questore leghista Paolo Franco lo dice senza tanti giri di parole: «Il contratto dei dipendenti di palazzo Madama è fenomenale. Consente progressioni di carriera inimmaginabili. Ed è evidente che contratti del genere non se ne dovranno più fare. Bisogna cambiare tutto». Come può reggere un sistema in cui uno stenografo arriva a guadagnare quanto il re di Spagna? Sembra impossibile, ma è così. Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. ( Corriere della Sera )

O mettiamo mano ai privilegi e ai diritti acquisiti insostenibili o facciamo una rivoluzione!

Per quanto riguarda invece la vicenda Unicredit credo che non ci sia altro da dire tutto quello che doveva essere detto e analizzato è nella Realtà, quello che fa assolutamente impressione è lo sconto…segno di disperazione pura!

Mentre il Mondo intero l’ Europa e in particolare l’Italia, come vedremo in dettaglio nell’analisi dedicata in preparazione per la prossima settimana, si preparano ad affrontare la più imponente ondata di rifinanziamenti della storia, diamo un’occhiata ad alcune leggende metropolitane che girano a proposito delle bolas de toros spagnole…

«In questo momento non bisognerebbe guardare allo spread BTp/Bund bensì al differenziale tra la Spagna e l’Italia, che è salito ai massimi – spiega Nicolas Listorti, analista indipendente di Studio Listorti&Associati, commentando l’attuale trend dello spread decennale italiano -.(Sole24Ore)

Come più volte condiviso se diamo un’occhiata da vicino sotto il pelo dell’acqua la realtà spesso e volentieri è un’altra, una realtà che si è evoluta negativamente accentuandosi ben oltre quello che dimostra questo grafico…

Anche se pragmaticamente il problema sta tutto qui…

Passato lo scoglio di Aprile, molta della strada è tutta in discesa!

Abbiamo però un grande vantaggio rispetto ad altri paesi che nessuno vi racconterà, ovvero la possibilità di rifinanziare larga parte del nostro debito in scadenza quest’anno in mesi nei quali la BCE fornirà liquidità illimitata e in un periodo nel quale non sarà ancora chiaro il livello di recessione dell’economia globale che si manifesterà con tutte le sue conseguenze emotive nella seconda parte dell’anno!

( ANSAmed) Madrid, 2  GEN – Il ministro spagnolo per l’economia e la competitività, Luis de Guindos, ha assicurato oggi che il deficit pubblico per il 2011 potrebbe anche sforare l’8% del Pil, rispetto al 6% fissato dagli obiettivi di stabilità finanziaria, seppure “di non molto”. In  dichiarazioni radiofoniche alla Cadena Ser, de Guindos ha sostenuto che “è possibile che si superi l’8%, ma spero non di molto”, ha osservato in riferimento al deficit, attribuendone l’aumento al mancato raggiungimento degli obiettivi di contenimento da parte delle comunità autonome.  In quanto alle misure approvate dal governo per un primo taglio di 8,9 miliardi di euro del deficit, fra le quali l’aumento dell’Irpef, che era stato ecluso dal neo premier Mariano Rajoy durante la campagna elettorale, de Guindos ha assicurato: “Se non le avessimo adottate, ce le avrebbero imposte altri da Bruxelles”. Il ministro ha anticipato anche che l’esecutivo del PP ha un’agenda molto fitta di riforme per le prossime settimane e i prossimi mesi.

Inutile perdere tempo a ricordare la situazione economico/finanziaria spagnola e le devastazioni dell’uragano immobiliare che ha spazzato via ben oltre il 50 % delle illusioni di crescita spagnole fondate sul mattone, ma se qualcuno volesse sforzarsi di fare un paragone tra il tessuto manifatturiero italiano e spagnolo consiglio di lasciar perdere non c’è storia!

La scorsa settimana il professor Giacomo Vaciago ha dichiarato che tra sei mesi l’Italia sarà come la Spagna… Il governo Monti ha bisogno di tempo per riconquistare la fiducia dei mercati…“I mercati aspettano di vedere le misure del governo Monti sulla crescita e preferiscono investire a breve. Per questo il Tesoro non dovrebbe insistere sui titoli decennali.”

È l`opinione di Giacomo Vaciago, docente di economia presso l`Università Cattolica.

(…) l`Italia è in una situazione molto diversa da quella della Spagna, dove Mariano Rajoy gode di una maggioranza ampia e quindi non ha problemi a portare avanti il programma. Monti invece non può dare per scontato che una certa misura sia approvata. Per questo i rendimenti dei titoli di Stato spagnoli sono sensibilmente inferiori a quelli italiani.

L`Italia deve ricostruire un patrimonio di credibilità, un percorso che non si può completare in pochi mesi. Stavolta il vantaggio è che, non essendo l`attuale governo espressione di specifiche parti politiche, difficilmente vedrà il proprio lavoro smantellato da chi verrà dopo, a differenza di quanto accaduto nelle ultime legislature. Un gioco delle parti che ha minato non poco la credibilità del Paese agli occhi degli investitori internazionali. Nel frattempo i mercati prediligono le scadenze più brevi, in attesa degli ulteriori sviluppi sul fronte politico.

E veniamo a quello che mi interessa farvi notare a proposito del nostro debito pubblico di cui abbiamo tanto parlato in questi mesi…

Il Tesoro ha a disposizione due strade alternative: può ridurre la durata media del debito per approfittare di tassi più bassi sulle scadenze più brevi, oppure accettare tassi più alti e mantenere alta la vita media del debito, che oggi è di 7 anni e mezzo. Guardi che solo negli ultimi dieci anni la durata del debito è arrivata a questo livello, tra l`altro superiore alla media dell` Eurozona. Prima non superava i tre anni. E anche in Francia e Germania sono molto frequenti le emissioni di titoli triennali se non di durata più breve. Non vedo un vero motivo per cui Monti e Grilli debbano insistere a emettere Btp decennali.

Se sul mercato c`è una abbondante liquidità sulle scadenze brevi, meglio approfittarne.

Si, peccato che Mrs Debito ovvero Maria Cannata, direttrice della direzione del nostro debito pubblico, quindi non una persona qualsiasi la pensi in maniera diversa…

E perchè allora non pensare a un BTp a due anni per fare concorrenza allo Schatz tedesco? «No, non è previsto», risponde alla domanda secca. «Un nuovo BTp a 24 mesi rischierebbe di cannibalizzare le emissioni dei CTz e dei BTp triennali: avremmo un titolo in meno e la vita media del debito, attualmente di poco superiore ai 7 anni, si ridurrebbe. Non ci conviene». La durata finanziaria del debito pubblico è di cinque anni: il roll over va calcolato su un arco quinquennale. «In base alle analisi di sensitività, dopo tre anni il debito assorbe il 50% dell’impatto del rialzo dei tassi». Il Sole 24 Ore

Io non ho alcuna idea delle dinamiche di rollover risk ( Rischio di rinnovo ) o di financial risk management che stanno dietro le affermazioni della signora Cannata al di la della visione statica di quello che è il nostro debito pubblico.

Credo che al Tesoro si siano vagliate sino in fondo tutte le strategia per poter intervenire sulle caratteristiche proprie del debito evitando nel contempo di rischiare di erodere i margini dello stesso plafond di debito e quindi nella capacità dei suoi funzionari di definire nei dettagli i flussi finanziari necessari e la loro durata in maniera di sfruttare a vantaggio proprio il movimento non solo presente ma anche futuro della curva dei tassi di interesse che oggi non ha nulla a che vedere con i fondamentali del nostro Paese.

Francamente non so come accoglierebbero i mercati l’idea di rifinanziare 450 miliardi di euro a scadenze brevi, da l’impressione di rinviare il problema al giorno dopo senza affrontare la realtà.

Ma diamo un’occhiata a quanto scrive Mario Seminerio su l’Inkiesta…

Oggi giornata trionfale per le aste dei Bot dell’Eurozona. Rendimenti  prossimi allo zero, le tesorerie bancarie colpiscono ancora. A questo punto, la  domanda sorge spontanea: abbiamo forse trovato l’uscita di sicurezza?

Oggi sono stati collocati titoli a breve e brevissimo termine,  l’equivalente dei nostri Bot, in alcuni paesi europei: da quelli che  fanno parte dell’antica “area del marco” (Olanda), a quelli che continuano ad  essere indecisi tra finire esplodendo o con un sospiro (Belgio), per finire con  quelli che andrebbero benissimo nella categoria “vorrei ma non posso”, cioè  quelli che voglion fare i teutonici ma sono latini (Francia).

Le cose sono andate benissimo per tutti: la Francia ha  collocato il 3, 6 e 12 mesi rispettivamente a 0,023%, 0,074% e 0,136%. Il Belgio  ha collocato il Bot a 105 giorni ad un rendimento dello 0,264%, e quello a 161  giorni a 0,364%. Siamo ai minimi degli ultimi 18 mesi. Medaglia d’oro  all’Olanda, che ha collocato carta a 85 giorni al rendimento di zero, e quella a  357 giorni allo 0,05%.

Si conferma quindi che la mega iniezione di liquidità della  Bce sta venendo utilizzata dalle tesorerie bancarie anche per  sottoscrivere debito sovrano a brevissimo termine. Come già segnalato, questo  debito implica minore rischio di minusvalenze, vista la duration molto  ridotta, e rischio di credito e stigma pressoché nulli a differenza  dell’investimento in titoli di stato a medio e lungo termine. Niente incagli o  titoli che svaniscono come neve al sole dopo pochi mesi, senza bisogno di  liquidazioni forzate su mercati che non assorbono.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: non si potrebbe  rifinanziare in Bot tutto o quasi tutto il debito sovrano in scadenza, visto che  il suo costo è così contenuto? In un universo normale la risposta sarebbe una  grassa risata. Esiste una cosa chiamata rollover risk: al  ridursi della vita media dello stock del debito, il rischio che i creditori  alzino il sopracciglio a ogni notizia negativa sul debitore (e fuggano nei casi  più estremi) aumenta in modo esponenziale.

Certo, ma questo, come detto, accade in un universo normale.  Cosa accadrebbe, invece, in un universo in cui la Banca Centrale Europea si  inventasse delle aste di liquidità a tasso quasi nullo e per durata pluriennale,  e magari promettesse di proseguire su questa strada a tempo indeterminato?  Accadrebbe che i debitori sovrani potrebbero emettere moltissimo debito a tassi  prossimi allo zero, e il mercato chiuderebbe (forse) entrambi gli occhi sul  gigantesco rollover risk così costruito. In attesa che, in un modo o  nell’altro, la situazione si normalizzi e “passi la nuttata” di una recessione  destinata a picchiare molto duro, e a risolversi con molti anni di vacche  magre.

Fantafinanza? Forse. Ma viviamo in un’epoca in cui la creatività dei  banchieri centrali è risorsa più preziosa che mai. La Bce, finanziando  i sovrani, eviterebbe di violare i trattati e gli stati attraverso il canale  bancario, riuscirebbero a restare solvibili, riducendo l’onere del nuovo debito.  Se sembra troppo bello (e maledettamente azzardato) per essere vero, è perché è  proprio così. Ma al punto in cui siamo, fantasticare di porre fine a questo  incubo infinito non dovrebbe essere vietato.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/bot-asta-debito#ixzz1iT0LNgXL

Si troppo bello per essere vero e maledettamente azzardato, non farebbe altro che rimandare il problema, riproponendo l’eco della storia quando ai tempi della crisi del Mississippi un certo John Law che i lettori del mio libro ben conoscono finanziava illimitatamente la corte di Francia…

”  Come ricorda John Kenneth Galbraith, Law in quei primi sei mesi aveva fatto senz’altro qualcosa di utile. La situazione finanziaria del regno era migliorata, le attività commerciali e finanziarie si stavano risvegliando da un lungo inverno e, di lì a poco, molte filiali della banca furono aperte in tutto il Paese. La banca assunse il nome di Banque Royale e divenne la prima banca privata al mondo. «Se Law si fosse fermato qui, sarebbe ricordato per il suo modesto contributo alla storia della banca. Il capitale in contanti sottoscritto dagli azionisti sarebbe stato sufficiente a soddisfare tutti i detentori di banconote che avessero cercato di convertirle […]. Ma forse nessun uomo, dopo una partenza così promettente, sarebbe stato capace di fermarsi» Il senso del limite e il buon senso, anche in questo caso, vennero a mancare. Non bastavano più i depositi e le sottoscrizioni degli azionisti: per moltiplicare l’afflusso di denaro Law non esitò a …

Il resto della storia lo potrete trovare nel mio libro e vi assicuro che il finale è sempre quello dalla notte dei tempi!

Ma torniamo a noi, il professor Vaciago ci dice anche che …

Oggi un Paese esposto ha due modi per scoraggiare gli attacchi della speculazione: ricorrere all`intervento del fondo salva-Stati, al quale oggi contribuisce anche il Fmi oppure un intervento diretto sul debito. D. Per esempio cedendo parte del patrimonio pubblico? R. Sarebbe una mossa molto efficace, soprattutto il piano oggi allo studio di conferire alcuni cespiti dello Stato in appositi fondi di investimento le cui quote sarebbero sottoscritte dal pubblico in cambio di Bot e Btp.

Attenzione perchè si parla sempre più spesso di questa soluzione anche in ambienti ben informati… come abbiamo già visto!

La trasformazione del debito in equity è una soluzione cui si è fatto ricorso molto altre volte in passato, anche con buon successo.E taglierebbe le gambe alla speculazione, il cui scopo è quasi sempre quello di ricomprare a prezzo più basso i titoli venduti allo scoperto. Ma se quegli stessi titoli vengono rimossi dal mercato il giocattolo si rompe.

Si il giocattolo si rompe…o meglio si è già rotto, la fantasia è al potere posticipando l’inevitabile. Quello che è certo è che non c’è soluzione al debito, lo dice la storia.

Fallita l’idiozia dell’inflazione, cancellando l’ipotesi della crescita e della riduzione del debito sotto il livello della crescita stessa non resta che la ristrutturazione e il fallimento di ciò che non è sostenibile, anche se noi sappiamo che in Italia…

L’unica cosa che non dobbiamo assolutamente fare è quella di farci aiutare dal Fondo Monetario Internazionale…dai sicari dell’economia!

Ma di questo ed altro ne parleremo nel post in preparazione la prossima settimana, per tutti gli amici e sostenitori di Icebergfinanza, per coloro che lo vogliono sostenere anche economicamente, osserveremo da vicino probabili iceberg e stelle polari del 2012, un anno che passerà alla storia in una maniera o nell’altra, un anno decisivo per la futura intensità della tempesta perfetta, una tempesta che ci accompagnerà ancora per qualche anno, al di là dell’immaginazione dei mercati finanziari e della gente comune. ORIZZONTE 2012…SENZA DIMENTICARE LA STORIA!

4 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 4 Gennaio 2012 at 11:59

Francamente questo tuo post e quello di DT di oggi cui allego il link sono di un valore che raramente si trovano sui blog e mai gratis. State svolgendo un grande lavoro, prezioso anche x chi come John Ludd qualche rudimento in materia lo ha appreso in questi utimi 15 anni. Ciao.

http://intermarketandmore.finanza.com/alert-ted-spread-e-sp-500-39439.html

john_ludd
Scritto il 4 Gennaio 2012 at 14:50

Andrea ti lascio un link che dovrebbe attrarre la tua attenzione. Dice cose che scrivi da tempo e le dice bene.

The Corporate Psychopaths Theory of the Global Financial Crisis
Clive R. Boddy

http://www.springerlink.com/content/9072633443675517/

john_ludd
Scritto il 4 Gennaio 2012 at 14:56

Scusa il documento è scaricabile solo a pagamento. Qui ne parla però diffusamente:

http://www.washingtonsblog.com/2012/01/psychopaths-caused-the-financial-crisis-and-they-will-do-it-again-and-again-unless-they-are-removed-from-power.html

Mi fa piacere che l’argomento venga trattato in questi termini. Sostengo nella mia modestia, e ne ho scritto in qualche post, che la società attuale realizza un processo di “selezione avversa” che se non corretta ci porterà all’ecatombe. In fondo è una delle componenti essenziali del fascismo: la selezione dei peggiori.

paolocogorno
Scritto il 4 Gennaio 2012 at 23:43

questo post è veramente un Masterpiece grazie Andrea

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