GUEST POST: MA I TEDESCHI SONO DAVVERO MENO RICCHI?
Dopo aver visto insieme la manipolazione mediatica ed istituzionale in atto in Germania in prossimità delle elezioni tedesche in …GERMANIA: GIU’ LE MANI DAI RISPARMI ITALIANI!e ITALIA: BCE E BUNDESBANK LA RICCHEZZA ITALIANAandiamo a leggere cosa ci racconta la sempre puntuale e attenta Carmen sul suo blog Voci dall’Estero |
Copertina di Der Spiegel: “Parlate tanto di chi si toglie la vita ma siete più ricchi di noi”
di Paul De Grauwe, Yuemei Ji, 16 Aprile 2013 Traduzione di Alex
Una recente indagine della BCE sulla ricchezza delle famiglie è stata ripresa dai media a riprova del fatto che i poveri tedeschi non dovrebbero farsi carico dei debiti dell’Europa meridionale. In questo articolo intendiamo dare un’occhiata ai dati. Se da un lato è vero che, stando ai valori della mediana, le famiglie tedesche risultano meno abbienti rispetto a quelle dell’Europa meridionale, dall’altro la Germania di per sè, è ricca. È importante sottolineare che questa ricchezza è distribuita in modo molto diseguale, ma ciò sembra non filtrare molto attraverso la stampa. La qualità del dibattito in Germania tende a diffondere tra le classi meno abbienti una scorretta percezione di iniquità a riguardo di eventuali trasferimenti.
Raramente in passato si è assistito ad una manipolazione dei dati statistici per fini politici, come viceversa è successo recentemente in occasione della pubblicazione del sondaggio della BCE sulla ricchezza delle famiglie nei paesi dell’Eurozona (2013a). 1
Da questa indagine risulta che il valore della mediana della ricchezza familiare tedesca è il più basso tra quelli dei paesi dell’Eurozona. La figura 1 riassume i principali risultati dei paesi più significativi dell’Eurozona.
Figura 1. Distribuzione della MEDIANAdella ricchezza netta delle famiglie (1000 €)
Fonte: Banca centrale europea (2013).
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Dalla figura 1 non solo risulta che la famiglia tedesca mediana ha il più basso livello di ricchezza, ma anche che le differenze all’interno dell’Eurozona sono enormi. In paesi come il Belgio, la Spagna e l’Italia la mediana sembra essere da tre a quattro volte maggiore a quella Tedesca. Persino in Grecia sembrerebbe il doppio di quella Tedesca.
La pubblicazione di dati di questo genere da parte della BCE ha immediatamente indotto molti osservatori a concludere quanto sia inaccettabile il fatto che i “poveri tedeschi” debbano pagare per il salvataggio dei molto più abbienti greci, spagnoli e portoghesi (vedi, ad esempio, Wall Street Journal 2013, Financial Times 2013 , Frankfurter Allgemeine 2013).
Ma le cose stanno proprio così?
Una prima cosa da far notare è che la BCE ha pubblicato anche i valori medi sulla ricchezza netta delle famiglie della zona euro. Valori a cui, sorprendentemente, non è stato dato molto risalto sui media, nonostante il fatto (N.d.t. ovvero, proprio per il fatto) che, se incrociati con i rispettivi valori delle mediane, forniscono importanti informazioni sullo squilibrio nella distribuzione della ricchezza nei diversi paesi membri. Mostriamo qui, nella Figura 2, la distribuzione del valore medio di benessere. E con sorpresa si scopre che la ricchezza media della famiglia tedesca (circa € 200.000) non è la più bassa dell’Eurozona.
Figura 2. Distribuzione della MEDIA della ricchezza netta delle famiglie (1000 €)
Fonte: Banca Centrale Europea (2013).
(…) Se quindi da un lato potrebbe essere effettivamente irragionevole il chiedere alla “mediana povera” delle famiglie tedesche di sostenere trasferimenti di risorse ai paesi dell’Europa meridionale, molto più ragionevole potrebbe essere fare tali richieste alla parte più ricca delle famiglie tedesche nonché alle Corporate. In altre parole, l’opposizione Tedesca ai trasferimenti verso il SUD Eurozona, se basata sulla “povertà” del paese, non ha alcun fondamento; infatti le cifre ci dicono che la Germania è uno dei paesi più ricchi della Eurozona. Il punto è che questa ricchezza risulta distribuita in modo diseguale, creando così la percezione tra i tedeschi meno abbienti che questi trasferimenti siano iniqui.
Vi lascio con le conclusioni ma vi invito a leggere tutto l’articolo su Vocidall’Estero
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Ero sicuro che prima che poi avresti citato l’articolo di De Grauwe da sempre il MAESTRO di questa interminabile crisi europea che come un cancro divora poco alla volta un intero continente risvegliando spettri che si contava essere spariti x sempre. Da un punto di vista economico l’unione è nata monca sostenuta solo da un ingenuo supporto politico, che per quanto ben pilotato, ha avuto anche una certa carica ideale autentica che poteva portare a risultati ben diversi. Quando però la delusione del tradimento viene innescata accade che il capitale politico diventa una forza contraria che nessun argomento razionale può più fermare, per questo mi aspetto un risultato sorprendente dalle elezioni tedesche, che avvicinerà il distacco di quel paese. Alla fine segheranno il ramo su cui sono seduti e le classi politiche del sud europa andranno incontro alla loro Norimberga.
ciao kry. volevo rispondere ad un tuo commento di 2 post fa, sul reddito di cittadinza. che servirebbe tantissimo ora a me, e ad altri milioni di italiani. avevo postato su questo tempo fa qui sul blog. è da ricercare. punto 1) qui in italia, gli imprenditori o come di diceva una volta, il padrone, o come diceva anni fa grillo, i PrendiTORI, perchè son buoni a nulla, solo capaci di prendere, spesso dallo stato, NON lo vogliono. come mai? semplice. perderebbero il DOMINIO sui loro operai. non potrebbero più ricattarli, in tutte le maniere. è cosi’ purtroppo. non vlogliono che l’uomo sia libero. chiaro’ dovete essere tutte pecore e zitti, muti, obbedite!
punto 29 i sindacati NON vogliono il reddito di cittadinanza. perchè sono uguali ai padroni. devono tenere schiavi gli operai. NON devono, gli operai, decidere con la loro testa. soprattutto i sindacati vogliono avere sempre il controllo. far vedere che loro son bravi. si a fa che? pezzenti venduti. solo in italia i pensionati hanno la tessera sindacale. roba da matti. mandamoli tutti a casa sti cialtroni.
punto 3) cacciari. poveraccio. c’è chi lo vorrebbe presidente repubblica. noo mai!!! lui dice: reddito di cittadinanza è una cazzata. ehhh certo, lui ha la ricetta magica. quale? è uguale identica a quella di berlusconi. sgravio alle imprese, detassazione. capito come ragiona, sto falsone della sinistra? lui pensa che la soluzione sia più PIL. un indicatore vecchio come il cucco. arecheologia. certo cacciari, preodurre, produrre, più pil, più pil. o forse dovremmo dire : più pilu per tutti??? la terra, il pianeta ormai è devastato. lo stiamo prosciugando. che cazzao vuoi costruire cacciari della minchia? il veneto, che è la sua e anche la mia regione, ha la bellezza del 20% in più di costruito. cioè di case, capannoi, e altro. a chi cavolo le vedni tutte ste case vuote? ai marziani? ancora più mattone? ancora più devastazione’ ecco che hanno nel cervello i nostri politici. segatura o cacca. fate voi.
ahhh per il reddito di cittadinanza, che il primo che l’ha inventato è stato AURITI, diamogli merito, comunqeu sia, ci sono studi recentissimi, di alto livello qui in italia. e dicono tutti che è fattibilissimo. è gestibile, e si può fare economicamente. sapete quella odiosa parola, che è sulla boccaccia di tutti inostri politici incompetenti? sia che abbiano 30 anni, 40 anni, o 70 anni. c’è la copertura? siii caro c’è , c’è , c’è. vedere qui. http://www.bin-italia.org/pubblicazioni.php qui è il sito general. bisogna guardare dentro ovvio. è addirittura dal 1998 ch ci studiano sopra. vedere qui : http://www.ecn.org/andrea.fumagalli/10tesi.htm
per i pigri, qui : DIBATTITO. IL DIRITTO AL REDDITO GARANTITO:
VERSO UN NUOVO WELFARE?
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Forum con Giuseppe Bronzini, Andrea Fumagalli, Luciano Gallino,
Massimo Roccella
a cura di Sergio Mattone
link : http://www.bin-italia.org/UP/pubb/forum%20redditodibase%20def.pdf
by DORF
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Non solo ma la differenza tra italiani e tedeschi è che gli italiani storicamente hanno fatto la scelta dell’acquisto della casa mentre i tedeschi hanno sempre preferito l’affitto e i viaggi ( spesso anche culturali ) all’estero.