UN ALTRO REQUIEM PER IL DOLLARO!

Scritto il alle 10:01 da icebergfinanza

AMERICA: LA FIDUCIA VACILLA...IL DOLLARO VOLA! - icebergfinanza

Source: HEDGEYE

Come scritto lunedi ieri i mercati in mattinata hanno tentato una reazione effimera, stroncata nel pomeriggio da alcune notizie che hanno fatto rientrare il tentativo. Oggi secondo il nostro Puntosella sarà una giornata spettacolare con ampia volatilità, come non si vedeva da settimane.

Ma andiamo alla cronaca di questi due giorni.

Nuove tensioni tra Cina e Taiwan con colpi di avvertimento contro i droni cinesi.

Ovviamente gli americani sono specialisti nel provocare nuove guerre, serve a distogliere l’attenzione dalle prossime elezioni di medio termine.

Nel frattempo la Germania, in preda al fantasma di Weimar per l’inflazione che continua a salire, smentisce la favoletta sul tetto al prezzo del gas che girava in Italia…

BERLINO (Reuters) – Berlino riconosce le difficoltà di imporre un tetto fisso ai prezzi del gas. Lo ha detto il ministro dell’Economia Robert Habeck, aggiungendo che la Germania e i suoi partner europei cercheranno un approccio migliore per regolare i meccanismi di tariffazione dell’energia a livello europeo.I commenti di Habeck sono arrivati dopo che i giornali italiani hanno riportato che la Germania sarebbe disposta a discutere l’ipotesi di imporre un price-cap alle forniture di gas.

Mentre ci avviciniamo alle elezioni di medio termine i dati americani non possono che migliorare, oltre l’immaginazione, Biden ha bisogno di positività, perderebbe entrambe le camere.

Infatti, i dati sulla fiducia dei consumatori statunitensi di agosto hanno registrato un grande balzo mentre le aperture di lavoro (JOLTS) hanno visto un notevole incremento con revisioni per i mesi precedenti.

Volano falchi ovunque sui rialzi dei tassi, soprattutto in Germania, dove danno per scontati almeno 0.75 punti per la prossima riunione.

Ieri i governatori Barkin e Williams della Fed hanno entrambi espresso pareri da falchi, mentre Bostic ha condiviso osservazioni più accomodanti, sottolineando che il rallentamento dei dati sull’inflazione potrebbe fornire alla Fed un motivo per rallentare gli aumenti dei tassi di interesse.

I prezzi del petrolio hanno visto il loro più grande calo da settimane, stornando dai massimi di agosto, tra aggiornamenti positivi e rinnovato ottimismo per l’accordo con l’Iran. Inoltre i dati forniti dall’API hanno evidenziato una crescita a sorpresa delle scorte di petrolio grezzo.

Nel frattempo due delle più importanti utility tedesche e austriache chiedono disperatamente aiuto allo Stato mentre la Russia chiude i rubinetti in Francia.

La sensazione è che questa crisi faccia comodo all’Europa per accelerare la transazione green.

Oggi verrà chiuso per tre giorni il Nordstream 1, anche se la Russia ha assicurato che in inverno non ci sarà alcuna interruzione dei flussi, in quanto intende rispettare i contratti.

Ci mancherebbe, stanno facendo soldi a palate, la loro bilancia commerciale scoppia di salute, non come le false fobie dei burocrati europei.

Ma veniamo all’ennesimo requiem per il dollaro, ormai abbiamo perso il conto.

 Quello che è successo due decenni fa suggerisce che il dollaro è più vicino al picco che a un ulteriore rally. (…) Una svolta simile potrebbe essere vicina. E questa volta, il declino della valuta statunitense potrebbe durare ancora più a lungo.

Adeguato all’inflazione o meno, il valore del dollaro rispetto alle altre principali valute è ora superiore del 20% rispetto alla sua tendenza a lungo termine e al di sopra del picco raggiunto nel 2001. Dagli anni ’70, la tipica ripresa del ciclo del dollaro è durata circa sette anni, l’attuale ripresa è nel suo 11° anno. Inoltre, gli squilibri fondamentali fanno presagire male per il dollaro.

Quando un disavanzo delle partite correnti continua a superare il 5 per cento del prodotto interno lordo, è un segnale affidabile di problemi finanziari in arrivo.

Ora osservate attentamente il grafico qui sotto!

Osservando questo grafico qualcuno sarebbe tentato di dire che la correlazione è affidabile, più il deficit aumenta e più il dollaro si indebolisce.

Peccato che…

Nei periodi di crisi, quando il dollaro diventa bene rifugio la correlazione sparisce come neve al sole.

Lo so, in tanti fanno fatica a studiare o leggere la storia, capire come funziona un sistema commerciale,  ma la storia ci insegna che nella crisi subprime, nel 2008, il deficit esplose, ma il dollaro continuò a salire.

Fine del funerale e inizio di un nuovo viaggio.

Certo tra qualche decina di anni o secolo, il dollaro perderà il suo status di bene rifugio, forse, arriveròà anche la fine del mondo.

In molti hanno perso un’occasione in questi anni è dal 2013 che suggeriamo che avremo rfggiunto la parità e non poniamo limiti alla provvidenza.

Nel prossimo manoscritto in uscita la prossima settimana,  esploreremo cosa ci attende in questo autunno infuocato e che fine farà il dollaro, ma soprattutto l’euro e i nostri titoli di Stato!

E’ uscito il nuovo Machiavelli, intitolato “OLTRE LA PARITA’” per tutti coloro che hanno contribuito o vorranno contribuire al nostro viaggio.

I manoscritti da inizio anno sono stati una bussola perfetta dopo un periodo di crisi, ma come sempre la verità è figlia del tempo.

Ribadisco per l’ennesima volta che se ci sono problemi di ricezione, firewall, spam, comunicazione tra i diversi provider dovuti a invii multipli,  basta inviare una mail e il nostro STAFF che provvederà a risolvere il problema.

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3 commenti Commenta
aorlansky60
Scritto il 1 Settembre 2022 at 05:52

La sensazione è che questa crisi faccia comodo all’Europa per accelerare la transazione green.

Ecco, aspettavo di leggere questo da qualcuno (o da una testata editoriale) più autorevole del sottoscritto, perchè è ESATTAMENTE ciò che penso da mesi… almeno dai primi effetti conseguenti l’inizio delle ostilità belliche tra Russia e Ukraina…

squaremile
Scritto il 1 Settembre 2022 at 08:38

Piu che accelerate transizione Green ci sara un washing dei requisiti (tassonomia) per permettere a certe fonti prima escluse di essere riclassificate…. Di transizione…

darkerside
Scritto il 1 Settembre 2022 at 09:22

La transizione green e’ una falsa aspettativa, una speranza per parecchi di noi che sopporteranno meglio le grosse grane in arrivo e cosi’ un po’ di gente e’ sistemata e sono i giovani. I padri e le madri vedranno in fondo al tunnel una luce che, sono certi non sara’ per loro, ma per i loro figli sicuramente si’. Anche i genitori sono sistemati. Gli anziani ? Loro non protestano.. Poi ripartiremo alla grande anzi a manetta. Nessuno lo dice ma la prossima primavera, se continua cosi’, non potremo neanche rimpinguare le cosiddette riserve di gas. Teniamo sotto stretto controllo i nostri investimenti avendo sempre ben presente cio’ che ,benche’ promesso a gran voce, non avverra’.

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