CHINA: BLACK SWAN…

Scritto il alle 10:33 da icebergfinanza

Ieri mattina all’improvviso la solita esplosione proveniente da oriente…

Scoppia la bilancia commerciale cinese

Crollo delle importazioni in Cina di Arnaud Masset

Le cifre fiacche riferite al PMI della scorsa settimana (PMI manifatturiero a 49,7 punti rispetto ai 50 di luglio) ci avevano avvertito: la debolezza della domanda globale ad agosto, oltre ai prezzi bassi delle materie prime, avrebbero probabilmente pesato su esportazioni e importazioni cinesi. Stamattina sono stati pubblicati i dati sulla bilancia commerciale cinese, da cui emerge che il surplus commerciale si è contratto del 40% ( QUARANTA PER CENTO! )  dai 43,03 mld di USD di luglio a 60,24 miliardi. I partecipanti al mercato non si aspettavano una variazione di questa entità, la cifra prevista si aggirava intorno ai 48 miliardi di USD. Le esportazioni sono scese del 6,1% a/a nel mese di agosto, meno della contrazione pari all’8,89% del mese scorso, perché lo yuan più debole non è riuscito a compensare il rallentamento della domanda globale, soprattutto dagli USA e dall’Europa. Tuttavia, la sorpresa maggiore è arrivata dalle importazioni, scivolate del 14,3% ad agosto, rispetto al -8,6% del mese scorso, sviluppo che alimenta preoccupazioni sulla capacità della Cina di riorganizzare la sua economia verso un sistema che cresce grazie alla domanda interna.

Pechino deve ristabilire la fiducia nell’abilità della Cina di generare una crescita costante nel lungo termine e, cosa ancor più importante, di trovare un modo per rinvigorire l’anemica domanda interna. Prevediamo quindi che la PBoC ridurrà di nuovo il quoziente di riserva obbligatorio affinché aumenti la quantità di denaro disponibile per i prestiti.

Ricordo a tutti che la gran parte delle importazioni della Cina sono materie prime che vanno in fabbriche che le trasformano in beni per la vendita all’estero, il che significa che l’export mondiale subirà una sensibile riduzione nei prossimi mesi.

Qui una fotografia d’insieme di chi subirà l’impatto maggiore!

Oggi gli ordinativi di machine utensili in Giappone hanno fatto -16,5%!

Ma ovviamente ciò che conta è che l’indice Nikkei si spara oltre il SETTE PER CENTO in un istante grazie alla notizia secondo la quale  il primo ministro Abe avrebbe comunicato  l’intenzione di abbassare le tasse alle aziende di oltre 3 punti .

Grande un altro errore, stimolare l’offerta dimenticando la domanda grandi davvero!

Nel frattempo gli americani chiedo alla Cina di smettere di svalutare la loro moneta.

Chissà che hanno fatto in questi anni USA, UK, Japan e Europa!

Noi intanto mentre regna l’euforia prima della prossima tempesta, andiamo a dare un’occhiata a cosa ne pensa il professor Jeffrey Frankel, professore alla Kennedy School of Government dell’Università di Harvard che critica l’idea che l’intervento del governo è il principale responsabile per le turbolenze del mercato.

E’ in inglese leggetevelo attentamente e poi ne riparleremo.

China Confronts the Market

Nel fine settimana …  “Machiavelli torna in America”.

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13 commenti Commenta
phitio
Scritto il 9 Settembre 2015 at 12:36

La cina sta piegandosi sotto la titanica forza dei limiti dello sviluppo, e non ci sono santi a cui votarsi.

aorlansky60
Scritto il 9 Settembre 2015 at 12:43

Pechino deve ristabilire la fiducia nell’abilità della Cina di generare una crescita costante nel lungo termine e, cosa ancor più importante, di trovare un modo per rinvigorire l’anemica domanda interna.

immagino un cinese -non uno qualunque, diciamo un alto funzionario di partito- a leggere le parole citare sopra…
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aspetta, aspetta un momento… ci danno anche ordini, ora, mascherati sotto forma di gentili consigli gratuiti ???

come se loro non avessero già sbagliato abbastanza con le loro scelte monetarie ??? quando mr draghi annuncia il suo QE da 1100 mld di € spalmato nell’arco di un anno e mezzo [con opzione a diluizione ulteriore nel tempo], che effetti egli crede possa avere nell’equilibrio economico internazionale, se non quello di svalutare l’euro come puntualmente avvenuto ????

e questi ora “ci prendono per il bavero” a causa della svalutazione che abbiamo deciso di operare in agosto!…
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ma ancora :

cioè,

ci siamo fatti carico di dover trainare l’economia mondiale da 15anni[almeno] a questa parte;

abbiamo gettato più cemento sul nostro territorio negli ultimi 5 anni rispetto a quanto cemento hanno gettato gli yankees in nord-america nellintero XXmo secolo [favorendo tutti quei paesi -e l’Australia ne sa qualcosa- così felici di poterci vendere le loro preziose materie prime, il cemento richiama tutta una serie di altre materie prime indispensabili in edilizia], risultato : stima [fonte HSBC al 2013] di 50 milioni di unità immobiliari vuote, invendute in Cina; ad oggi [2015 ndr] potrebbero essere anche aumentate… non possiamo andare avanti con questo trend, la costruzione di immobili ha un senso se poi VENGONO VENDUTI, tutto questo capitale fermo alla lunga non può che produrre effetti collaterali indesiderati, o volete che sia la soluzione ideale per i prossimi flussi migratori globali???? anche se ci sarebbe posto per ospitarli [capirai, con quella stima di appartamenti-alveari vuoti] non ci possiamo tuttavia far carico anche di questi problemi,

suvvia, ne abbiamo già altri da fronteggiare :

abbiamo imbastito la più grande colossale bisca da gioco mai vista a memoria d’uomo [ma che dico d’uomo, dell’intera storia dell’uomo sul pianeta Terra, noi cinesi quando decidiamo di fare le cose, le facciamo in grande!] legalmente autorizzata [e opportunamente promozionata] dal nostro stesso governo centrale, mascherata sotto il nome ufficiale di Borsa Valori :
90 milioni di potenziali giocat… emh investitori per 258 milioni di conto deposito titoli ufficialmente censiti, per il secondo casinò ops volevo dire Borsa in ordine di grandezza a livello mondiale per capitalizzazione [adesso un pò meno dopo gli scossoni appena avvenuti], se non sono cifre da record queste…

potete almeno permetterci di tirare il fiato ???

La responsabilità che ci avete messo sulle spalle [voi occidentali] è davvero troppo grande,

oltre tutto, è già da tempo che [in qualità di maggiori sottoscrittori a livello mondiale] ci dobbiamo far carico di sostenere anche il debito pubbl americano, che ultimamente ha raggiunto livelli da paura [$ 18000 miliardi]; a pensarci adesso, ma non è che i furbi siano loro [gli yankees, che hanno vivacchiato alla grande per tutto questo tempo, grazie ai ns sforzi] e noi i fessi della situazione ???!!!…

sarà anche vero che siamo 1,4 miliardi di esseri viventi, ma questo non deve far credere [a voi occidentali] che il nostro potenziale sia infinito, a tutto c’è un limite, dai…

bergasim
Scritto il 9 Settembre 2015 at 14:10

Scusate ma se il surplus passa da 40 mld a 60 mld e l’export cala meno dell’import, il saldo è aumentato o no?

phitio
Scritto il 9 Settembre 2015 at 15:26

bergasim,

infatti la frase e ‘ sbagliata, il surplus e’ passato da 60 a 40

dante5
Scritto il 9 Settembre 2015 at 15:59

phitio@finanza:
bergasim,

infatti la frase e ‘ sbagliata, il surplus e’ passato da 60 a 40

Il solito giornalista che scrive di finanza senza saper usare la calcolatrice…Il surplus è infatti CALATO del 28,5%, non del 40 (scritto poi anche a caratteri cubitali…)

apprendista
Scritto il 9 Settembre 2015 at 16:31

Andrea scusa,ne ha gia’ parlato un altro utente, ma visto la crisi cinese e l’espoetazione crollata dall’australia a quest’ultima non sarebbe il caso di diminuire i tds australiani in valuta ( io li ho a 1,46) non chiedo consiglio ma una opinione che se seguita a mio rischio e pericolo
Ciao

bergasim
Scritto il 9 Settembre 2015 at 17:13

http://it.investing.com/economic-calendar/chinese-trade-balance-466
Non capisco il saldo è aumentato non diminuito

bergasim
Scritto il 9 Settembre 2015 at 17:13

http://it.investing.com/economic-calendar/chinese-trade-balance-466
Non capisco il saldo è aumentato non diminuito

stanziale
Scritto il 10 Settembre 2015 at 07:22

Ampio articolato post di bottarelli http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2015/9/10/SPY-FINANZA-Se-la-Banca-Mondiale-tira-per-la-giacca-la-Fed-sui-tassi-zero-/637116/
riassumendo i puzzoni tedeschi hanno aumentato il saldo export grazie al qe, ora e’ di 25 mld il mese,e si prendono i siriani scolarizzati e noi i baluba sub sahariani; lo shale oil americano e’ in quella maniera ed anche peggio e durera’ poco; si prepara un qe gigantesco di tutti (di ultima istanza?); Renzi al solito non fa nulla con i tedeschi.

aorlansky60
Scritto il 10 Settembre 2015 at 10:13

Stanziale

letto l’articolo;

– che il boom dello shale-oil fosse stato finanziato da W.S. grazie ai soldi facili della Fed era chiaro da qualche tempo;

ho letto recentemente qualche rapporto aggiornato sul settore shale, secondo i quali i produttori americani erano dovuti correre ai ripari per cercare di ottimizzare il più possibile i costi di estrazione [visto il calo del prezzo del greggio avvenuto progressivamente dall’autunno 2014, in conseguenza di scelte strategiche BEN NOTE…] notoriamente più elevati rispetto a quelli delle tecniche tradizionali consolidate(sauditi) e secondo quanto leggevo gli americani erano riusciti ad abbassare considerevolmente i costi elevati di partenza, al punto che potevano reggere [con difficoltà, ma a reggere] l’attuale costo sui 50$/barile… resta però da vedere PER QUANTO TEMPO il petrolio rimarrà incollato a questo livello di prezzo, se perdura per molto tempo è opinione diffusa -per quello che si legge del settore- che i produttori americani NON potranno reggere alla lunga, con tutto quello che ne potrebbe conseguire in criticità, puntualmente elencate da Bottarelli.

– capitolo surplus commerciale tedesco : piove sul bagnato; i dati recenti confermano che per la Germania va benissimo così [avere stati partners in UE come italia e spagna ed altri pigmei, che più che partners sono paesi inferiori asserviti agli interessi tedeschi]; meglio di così, per loro[i tedeschi] non potrebbe andare, anche perchè come fà notare Bottarelli, non s’intravede nessuno, al momento, in grado di andare a mettere i pugni sul tavolo della Merkel. Occorrerebbe avere alla base una forza d’urto come quella di uno Stato forte -la FRANCIA per esempio- (per “forte” intendo svariati settori socio economici in grado di comporre l’autorevolezza e la credibilità di uno Stato sovrano: industrie, infrastrutture, non ultimo l’apparato militare…) che al momento l’Italia si può solo sognare.

L’ho sempre pensato oltre che detto : in una organizzazione formata da molti soci, quello più forte detta le regole; gli altri le devono osservare. E’ così difficile da comprendere???

eppure, nonostante tutte queste evidenze, c’è ancora chi (la maggioranza del ns paese, purtroppo) crede ciecamente con gli occhi foderati di prosciutto, alla filosofia della moneta unica e dell’europa unita e ai benefici che questa apporta…

– capitolo QE : considerato il volume della BOLLA speculativa che si è creata su più fronti [azionario obbligazionario e quant’altro…] grazie alla politica accomodante delle banche centrali degli ultimi anni, il MOSTRO che queste hanno creato non può più essere fermato;

per meglio dire, si potrebbe (chiudendo i rubinetti del denaro facile ritornando a criteri ragionevoli, per es ritornare a valutare tutte le società quotate con il metro di una volta, premiandole o meno in base agli utili, quelli veri…) a costi però proibitivi (crollo dell’immenso castello di carta, nuova recessione a livello globale che farebbe passare come uno scherzo quelle del 1929 e del 2008), per cui visto che nessuno dei personaggi ai vertici [attuali governi d. Stati che contanoe governatori d. banche centrali] intende comparire sui futuri libri di storia come il responsabile del crollo della civiltà industriale [ammesso che esistano ancora tipografie dopo l’eventuale crollo…], loro per primi sanno qual’è l’unica strada da seguire per evitare il disastro potenziale : soldi e ancora soldi a go-go da immettere “nel sistema”; non c’è altra via, almeno nell’immediato. Non stò dicendo che sia giusto, mi stò semplicemente immedesimando nelle teste di coloro che possono decidere le politiche economiche da intraprendere.

phitio
Scritto il 10 Settembre 2015 at 11:06

stanziale@finanza,

Quelll’articolo e’ ben fatto, ma l’autore non sa che le aziende di hale oil non avevano altra scelta che correre forsennatamente ad indebitarsi per aggiungere produzione. Il fatto e’ che i pozzi da fracking si esauriscono dieci colte piu’ rapidamente di quelli convenzionali e le infrastutture costano il triplo.

Erano e sono vittime della “maledizione della regina rossa” per cui dovevano correre forsennatamente per rimanere sul posto, o cedre leggermente strada, come su un tapis roulant che gira un po’ troppo forte per le tue gambe.

Ma bottarelli ha mai dato una occhiata ai libri contabili o ai prospetti trimestrali delle aziende di fracking? Non erano in utile nemmeno col petrolio a 100$, sebbene producessero nominalmente con costi vivi inferiori, proprio a causa del peso dei debiti che dovevano accollarsi progressivamente per mantenere e ampliare la produzione. Che l’abbiano ampliata e’ indubbio, ma quella produzione e’ solo un gigantesco fuoco di paglia. Speravano che i consumatori finissero per pagare qualsiasi prezzo e finalmente poter andare in attivo, ma questo non e’ mai avvenuto nel bilancio globale di queste imprese. IO prevedo che nei prossimi 5 anni sparira’ almeno l 80% della produzione da fracking, e non sara’ affatto per colpa dei sauditi, i quali hanno anche loro i propri problemi.

stanziale
Scritto il 10 Settembre 2015 at 20:39

@Aorlanky-che poi, il capitolo qe-stampa che ti stampa, e’ chiaro che alla fine sfocera’ in pratica in una gigantesca svalutazione. La stanno solo rimandando il piu’ possibile-la svalutazione, tramite trucchi vari, come sub prime derivati e quant’altro-. Lo scopo e’ naturalmente avere il tempo di impossessarsi delle risorse di terzi: quelli che non stampano, che non hanno abbastanza forza militare, che sono comunque deboli o nemici. In questo senso:
@Phitio -mi sembrerebbe che anche il fracking Usa, e’ si un gigantesco fuoco di paglia, ma che nella sua pur breve durata, serva appunto alla bisogna, la solita tattica dell’impero anglo-americano: reggere ancora un po’ e far crollare prima gli altri.

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