ASPETTANDO SANTA CLAUS POWELL!

Scritto il alle 07:37 da icebergfinanza

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Mentre ci avviciniamo al Santo Natale e la cometa ha sfiorato sabato la nostra travagliata Terra, in attesa di ripresentarsi puntuale il 24 di Dicembre per un messaggio di gioia…

… un incredibile e spettacolare bagliore illumina la notte degli Alesini volanti, la coppia più fallimentare del mondo, si proprio loro, Alesina e Giavazzi che sul Corriere a parte le solite fregnàcce, dimostrano una briciola di umanità per la verità figlia del tempo, incredibile!

Nel frattempo l’ubriacone, simbolo di questa Europa colpisce ancora!

Per il resto, aspettiamo notizie dal Conte Tsipras, prima di esprimerci su quanto promesso dal governo, senza dimenticare che molto è stato fatto in questi mesi a partire dai NO puntuali a questa Europa ormai scaduta e avariata. Vediamo che succede nei prossimi giorni, le frottole raccontate quotidianamente dalla carta straccia italiana non fanno testo, devono guadagnarsi pure loro la tredicesima.

Noi oggi invece iniziamo dalle solite buone notizie in attesa che Powell Natale mercoledì sia così magnanimo da concedere le ultime speranze di rally ad un mercato sull’orlo di una crisi di nervi…

 

 Come scrive Tyler Durden, alla fine di settembre, in particolare gli investitori creditizi e in generale Wall Street non avevano altro da dire sul mercato dei prestiti a leva e la domanda di nuove emissioni sembrava inarrestabile, nonostante i crescenti avvertimenti.

… e improvvisamente il compiacimento si trasformò in panico puro, senza alcuna sosta!

Ma il catalizzatore di questo timore non è tanto il crollo dei prezzi quanto i flussi dei fondi  visto il deflusso record di $ 2,53 miliardi nella settimana conclusa il 12 dicembre, un coronamento perfetto per la quarta settimana consecutiva di vendita in panico.

“Avere deflussi tra il 2 e il 3% del mercato è spaventoso.Che cosa succede se arriviamo al 10 o il 15 per cento?” ha dichiarato Distenfeld, co-responsabile del reddito fisso di AllianceBernstein, a Bloomberg. È stato a lungo scettico sul mercato. ” Sono preoccupato , se questo continua, inizieremo ad ascoltare alcuni problemi relativi alla liquidità da parte fondi comuni di investimento di tipo aperto. 

Noi che di reddito fisso viviamo, non abbiamo mai avuto di questi problemi, noi siamo stati i primi in assoluto nel 2007 a mettere in guardia dal rischio di un collasso dei fondi di liquidità, fondi monetari, imbottiti come salcicce di immondizia subprime, derivati e titoli strutturati, un enorme castello di carta collassato come ben sapete.

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Ma tu pensa, oltre ai timori per i tassi in calo, rischio principale per  le obbligazioni a tasso variabile, alcuni sono preoccupati per il rischio che il mercato all’improvviso abbandoni l’investimento in CLO, giusto per promemoria, il volume totale in essere dei prestiti a leva è di circa $ 1,130 miliardi (5,5% del PIL USA); di questo universo, i CLO – che sono il debito societario riconfezionato a mo di salsiccia, come accadde prima della crisi subprime, che costituisce  “la maggior parte dell’appetito” per i prestiti – è composto da circa la metà, ovvero $ 600 miliardi (~ 3% del PIL) del totale dei prestiti in essere.

Non oso pensare a cosa accadrà ai prestiti leva legati al mercato energetico dopo che la prossima recessione globale porterà il petrolio intorno ai 20 dollari al barile.

https://www.zerohedge.com/news/2018-12-13/wheels-come-leveraged-loan-market-banks-unable-offload-loans-amid-record-outflows

La verità, anche se a Natale non si dovrebbe dire, è che il mercato delle obbligazioni spazzatura è letteralmente congelato, morto, una simile dinamica non si vedeva dal lontano 2008, state in campana, non solo deflusso record dei fondi e crollo verticale dei prezzi, ma la scorsa settimana, Wells Fargo e Barclays non sono riusciti a piazzare 415 milioni di prestiti a leva, hanno dovuto congelarli sui propri bilanci.

Ma nessun problema, in attesa di osservare cosa risponderà la politicizzata Commissione europea, Powell Natale dovrebbe arrivare…

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E’ davvero un grande mistero cosa abbia prodotto l’inversione ad U della Federal Reserve, o meglio di Powell il quale il 3 di ottobre dichiarava:

“Potremmo andare oltre il tasso neutrale. Ma a questo punto siamo molto lontani dalla neutralità, probabilmente “

Tranne poi oltre un mese dopo dichiarare, probabilmente dopo la telefonata del vero Donald Natale, il 28 di novembre…

 “Il livello dei tassi è appena al di sotto dell’ampia gamma di stime del livello che sarebbe neutrale per l’economia”.

Spettacolare!

In meno di due mesi, la prospettiva del Presidente della Federal Reserve sulla vicinanza del tasso dei fed funds alla neutralità è passata da una “lunga strada” ad “appena sotto”.

Cosa avrà convinto Powell a strambare all’improvviso, forse la telefonata e le interviste di Donal Trump, apertamente scontento della politica monetaria del suo uomo, il crollo delle aspettative di inflazione, il mercato immobiliare in pessima forma, l’economia americana in realtà molto più in difficoltà di quello che qualcuno vuol far credere?

La crescita economica globale sta già decelerando, come testimoniato dal calo del PIL registrato da Germania, Canada, Italia, Giappone e Svizzera nel trimestre più recente. Inoltre, la Cina, il motore principale per la crescita economica globale dopo la crisi finanziaria, sta decisamente rallentando, per non parlare della Germania, sull’orlo di un collasso…

Si certo, nemmeno Lehman Brothers era un problema sino all’ultimo istante!

Ci sarà davvero da divertirsi il prossimo anno, state sintonizzati, la strada per la nuova crisi è ancora lunga, la deflazione da debiti la strada maestra per comprendere cosa accadrà.

Viste le continue richieste, ribadisco che il prossimo manoscritto di Machiavelli, l’outolook 2019,  sarà ad esclusivo beneficio di coloro che hanno sostenuto liberamente e generosamente il nostro viaggio, giusto per evitare inutili fraintendimenti.

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5 commenti Commenta
stanziale
Scritto il 17 Dicembre 2018 at 12:11

Ma si, lasciamo imperversare ancora un po’ MoscoVichy e la commissione….tutta ciccia di…Tria, come si dice dalle mie parti. Cosi’ ci carichiamo meglio, per il voto di maggio.

reragno
Scritto il 17 Dicembre 2018 at 14:15

Intanto anche Jpm è ottimista sull’Italia un po’ meno sulla Germania, Anche se è una banca da prendere con le molle che sappiano qualcosa che noi ignoriamo?
https://www.milanofinanza.it/news/alfieri-jp-morgan-i-btp-possono-essere-un-regalo-di-natale-201812171247214076

apprendista
Scritto il 17 Dicembre 2018 at 20:29

Insomma i nostri eroi faranno meno deficit di Renzi,Letta e Gentilini e forse meno di monti,a proposito di questo figuro come la vedete l eco tassa fatta passare per le sole auto di lusso ora al telegiornale parlano di suv in generale,soliti provvedimenti del piu bieco socialismo di montiana memoria oltrettutto

stanziale
Scritto il 18 Dicembre 2018 at 07:43

re­ra­gno@fi­nan­zaon­li­ne,
E’ il secondo endorsement, dopo blackrock. Chissa’ che appunto non sia d’intesa con oltreoceano, l’apparente (parziale) retromarcia sul deficit. Io credo che il cielo si annuvola sempre piu’ di nero, per i tedeschi.

aorlansky60
Scritto il 18 Dicembre 2018 at 12:36

@ Stanziale

Io credo che il cielo si annuvola sempre piu’ di nero, per i tedeschi.

Esatto,

in base a relazioni e contrasti geopolitici radicati duri a morire, uno di questi è l’antagonismo ultra decennale verso la Russia (una volta URSS) da parte degli USA, che non hanno per nulla gradito NORTH STREAM 1 (per non parlare di NORTH STREAM 2 più a sud) cui la Germania ha aderito con gioia, cosa che ha procurato “forte mal di pancia” all’amministrazione USA, che non glielo ha perdonato in prospettiva futura.

La guerra è ormai aperta e dichiarata; già da diversi anni (guarda caso fu un autorità di controllo USA a scoprire e scoperchiare al mondo intero l’inganno dei tedeschi sulle centraline delle proprie auto diesel, solo un caso?…)

personalmente, conoscendo il potenziale degli USA, potendo scegliere [come Italiano prima ancora che come Europeo] non vorrei averli come NEMICO, molto meglio averli “friendly” anche se non sono certo dei santi. Ma gli altri contendenti sono forse meglio di loro ??…

una cosa è certa : in questo momento l’europa -e l’italia in particolare- è un vaso di coccio stretto tra gli interessi di giganti d’acciaio -Russia USA China, ognuno per le proprie potenzialità- in conseguenza della debolezza dell’EU accentuata dal fatto da essere fortemente disunita tra i vari paesi membri, prima ancora di considerarne il punto debole di sempre, ovvero la quasi totale dipendenza ENERGETICA verso l’esterno.

Puntando il faro più ristrettamente sull’Italia, se l’EU è un vaso di coccio, l’Italia lo è anche maggiormente per essere stretta tra gli interessi di due paesi più forti come FR e DE. Al punto in cui ci ritroviamo, continuamente attaccati da FR e DE su diversi punti (con i cani nordici olandesi e finlandesi sempre abbaianti servili alla Germania), se io fossi nella posizione per decidere, non reciderei il cordone ombelicale che lega l’ITA agli USA da molti decenni, ma anzi lo rinforzerei, come sembra aver fatto Conte qualche mese fà, senza troppa enfasi, nel corso della sua visita a Donald.

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