SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO: OCCUPAZIONE, STATO DI MASSIMA ALLERTA!

Scritto il alle 17:40 da icebergfinanza

Hans Selye è lo scienziato che negli anni ’30 ha coniato la definizione  "_SINDROME_GENERALE_DI_ADATTAMENTO_"per descrivere la risposta automatica, inconsapevole e sistemica dell’ organismo a qualsiasi tipo di stress, anche a quelli che normalmente riteniamo utili e piacevoli. 

Bill, di professione medico, un caro lettore del mio blog, mi ha scritto evidenziandomi che in fondo quanto stà accadendo sui mercati finanziari, non è specificatamente un " effetto placebo " ma più in particolare, una vera e propria " sindrome generale di adattamento ".

Secondo Bill "questa fase è caratterizzata, tra le altre cose, dalla liberazione di beta endorfine (migliaia di volte più affini ai recettori della morfina, della morfina stessa) che ci permettono di andare "fuori giri" senza che ce ne accorgiamo, provocando un danno enorme che si evidenzierà nella fase successiva, quella di "esaurimento". I farmaci, in generale, contribuiscono a mantenere il più a lungo possibile questa seconda fase, nascondendo al cervello la reale situazione. "

Ma alla fine (esaurimento) si chiede il conto, gli interessi sono altissimi ed il risultato può essere devastante.

La Sindrome Generale di Adattamento rappresenta inizialmente un sistema per proteggere e stimolare l’organismo a "lottare o fuggire" davanti ad una situazione stressante.
Aiutandomi con la definizione che ho trovato nel sito, cercherò di immedesimarmi in ciò che è successo negli ultimi mesi.

Selye distinse la Sindrome Generale di Adattamento in tre fasi:

La prima fase detta "allarme" attivata dalla presenza dello stimolo ambientale (positivo o negativo) potrebbe tranquillamente essere paragonata a quanto è successo in febbraio, quando all’improvviso in una mattina di fine inverno, i mercati finanziari hanno scoperto il significato del fenomeno "subprime" e di conseguenza ciò che lo ha originato.

Gli innumerevoli campanelli di allarme, nati dal fallimento del numero due dei colossi del credito ipotecario, NewCenturyCorp. innesca la risposta primordiale alla sopravvivenza, sia a livello fisico (aumento della frequenza cardiaca (volatilità, VIX ), della pressione arteriosa ( short selling da parte degli hedge fund in particolare ), della glicemia, del tono muscolare, del metabolismo e di alcuni neurotrasmettitori ( possiamo tranquillamente paragonare i continui studi e moniti degli organismi tipo Financial Stabilty Forum o la FSE inglese ai neurotrasmettitori),sia a livello psico emotivo con l’aumento dello stato di allerta e di "tensione emotiva".

In sintesi è ciò che è avvenuto anche in coincidenza con il crollo dell’indice ABX dove improvvisamente le alchimie finanziarie dei Collateralized Debt Obbligation CDO, hanno messo alla luce la totale mancanza di consapevolezza della agenzie di rating, principali fiduciarie e depositarie di “certezze” analitiche figlie di disclaimer che avvertono che in fondo è solo un’opinione giusta o sbagliata che sia, le quali hanno contribuito ad affossare la stessa fiducia di cui i mercati finanziari abbisognano, mancanza di fiducia che ha prosciugato la liquidità, distruggendo il valore di qualunque investimento.

Oggi improvvisamente la fase di allerta, prosegue con la "scoperta" di nuovi strumenti finanziari, la carta commerciale, ABCP, i conduits e i SIVs che stanno letteralmente mettendo a rischio, il sistema bancario di numerosi paesi, dopo averne determinato i profitti esponenziali in questi ultimi anni.

Ad onor di cronaca dobbiamo ricordare, che il sistema bancario italiano, forte della sua "arretratezza" commerciale per alcuni, ma figlia del senso del limite, figlia di una gestione del rischio occulata per il sottoscritto, sembrerebbe poter passare indenne questa vera e propria tempesta della liquidità, sempre che non si evidenzi e propaghi il rischio sistemico.

 Detto questo è meglio non entrare nei dettagli di come i cosiddetti “furbetti del quartierino” ottengano credito presso le istituzioni di casa nostra.

La seconda fase detta "resistenza", è di estrema importanza, poiché mette in atto un complesso programma, sia biologico che comportamentale, che sostiene la risposta agli stimoli ambientali, con l’attivazione di una complessa risposta ormonale che ci aiuta inizialmente a resistere all’interazione con gli stimoli ambientali.

La fase di resistenza è ben evidenziata dalla reazione avuta, verso la fine di marzo che in pochi mesi ha portato gli indici ha recuperare tutte le perdite ed addirittura involarsi verso nuovi massimi. In sintesi rispecchia anche quanto accaduto sino ad ieri, dove gli indici hanno quasi completamente azzerato le perdite da fine luglio.

Uno stato emotivo che passa dalla più nera depressione alla più illusoria esaltazione.

Una fase quella della resistenza alimentata dalla Federal Reserve in primis, con il continuo e naturale riferimento alla crescita moderata dell’economia, ma al persistente ed innaturale richiamo ad una stabilizzazione del mercato immobiliare che oggi si identifica in questa frase:

· " Le perdite finanziarie globali hanno ecceduto ampiamente anche le stime più pessimistiche sulla crisi dei mutui subprime ".

Beata consapevolezza!

Come abbiamo visto ieri, la fase di naturale "resistenza" porta la BOE Banca d’Inghilterra ad abbassare il tasso di riferimento per le richieste di accesso alla " WINDOW DISCOUNT" e la Banca Centrale Europea ha dichiarare che farà di tutto per contribuire alla stabilizzazione dei mercati finanziari.

Intanto si utilizza il lending facility, strumento che permette di ottenere liquidità overnight ad un tasso del 5 % per la modica cifra di 526 milioni di euro.

Vorrei ora fare riferimento ad un articolo apparso sul 24 ore a firma Marco Onado, docente presso l’Università Bocconi, nel quale si ricorda come casi come il LTCM o la crisi asiatica siano rose e fiori rispetto a quanto stà avvenendo in questi giorni.

 " Prova sia che l’uso, sia pure eccezionalmente generoso di uno strumento tradizionale come il credito di ultima istanza non è risultato sufficiente ed è quindi altamente improbabile che possa ora bastare una riduzione per quanto drastica dei tassi di interesse."

Come ricorda Onado, la lezione keynesiana sulle crisi finanziarie ( che si è ignorata per adottare solo la parte più comoda sulla politica del denaro facile ) dice che in queste situazioni si può generare una trappola della liquidità, che rende inutile la manovra dei tassi.

I lettori di questo blog sanno che io ho una grande ammirazione per le teorie keynesiane, teorie che i fautori del " libero mercato " considerano obsolete o arcaiche, tranne che girarsi dall’altra parte quando l’intervento pubblico, le teorie keynesiane vengono applicate nel nome del rischio "sistemico".

Onado prosegue con il riferimento al problema principale, ovvero una seria riflessione sul perchè banche ed organismi di controllo hanno potuto sottovalutare in modo così sistematico e per tanto tempo la dimensione dei rischi in essere e anche la loro collocazione esatta.

In sintesi quello che io sostengo da mesi una sorta di " sottovalutazione_globale " una irreale fiducia in un sistema che stava creando i più fantasiosi strumenti finanziari per assicurarsi ritorni esponenziali, profitti al di fuori di ogni ragionevole logica.

Oggi le autorità federali e locali americane chiedono al sistema di osservare nuove regole nel rifinanziamento dei prestiti per venire incontro alle esigenze di coloro che potrebbero perdere la loro casa. La creatività del "trasferimento del rischio", in sintesi la cartolarizzazione,  ben difficilmente permetterà di rifinanziare debiti o strumenti finanziari che sono stati dispersi nel sistema finanziario, operazioni che presumo,  richiedono il consenso di coloro che gli hanno cartolarizzati e degli investitori che gli hanno nei portafogli.

Spesso abbiamo visto come questa crisi di fiducia, determini una sostanziale crisi di liquidità che nasce da una potenziale ed in taluni casi reale crisi di insolvenza.

I famigerati mutui ARM adjustable rate mortgage, sono stati stipulati ad un tasso monetario vicino all’ uno per cento con prodotti che prevedevano un rimborso parziale nella quota interesse, con un tasso fisso, ad esempio per due anni. Ovviamente le penali e gli spread rispetto al mutui prime variavano da 1 a 3 punti in più del mercato con la conseguenza che passando il FED FUND dall’ 1 al 5,25 % in poco tempo ogni possibile copertura della rata era pura utopia.

Qualcuno è ancora disposto a credere che  una politica monetaria espansiva, anche sensibile, possa modificare con 100/200 punti base la situazione? Qualcuno è ancora disposto a credere che i circa 3 milioni di mutui da rifinanziare potranno beneficiare di una politica monetaria principalmente attenta alle prospettive di inflazione, memore dell’incubo degli anni 70/80, una che ancora oggi vedi il Beige Book e la conferenza stampa di Trichet non riesce ancora a scorgere segnali univoci di un rallentamento dell’economia globale?

Nessuna sorpresa, la stalla verrà come sempre chiusa quando ormai i buoi saranno tutti fuggiti, il deterioramento dell’economia verrà registrato solo quando sarà in recessione, forse dimenticando che la recessione del 2001, fu "scoperta" molti mesi dopo.

Oggi come spesso abbiamo analizzato, l’economia americana vive di revisioni, revisioni che non potranno che essere negative, revisioni nell’occupazione, revisioni nella crescita del PIL, revisioni nelle contabilità aziendali tali da determinare un’incertezza senza precedenti.

Difficilmente in passato le decisioni di politica monetaria espansive hanno avuto effetti positivi nel lungo termine, memori di riduzioni di tasso che dimenticano il ripristino delle condizioni precedenti. Le politiche monetarie per fronteggiare il crollo del 1987, la crisi LTCM del 1998 e la bolla della New Economy del 2001 sono li a testimoniare una serie infinita di bolle speculative, in nome di una deflazione e di un rischio sistemico evanescente.

Pura illusione!

Se il Libor incorpora un premio di 100 punti base sopra il tasso di riferimento e l’ Euribor sale sopra di 75 punti base, è semplicemente perchè nessuno è disposto a fare credito o se lo fà chiede un premio sostanzioso.

La terza fase detta "esaurimento" rappresenta, purtroppo, il fallimento dei tentativi attuati dai meccanismi difensivi per realizzare una risposta adeguata agli stimoli ambientali.

Questa fase determina inconsapevoli alterazioni permanenti. L’organismo perde la capacità di adattarsi in modo funzionale agli stimoli ambientali, mantenendo una risposta ormai inadeguata che predispone allo sviluppo di malattie anche croniche, che possono interessare sia la sfera fisica che psicologica.

Questa ultima fase è ancora in corso, come è in corso il dibattito sull’efficacia degli stimoli monetari e crediti, le continue e persistenti iniezioni di liquidità che giorno dopo giorno, oltre a determinare l’azzardo morale, non coprono neanche il 20 % delle richieste in continuo e progressivo aumento.

 
Libor ed Euribor testimoniano che le prossime settimane vedranno una contrazione continua del credito e la sua naturale propagazione all’economia in generale.

Naturale per  il sottoscritto e per pochi altri economisti ed analisti, visto l’ottimismo generale che circonda la crescita economica. L’OCSE ha deciso di rivedere le sue stime di crescita per la crescita americana non escludendo una recessione.
 

Nel terzo trimestre la crescita del PIL americano dopo il "canto del cigno" del secondo trimestre, dovrebbe attestarsi secondo l’OCSE allo 0,5 % mentre nel quarto dovrebbe scendere allo 0,4 % una vera e propria crescita recessiva.

Personalmente ritengo ottimistiche le previsioni in quanto la velocità di esecuzione ed accellerazione di questa vera e propria contrazione del credito e degli investimenti produrranno una serie impressionante di effetti a catena, anche nelle ultime roccaforti finanziarie.

Restano quindi da verificare le cartolarizzazioni delle carte di credito e dei finanziamenti concessi per l’acquisto di autovetture, le contabilizzazioni delle operazioni LBO ancora in attesa di essere cartolarizzate e verificare la tenuta del mercato immobiliare commerciale.

Mercoledi  la Automati_Data_Processing ha rilasciato il suo report sull’occupazione allungando ombre sinistre sull’occupazione americana, ultimo baluardo contro le "foreclosure" con un aumento di 38000 unità il più piccolo aumento dal giugno 2003, fase in cui l’occupazione americana si stava riprendendosi dalla recessione del 2001 e dalla bolla della new economy.

Come consuetudine il dato riferito al mese precedente è stato rivisto al ribasso a 41.000 unità dai precedenti 48.000.

Le previsioni medie degli analisti erano per 80.000 nuovi posti di lavoro, quindi il risultato è esattamente la metà. In sostanza una dato che giustifica, uno stato di massima allerta per l’economia americana.

Sempre mercoledi la Challenger Gray & Christmas ha comunicato che i licenziamenti annunciati dalle aziende americane in agosto sono stati 79.459, più o meno corrispondenti all’85 % in più del mese precedente ed oltre la metà di questi provengono dal settore immobiliare e finanziario. Le perdite del settore finanziario da inizio anno ammontano a più di 100.000 unità e siamo solo all’inizio.

 

Come in passato abbiamo più volte visto l’occupazione americana è spesso influenzata da revisioni e distorsioni di notevole entità, che non permettono di avere una visione complessiva affidabile della reale situazione nel mercato del lavoro e di constatare con tempestività i cambi di tendenza.

Non starò ad ricordarvi ciò che in passato ho analizzato ma se volete andate a rileggervi il post il_FANTASMA_DELLA_DISOCCUPAZIONE dove si evidenzia come il modello CES NET BIRTH / DEATH influenzi in maniera sensibile i dati complessivi, il post un’ILLUSIONE_STATISTICA dove si ricorda come la revisione trimestrale della BASE modificò il dato iniziale di 498.000 unità portandolo a sole 19.000 ed infine il post che forse più di tutti può aiutare a comprendere come oggi le richieste settimanali di disoccupazione sono scese di 19.000 unità passando da una revisione in rialzo del precedente dato di 3000 unità. Il post in questione dal titolo la DISOCCUPAZIONE_NASCOSTA ricorda una nuova gamma di misure alternative di disoccupazione, pubblicate a partire dall’ottobre 1995 che tiene conto delle persone che attualmente non lavorano, ne cercano lavoro ma che sono disponibili e che hanno cercato lavoro nel recente passato, dei cosiddetti “disoccupati scoraggiati” che non trovano lavoro in quanto è già da troppo tempo che lo cercano e le persone che desidererebbero lavorare a tempo pieno, ma debbono accontentarsi del part-time.

Ciò significa che il dato ufficiale, non prende in considerazione queste persone, e le “esclude” dalla forza lavoro riducendo quindi la percentuale di persone su cui effettuare il calcolo.

Se volete, date un’occhiata anche a questa discussione che appare sul sito della FED_DI_MINNEAPOLIS dove vi troverete le perplessità al riguardo dei metodi di calcolo del BLS.

Chart: Self-Employment Rate

Se prendiamo in considerazione ogni settore del report della ADP notiamo come la trasformazione dell’economia americana in un’economia di servizi faccia si che i settori più colpiti dalla perdita di lavoro, siano quelli del manifatturiero e del "good-producing".

Emoragia quella del manifatturiero sostanzialmente innarrestabile!

Detto questo vorrei proporvi questo grafico che appare sul sito della FED_di_DALLAS per evidenziare come nell’ultima recessione, non necessariamente il settore terziario abbia sofferto un numero sensibile di posti di lavoro. Il grafico è relativo allo stato del Texas.

Chart 4: Services employment buoys Texas during recession

Qui sotto inoltre avete un grafico più specifico per settori.

Chart 5: Job growth uneven among Texas service industries

Se avete tempo leggetevi anche questo nuovo report_sull’occupazione_edilizia che viene pubblicato dalla ADP, una novità che cerca di esplorare quello che con il passare dei mesi sarà il nuovo tallone di achille dell’occupazione americana.

E qui ho in serbo per Voi una nuova perla, una perla nascosta che forse pochi o nessuno ha evidenziato. In passato vi ho spesso comunicato che la differenza standard tra i dati comunicati dalla ADP e quelli del BLS era di circa 26.000 unità che testimoniano approssimativamente gli occupati del settore governativo. Dallo scorso mese però all’improvviso la differenza è stata di 72.000 unità ovvero 48.000 per la ADP e 120.000 per il BLS. Ricordando le passate revisioni del BLS, non mi meraviglierei del fatto che i modelli adottati stiano mancando per l’ennesima volta la possibile svolta del mercato del lavoro.

Ciò sarebbe supportato da quanto trovate scritto nel sito del BLS che riconosce che la maggior parte del potenziale svantaggio significativo del modello in questione è che prende in considerazione modelli e rapporti prevedibili denotando una certa difficoltà nel prevedere invece le improvvise variazioni  durante i periodi in cui vi sono improvvisi cambiamenti nella tendenza di fondo e nelle svolte economiche.

Quindi sembrerebbe che maggiore affidabilità possano dare i dati comunicati dalla ADP.

Per conoscere meglio questa società, basta ricordare che è suddivisa in tre grandi divisioni aziendali e precisamente nella divisione Employer Services che supporta le aziende di ogni dimensione e settore con una gamma di servizi che vanno dall’Amministrazione e paghe fino ai servizi per le Risorse Umane per specialisti e manager, stampando  e distribuendo  circa 40 milioni di cedolini all’anno, nella divisione Brokerage Services che  opera nel settore dell’intermediazione finanziaria offrendo soluzioni informatiche e servizi di supporto e gestisce oltre il 15% delle transazioni della borsa valori Wall Street di New York Dealer Services che soluzioni e servizi tecnologicamente avanzati a circa 27000 operatori del settore Automotive in tutto il mondo.

L’ADP National Employment ReportNazionale è un report che riporta dati relativi al mercato del lavoro privato non agricolo, basato su un campione di buste paga anonime che rappresentano circa 400000/500000 ditte commerciali clienti di ADP con 23 milioni di dipendenti in 19 dei principali settori industriali privati americani.

Il report è stato creato sempre secondo il sito americano per aiutare e soddisfare la necessità di valutazioni tempestive e precise dei movimenti nel mercato di lavoro nazionale a breve scadenza per supportare il lavoro di previsione degli  economisti, professionisti e policy makers governativi. Attraverso le buste paga di ADP che servono una vasta gamma di industrie si può avere sempre secondo la società una prospettiva univoca e significativa del mercato del lavoro americano.

Se sate un’occhiata veloce al grafico qui sotto vedrete come il comportamento del dei relativi alla ADP sia molto più lineare di quelli del BLS che al contrario evidenziano un andamento "nervoso" con picchi e ribassi che vengono successivamente rivisti talvolta in maniera sensibile. Vedremo questa volta a quanto ammonterà la revisione del BLS, riguardo al dato di 120.000 unità comunicato il mese scorso.

Ieri sono stati comunicati i dati relativi alle nuove richieste di sussidi di disoccupazione scesi di 19.000 unità. Chissà forse qualcuno non ha fatto in tempo a registrarsi dopo l’ondata di licenziamenti del mese di agosto.

Concludo ricordandoVi che l’indice "PENDING HOME SALE" è crollato del 12,2 % e di un 16,1 % annualizzato, un indice che evidenzia il numero dei preliminari sottoscritti ma per i quali non sono stati chiusi i contratti. Quindi una ulteriore conferma degli annullamenti in corso che determineranno un aumento degli inventari di abitazioni invendute. L’indice in questione è da considerarsi un indice della situazione economica delle famiglie in quanto testimonia la sicurezza o meno nei propri mezzi finanziari attuali o futuri.

13 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2007 at 11:15

Sbaglio , o la droga iniettata non da più il suo effetto ?

Grande articolo Andrea !

MUTUI: SUBPRIME; GREENSPAN, CRISI SIMILE A QUELLE 1987 E ’98
(ANSA) – ROMA, 7 SET – L’evoluzione della crisi dei mercati
finanziari delle ultime settimane è “identica” per molti
aspetti a quelle passate del 1987 e del 1998. Lo ha detto l’ex
presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan – secondo
quanto riporta l’edizione on line del Wall Street Journal –
parlando ieri a un convegno a Washington.
Greenspan – che ha guidato la Banca centrale Usa per 18
anni, dal 1987 al 2005 – ha in particolare ricordato la crisi
del 1998 seguita al collasso dell’hedge fund Ltcm e ha spiegato
che, contrariamente a quanto ritengono gli economisti, i cicli
di espansione e contrazione dell’economia non sono determinati
dagli stessi fattori. Secondo Greenspan, la fase di espansione
é dovuta all'”euforia” mentre quella di contrazione è
determinata dalla “paura, come sta succedendo adesso, che ha
una forza di impatto molto maggiore rispetto all’euforia”.
Quanto alla strategia di politica monetaria, l’ex numero uno
della Fed ha indirettamente risposto a quanti hanno attribuito
gran parte della responsabilità dell’attuale crisi dei mercati
alla sua politica ‘troppo accomodante’. Greenspan ha infatti
voluto precisare che correzioni al rialzo dei tassi di interesse
non possono attenuare l’euforia che genera le bolle finanziarie
durante i cicli di espansione.

The hunt for the red october
By Fabio

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2007 at 13:52

il non farm payroll segna -4000, e gli economisti si aspettavano +120.000…
come dire, strumenti previsionali in tilt ?

Scritto il 7 Settembre 2007 at 19:36

Andrea, sei un mito!!!
Non ho parole. . . .i tuoi articoli sono sempre impeccabilmente eccellenti!!!
Un Saluto dalla Romagna, by Roberto Zanotti di Cesena.

Scritto il 7 Settembre 2007 at 20:37

Grazie Roberto, da oggi non mi sento più un MITO…MANE! Scherzi a parte oggi finalmente ho avuto la conferma definitiva delle mie e non solo mie, tesi!

Un’economia di revisione, un dato ai più sorprendente ma non certo per il mio equipaggio, la revisione dei dati di luglio è stata di 24.000 unità da 92.000 a 68000 ( nel post il riferimento a 120.000 era relativo al settore privato) la revisione di giugno, badate bene è stata di 57.000 unità passando da 126.000 a 69.000.

Ed ora chi gli sconta questi dati!

Di revisione in revisione, verso la recessione.

Stavo leggendo i commenti di alcuni analisti tecnici su Trendonline, e confesso che mi sento un pesce fuor d’acqua. O forse fuori dall’acqua ci stanno nuotando loro, con analisi tecniche che immancabilmente vedono la svolta dietro l’angolo, dimenticando l’analisi fondamentale, la realtà delle cose.

Lunedi vedremo insieme il ” TRAMONTO DELLE CERTEZZE, NELL’OCEANO DEL REALISMO”.

Giorno, dopo giorno mi rendo conto che l’analisi è fondamentale, mi ha permesso insieme ad altri fattori di non sbagliare nessuna manovra, che in un mare in tempesta significa la salvezza.

Buon fine settimana a tutti e grazie ancora di come sapete gratificarmi!

Andrea

Scritto il 7 Settembre 2007 at 21:04

Dato che conosco gli effetti dello stress (Sindrome Generale di Adattamento) sull’uomo, ma mi restava difficile creare una corrispondenza perfetta con ciò che sta accadendo in economia, ringrazio profondamente Andrea per questo articolo che, a mio modesto parere, rasenta la perfezione tecnica. Le iniezioni di liquidità ed il futuro abbassamento dei tassi sono come interventi farmacologici superspecialistici che permettono di prolungare …l’agonia.
I tests (indicatori economici) non sono abbastanza sensibili per valutare la reale situazione del paziente.
Troppe volte l’eccessivo interventismo determina un grosso danno: vi ricordate Arafat? Sceso dall’aereo a Parigi con le sue gambe e morto dopo 2 settimane “intossicato” dai farmaci?
Un po’ per celia, un po’ per diletto, si ricorda l’aforisma del chirurgo: “L’intervento è riuscito perfettamente, ma il paziente è morto”, quando la chirurgia è l’epilogo di una fase di esaurimento che non può avere altri sbocchi se non l’obitus.

“Lo stress e’ un Iceberg.
Quando lo vediamo affiorare in superficie dobbiamo considerare che il 90% della sua opera si e’ svolto al di sotto… da tempo”.

Gli schemi di sopravvivenza che il nostro cervello memorizza nei vari momenti della vita sono la causa della maggior parte delle nostre patologie e né farmaci, né interventi chirurgici riescono a superare questi schemi, proprio perché sono di SOPRAVVIVENZA.
La sopravvivenza di un sistema economico richiede che chi ha sbagliato paghi ed esca dal gioco, ma quando l’errore è sistemico e le cure aiutano chi è in errore si bruciano quasi tutti e solo dalle ceneri potrà rinascere un nuovo modello economico, che non generi eccessi per come è stato concepito fin dall’inizio.
Anche su questo Andrea potrà aiutarci.
Buon week end a tutti.
Bill

utente anonimo
Scritto il 7 Settembre 2007 at 21:34

“Lo stress e’ un Iceberg.
Quando lo vediamo affiorare in superficie dobbiamo considerare che il 90% della sua opera si e’ svolto al di sotto… da tempo”.

Grandioso Bill, paragone semplicemente meraviglioso! E’ un piacere averti sul nostro Veliero, come ognuno di Voi, ognuno con la propria unicità!
Andrea

Scritto il 7 Settembre 2007 at 21:46

Ho notato che intanto l’oro ha toccato i 700 USD x oncia …
Massimo

Scritto il 7 Settembre 2007 at 22:46

L’oro è in definitiva, specialmente nel bel mezzo di una crisi di liquidità, dove viene a mancare la moneta virtuale, l’essenza stessa di un sistema fiduciario, ovvero la banconota di carta, uno dei pochi asset liquidi che tengono un valore facilmente identificabile.

Spesso in questo blog ho fatto riferimento al momento d’ ORO, riferimento all’unico asset che in mancanza della fiducia, nella liquidità virtuale può rappresenatre un bene rifugio, un investimento tangibile!
Il momento d’ORO è appena cominciato!
Andrea

utente anonimo
Scritto il 8 Settembre 2007 at 07:41

Che dire dopo dei dati di ieri sulla disoccupazione dobbiamo fare i complimente ai signori analisti per le loro previsoni.Ma quando ci diranno che l’economia americana va verso una recessione ?

Complimenti per il blog

Anonimo
Scritto il 8 Settembre 2007 at 10:55

Complimentarsi con te, Andrea, è il minimo che si possa fare.
Mi sono imbattuto nel tuo blog per caso, e mi ha preso immediatamente.
Sono pochi mesi che faccio trading on line, ed ogni giorno che mi apprestavo a cercare di far fruttare quel può di risparmi che ho messo da parte per potermi comprare la casa, m’ immaginavo di fare un’uscita in mare per una battuta di pesca: avertrovato il tuo paragone sull’ operare, a vario grado e livello, sui mercati finanziari come un solcare oceani, mi ha subito confortato.
Condivido pienamente i tuoi pertinenti paragoni tra i fenomeni che regolano la biologia e la psicologia umana, con il comportamento dei mercati finanziari, e più in generale con i risvolti socioeconomici che di cui sono causa ed effetto.
In fondo l’ uomo, da sempre, nel suo interagire con ciò che lo circonda, non fa che proiettare consciamente, ma più spesso inconsciamente, cio che gli è proprio e strutturale, sia a livello biologico che mentale.
Vengo da anni di appassionata frequentazione di case da gioco: la roulette la mia passione. Da un decennio ho smesso completamente, ma evidentemente la mia propensione al rischio, esce dalla finestra e rientra dalla porta.
Quella di impegnarmi nel trading mi era sembrata una scelta che mi permettesse di operare in un campo che, almeno, rispondesse ad una certa razionalità, con regole se non certe, almeno matematiche.
Mi accorgo ora, dopo circa un anno, che come al casinò alla lunga ( e spesso neanche tanto lunga), IL BANCO VINCE SEMPRE.
L’idea che comperare e vendere azioni fosse un modo di partecipare da “socio” alle vicende produttive di aziende impegnate a produrre qualcosa di reale e tangibile, è presto svanita.
L’impressione, da neofita principiante, e la convinzione che va prendendo corpo in me è che la quotazione in borsa di qualsivoglia soggetto finanziario o imprenditoriale, sia solo lo strumento (la roulette) per stare a monte dei movimenti, determinandoli, ai fini, non produttivi, ma di trarre guadagno dalle infinità di “derivati”, che vincono, per i signori del vapore, sia che il mercato salga, sia che scenda.
IL BANCO ( o le BANCHE, se preferisci) VINCE SEMPRE.
LE VINCITE VENGONO PRIVATIZZATE, E MESSE AL SICURO AL DI FUORI DEL SISTEMA;
LE PERDITE, INVECE, SOCIALIZZATE.
Non resta che fare come i pesci pilota, che hanno trovato il modo di sfruttare gli squali…..ma non è cosa semplice.

Un saluto

Levis

Chi ruba un milione di euro ad una persona è un ladro, chi ruba un euro ad un milione di persone è un finanziere.

Anonimo
Scritto il 9 Settembre 2007 at 16:17

Paralisi del credito globale: ora anche i grandi banchieri la chiamano “infarto”

6 settembre 2007 – Leggendo il londinese Financial Times, apprendiamo dalla prima pagina che il sistema di prestiti interbancari ha raggiunto una sorta di blocco. L’articolo ha per titolo “un dura prova per i mercati infartuati”.
Un importante banchiere ha fatto eco alle parole usate in precedenza soltanto da Lyndon LaRouche, dicendo che se il sistema rimarrà congelato, “il paziente morirà”.
Le banche non si presteranno denaro l’una all’altra, per paura che i titoli offerti come collaterale nascondano i famosi “subprime” o altra spazzatura. Il fenomeno è globale, dice un analista dell’UniCredit. Il Financial Times, d’altro canto, riferisce che alcuni banchieri della City valutano che alcune parti del mercato dei prestiti interbancari “si siano congelate mentre le banche fanno incetta di capitali e li mettono da parte”
Il banchiere che presiede l’Associazione Internazionale dei Mercati Capitali ha descritto la situazione come un “infarto” finanziario. “Se rimaniamo paralizzati, il pariente morirà”, ha detto Hans Joerg Rudloff, che è anche presidente di Barclays Capital.
Anche il famoso ricorso ai “dollari gettati dall’elicottero”, per usare un’espressione di Ben Bernanke, attuale presidente della Riserva Federale, per risolvere ogni tipo di crisi, ora non funziona. Nel mese scorso, la Riserva Federale ha annunciato di accettare qualunque tipo di titolo commerciale, indipendentemente dalla sua affidabilità, come collaterale per concedere nuovo credito alle banche. Ma il valore di mercato di tali titoli è nel frattempo collassato, e con esso la quantità di denaro che le banche possono prendere a prestito dalla Riserva.

Il London Interbank Rate (LIBOR), che fissa il tasso di prestito interbancario, ha raggiunto il valore di 6,8% sui tre mesi, stabilendo un record superiore dell’1% al tasso di sconto. Ma, in realtà, non ci sono scambi, e a nessun tasso. La Banca d’Inghilterra, cercando di metter pezza alla crisi, oggi ha offerto di pagare gli interessi sulle riserve che le banche commerciali detengono sul suo conto.

RIPORTATO DA :
http://www.movisol.org/07news142.htm

saluti – nautilus

Anonimo
Scritto il 9 Settembre 2007 at 16:58

…ed ora, con il permesso di Andrea, mi rivolgo a Bill. Mi affascina molto l’idea ke tu possa trasformare quanto viene detto nell’articolo ke ho riportato ==>Paralisi del credito globale: ora anche i grandi banchieri la chiamano “infarto”

Anonimo
Scritto il 9 Settembre 2007 at 17:01

in qualcosa ke dal concetto “d’infarto” venga a calarsi nell’attuale situazione finanziaria. Si mi aspetto da te qualcosa di stimolante come quanto hai scritto precedentemente.

nautilus

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