ITALIA: UNA PERFETTA IMPUDENZA!

Scritto il alle 12:37 da icebergfinanza

 

Economic crisis in Italy?

Una premessa… Non mandatemi mail con su quello che scrivono Tizio Caio eSempronio titolari del blog Pinco Pallo perche non commento e non leggo la spazzatura!

Diamo un’occhiata a quanto scrive Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere senza dimenticare che la perfetta impudenza riguarda anche editorialisti e giornalisti in questa devastazione economico finanziaria ma soprattutto antropologica orfana di padri e di madri senza dimenticare soprattutto Universita’ e scuole di manager dalle quali proviene anche l’illustrissimo professore che sta amministrando il piu imponente trasferimento di ricchezza della storia italiana…altro che concertazione qui si tratta di un sconcertante fallimento…

Sosteneva Schopenhauer – un bilioso connazionale della signora Merkel vissuto circa un paio di secoli fa, al quale evidentemente non eravamo troppo simpatici – che tra tutti i popoli d’Europa gli Italiani rappresentavano l’esempio di «una perfetta impudenza». Esagerava, certamente. Ma resta il fatto che da un po’ di tempo chi vive in questo Paese non può fare a meno di chiedersi dove mai erano negli ultimi trent’anni gli attuali protagonisti della scena pubblica italiana, che cosa allora essi dicevano e facevano, addirittura se abbiano mai detto o fatto qualcosa. O forse, invece, erano ancora in troppo tenera età? O magari tutti all’estero e si occupavano d’altro?Oggi, infatti, nessuno sembra essere stato responsabile di nulla. Una «perfetta impudenza», appunto. Debito pubblico cresciuto a livelli vertiginosi? Spesa pubblica oggetto di sprechi di ogni tipo e misura? Un’amministrazione di inefficienza conclamata? Le professioni preda del più turgido spirito corporativo? La lottizzazione partitica dominante dappertutto? Un welfare costruito a tutela dei più forti? Reti e servizi organizzati in forma oligo-monopolistica e sempre in danno del consumatore? Banche inefficienti e abituate ad angariare la clientela? Un’industria privata spesso variamente foraggiata a fondo perduto dallo Stato? Una giustizia di cui i cittadini diffidano? Carceri in condizioni orripilanti?

Sì, questo è il panorama vero e angoscioso dell’Italia di oggi. Ma è un panorama orfano di padri: per la parte che ciascuno vi ha avuto nel generarlo nessuno se ne vuole fare carico. Tutti innocenti. A cominciare dai partiti che fino a novembre dell’anno scorso hanno governato in ambito locale e nazionale. Quei partiti, quegli uomini e quelle donne, che per decenni hanno preso tutte le decisioni che oggi sappiamo sbagliate, quasi sempre senza preoccuparsi del domani ma solo del consenso dell’oggi; che hanno deliberato spese sconsiderate e hanno approvato leggi sempre più rivelatesi mal pensate e peggio ancora applicate. Per non dire dei sindacati, propugnatori abituali di vincoli rivelatisi soffocanti e, specialmente nel pubblico impiego, sostenitori di ope legis rovinosi, di mansionari e organici fuori dalla realtà, portatori di abiti ideologici implacabilmente ostili al merito, alla gerarchia, all’efficienza. Quei sindacati che per bocca di Susanna Camusso ancora oggi rivendicano come un merito indiscusso la prassi della concertazione «tra le parti», senza neppure un dubbio sulle evidenti conseguenze che una tale prassi ha avuto per decenni ai danni dell’interesse, non «delle parti», ma di quello generale, di cui deve pur essere garante il governo.

Mettiamoci pure, come è giusto, il sistema dell’informazione. Sì, troppo a lungo l’informazione indipendente si è mostrata eccessivamente indulgente verso il potere politico ed economico e i suoi rappresentanti. Non solo: troppo rispetto a priori anche verso i tabù culturalmente consacrati, verso l’autorità delle grandi corporazioni, verso tante discutibili pretese dei corpi dello Stato. Esattamente come la medesima indulgenza, il medesimo conformismo, però, ha avuto l’informazione ideologicamente orientata, ogni qual volta si è trattato di coprire le contraddizioni, le inadeguatezze o le vere e proprie magagne della propria parte.

C’eravamo, ci siamo stati tutti, insomma, nell’Italia degli ultimi trent’anni, se non sbaglio. E ognuno con la sua piccola o meno piccola parte di colpa; anche se oggi in molti fingono di esserselo dimenticato. Soprattutto c’erano, ci sono stati, gli Italiani (ha fatto bene Giuseppe Bedeschi ieri a ricordarlo). Gli Italiani: nella loro maggioranza implicati in mille modi – contro una minoranza di veri poveri e di senza diritti – nei meccanismi perversi che ci hanno portato alla drammatica condizione attuale: come elettori, come evasori fiscali, come finti invalidi o finti intestatari di quote latte, come viaggiatori a sbafo, come fruitori della spesa pubblica, di condoni edilizi, di pensioni d’anzianità, come membri di qualche piccola o grande corporazione di privilegiati. Più o meno i medesimi, c’è da giurarci, intenti a recitare oggi la parte dei superindignati contro la «casta».

È questo il massimo ostacolo che paralizza il Paese e gli impedisce di riprendere qualsiasi cammino, è la sua cattiva coscienza: l’oblio generalizzato e autoassolutorio della società nazionale in genere, e la mancanza della benché minima autocritica dei partiti maggiori, che di conseguenza li rende tutti non credibili nei loro propositi per il futuro, destinati quindi a suonare fastidiosamente patetici. L’Italia non potrà avere alcun futuro finché non riuscirà a disporre di una narrazione del passato che la renda consapevole degli sbagli trascorsi, delle loro cause e dei loro responsabili. Così come dopo la catastrofe della guerra potemmo risollevarci solo dopo esserci sforzati di capire gli aspetti oscuri della nostra storia che si riassumevano nell’errore del fascismo, allo stesso modo oggi andremo avanti solo se faremo i conti con la vicenda grigia e piena di difetti della nostra democrazia.

Per fortuna che… Io non c’ero dirà qualcuno, ma le responsabilità anche se in maniera sensibilmente diversa sono di tutti nessuno escluso, mentre qualcuno ai piani alti ha ancora oggi l’impudenza di continuare a giocare con il fuoco! Prima o poi verra’ il momento di occuparsi degli avvoltoi e degli sciacalli che hanno distrutto questo Paese.

Il Bruco rivolgendosi ad Alice nel Paese delle Meraviglie le chiese: Chi sei, bambina?    In questo momento non lo so, signore. Se potessi lo farei, ma purtroppo sono confusa, ho cambiato dimensioni dieci, cento, mille volte e questa è una cosa che sconcerta!    Devo dirti una cosa importante, bambina! Ricordati di non perdere mai la calma, qualunque cosa accada! 

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7 commenti Commenta
icebergfinanza
Scritto il 13 Luglio 2012 at 13:06

Non solo aggiungo anche che me ho piene le palle di osservare questo manipolo di esaltati rende tori dell’italiche miserie dell’ultima ora dove erano in questi anni… In Svizzera o in Germania?

carpif74
Scritto il 13 Luglio 2012 at 14:26

Caro Andrea non pensiamoci che è meglio! fare cattivo sangue non serve, l’unica cosa che possiamo fare è attendere una giustizia terrena o divina che sia. Grazie per il lavoro che porti avanti

stanziale
Scritto il 13 Luglio 2012 at 15:35

Galli della Loggia scrive per un giornale , come molti altri , contiguo alla finanza globale mondiale, la stessa che con i rating e lo spread e soprattutto i servi ha trovato la maniera di trasferire la nostra ricchezza in altri lidi. E’ tutto vero quello che viene scritto sopra; pero’, nonostante questo, negli ultimi 20 anni, Berlusconi-Prodi-Berlusconi-Prodi-berlusconi pur con tutte le mancanze lacune sbagli ruberie caste nepotismi mafie clientelismo assistenzialismo escort vere o presunte, raccomandazioni burocrazie ecc come sopra descritto ed a prezzo di grandi (nostri) sacrifici, ci hanno permesso di mantenere il deficit pubblico quasi allo stesso livello di 20 anni fa. Mentre gli altri deficit, di Francia, germania, spagna, inghilterra, usa come minimo sono raddoppiati e nel 2013 praticamente raggiungeranno il nostro livello se non l’hanno gia’ superato perche’ alcuni omettono le cifre reali. Per questo, abbiamo letto autorevoli articoli non solo di Andrea, ma anche di Marco Fortis e di altri. E la ns ricchezza privata e’ (anzi era prima di Monti) superiore. Nessuna di queste nazioni che hanno fatto MOLTO PEGGIO di noi negli ultimi 20 anni, e’ cosi’ autolesionista ma anche disfattista da rinunciare alla sovranita’, ad un governo votato e di non andare a votare per un normale ricambio democratico come avremmo dovuto fare nel 2011 e come hanno in effetti fatto spagna e francia, per farci poi imporre uno come Monti che PIACE MOLTO alla finanza globale mondiale. Continuiamo pure con l’autolesionismo lamentandoci sempre e solo dei nostri difetti…. e tenendocelo ancora dell’altro, mi raccomando(Monti). A QUESTO SERVONO GLI ARTICOLI DI GALLI DELLA LOGGIA DI CUI SOPRA E SIMILI, dobbiamo autoflagellarci ricordandoci ogni giorno i ns difetti…..Monti fa le cose male? Non ci capisce o peggio di economia? Fa andare tutto a rotoli? Si ma ce lo meritiamo, chi meglio di Monti per espiare le nostre colpe…. E’ QUESTO IL SENSO DI QUESTI ARTICOLI…
Ah, Squinzi… ha rotto troppo…chi scommette su un bell’avviso di garanzia?
Buon spolpamento e si salvi chi puo’.

guarind
Scritto il 13 Luglio 2012 at 15:55

Andrea, forse insieme ai blog di Pinco Pallo dovresti evitare anche gli “editorialisti” del Corriere….una specie indistinguibile dai piu beceri rappresentanti dello status quo attuale e passato.

icebergfinanza
Scritto il 13 Luglio 2012 at 16:34

guarind@finanza,

Quando riporto una fonte non significa che ammiro chi scrive ma che qua e la sottoscrivo quanto detto inoltre mi sembra di aver premesso che editorialisti o giornalisti devono fare un profondo mea culpå

sd
Scritto il 13 Luglio 2012 at 22:28

icebergfinanza,

Capitano Andrea devo assolutamente fare una precisazione.

IO NON C’ERO

Poi ognuno farà i conti con la propria coscienza.

Un caro saluto

SD

telomero
Scritto il 14 Luglio 2012 at 18:09

gli unici che devono vergognarsi sono quelli che ci hanno trascinato in questa follia suicida dell’Euro privando un popolo della propria sovranità monetaria senza neanche consultarlo. ma galli della loggia questo non lo scrive perchè non lo ha capito.
monti intanto continua, in nome della moneta unica (e sòla) a massacrare il paese, quando sarebbe sufficiente mandare a farsi fottere bce e co. e ritornare alla lira con una banca d’italia nuovamente collegata al tesoro.
comunque è questione di tempo (poco). l’euro è già morto. o almeno noi ne siamo già fuori. gli spreads ce lo dicono già da parecchio (altro che moody’s)

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