RIFLESSIONI AD ALTA VOCE: Il mercato del lavoro e i consumi!

Scritto il alle 23:14 da icebergfinanza

Giovanni Segantini - Das Pfluegen (The Plow)

 

 

 

Gli ultimi dati relativi al mercato del lavoro americano, rilasciati dal

 BUREAU_OF_LABOUR_STATISTICS

meritano alcune brevi riflessioni relativamente ad alcuni dati riferiti ad alcuni settori economici:

a)    132.000 nuovi posti di lavoro creati con una revisione molto forte del precedente dato a 190.000 da un iniziale 57.000 e nuova revisione del dato di aprile che inizialmente era uscito a 88.000, rivisto in ribasso il mese successivo a 80.000 e modificato nuovamente al rialzo a 122.000. Non vorrei sembrare ripetitivo ma ormai le revisioni, sono il pane quotidiano dell’economia americana e stroncano in maniera inequivocabile la validità del rilascio di dati anticipati che servono solamente alla frenesia dei mercati e non certo alla causa della chiarezza. Resta poi incessante il tarlo della revisione operata dal BLS nel terzo trimestre del 2006 che ha portato il risultato totale da 498.000 a 19.000.

b)    l’aumento medio generale del primo semestre è di 145.000 unità contro la media dello scorso anno a 189.000 una dinamica in contrazione dovuta secondo logica alla crescita recessiva del primo trimestre. Secondo il sottoscritto, invece, siamo alla fine di un percorso che vede il mercato del lavoro incorporare progressivamente la fine di un ciclo espansivo dovuto principalmente alle dinamiche del debito e della globalizzazione del lavoro.

c)    40.000 posti di lavoro sono stati creati dal settore pubblico portando così la media a 30.000 nei primi mesi dell’anno contro una media di 20.000 lo scorso anno di cui quasi la metà del settore della sanità.

d)    i guadagni orari medi sono aumentati dello 0,3 %, in discesa dal 0,4 % dello scorso anno.

e)    l’occupazione al minuto, la "grande distribuzione" ha perso 24.200 unità. Prosegue inoltre l’emorragia da parte del settore manifatturiero con una perdita di 18.000 posti di lavoro e del settore finanziario che perde 9000 posti, forse segno di un cambiamento per uno dei settori trainanti degli ultimi anni?

f)     ma la vera sorpresa, stà nella creazione di 12.000 nuovi posti di lavoro nel settore edilizio delle costruzioni. A questo punto mi chiedo dove sia la connessione tra il pessimismo della fiducia dei costruttori, indice NAHB sceso a 28, le continue e sistematiche revisioni al ribasso delle prospettive delle aziende costruttrici ovvero i continui e progressivi profit warning  e la creazione di nuovi posti di lavoro. Comincio a pensare che la manodopera edilizia americana era sostanzialmente composta da immigrati, talvolta clandestini che prestavano il loro lavoro non ufficialmente rilevato dalle statistiche del BLS e dalle autorità governative. Come più volte detto, i trasferimenti di denaro verso i paesi di origini, si sono notevolmente ridotti in questi ultimi mesi. A meno che non si stiano concentrando le risorse nella costruzione di edifici commerciali che attualmente solo marginalmente vengono interessati dalla recessione immobiliare residenziale.

Arriva ora il momento delle riflessioni, di fare alcune considerazioni ad alta voce:

 

a)      E’ così scontata l’equazione che vede una maggiore occupazione portare un aumento dei consumi? Siamo sicuri che con un’inflazione reale così alta non vi sia un’erosione sistematica del potere di acquisto unito alla recessione immobiliare che comporta una variazione rilevante nella possibilità di continuare a consumare con i ritmi del passato? E ancora, perché se i consumi vedranno sicuramente una ripresa nella seconda parte dell’anno i “grandi rivenditori” continuano a licenziare, con una perdita di posti di lavoro di 40.000 unità.

b)      Se l’economia americana stà avvicinandosi progressivamente alla “piena occupazione” dove sono le eventuali pressioni salariali con le  implicazioni inflative che una situazione da manuale dovrebbe  comportare?

c)      Piena occupazione corrisponde anche ad una maggiore produttività?

d)      La ormai dimenticata e tanto bistratta “ CURVA_DI_PHILLIPS “ ovvero la relazione inversa tra inflazione e disoccupazione è ritornata agli antichi splendori, visto che ad un’alta inflazione, e badate bene non parliamo di “inflazione core” la nuova moda per nascondere la realtà di tutti i giorni, dicevo ad un’alta inflazione corrisponde una bassa disoccupazione? Per chi studia economia e ha voglia e tempo di leggersi un mezzo manuale ecco un interessante POST_sulla_CURVA_di_PHILLIPS!

 

Ecco alcuni interrogativi che richiedono alcune risposte chiare e precise partendo dal presupposto che come ho già ricordato in altre occasioni, un’economia che non investe non ha futuro. Il dato che uscirà venerdi, relativo alle vendite al dettaglio è stato preceduto da innumerevoli segnali di contrazione della spesa del consumatore.

Ricordo soltanto che  la_spesa_del_consumatore concorre a formare in misura prioritaria circa il 70 % del PIL americano, quindi se consideriamo la recessione immobiliare in atto, l’assenza di investimenti reali, non si vede come realmente il PIL del secondo trimestre possa viaggiare intorno al 3 % come sostengono molti analisti. Virtuale o no, questa ripresa è figlia di un’illusione che prende in considerazione la ricostituzione delle scorte e vede nell’inesorabile discesa del dollaro la spinta alle esportazioni.

I consumi, grande driver degli ultimi anni segnalano come detto un notevole rallentamento come testimonia questo articolo apparso su MarketWatch!

 

VENDITE_AL_DETTAGLIO_POLVERIZZATE_IN_GIUGNO

 

Vi invito inoltre a leggere questo post apparso su http://www.lombardstreetresearch.com/ che esprime la possibilità di una “GRANDE SORPRESA” relativamente alla comunicazione della crescita del PIL nel secondo trimestre 2007, una sorpresa al di fuori del coro che vede una crescita tra il 2 e il 3 %.

Il 27 luglio la pubblicazione dei preliminari del PIL del secondo trimestre dell’anno potranno riservare qualche brutta sorpresa! Contrariamente alle aspettative secondo gli analisti di Lombardstreet, il PIL dovrebbe uscire con una crescita del 1,5 %.

 

Forse allora i mercati che scontano sempre tutto in anticipo, dovranno prendere atto delle mutate condizioni atmosferiche.

 

Photo of economistLombard Street Research

06 Jul 07
AA: Americas

Coming Q2 GDP surprise to boost bonds

• Publication of preliminary US Q2 GDP data on 27th July may trigger a rally in both US Treasuries and equities. Contrary to current market expectations of a 3% to 4% reading our view is for another quarter of sub-trend growth of around 1½%. We expect consumer spending to struggle in the wake of a weak housing market and disposable incomes hurt by higher gasoline prices. Growth in the second half of the year is unlikely to exceed 2% with business investment remaining weak alongside an ongoing drag from housing. The Federal Reserve is likely to be easing policy later this year once inflation concerns have diminished with soft GDP growth. In this environment we are positive on US bonds and only mildly bearish on US equities over the next year.

 

   

 

 

4 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 10 Luglio 2007 at 18:49

oscillazioni nei prezzi volatili di energia e alimentari avranno un impatto minimo sull’inflazione finché le attese d’inflazione verranno mantenute salde.

Lo ha detto il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke.

Mi spiegate il senso di questo discorso ? sembrano i discorsi alla trappattoni ….. ma dai … io mi domando come mai i mercati danno fiducia a questi discorsi …

utente anonimo
Scritto il 10 Luglio 2007 at 19:00

Stable inflation is good not only for the economy but for the pocketbook. Out-of-control prices can eat away at paychecks, investments and standards of living. And, getting it under control through interest rate increases can be difficult and painful.

Ma è assurdo che un governatore parli di effeti benefici dell’ inflazione con il petrolio che sembra voglia arrivare a 80 $ con un dollaro che si deprezza in maniera spaventosa !

Ormai è chiara la situazione : la fed è conscia di quello che sta accadendo ed è per questo che farà di tutto pur di non compromettere la situazione (immobiliare , subprime..) a costo di andare contro ad una delle sue mission ovvero il controllo dei prezzi .
Per me ci sono anche motivi politici ….Bush NON PUO’ permettersi una recessione con un paese ancora in guerra e con le elezioni che pian piano si avvicinano .
Lo sanno ormai tutta che LA FED non è indipendente ….

Concludendo : questa politica non potrà durare per sempre ….

utente anonimo
Scritto il 10 Luglio 2007 at 19:30

Idea per Andrea Mazzala …

Carry Trade … cosa succede se il giocattolo si rompe ?

Scritto il 10 Luglio 2007 at 22:15

” IN FED, WE TRUST! ” Ecco il moto dei mercati globali. La forza potente della persuasione, è tutto sotto controllo. La testa ragiona, le mani si muovono freneticamente, il cuore batte forte, le gambe stanno per lasciarci. Nessun contagio, nessuna inflazione, nessuna erosione del potere di acquisto. Se il petrolio sale a 80 dollari, l’economia lo assorbirà, se il credito si contrae la Fed provvederà, se il sistema collassa vi è sempre la mano benevola della Fed. Olimpiadi Cinesi o Presidenziali Americane son l’ancora di salvataggio di questa era caduta in un coma artificiale indotto.
Il capitano della nave mantiene salde le aspettative d’inflazione e il Titanic si dirige verso il suo iceberg, il suo destino!
Seguite l’iceberg del credito, del debito, dei CDOs dei LBO del mercato immobiliare , seguiteli con lo sguardo, scrutate ogni segnale, ogni minimo movimento e non sbaglierete la rotta. Non si sa mai quale sia l’ora ma nulla toglie che da oggi in poi si scenda fino a quest’autunno per scontare i prossimi segnali negativi, gli iceberg che spuntano giorno dopo giorno. Per quanto riguarda i carrytrade games credo proprio che quando finirà l’onda di panico non sarà certo uno scherzo!
Ciao Andrea

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