ITALIA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: IL SEQUESTRO DELLE GIOVANI GENERAZIONI CONTINUA!

Scritto il alle 14:03 da icebergfinanza

 

 

 

 

 

 

 

Mentre la badessa Fornero sussurra che il lavoro non e’ un diritto e un’amatriciana di accademici, tecnici, speculatori e prostitute politiche si esalta per la riforma dell’articolo 18 unica soluzione per loro alla disoccupazione giovanile … Il sequestro delle giovani generazioni continua:

Disoccupazione giovanile al 36,2% A maggio il dato più alto di sempre

Quello registrato tra i ragazzi tra i 15 e i 24 che non studiano è il tasso più alto da quando sono iniziate le serie storiche nel 1992. La percentuale dei senza lavoro tra la popolazione resta oltre il 10% (-0,1% rispetto ad aprile e +1,9% rispetto a un anno fa). In Europa i tassi più bassi in Austria, Olanda, Lussemburgo e Germania. Eurozona all’11,1%

 Aumenta la disoccupazione tra i giovani italianI. MILANO – Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, a maggio è al 36,2%. Lo rileva l’Istat nei suoi dati provvisori resi noti questa mattina. Si tratta del tasso più alto sia dall’inizio delle serie storiche mensili (ovvero dal gennaio del 2004) che da quelle trimestrali (iniziate nel quarto trimestre del 1992). La disoccupazione giovanile quindi sale ancora, aumentando di 0,9 punti percentuali su aprile e così mettendo a segno un record storico (finora mai era stato registrato un tasso più alto).

Ecco che a maggio oltre uno su tre dei giovani “attivi” è in cerca di un lavoro. Mentre se si rapporta il dato dei disoccupati tra i 15 e i 24 anni sul totale della popolazione nella stessa fascia d’età risulta in cerca di un impiego più di uno su dieci anni, il 10,5%.

Il tasso di disoccupazione tra la popolazione nel suo complesso a maggio è al 10,1%, in lieve calo (-0,1 punti percentuali) a confronto con aprile, quando toccò un massimo dall’inizio della serie storica mensile (gennaio 2004). Mentre sale di 1,9 punti percentuali su base annua. Si tratta della prima diminuzione, anche se lieve, del tasso di disoccupazione da febbraio del 2011, quindi da quasi un anno e mezzo. Tuttavia i tecnici dell’Istat spiegano che il quadro resta “sostanzialmente stazionario” con la disoccupazione che rimane su “valori molto elevati”. REPUBBLICA 

Non una sola riforma a favore della FAMIGLIA da parte di questi poveri esaltati accademici, nulla per i Giovani, zero interesse per Scuola, Istruzione, Innovazione e Ricerca. I Paesi Nordici uscirono da una depressione sostenendo ciò che questo governo non ha neanche lontanamente preso in considerazione se non attraverso battaglie ideologiche di stampo feudale! Il sequestro del futuro delle Giovani Generazioni continua!

 

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9 commenti Commenta
aaaa47
Scritto il 2 Luglio 2012 at 14:48

ma volete pure far lavorare i ragazzini tra i 15 e i 24 anni?
ma lasciateli in pace, che si divertano. tanto dovranno lavorare fino a 80 anni, figuriamoci se a 15 anni uno si mette a cercare lavoro…

icebergfinanza
Scritto il 2 Luglio 2012 at 14:51

aaaa47@finanzaonline,

Si pienamente d’accordo ma o si studia o si lavora o si bamboccia a gratis…

aaaa47
Scritto il 2 Luglio 2012 at 15:06

appunto… e secondo te un ragazzino di 15-24 se puo’ scegliere tra studiare, lavorare, o bambocciare gratis, cosa sceglie?
poi dovremmo aggiungerci anche quelli che fanno finta di studiare nelle statistiche (1-2 esamini all’anno tra quelli piu’ facili…tanto per dire che “studiano”)

ilcuculo
Scritto il 2 Luglio 2012 at 17:09

Francamente inserire nella disoccupazione giovanile la fascia tra 15 e 19 anni mi pare distorsivo. I dati sono sempre come la pelle di certe pari del corpo , la tiri come ti pare.

Un dato disaggregato della situazione scolastico/occupazionale tra

15-19
19-24
24-29 (per i laureati)

aiuterebbe a capire meglio senza buttare numeri che non fanno capire. Ma è noto che gli enti statistici FANNO politica

icebergfinanza
Scritto il 2 Luglio 2012 at 18:42

ilcuculo@finanza,

Guardiamo alla pagina o al puntino nero…la pagina e’ nera! Andrea

ilcuculo
Scritto il 2 Luglio 2012 at 21:52

Nokia taglia 4mila posti di lavoro
e cessa di assemblare telefoni in Europa

Il colosso dei cellulari prosegue nel suo piano di riduzione degli organici. Questa volta a farne le spese sono i dipendenti ungheresi, messicani e finlandesi. I nuovi stabilimenti sorgeranno in prossimità dei fornitori asiatici del gruppo. Nel Vecchio continente restano i dipendenti che si occupano del software degli apparecchi

Lo leggo dopo

Nokia fatica a tener testa ai concorrenti nel settore degli smart phone
MILANO – Il gruppo finlandese di telefonia Nokia ha annunciato che prevede di tagliare 4mila posti di lavoro negli stabilimenti di produzione degli smartphone in Finlandia, Ungheria e Messico entro la fine dell’anno. “Prevediamo, per paese, 2.300 tagli a Komaron (Ungheria), 700 a Reynosa (Messico) e mille a Salo (Finlandia)”, ha specificato il portavoce della Nokia, aggiungendo che con questi tagli “cesserà l’assemblaggio di telefonini Nokia in Europa”. Questi licenziamenti si aggiungono ai quasi 10mila annunciati lo scorso anno, dovrebbero essere completati entro la fine del 2012 e non comporteranno la chiusura degli stabilimenti dove continueranno a lavorare i tecnici che si occupano del software.

Nokia intende spostare la produzione in Asia, dove i costi sono più bassi, dove hanno sede la maggior parte dei fornitori del gruppo e dove vive la maggior parte dei clienti della società. In questo modo Nokia potrebbe accorciare i tempi di produzione e tentare di superare almeno alcune delle difficoltà incontrate nel competitivo mercato degli smartphone. Nel quarto trimestre del 2011 la società ha venduto appena 19,6 milioni di smartphone, il 31% in meno rispetto allo stesso periodo del 2010. Molto meno di quanto fatto dai concorrenti Apple (37 milioni) e Samsung (36,5 milioni).

Direi che gli Europei potrebbero CESSARE di acquistare Telefoni NOKIA

kry
Scritto il 2 Luglio 2012 at 21:56

ilcuculo@finanza,

” Direi che gli Europei potrebbero CESSARE di acquistare Telefoni NOKIA ” Direi che tra qualche anno gli europei non avranno soldi per comprare cellulari altro che solo Nokia.

sd
Scritto il 2 Luglio 2012 at 23:21

Per caso qualcuno aveva qualche dubbio che in Cina il lavoro costasse meno ?
Io trovo strano che la Nokia abbia aspettato tanto per delocallizzare, si vede che sino ad oggi aveva qualche altro motivo per non farlo !!!!

kry@finanza,

Kry ben detto, e oltre ai telefonini Nokia ed altre marce, smetteranno anche di acquistare automobili (stà già accadendo), case (stà già accadendo) e cibo di un certo tipo (stà già accadendo) ed oltre a tutto smeterrano anche di acquistare MONETA (per essere precisi no mutuo….no money).

Beh anche in italia potrebbero fare, come scriveva Mariothegrat, come gli inglesi e dire ai loro figli di “arrangiarsi” che poi ci pensa lo Stato Italiano/Europeo.

Un saluto e Buona Fortuna

SD

icebergfinanza
Scritto il 3 Luglio 2012 at 06:49

Parigi, 30 giu. (TMNews) – Il governo di Parigi ha deciso di alzare i toni con Peugeot Citroën (Psa) perchè sveli i suoi piani sugli stabilimenti produttivi francesi, tra cui la storica fabbrica di Aulnay-sous-Bois, che saranno oggetto di una riunione di due consigli d’amministrazione straordinari previsti a luglio. In una lettera indirizzata al presidente della casa automobilistica, Philippe Varin – di cui l’agenzia France Presse divulga oggi i contenuti – il ministro ministro delle attività produttive Arnaud Montebourg sollecita i vertici di Psa “a far conoscere le sue intenzioni precisamente e il prima possibile” e a intavolare “senza ritardo il dialogo sociale per affrontare le vostre eventuali difficoltà nel rispetto dei vostri dipendenti”.

Il ministro Montebourg non si è limitato a sollecitazioni scritte. E ha nominato Emmanuel Sartorius come esperto del governo per meglio comprendere la situazione reale della prima casa automobilistica francese, che fa capo alla famiglia Peugeot. Il tecnico dovrà, nelle intenzioni dell’esecutivo, permettere a tutte le parti in causa di avere una visione precisa della situazione del gruppo e delle soluzioni possibili partendo dalla situazione reale dell’azienda”.

Il gruppo Psa, malgrado una serie di economie messe in atto fin dal 2009 (taglio dei dipendenti, congelamento di nuovi progetti e vendita di attività) naviga ancora in cattive acque a causa del forte dalo delle vendite di auto in Europa, il suo principale mercato. Tra le varie ipotesi sul tavolo c’è la chiusura dello storico stabilimento di Aulnay-sous-Bois, circa 3.300 dipendenti, dove si produce la Citroën C3, che è prodotta anche nell’impianto di Poissy, sempre nella regione parigina.

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