IDENTITA' E CRISI GLOBALE: CRISI DI IDENTITA' e DI VALORI!

Scritto il alle 11:27 da icebergfinanza

Identità e crisi globale, io direi crisi di identità e di valori, identità locale e reti di economia solidale che non vogliono necessariamente rinnegare la globalizzazione, in quanto una globalizzazione sostenibile, una globalizzazione che passa dal confronto e dal commercio equo e solidale è un’occasione irripetibile per valorizzare le risorse umane e rispettare la dignità di un essere umano.

Per una volta vi chiedo, nei commenti, di lasciare fuori la crisi attuale e i mercati per occuparci di questioni che scendano nelle viscere di questa crisi!

Un’economia di fatti che spazzi via il fiume di parole fine a se stesso!

" Ho  come la sensazione che l’economia basi le sue leggi su presupposti che ignorano gli esseri umani. Tratta gli uomini come macchine e nega gli elementi essenziali della natura umana. Considera gli imprenditori come uomini dalle capacità eccezionali e così ignora le potenzialità della gran massa dell’umanità. L’economia ama definirsi come una scienza sociale ma non lo è! Parla di lavoro e manodopera, non parla di uomini , donne e bambini quindi non può ignorare l’ambiente che pretende di analizzare!”

Yunus sostiene che ogni essere umano ha creatività straordinarie e formidabili capacità.

Io credo che ognuno di noi sia la "  la mano di Dio " sulla terra, ma alle volte non ce ne accorgiamo e ci rifugiamo nella nostra miseria, passando il tempo a lamentarci e piangerci addosso, ad annullarci piuttosto che esaltarci.

La disperazione indebolisce la vista
e chiude il nostro orecchio.
Non vediamo altro che gli spettri del fato,
e udiamo solo il battito
del nostro cuore inquieto.

Gibran

Confesso di avere provato un pò di delusione scorrendo il programma del festival, delusione rispetto alla mancanza di un argomento che io ritengo essenziale per attenuare e ridurre gli effetti delle prossime crisi economiche e finanziarie, l’assenza dell’aspetto etico, una crisi di valori, la mancanza di un’alternativa reale, altra economia o finanza etica.

Non servirà a nulla cercare di cambiare la finanza e l’economia, attraverso regole, commi o leggi, nulla; è come insegnare a guidare ad un ragazzo, il rispetto delle regole, del codice della strada, insegnarli come si usa il cambio, la frizione, il volante, ma se qualcuno non li ha mai insegnato il rispetto della sacralità della vita, l’ebrezza della velocità prima o poi prenderà sempre il sopravvento e prima o poi travolgerà l’esistenza di un’altro essere umano in una metafora perfetta.

Serve più cultura finanziarie ed economica, serve per poter affrontare le tempeste dell’economia con gli strumenti navali che aiutino a scorgere consapevolmente i pericoli, ma ci vuole una rivoluzione culturale e sociale a partire dalla FAMIGLIA, dai valori di questa società, senza le radici l’albero non cresce!

Comunque sia il festival offre occasioni di confronto e di crescita culturale molto positive.

Non si tratta di sconvolgere il sistema economico sostituendolo con quello alternativo, è un processo di lunga durata in atto, un processo silente che in alcuni paesi europei sta integrandosi in maniera più dinamica e energica che nel nostro paese, ma mille realtà stanno nascendo, anche se bisogna imparare a distinguere

IL FESTIVAL DELL’ECONOMIA IN PIAZZA…. QUI

Laboratori, giochi, incontri, eventi culturali
Tanti gli appuntamenti per ogni gusto ed età nel cuore del capoluogo trentino

La presenza di una "piazzetta" dell’ Altraeconomia e alcune occasioni di confronto non mancheranno!

La Piazzetta dell’Altra Economia è una vetrina dell’economia solidale trentina, dove puoi incontrare produttori e venditori, accomunati dalla convinzione che si può lavorare e produrre mettendo al centro le persone e l’ambiente.

Piazza Fiera si trasformerà nella piazzetta dell’altra economia, una vetrina per un modello di mercato sostenibile, rispettoso dell’ambiente e delle persone. In programma incontri per tutti i gusti. Dalla riflessione sui GAS, i gruppi di acquisto solidale, al dibattito sulle reti di economia solidale in Italia e in Trentino. Dai laboratori del gusto, al bioristoro con prodotti biologici trentini e del commercio equo e solidale. Tra le altre iniziative “Scuola Rudolf Steiner: una lezione aperta al pubblico” a cura dell’Associazione Pedagogica Steineriana di Trento e “Battere la crisi con il cervello: l’ALTRACARD” a cura di Bilanci di Giustizia.
Piazza Fiera sarà anche punto di riferimento per chi vorrà visitare il Festival in bicicletta. Verrà infatti allestito il “Bicigrill del Festival” un punto di noleggio gratuito e da qui partirà l’ormai famosa “Biciclettata del Festival”.
Da non dimenticare infine che proprio in questa piazza sarà allestito il maxi schermo sul quale verranno trasmessi in diretta tutti gli eventi più importanti.

Il presidente della provincia Dellai, nella presentazione, ha detto una frase che riassume il senso di questa nostra avventura nel contesto della crisi….:" La vera contrapposizione è tra paura e conoscenza. La crisi può produrre una regressione culturale. "

In fondo il nostro viaggio, la nostra avventura è navigare attraverso l’oceano della Conoscenza per giungere all’isola della Consapevolezza!

Raggiungere la consapevolezza non significa necessariamente avere raggiunto la meta finale, significa solo avere gli strumenti per decidere cosa fare della nostra vita, significa poter scegliere da che parte stare, significa decidere se essere protagonisti sul palcoscenico della nostra vita o semplici comparse!

La farfalla che svolazza intorno alla lampada finchè non muore
è più ammirevole della talpa
che vive in una galleria oscura.

Gibran

La conclusione del festival si avrà presso il Teatro Sociale con il tema " Il mondo dopo la crisi " dopo un bagno di parole, confronti e tavole rotonde, come da tempo sostengo è ora di passare ai fatti, questa è un’occasione irripetibile di cambiamento, molte realtà cambieranno, ora tocca a noi decidere in che economia vogliamo vivere, la nostra arma "letale" è il consumo, quella "nucleare" è la consapevolezza, un’arma terrificante che spaventa il sistema.

Oggi è anche l’anniversario della " Liberazione " un momento epico per le nostre libertà e la nostra democrazia, non quella attuale, la democrazia del controllo, la democrazia dei furbi, dei forti, degli scaltri, di coloro che venderebbero l’anima e la madre per il profitto, ma la democrazia di uomini e donne che credono nella responsabilità e nella solidarietà e che lottano per un mondo nuovo, equo e solidale, rinunciando al superfluo, uomini e donne che rispettano le identità e le culture, che mettono l’uomo al centro dell’universo e vedono il profitto come un pianeta qualsiasi dello stesso universo!

" Se è vero che gli individui in realtà, perseguono incessantemente e senza compromessi solo il loro ristretto interesse personale, allora la ricerca della giustizia verrà intralciata a ogni passo dall’opposizione di tutti coloro che abbiano qualcosa da perdere dal cambiamento proposto. Se invece gli individui, come persone sociali, hanno valori e obiettivi di più vasta portata, che includono  la comprensione per gli altri e un impegno verso norme etiche, allora la promozione della giustizia sociale non dovrà necessariamente fronteggiare un’incessante opposizione a ogni cambiamento."(Amartya Sen) 

Inoltre ora cercherò di condividere con Voi,  alcuni incontri che in maniera soggettiva reputo essere molto interessanti per una visione complessiva ed una crescita culturale, senza nulla togliere ad altri avvenimenti. 

Questi sono alcuni appuntamenti che rispecchiano la mia filosofia alternativa:

DOMENICA 31 MAGGIO ore 10:00 Facoltà di Sociologia

ALLA BORSA DELLA FELICITÀ: ANDAMENTO LENTO COME OPPORTUNITÀ PER IL BUONVIVERE

a cura di Cittaslow International e Camera di Commercio di Trento

La cosiddetta "economia della lentezza" è parte integrante della sfida “slow” al produttivismo. Le 110 Cittaslow collegate a Slow Food promuovono la “qualità del vivere”. La piccola città “impronta” la metropoli riscoprendo le specificità dei territori; valorizza l’identità, coniugando passato positivo e l’oggi tecnologico.

DOMENICA 31 MAGGIO ore 18:00 Facoltà di Sociologia

RETI DI ECONOMIA SOLIDALE: UNA RISPOSTA LOCALE ALLA CRISI GLOBALE

a cura a cura di Trentino Arcobaleno – per un distretto di economia solidale
interviene: EUCLIDES MANCE

Le Reti di Economia Solidale nascono in Brasile negli anni ’90 per dare una risposta concreta ai bisogni delle persone e come strumento di affermazione di un’altra economia, locale, sostenibile. Una proposta alternativa per affrontare positivamente l’attuale crisi globale.

LUNEDI 1 GIUGNO ORE 10.30 incontri con l’autore Biblioteca comunale

IL VOTO NEL PORTAFOGLIO. CAMBIARE CONSUMO E RISPARMIO PER CAMBIARE L’ECONOMIA

a cura Casa editrice Il Margine
LUNEDI 1 GIUGNO ORE 17.00 Castello del Buonconsiglio

LE CRISI ALIMENTARI IN UN MONDO DI DISEGUAGLIANZE

a cura Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale
interviene: JAYATI GHOSH

Scelte nazionali e competizione globale: una prospettiva indiana

L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari ha fatto lievitare del 25% la spesa per le importazioni nei Paesi in via di sviluppo. L’economia mondiale non sarà più la stessa per un po’. Cos’ha rappresentato il boom economico per la maggioranza della popolazione mondiale? Ha attinto con rapacità dalle risorse naturali e la gran parte della popolazione dei paesi in via di sviluppo non ci ha guadagnato. Ridurre le diseguaglianze non sarà facile.

LUNEDI 1 GIUGNO ORE 18.00 confronti Facoltà di Sociologia

ECONOMIE SOLIDALI E COOPERAZIONE: IL CASO ECUADOR

a cura Federazione Trentina della Cooperazione
introduce: DIEGO SCHELFI

Il caso dell’Ecuador rappresenta un’assoluta novità. La nuova Costituzione, recentemente approvata, sancisce, accanto all’economia pubblica e all’economia capitalistica, il riconoscimento dell’economia solidale. All’interno della quale trovano spazio le imprese cooperative, il commercio equo, la finanza etica, le organizzazioni dei campesinos, le minoranze etniche. Un variegato insieme di esperienze e di buone pratiche volte alla promozione della partecipazione socio-economica, della protezione sociale e dello sviluppo delle potenzialità personali.

SABATO 30 MAGGIO ORE 18:30 Castello del Buonconsiglio

OLTRE LA MONETA E IL MERCATO: IDENTITÀ E RETI SOCIALI NELL’ECONOMIA

introduce: TOBIAS PILLER

Molte attività economiche – l’acquisto o la vendita di beni, l’investimento, le assunzioni e i licenziamenti – sono plasmate dalle relazioni sociali e avvengono nel contesto di norme e culture. La scelta della propria identità, di chi si è, rappresenta forse la decisione economica più importante che si compie nella propria vita. I limiti imposti a questa scelta dalle divisioni sociali possono rappresentare le determinanti più importanti del benessere degli individui. C’è chi guadagna e chi perde da questi vincoli. Vedremo chi e perché.

NOVITA’ DI QUEST’ANNO SONO i TRIBUNALI DELLA CRISI
il tribunale della crisi
12:00

PROCESSO AGLI ECONOMISTI

Presidente MASSIMO GAGGI
Accusa ROBERTO PEROTTI
Difesa LUIGI GUISO

il tribunale della crisi
12:00

PROCESSO AI CONTROLLORI E AI POLITICI

Presidente MASSIMO GAGGI, accusa LUIGI SPAVENTA, Difesa PIER CARLO PADOAN e ANDREA PRAT 

 

il tribunale della crisi
12:00

PROCESSO ALLA FINANZA

Presidente MASSIMO GAGGI
Accusa MARCO ONADO
Difesa LUIGI ZINGALES

Ora facciamo un salto nella crisi attuale sia culturale che esplorativo………
SABATO 30 MAGGIO ore 10.00 le parole chiave Facoltà di Economia

MUTUI SUBPRIME

introduce: FLAVIO BAZZANA

I mutui subprime sono all’origine della crisi. Ma cosa sono effettivamente? E quali problemi comportano?

SABATO 12 MAGGIO ore 12.00 confronti Palazzo Calepini

UN’IMPRESA PIÙ SOCIALE DOPO LA CRISI?

a cura Associazione OSIS Bepi Tomai-Osservatorio sull’impresa sociale
introduce: TITO BOERI

Ragionare sul futuro è interpretare il presente. La crisi  tocca le Imprese Sociali e molti attori del Terzo Settore, ma il suo superamento passa attraverso un diverso ruolo della economia di cui essi sono portatrici. Questo mondo per vocazione promuove cooperazione tra gli attori, valorizza l’identità locale, genera capitale sociale. Questo valore è indispensabile per uscire rafforzati dalla crisi.

SABATO 30 MAGGIO ORE 16.30  a viva  voce Facoltà di Economia

DAI MUTUI SUBPRIME AL CONTAGIO GLOBALE.

intervengono MARKUS BRUNNERMEIER (in collegamento video) e gli economisti de lavoce.info

DOMENICA 31 MAGGIO ore 12.00 incontri con l’autore Biblioteca comunale

SOS ECONOMIA. LA CRISI SPIEGATA AI COMUNI MORTALI

a cura EDITORI LATERZA
ne discute: LAURA STRADA
DOMENICA 31 MAGGIO ore 15.00  Palazzo Geremia

NORME, SENTIMENTI E COMPORTAMENTI ECONOMICI

introduce: LORENZO SACCONI

Numerosi concetti della psicologia e della sociologia sono assunti dagli economisti nelle loro analisi delle motivazioni dei comportamenti individuali e dell’organizzazione economica. Idee che sono state latenti tra gli economisti per più di un secolo riemergono in una moderna teoria economica, che risulta così meno isolata dalle altre scienze sociali.

DOMENICA 31 MAGGIO ORE 21.00 Teatro sociale

CAPITALISMO IRRESPONSABILE

Da un crac all’altro, la costante è la socializzazione delle perdite provocate da manager incompetenti e disonesti. Nei tempi di vacche grasse, il top management incassa stock option e bonus stratosferici. Quando le aziende sono rovinate, il conto passa alla collettività. Si stravolge così tutto il sistema di incentivi e deterrenti che è l’abc dell’ economia di mercato. La selezione operata dalla concorrenza viene falsata annullando il principio di responsabilità.

 

Ora un argomento che potrebbe risultare interessante anche in prospettiva, per conoscere il futuro dell’economia che tratterò nel mio prossimo post dedicato ai sostenitori di Icebergfinanza dal titolo:

DEFLAZIONE_vs_INFLAZIONE:TORNEO_MEDIEVALE! 

Da Martedi sarà possibile lasciare un libero contributo anche tramite bonifico bancario su Banca Etica!

Tito Boeri nella presentazione ha sottolineato come il debito dovrà essere ridotto e a questo scopo gli Stati Uniti potrebbero ricorrere all’inflazione, ma che sarebbe un’uscita che ridurrebbe le possibilità di investimento.

Io credo che le implicazioni sarebbero molto più gravi come allo stesso tempo gravi sono quelle di una dinamica deflativa, di una deflazione da debiti, ma questa è la realtà, il resto sono chiacchere!

LUNEDI 1 GIUGNO ORE 16:30 Facoltà di Economia

COSA CI HA INSEGNATO LA CRISI GIAPPONESE

ANIL KASHYAP, in collegamento, e gli economisti de lavoce.info

 

Una visione della natura umana, della psicologia dei comportamenti umani, che non passa necessariamente dalle mie visioni di un sistema etico, promosso da comportamenti etici è inoltre nelle pieghe di questo festival, tanti altri incontri ancora da scoprire nel PROGRAMMA forse un oceano di parole inutili specialmente se non seguite dai fatti e da comportamenti coerenti, la Storia siamo noi, il sistema è potere e controllo, ma noi abbiamo la possibilità di cambiare le nostre realtà, dal basso, rivoluzioni silenziose da basso senza nessuna pretesa di cambiare il mondo oggi, qui e subito.

Buon Festival a tutti ma specialmente, buona Consapevolezza alle Vostre vite!

Andrea

34 commenti Commenta
Scritto il 25 Aprile 2009 at 10:41

Dal programma…
ORE 18:00
Palazzo Calepini (Trento)
Pierluigi Bersani, Aldo Bonomi, Marco fortis; Giuseppe Roma
TERRITORI e PMI: UNA SCOMMESSA CONTRO LA CRISI

Il ruolo e l’ importanza del sistema delle piccole e medie imprese che oggi, forti della loro capillare diffusione sul territorio, potrebbero divenire, se sostenute da provvedimenti di rilancio, l’elemento propulsore per aiutare il paese ad uscire dalla crisi.

Sogno o sono desta…una banderuola al vento…si muove meno…

Ora si parla di…
“ruolo e importanza del sistema delle piccole e medie imprese che oggi, forti della loro capillare diffusione sul territorio..potrebbero..”cosa..?
…ma…
se non ricordo male…e non ricordo male…pochi anni fa questa capillare diffusione sul territorio veniva tacciata di nanismo…e adesso saremo l’elemento propulsore…!!!
Bella scoperta…dovevamo, ci veniva detto, perché piccole, sparire in nome di un’ utopica globalizzazione…accorparci….ad organismi più grandi di noi o a cooperative. ..per sopravvivere… perdendo la nostra identità…ma chi ha resistito al canto delle sirene..chi non si è indebitato per perseguire un effimero miraggio globale, ora….sopravvive….e non molla..
Ma non certo grazie a provvedimenti di rilancio…che scusate…ne ho visti ben pochi…e ben poco è arrivato…si sopravvive perché c’ è un’ attento monitoraggio del rischio, e non solo quello…E si…eravamo e siamo considerati obsoleti perché non ci occupiamo di alta finanza, ma solo del nostro lavoro e manteniamo, per quanto possibile, gli impegni presi, rispettando le scadenze e pagando cash!.
E…comunque rispondiamo sempre in prima persona del nostro operato e dei nostri impegni, siano essi lavorativi od economici.
Il probelma nascerà quando verrà meno questa voglia di rischiare…tanto per cosa…chi me lo fa fare!!? Quel momento è già arrivato…

Seguirò gli interventi a taglio socio-psicologico…li trovo molto più concreti e stimolanti..
Ciao, Valentina

utente anonimo
Scritto il 25 Aprile 2009 at 11:57

Montecristo:

Nei tuoi post Andrea, trovo una saggezza incredibile,frasi profonde, pensieri sublimi e un senso di altruismo senza precedenti.Un saluto

Quando esce il tuo libro?

Scritto il 25 Aprile 2009 at 12:12

Grazie Montecristo ….se tutto va bene a ottobre!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 25 Aprile 2009 at 14:19

Montecristo

fonte Ansa:

Rimandata produzione nuova Ypsilon, se ne parla nel 2011 e forse non qui.
E dicono che tutto và bene!

utente anonimo
Scritto il 25 Aprile 2009 at 17:52

Bersani & co. sono semplicemente animali politici.
Vanno dove tira il vento ed i loro padroni. Occorre sempre pensare a chi portano l’acqua. Inutile farsi illusioni su questa gente.
Occorrerebbe riflettere su cosa sia una cooperativa in Italia e in cosa consista l’assenza della lucratività e l’essenza del vantaggio cooperativistico… e il regime fiscale agevolato.

Tutto è truccato, tutto è taroccato. Inutile farsi illusioni avendo a che fare con questi signori

Buona serata a tutti
Daniele

utente anonimo
Scritto il 25 Aprile 2009 at 18:45

Una luce in più

Sulla prima pagina di Repubblica Giovedì hanno inserito una bellissima immagine un “Planisfero notturno” dove componendo le immagini della terra di notte prese dai satelliti si può costruire una mappa dello sviluppo seguendo la mappa della luce.
Sarebbe interessante trasformare l’immagine fissa in un filmato accelerato facendolo iniziare un secolo fa quando con l’eccezione di qualche piccola lucina nelle grndi metropoli, Londra, Parigi, New York, Vienna, San Pietroburgo..
avremmo avuto solo buio. In fondo solo cento anni fa, i nostri nonni erano già nati.
Pochi secondi per ogni anno ed in qualche minuto vedremmo la luce accendersi piano in tutta Europa e negli USA poi sempre più velocemente anche il Giappone e sempre più intensamente, mentre altre aree emergono dall’oscurità, oramai in tempi recenti la Cina orientele, il sud est asiatico, qualche lampo in nord africa ed in medio oriente in america latina.

La domanda che mi viene è sempre la stessa, dove si può porre l’asticella di un’economia Etica perchè si possano accendere ogni giorno nuove luci nel buio senza spegnere quelle che sono già accese.
Forse non è un problema solo di distribuzione o solo di sviluppo, è un problema di distribuzione dello sviluppo.

Dobbiamo capire come favorire lo sviluppo di chi è ancora alla candela, quali comportamenti quali consapevolezze ci servono. Certo basta cercare per trovare, basta guardare per vedere, ma non è facile capire come questo
diventa vita quotidiana.

Commercio solidale:
Quando comperiamo una camicia di cotone quello che spendiamo cosa paga? il lavoro dei bambini che hanno lavorato nei campi di cotone in Egitto, il lavoro delle ragazze nelle tessiture in nord africa o l’assemblaggio in Vietnam,
il trasporto, l’importatore, la pubblicità il “brand”, il negozio.
Il costo all’origine del manufatto è trascurabile rispetto a tutto il resto, ma al cittadino eticamente sensibile viene chiesto di pagare “un po’ di più” per retribuire correttamente il lavoro di chi realizza il manufatto.
Tutto giusto ma il margine, spesso abnorme, della filiera di distribuzione deve rimanere inalterato?
Ecco io credo che per accendere una luce nel buio dobbiamo accendere le nostre menti, cercare informazione e diffondere informazione su cosa comperiamo, su come spendiamo i nostri soldi e capire nelle tasche e nelle mani
di chi vanno, poi dobbiamo scegliere.
Ancora una volta solo internet con la sua libertà di generare contatti potrà favorire questa rete di informazione, dall’informazione ufficiale non arriverà nulla di utile, anzi il contrario.
Ecco che la nostra luce, la luce del nostro PC connesso in rete può aiutre ad accendere nuove luci in futuro.

ad maiora
Il Cuculo

Scritto il 25 Aprile 2009 at 19:31

Si…Il Cucolo stai parlando di consumo critico e sviluppo sostenibile… nulla di semplice e scontato come possa sempre…mi è piaciuto particolarmente questo tuo commento, ha un che di diverso…
un “bella luce”!…:-) 🙂
Buona Serata
Valentina

utente anonimo
Scritto il 25 Aprile 2009 at 21:31

Certamente Il Cuculo e Valentina, non possiamo rinunciare alle più importanti conquiste dell”ultimo secolo, come ad esempio l’energia elettrica…ed alla luce.
Ma in un mondo pieno di false ed illusorie “luci” diventa sempre più difficile trovare la strada giusta. Come posso essere sicuro che tutto il mondo del solidale sia autentico??? in un mondo guidato da profitto….io ci proverò ugualmente.

Un saluto

SD

Scritto il 26 Aprile 2009 at 07:19

Gli uomini sono uomini che si tratti di economia tradizionale o economia solidale, la differenza sta nell’orizzonte di queste economie, poi le devianze vi sono ovunque ma la radice non cambia è quella che fa nascere l’albero in maniera sostanzialmente differente.

Nessuno ci garantisce nulla, ma siamo noi che garantiamo una qualità di vita migliore a noi stessi, sia materiale ( parlo di qualità e non di quantità…..) che morale e spirituale, poi si tratta di scegliere…..

” Ecco io credo che per accendere una luce nel buio dobbiamo accendere le nostre menti, cercare informazione e diffondere informazione su cosa comperiamo, su come spendiamo i nostri soldi e capire nelle tasche e nelle mani
di chi vanno, poi dobbiamo scegliere ” …..Cuculo mi ha tolto le parole di bocca!

Il problema è sempre questo…..ci muoviamo per primi o aspettiamo che siano gli altri a farlo!

Andrea

Scritto il 26 Aprile 2009 at 08:01

Oilà SD…non si dice sempre che nella vita c’ è una sola e unica certezza….:-)

L’ autenticità c’ è te l’assicuro…ciascuno deve scoprirla da sé…le “mele marce poi ci sono ovunque”, come anche nel Bio… ma ho riscontrato molta attenzione verso possibili “malsane” infiltrazione.

SD non dici nulla sulla piccola impresa….
però sarei curiosa di sentire cosa propongono d’ interessante come sostegno propulsore…chissà.
Forse non sapete che le entrate dello Stato sarebbero ancor meno, perché noi artigiani & C. anticipiamo allo stato iva su fatture non ancora riscosse…e non da oggi..
Noi anticipiamo…anticipiamo da sempre…non ci è dato emettere fatt. pro-forma come invece ai liberi professionisti (contro i quali ovviamente non ho nulla, ), non hai liquidità… le Banche approntano pachetti a doc per pagare le incombenze fiscali aggiungo non dovute…
Se non abbiamo ancora incasso perché mai dovremmo pagare…
Enorme gigantesco mastodontico paradosso…che comunque ci schiaccia…
Mi sembra che Tremonti ne abbia recentemente parlato…ma non né ho saputo più nulla.

Perdona capitano se prendo un pò di spazio…potrei segnare solo il link ..ma lo posto qui..facciamo prima… l’ argomento mi sta particolarmente a cuore…
Ho fatto una ricerca e no..non ricordavo male…

http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=397&info=6793
Alla riscoperta delle Pmi
3 agosto 2006
da Economy n° 32 del 9 Agosto 2006
Si sa, in Italia non v’è certezza (anche secolare) che non possa essere ribaltata: un giorno ti spiegano che i broccoli sono un toccasana contro i tumori, il mese dopo ti terrorizzano annunciando che sono il peggiore cancerogeno esistente in natura. Così è stato anche per le “Pmi”, le nostre mitiche piccole e medie imprese. Un tempo si proclamava: “Piccolo è bello”. E da tutte le parti del mondo venivano a studiare il modello vincente del made in Italy. Poi lo slogan è stato ribaltato. Da alcuni anni la litania più frequente, sulle pagine economiche, è che (testuale) “sono le ridotte dimensioni delle troppe piccole e medie imprese alla base della struttura industriale italiana a decretarne l’intrinseca debolezza”. Sembra un mantra. Lo ripetono, quasi in fotocopia, economisti, commentatori, giornalisti. Lo ha scritto nel novembre del 2005 anche l’Economist, in un drammatico approfondimento sull’economia italiana che per il nostro disgraziato Paese preconizzava un futuro a metà strada tra l’Argentina in preda ai saccheggi e la Venezia decadente e pestilenziale di un Thomas Mann. “Le piccole e medie imprese italiane sono inadeguate alla competizione globale” ha sentenziato il settimanale britannico. Quell’inchiesta è stata come una pietra tombale. Amen. Più che Pmi, Rip: “Riposino in pace”. O meglio: si tolgano di mezzo, possibilmente in fretta. E gli Italiani? Tutti lì, ad annuire. Ma smetterla con le Pmi è una bella pretesa. Sapete quante sono le imprese italiane con meno di dieci dipendenti? Per l’esattezza. sono 4.063.535 e valgono il 95% del totale delle aziende esistenti. A loro si aggiungono altre 192 mila società con un numero di addetti compreso fra 10 e 49. Insieme, queste due grandi categorie danno lavoro a 11 milioni di persone, il 67% degli occupati in Italia. E gli Inglesi vorranno pure massacrarcele, queste benedette Pmi, magari con il benestare di tanti callidi osservatori autoctoni: ma tra il 1999 e il 2004 ne sono nate altre 263 mila. E l’età media dei piccoli imprenditori è bassa: 35 anni. Che cosa dovremmo fare delle Pmi? Abolirle ope legis? Per sostituirle con che cosa? E perché mai, poi? Economy, che da tempo sostiene che anche nel più piccolo made in Italy c’è molto di buono, ha scoperto (vedere il numero 30 del 26 luglio) che sono proprio le piccole e medie imprese a trainare il Paese: sono loro che fanno la maggior parte delle assunzioni, sono loro che vedono sempre più “rosa” il futuro, sono loro che lanciano i nuovi prodotti. Certo, nessuno nega l’importanza di una Fiat, cui sempre Economy ha riconosciuto per primo (vedere la storia di copertina del numero 24 del 14 giugno) l’effetto di locomotrice sulla ripresa economica. Ma la strana moda nazionale dell’autodenigrazione dovrebbe trovare un limite: almeno nelle cose più importanti, come l’economia. Prendiamo la nostra storia di copertina di questo numero, per esempio: gli Italiani come conquistatori. Parla di industriali che un bel giorno decidono di andare all’estero per comprarsi un’azienda, spesso un concorrente diretto. In molti dei casi che Nicola Di Molfetta ha analizzato, si tratta non di colossi, ma di piccoli imprenditori. Saranno “inadeguati alla globalizzazione”, come giurano i soloni dell’Economist. Però ce la fanno benissimo: comprano e acquistano che è una bellezza. Mentre gli stessi Inglesi, se vogliamo proprio dircela tutta, quanto a industrie clamorosamente attive nella globalizzazione non stanno messi poi così bene. In tutto questo, una nota di speranza viene da un giornale colorato di rosa. Domenica 23 luglio, in un editoriale del suo direttore, il quotidiano ha lanciato un “Manifesto in favore delle piccole imprese”. Un’invocazione, più che un manifesto: affinché la politica di questo Paese, ma anche la sua classe dirigente e il mondo della cultura, si rendano conto che “è necessario promuovere imprenditorialità e attitudine al rischio”. Perché, così scrive il direttore, “la piccola impresa non chiede sussidi, ma attenzione e rispetto”. Ebbene: il giornale che ha (ri)scoperto le Pmi è Il Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria. Chissà che adesso non se ne accorga anche il vertice della Confindustria. di Maurizio Tortorella

Aggiungiamo poi le oltre 400.000 micro- imprese(di cui faccio parte) e:

emergenze: burocrazia: siamo il paese recordman mondiale per gli adempimenti ed il paradosso burocratico. per iniziare un’attività di impresa servono mediamente 65 adempimenti burocratici per 18-20 diverse amministrazioni. una follia, questa, che costa 15 mld di euro l’anno; carenze di mercato; che coinvolgono sia i settori energetici che quelli assicurativo finanziario che pesano sulle imprese italiane in modo abnorme rispetto ai concorrenti . si pensi che una pmi italiana paga l’energia dal 30 al 40% in più dei francesi; assenza di incisive politiche industriali: gli incentivi alle imprese sono calati in 5 anni di oltre il 50% e le più colpite sono le piccole imprese.

fare impresa in italia è davvero un’impresa. Marzo 2006
http://www.sp.cna.it/comdet.asp?id=649&pag=&parola=assicurativo

Ma..ormai..è “un disco rotto”
Non è con cumoli di carta e solo terziario che si potrà fare qualcosa…

Grande verità quando il Cucolo scrive:
“Certo basta cercare per trovare, basta guardare per vedere, ma non è facile capire come questo
diventa vita quotidiana. ”

Probabilmente continua a sfuggire come tutto questo diventi vita quotidiana …
Valentina

p.s grazie per lo spazio.

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 09:10

Bisogna purtroppo saper distinguere chi crede in alcuni valori da chi li sfrutta in maniera sagace… L’etica, soprattutto nel mondo economico, ma anche in tutti gli altri contesti e’ un concetto nobile e profondissimo, che giace nella mente dell’uomo, e quando risvegliato sussurra al cuore. Come tutto cio’ che parla al cuore e’ facile da sfruttare, xche’ coglie quell’aspetto immateriale e sensibile che fa parte dell’uomo stesso e che ne nobilita l’esistenza…
L’etica e’ dunque si sensibilita’ ed educazione in primis ma va espressa in regole e nel rispetto delle stesse, regole che non vengono imposte ma vengono scelte (ricordate il libero arbitrio?). La societa’ moderna vive nella diffidenza, pensa che le regole siano una imposizione e non una scelta, una scelta che trova le sue radici nel rispetto altrui. Ebbenne passando da quel processo rieducativo (il diritto naturale e’ gia presente nel cuore dell’uomo) alla fiducia negli altri, bisognera’ proporre regole comuni, che non saranno certo semplici da rispettare, ma che garantiranno a tutti parita’ di trattamento, sviluppo ed equita’. La solidarieta’ puo’ prendere forza e slancio solo in un mondo dove la fiducia negli altri e’ altissima, ed e’ altissima xche’ sancita dal rispetto di regole certe x tutti. Solo nella certezza del rispetto delle regole che avremo comunemente scelto infatti sapremo che dell’etica non si stara’ abusando ( come un nuovo prodotto da vendere) ma che realmente sara’ diventata componente imprescindibile delle nostre vite e del nosto mondo e che dall’homo economicus saremo passati in un’era nuova che segnera’ un ulteriore passo verso il miglioramento della nostra esistenza.

Il fringuello

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 09:52

…Considera gli imprenditori come uomini dalle capacità eccezionali e così ignora le potenzialità della gran massa dell’umanità. L’economia ama definirsi come una scienza …

Fossero solo gli imprenditori, ci sono anche manager incapaci con bonus e liquidazioni milionarie, professionisti protetti non dalle capacità, ma dal numero chiuso, politici e politicanti senza arte nè parte, parassiti vari, se poi aggiungiamo che, specialmente in Italia chi più guadagna più evade, possiamo concludere che il sistema è marcio.
Quando al supermercato vedi lavoratori chiedere un finanzimento per acquistare a rate un misero frigorifero od una lavtrice capisci che l’ingiustizia sociale è ormai talmente radicata che non si ha neppure più la forza di reagire, neppure quando …si vota.

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 10:33

Valentina,
si legge nelle tue parole tutta la fatica di fare impresa in Italia, in questo sistema, in questo momento.
Non so in che settore operi la tua microimpresa ma certo ci vuole tenacia e determinazione per portare avanti un’attivtà.
Credo tuttavia che ci siano molti aspetti su cui l’imprenditoria Italiana dovrebbe riflettere, e cambiare.

PMI: in italia la M sta per micro non per media.
In passato ho avuto occasione di conoscere e discutere con molti imprenditori del Nord Italia e nel complesso la mia opinione non è positiva.

Conosco un imprenditore Bresciano che ha fatto tanta fortuna negli anni ’80 e ’90. Tutti i soldi sono diventati palazzine sul lago di Garda, la cassa dell’azienda è sempre vuota e si lamenta che le banche per garantirgli il credito presso i fornitori gli chiedano garanzie personali.

Un altro che quando ha dovuto ingrandirsi ha continuato ad aprire nuove aziende in modo che nessuna superasse i 15 dipendenti. E’ arrivato a cinque! quando poi ha cercato di licenziare dei dipendenti un giudice gli ha imposto il reintegro in quanto le aziende avevano “evidentemente logica di gruppo” e quindi l’articolo 18 dello statuto di lavoratori non era applicabile (quando l’ho saputo ho riso come un matto…).

Un altro non accetta l’inadeguatezza del figlio a prendere il suo posto e si rifiuta di assumere un manager che porti avanti l’azienda, “E’ roba mia, non la metto in mano a estranei, non mi fido di nessuno”. Finirà per liquidare l’azienda.

Per non parlare di bilanci, (dovoevo gardare i bilanci di tutti i miei clienti per valutare che termini di pagamento si poteva concedere) applicando rigorosamente i criteri aziendali la maggior parte dei cliente avrebbe dovuto pagare alla consegna (o anticipato).

Vi potrei allietare a lungo con storie ed aneddoti … magari parlando di cosa i nostri imprenditori intendono per RSI…

Certo l’imprenditoria Italiana ha, a modo suo, risposto con successo alle sfide del mercato navigando nel mare in tempesta su gusci di noce assolutamente inadatti eppure riuscendo a salvarsi nella maggior parte dei casi, però è un fatto che da molti anni non si riesce a generare alcuna crescita e che gli stipendi dei dipendenti sono in contrazione.

Io personalmente, finchè posso scegliere, non lavorerei per una piccola o micro impresa.

ad maiora
Il Cuculo

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 11:00

Valentina #10 sottoscrivo il tuo post ed aggiungo un mia opinione sulle PMI e sulle Micro Imprese Artigiane; la sigla di quest’ultime è MIA ma oltre alla sigla MIA vuol dire che l’impresa è MIA e non dello stato (che c…. vuole, vuole soldi, che se li stampi hihihihihi); a parte la battuta (oggi e Domenica e si può).

Certamente negli ultimi anni le piccole e micro imprese sono state trattate molto male perchè a livello politico non contano, noi non abbiamo i “numeri” necessari per farci sentire; possono fare quello che vogliono, qualsiasi legge che noi non possiamo protestare. Fino a prova contraria IO sono una PERSONA un INDIVIDUO tutelato dalla COSTITUZIONE ITALIANA, non sono un NUMERO di PARTITA IVA….ma stranamente non ho DIRITTI CIVILI ma solo DOVERI FISCALI…..strana questa cosa!!!!!!

Naturalmente le piccole imprese hanno dei grossi limiti, come ad esempio non hanno grandi capitali, non possono permettersi di fare ricerca (troppo costosa), hanno difficoltà ad innovarsi ecc ecc. Praticamente siamo semplicemente delle persone che cercano di “darsi da fare” e lavorano adattandosi ai bisogni dell’economia locale, siamo solamente delle PERSONE che vivono di economia locale e cercano di migliorare la propria vita.

Un saluto Valentina

SD

P.S. IO il probema del metano per uso riscaldamento l’ho quasi risolto e stò lavorando per l’energia elettrica; ci sono grossi problemi “tecnici” da risolvere….quasi ci sono, poi possono anche “spegnere” la luce hehehe per me è uguale…….

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 11:04

Cari compagni di viaggio,
mi soffermo sulle parole di Andrea:
“Il problema è sempre questo…..ci muoviamo per primi o aspettiamo che siano gli altri a farlo!”

Penso che sia proprio questo il nocciolo della questione:
finanche noi che riteniamo di avere una certa “consapevolezza” del marciume generalizzato che ci circonda non riusciamo a fare altro che parlarne, evidenziarne le pecche, ipotizzare un mondo migliore in cui possa prevalere etica e valori….
e poi ???? cosa facciamo di concreto??? mi rivolgo “in primis” a me stesso….
aspetto che qualcuno o qualcosa, come per miracolo, metta un pò di ordine….

nei momenti di profondo realismo, come questo in cui stò scrivendo, mi rendo conto che ciò non potrà avvenire mai !!!!
Quelli che potrebbero decidere ed avviare un cambiamento penso siano troppo cinici ed avidi per poterlo pensare….
La maggioranza della popolazione non pensa e non riesce nemmeno a rendersi conto di ciò che gli gira intorno….
Una piccola parte, consapevole e desiderosa di un cambiamento finisce per vivere un malessere quotidiano e cerca riparo e rifugio in “vascelli” come questo.
Vorremmo salpare verso un nuovo mondo ma alla fine riusciamo a farlo solo in senso metaforico….

In concreto, ci accontentiamo e ci illudiamo di riuscire a salire almeno su una scialuppa di salvataggio di questo Titanic che continua nella sua folle corsa….

Scusatemi, è uno sfogo che volevo condividere con voi….
Chissà, potrebbe essere uno stimolo “a fare” un qualcosa insieme…

Lucio

Scritto il 26 Aprile 2009 at 13:29

Conosco anch’ io esempi simili il Cucolo…in ogni settore…dipende od autonomo…ma la considerazione penso che vada fatta alla persona in quanto uomo/donna.
Penso che siamo in primis uomini/donne, poi.. “lavoratori”…categorie..
Le forgiamo e poi ne rimaniamo imprigionati.

Però ho visto, in ogni settore, anche una forte e sana tensione …una tensione Etica del fare…e questo penso parli sempre, prima a soprattutto, a favore dell’ uomo…e poi forse a
favore della categoria.
In fondo…al di là di sterile categorie, non siamo accomunati da un’ unico destino!?

Perché ritengo anch’ io, utilizzando parole del Capitano, che l’ essenza sia fondamentalmente questa:

“Gli uomini sono uomini che si tratti di economia tradizionale o economia solidale, la differenza sta nell’orizzonte di queste economie, poi le devianze vi sono ovunque ma la radice non cambia è quella che fa nascere l’albero in maniera sostanzialmente differente.”

E’…bella la definizione che dai SD di MIA…, è molto veritiera… ma…i
limiti Sd, ritengo che esistano ovunque nella grandi, come piccole realtà…noi stessi in primis abbiamo limiti…e ciò che è il prodotto delle nostre azioni non può esserne privo.
Dovremmo forse, sforzarci di più nel cercare di comprende l’ impatto che le nostre azioni o la nostra inazione può avere sulla realtà…
Del resto siamo ciò che siamo, ciò che ci è concesso essere, …ciò
che abbiamo la forza di essere…
E…ciò che scrive Lucio..non è ciò che pensiamo in fondo tutti? Ma permettimi
di farti notare Lucio che…
Il nuovo mondo verso cui vorremmo salpare esiste già…tra le pieghe della nostra quotidianità…
I Mondi alternativi di cui ci parla quotidianamente il Capitano non sono per nulla una metafora..
E’ che come Lui stesso ci testimonia…ci aspetta una lunga e intensa navigazione.

Si…sarebbe bello fare qualcosa insieme…

Oggi ho parlato anche troppo…grazie del confronto, Ciao e..Buona Domenica 🙂 🙂 🙂
Valentina

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 15:38

Caro Andrea,

in un tuo recente intervento a proposito dei mercati li hai paragonati a fogne; soprattutto quando salgono pare montare in te il disprezzo per loro.
Senza nessuna polemica (ti stimo troppo), sento di doverti porre delle domande:

Perchè consigliare di comprare oro è etico e comprare un titolo no?
L’oro è sempre stato estratto sfruttando la manodopera specie in Sudafrica, non ha alcuna utilità, e la sua produzione è altamente inquinante (come scarto si ha il cianuro).
Per certi versi sarebbe addirittura preferibile speculare sul grano o altre materie di prima necessità, infatti il prezzo inizialmente più alto fa si che vi sia uno sviluppo della ricerca con conseguente riduzione dei costi ed aumento della produzione , il che porterà successivamente ad un eccesso di offerta con conseguente diminuzione di prezzo, diminuzione della quale si potranno avvantaggiare proprio i più poveri.

Perchè deve essere preferibile investire in oro anziché’ ad esempio in un azienda farmaceutica che proprio perchè quotata ha la possibilità di avere più risorse da destinare alla ricerca di farmaci che ogni anno nel mondo salvano milioni di persone?
Quanti ,anche di questo blog che danno dello speculatore a chi parla di mercati, rinunciano poi coerentemente in caso di bisogno, ad un farmaco salvavita per loro o per i loro cari perchè prodotto da una schifosa società che si è finanziata in borsa?
E’ vero molte cose fanno schifo,ma l’investimento in un azienda di valore ed innovativa è un bene di cui si avvantaggiano anche molti di coloro che la hanno attaccata ed in più senza aver messo a rischio il proprio capitale.
La stessa esistenza dei computer e di internet che ci permette di avere una conoscenza illimitata e che ha consentito a moltissime persone di crescere e interagire è il frutto di questa logica.
Sia chiaro , su molte cose sono d’accordo con te : c’è bisogno di maggiore etica , ma in tutti i campi non solo quello finanziario.
La finanza è uno strumento, e come tale di per sé non è ne buono ne cattivo, dipende da come viene usato.
Se una società si quota in borsa per avere più risorse per costruire armi, fa schifo (abbiamo avuto anche primarie aziende italiane leader mondiali nella produzione di mine anti-uomo).
Se una società intende acquisire risorse per sviluppare energia eolica, solare od alternativa spiegami perchè cavolo non dovrei investire su di essa. E nel caso la tua risposta (come spero )sia affermativa, perchè non dovrei cercare di informarmi per capire quale è il momento migliore per entrare dato che rischio soldi miei finanziando un prodotto di cui poi si avvantaggeranno anche gli altri?
A volte, scusa se te lo dico, su questi argomenti sei un po’ ambiguo, dai l’impressione di detestare e di voler sostituire tutto il sistema.
A mio parere è benvenuto il microcredito, e le iniziative di consumo solidale e sostenibile;ma per un certo tipo di ricerca purtroppo occorrono capitali ingentissimi, e a mio parere il mercato (purchè non truccato) è al momento non sostituibile.

Con stima.

Mas

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 16:07

Mas concordo con te sul fatto che il mercato non e’ solo il marcio, anche se il marcio fa sempre notizia, il marcio si vende molto piu’ del buono che c’e’… e altresi’ concordo con te sul mercato come risorsa imprescindibile x dare forza e visibilita’ ad aziende che senza varrebbero molto meno e avrebbero molta piu’ difficolta’ nell’espandersi o reperire capitali… a patto come dicevo anche nel mio post di oggi le regole siano uguali x tutti.

il fringuello

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 16:26

“IL VOTO NEL PORTAFOGLIO. CAMBIARE CONSUMO E RISPARMIO PER CAMBIARE L’ECONOMIA”.
Visto che il sistema ci vede solo come consumatori, questa è lo strumento per cambiare le cose (per il voto “reale, ci ho provato ma non riesco più a turarmi il naso).
Matteo

Scritto il 26 Aprile 2009 at 17:55

SOTTOSCRIVO QUESTE PAROLE CHE HO LETTO: Quanti ,anche di questo blog che danno dello speculatore a chi parla di mercati, rinunciano poi coerentemente in caso di bisogno, ad un farmaco salvavita per loro o per i loro cari perchè prodotto da una schifosa società che si è finanziata in borsa?
E’ vero molte cose fanno schifo,ma l’investimento in un azienda di valore ed innovativa è un bene di cui si avvantaggiano anche molti di coloro che la hanno attaccata ed in più senza aver messo a rischio il proprio capitale.
La stessa esistenza dei computer e di internet che ci permette di avere una conoscenza illimitata e che ha consentito a moltissime persone di crescere e interagire è il frutto di questa logica.
Sia chiaro , su molte cose sono d’accordo con te : c’è bisogno di maggiore etica , ma in tutti i campi non solo quello finanziario.
GIANNI

Scritto il 26 Aprile 2009 at 17:57

Ciao Mas tu sai benissimo di cosa sto parlando e mi sorprende questo tuo intervento.

Se si parla di mercati per me è essenziale la trasparenza è essenziale che se una azienda fallisce deve morire e lasciare il posto ad un’altra è essenziale che tutto quanto è accaduto negli ultimi 8 anni non sia riconducibile solo al profitto fine a se stesso.

Se un’azienda ha bisogno di capitali dive sta scritto che deve reperirli attraverso l’ingresso in borsa sbaglio o esiste anche la possibilità di emettere bond o obbligazioni come le volete chiamare.

Ricordo inoltre un lontano intervento nel quale spiegai molto chiaramente la mia visione!

Se vogliamo parlare di mercati, dobbiamo separare la parola investimento dalla speculazione, non è possibile investire in una azienda quando vi sono operazioni che si concludono nell’arco di un istante.

Avete presente cosa sia lo scalping o le vendite allo scoperto per intenderci, solo pura e mera speculazione. Eppure questa ultima operazione può distruggere un’azienda per quanto sana sia.

Quindi o separiamo le due cose ho continuamo a parlare del nulla.

Una borsa dove chiunque compra un’azione lo fa per un progetto di medio e lungo termine, perchè crede in un’azienda e non perchè il grafico li dice di entrare sul presunto supporto o uscire prima della presunta resistenza.

Per quanto riguarda l’oro se non sbaglio è più di un anno che non ne parlo, ma probabilmente questo è passato innosservato, in quanto non è stato coerente con quanto affermato sino ad oggi, quindi convengo con la tua affermazione.

Qualunque sia la mia visione in riferimento all’oro lascerei perdere qualunque paragone al mercato del grano e qualunque bene di prima necessità, la mia opinione è che in questo campo la speculazione deve restare fuori e che non produce nulla di positivo.

Il prezzo delle materie prime essenziali deve essere fatto dalla domanda e dall’offerta reale e non da quella di carta e che le uniche variabili devono essere determinate dalla dimensioni di un raccolto, dal processo di produzione e da altri fattori che riguardano solo il processo reale!

Questo mercato in alcune sue espressioni che ogni giorno vengono alla luce è una fogna, almeno che qualcuno le ritenga espressioni degli “animal spirits” liberi di esprimersi come meglio credono.

Ho spesso ribadito che il capitalismo va riformato ma non annullato, questo mercato va riformato ma non cancellato, Mas tu sai di cosa sto parlando a meno che non vogliamo fare le tre scimiette e far finta di niente.

Un abbraccio sincero Andrea

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 18:17

mi riallaccio a quanto detto da andrea .
“Questo mercato in alcune sue espressioni che ogni giorno vengono alla luce è una fogna, almeno che qualcuno le ritenga espressioni degli “animal spirits” liberi di esprimersi come meglio credono.”
per confermare ke qui siamo proprio di fronte a una maxi discarica.

“Come uscire dalla crisi
Semplice, dopo aver truccato la partita cambiando le regole del gioco con….

l’introduzione dei nuovi criteri per la redazione dei bilanci delle banche e delle altre entità protagoniste del mercato finanziario statunitense, innovazioni che li hanno resi molto, ma molto meno attendibili, non è affatto da escludere che qualche innovazione di comodo verrà prima o poi apportata anche a tutto o parte dell’armamentario di informazioni statistiche a cadenza mensile che hanno consentito, almeno sinora, a chiunque di farsi un’idea del meltdown della finanza….

Comincia a dare il buon esempio la Russia secretando i dati relativi alla disoccupazione. Come volevasi dimostrare, la crisi è solo uno stato mentale e per uscirne fuori basterà ignorarla, rompere i termometri e, nella fase successiva, oscurare Internet.”

maat

Scritto il 26 Aprile 2009 at 18:24

CIAO ANDREA: più leggo le tue newsletter e le tue risposte nel blog più ti stimo per la tua competenza ( e per questo continuerò a leggerti) nello stesso tempo però NON CONDIVIDO la tua “certezza” di avere in mano la verità e le tue previsioni ostinatamente negative.
Ho letto la risposta che hai dato a MAS che argomentava con pensieri giusti ma hai dato poco spazio alle sue parole sopratutto a queste : Sia chiaro , su molte cose sono d’accordo con te : c’è bisogno di maggiore etica , ma in tutti i campi non solo quello finanziario.
SCRIVI:CHE NON SIA MAI DETTO CHE ICEBERGFINANZA NON FA CONOSCERE LE ALTERNATIVE ALLA SUA VISIONE….ma scusami se è un anno che prendi come riferimento i proseliti di Roubini, Krugman e mai quelli di altri economisti o premi Nobel che invece ogni tanto hanno espresso anche pensieri positivi o di speranza o che non ci sarà DEPRESSIONE come invece tu qualche mese fa hai previsto.
Mi sembra che “obiettivamente” finora il tuo è stato un pensiero a senso unico.
VOGLIO ANCHE CHIEDERTI UNA COSA: tu giustamente critichi ferocemente questa finanza basata solo su comportamenti “viziati” da avidità e poca etica ed io condivido le tue parole per questo spero che questa lezione sia talmente dura da redimere almeno un pò..questi farabutti .
Ora però ho visto che per avere certe tue newsletter devo dare un contributo , ho visto che ad ottobre uscirà un tuo libro , quindi anche tu hai degli interessi in questo lavoro che stai portando avanti con grande impegno.
Hai degli interessi , un conflitto d’interessi ? come faccio a sapere se ad un certo punto i tanti lettori che ti leggono tutti ti mandassero un contributo , se ne arrivano tanti li rimandi indietro , rinunci ad una parte dei guadagni ?
tante cose che scrivi sono giuste ma è più facile scriverle che poi metterle in atto non credi?
la cosa che più mi da fastidio è leggere i moltissimi commenti sul blog dove tutti sembrano paladini dell’Etica e dei comportamenti “giusti” poi molti di questi che scrivono non lavorano nella finanza ma magari sono dentisti che non fanno fattura o meccanici che ti mettono 2 ore di lavoro per un tagliando invece dei 40′ di effettivo lavoro.
So che prenderai male queste parole ma a me piacerebbe avere una persona che mi stima molto per certe cose che dico e mi critica su altre….è meglio che essere ignorati , quindi io al tuo posto non me la prenderei.
Sono curioso di vedere se nei prossimi mesi riconoscerai che le tue previsioni su economia e sui Mercati erano “solo negative” ,non vorrei che anche in caso di quadro economico effettivamente in miglioramento tu vada su altri argomenti : una finanza più sostenibile-etica perchè su questo hai ragione e l’avrai anche in futuro.

Gianni

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 20:05

Capitano Andrea oggi i marinai stanno organizzando un ammutinamento, sarà meglio darne uno in pasto agli squali; tanto per dare l’esempio hihihihi

Scritto il 26 Aprile 2009 at 20:15

Gianni,

a proposito di previsioni negative e positive credo sia necessario evitare di perdersi a giocare con le parole. lo stesso Capitano nel corso della navigazione è diventato più “concreto” ed “essenziale” anche nell’uso delle parole (ogni tanto si lascia andare ma … sempre meno).

Quando si parla di “depressione” la mente va al 1929, quello fu un evento unico e specifico che ha preso il nome di “Great Depression” così come ci fu la Prima guerra Mondale e poi la Seconda guerra Mondiale, non ci sarà mai più un evento UGUALE. Ci sono analogie e profonde differenze tra quello che capitò ne 1929 e negli anni successivi rispetto ad oggi. La storia non si ripeterà perchè non può ripetersi con condizioni al contorno così diverse.
Il ciclo economico che stiamo vivendo è una recessione talmente profonda e la prima veramente globale con un vero rischio sistemico non ancora scongiurato tale da far necessariamente richiamare alla memoria l peggior evento economico dell’era moderna.
Ma come per certe malattia si ha paura delle parole.
Qui su questo blog il catastrofismo alberga e si sfoga, si è letto di tutto, ieri del conelamento dei titoli di stato, oggi anche il prossimo l’oscuramento di Internet. e non si è ancora parlato del virus suino del Messico…
Al Capitano dobbiamo dare atto di aver tenuto la barra al centro e di aver sbagliato poco. Certo le dinamiche di crollo sono più prevedibili di quelle della ripresa che si può articolare in molti più modi del crollo.
Ho già proposto ad Andrea di provare a dipingere gli scenari di stabilizzazione e recupero. Vediamo cosa riusciremo a capire mettendo insieme le divere opinioni.

ad maiora
Il Cuculo

Scritto il 26 Aprile 2009 at 20:39

Quelli che navigano su Icebergfinanza gli squali se li mangiano a colazione anche solo uno di noi cadesse in mare il terrore si spargerebbe…….

Scherzi a parte credo di non aver mai lasciato cadere un’occasione di confronto e quindi caro Gianni ecco mi qui.

Per quale ragione dovrei prendermela, visto che esprimi semplicemente le tue considerazioni.

Sarò telegrafico!

Per quale motivo dovrei lasciar perdere le mie sensazioni e quelle di alcuni illustri signori che hanno lo stesso orizzonte quando queste sono supportate da un oceano di dati e tendenze reali, per quale motivo dovrei ( nonostante il 90 % dei principali attori di mercato professono una paura per l’inflazione ) girare la prua verso orizzonti che non mi appartengono, visto che le mie carte nautiche e gli strumenti di bordo supportati da lunghe ricerche mi sussurrano controcorrente DEFLAZIONE!

Questa è la mia visione e solo il tempo e non le chiacchere ci diranno se sono errate, solo il tempo ci dirà se dopo una ripresa effimera sprofonderemo in una recessione/ depressione più profonda.

Per quanto riguarda il conflitto di interesse non mi soffermo più di tanto, in fondo è ormai una specie di gioco popolare vedere sempre un secondo fine dietro a ciò che sembra strano, lontano, misterioso!

Aggiungo solo che ci contribuisce con 5 euro o chi con un miliardo di euro ha accesso alla cambusa di bordo senza alcuna distinzione e che per quanto riguarda il libro è stato più forte di me siccome non volevo annoiare oltre il dovuto ho scritto tutto quello che era in eccesso su alcuni fogli di brutta copia che purtroppo erano più oceanici di quello che scrivo sul blog.

Mas è un amico del blog e cosi tutti quelli che hanno inciso con il loro cortellaccio il loro nome sulle tavole di legno di questo veliero ma ciò non toglie che debbo ribadire la mia idea.

Investimento e speculazione sono cose completamente diverse, sempre che non vogliamo giocare con i nomi, specula significa vedetta ma il significato di ciò che voglio dire lo sapete e non giochiamo con le parole.

I mercato sono importanti ma ribadisco che non esiste solo il capitale azionario per la ricerca e l’innovazione di un’azienda la linea più trasparente è l’emissione di un’ obbligazione, di un bond dove un’azienda si rivolge al mercato e chiede un finanziamento che avrà termini che dipendono dalla sua solvibilità e credibilità.

Inoltre lasciamo perdere le parole, tra recessione e depressione il confine è sottile, certi numeri sono da depressione altri meno, almeno che qualcuno voglia farmi credere che non è successo nulla.

Ho appena riconosciuto di avere fatto un errore di non coerenza a consigliare tempo fa l’oro e vuoi che non riconosca se alla fine di questa crisi, ripeto alla fine tra qualche anno, questa era una tempesta in un bicchiere d’acqua.

Ora nessuno si offenda ma ho come l’impressione che qualcuno sia all’erta dietro l’angolo, per cogliere l’errore, la parola sbagliata, per rinfacciarmi tutta la realtà che questa crisi ha portato con se.

Chiudo infine con una semplice considerazione riguardo all’etica; se parlo di cambiamento che viene da noi riguarda ogni settore a cominciare dalla nostra vita, ma noto per l’ennesima volta che l’invito di questo post è caduto nel vuoto.

Buona serata Andrea

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 20:49

Concordo con quanto scritto da Il Cuculo #25 “Il ciclo economico che stiamo vivendo è una recessione talmente profonda e la prima veramente globale con un vero rischio sistemico non ancora scongiurato tale da far necessariamente richiamare alla memoria l peggior evento economico dell’era moderna”.

Anche se la borsa in questo periodo è andata bene, io attendo ancora 1 o 2 trimestrali per capire se realmente la crisi è finita.

Non voglio nascondere il fatto che se si presenta qualche buona occasione, qualche soldino in azioni di aziende quotate forse lo metto; perchè no!!! anche nella borsa italiana c’è qualche buona azienda che avrà un futuro.

Se invece si presentano occasioni migliori dove mettere i “soldi per la pensione”; per mè la borsa può andare a quel paese.

SD

Scritto il 26 Aprile 2009 at 21:02

” Ho già proposto ad Andrea di provare a dipingere gli scenari di stabilizzazione e recupero. Vediamo cosa riusciremo a capire mettendo insieme le diverse opinioni. ”

Contaci Cuculo e contateci tutti!

Ho già detto che non appena vedrò una colomba con un ramoscello di ulivo in questo diluvio non mancherò di segnalarlo, intanto segnali positivi provengono dalle vendite di nuove abitazioni ma purtroppo non è quello il nodo principale il nodo sono i prezzi.

Inoltre non si tratta solo di individure parametri macroeconomici ma anche sociali e politici, e soprattutto alternativi.

Sto scrivendo il post sulla deflazione e maledizione ci sono troppi segnali che provengono dal passato per sottovalutare questa rotta…… spero profondamente di sbagliarmi e spero che non si verifichi neanche la soluzione opposta anche se ci credo poco.

infine come dice Cuculo non prendete troppo sul serio tutto, fine del mondo, oscuramento, disastri finanziari e vivete ogni istante della Vostra vita, un pò mi sento in colpa, forse stiamo passando troppo tempo su questo veliero, troppo!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 21:26

Andrea non direi proprio che passo troppo tempo su questo veliero. In questo momento ho aperto tre siti internet, domani si fanno otto ore di cantiere, in TV non fanno niente di serio ma su internet ci sono molte cose interessanti da leggere, da veder e sentire (musica).
E’ uno spasso e poi fra qualche mese si parte per una bella vacanza….al caldo hehehe

SD

utente anonimo
Scritto il 26 Aprile 2009 at 22:05

Il canto delle Sirene

Oggi Andrea fin troppi canti delle Sirene ammaliano la nostra realta’ e solo un capitano forte e coraggioso e’ capace di legarsi all’albero maestro e far capire la necessita’ alla propria ciurma di legarsi ben stretti ai remi, tapparsi le orecchie e continuare a remare sulla giusta rotta. Sono gli interessi e’ vero Gianni a guidare l’uomo ma ce ne sono di nobili e di meno nobili…
Capitano sono daccordo sul fatto che il punto focale sono i prezzi degli immobili e che i prezzi detteranno un’inversione di tendenza, non l’aumento del venduto, e’ fatto naturale che i volumi aumentino a prezzi calanti…
Se poi le carte nautiche portano verso mari tempestosi ebbene li si affrontera’ come sempre cercando di portare a casa la pelle e il vascello.

il fringuello

Scritto il 26 Aprile 2009 at 22:12

…..No…Capitano non sentirti in colpa …concordo pienamente con SD, e non ti preoccupare sono certa che ognuno di Noi vive pienamente ogni istante della propria Vita, ed iceberg ormai fa parte di uno di questi istanti, certamente non l’ unico, certamente non il solo…ma è un istante importante…non dimenticare le parole del Cucolo:
“Ecco che la nostra luce, la luce del nostro PC connesso in rete può aiutare ad accendere nuove luci in futuro”.
Ed aprendo il PC su questa pagina si accende sempre una grande immensa luce…
nulla di virtuale …nulla…
e nulla cade mai nel vuoto…è che ci vuole tempo, tanto tempo per cambiare…
Anche se forse qualcuno dirà che non c’ è tempo…ma c’ è sempre un momento per iniziare…
Buona serata…Buona notte.

p.s potrai non crederci…ma grazie a questo entusiasmante viaggio ho ottimizzato la “mia resa intellettiva e lavorativa”…ovviamente…gli affetti prima di tutto…
anche se ammetto che hanno tentato di spegnermi il Pc! Scherzo naturalmente 🙂 🙂 🙂
Ma…poi dopo due anni di turbolenta navigazione mi sono affezionata anche un pò a tutti Voi…
e vorresti sentirti in colpa per questo !?

utente anonimo
Scritto il 27 Aprile 2009 at 02:03

L’INFLUENZA SUINA e L’AVIARIA

Leggevo con una certa preoccupazione, la notizia dell’influenza suina, alla cui famiglia di virus apparterrebbe anche il ceppo dell’aviaria.
La cosa preoccupante è l’incredibile numero di morti che avrebbe fatto, si parla di almeno cento morti accertati, ma il bilancio è destinato a salire.
Nessuno ha ancora notato che anche l’aviaria sta facendo più morti che mai.
Lo scorso mese ne ha fatto qualche decina fra Turchia ed Egitto.
Ma l’aviaria è trasmettibile solo da animale a uomo, la febbre suina invece si trasmette da uomo a uomo!!
In verita pur non essendo un medico, non credo che si andrà oltre a qualche migliaio di morti ma aldilà della tragedia umana, mi chiedo quanto sarà pesante l’effetto sull’economia.
Già si parla di un quasi blocco del turismo in tutta l’area centro-sud-Americana e medio orientale!
Se come temo nei prossimi giorni si dovesse diffondere la psicosi, sono sicuro che potremo arrivare ad un pesante contraccolpo su molte attività.

Questa volta mentire non servirebbe a nulla, il buon Macchiavelli insegna che un evento non suscettibile a interprestazioni, poco si presta alla manipolazione.
Quindi saremo sicuramente aggiornati sulla conta dei malati e dei probabili morti, temo un effetto psicosi davvero notevole!

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 27 Aprile 2009 at 06:08

Scusate se mi permetto di navigare contro corrente.

Personalmente non mi piace il manicheismo: o bianco o nero. Io sono bianco insieme ai miei amici, gli altri sono neri. Siamo tutti un poco bianchi ed un poco neri. Nel mondo ci sono infinite gamme di grigio. Il bianco è un’aspirazione e quando pensi di essere candido come un giglio… ecco che in effetti sei diventato tutto nero.

Intendiamoci: non c’è nulla di peggio che il relativismo e il nichilismo. I valori, se sono tali, vanno coltivati con moderazione, tenacia e modestia. In questo senso il Capitano davvero è stato encomiabile. Però non condivido certe prese di posizione “assolutistiche”.

1) “speculare” versus “investire”. Inutile girare intorno: tutti noi (ripeto: tutti, per prima la casalinga di Voghera) vorremmo mettere i soldi in qualche cosa che poi aumento il proprio valore (meglio se rapidamente). Che questa condotta corisponda a “investire” piuttosto che “speculare” da cosa dipende? Vorrei risposte: a) dalla velocità della crescita del valore? b) dall'”eticità” dell’asset nel quale si impiegano i soldi? c) dallo strumento, dal veicolo che si utilizza?
2) l’oro. No Andrea, non sbagliavi un anno orsono. L’oro è moneta. Una moneta che le banche centrali odiano. Non la puoi stampare e ti mette i bastoni tra le ruote del tuo bel fiat money. Qualche mese orsono ho provato a “dare una mano” dando qualche notizia in merito, ma ho visto che non interessava. E invece dovrebbe interessare molto. Ben presto sarà chiaro il perchè. Ad ogni buon conto non c’è nulla di poco etico nell’oro mentre c’è molto di poco etico in chi lo avversa.
Per il discorso sul cianuro è vero. Questo aha a che fare con il MODO e non con la SOSTANZA. Se è per questo vi diffido dal mangiare il pane. Pare che la Monsanto faccia i soldi con le sementi geneticamente modificate….

Se a qualcuno interessa:

http://news.goldseek.com/GoldForecaster/1240794000.php

http://news.goldseek.com/MillenniumWaveAdvisors/1240753628.php

http://www.garynorth.com/public/4872.cfm

In realtà potremmo scoprire che la realtà è fatta di sfumature, anche se è più bello, più semplice (soprattutto) fa sentire meglio pensare ad un mondo in bianco e nero.

Buona giornata a tutti
Daniele

utente anonimo
Scritto il 27 Aprile 2009 at 07:20

MA lo volete capire che quando uno parla della speculazione non parla dei quattro soldi della casalinga di Voghera, o dell’ingegnere o dellìoperaio. Quelli sono le briciole delle briciole delle briciole delle briciole. E anche quando si parla di alzare la tassazione della rendita dei capitali, tutti a guardare le briciole delle briciole del proprio portafoglio.
Per una volta mi spiace dar ragione a Di Pietro: ” guardate la luna, non il dito che la indica”.
saluti.
MAtteo

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