ITALIA: FITCH…EFFETTO FARFALLA?
Dopo una sorta di calma prima della tempesta si aprono oggi le settimane decisive per le sorti politiche, economiche e finanziarie del nostro Paese, settimane che molto probabilmente nascondono l’opportunità per l’ultima grande occasione.
Facendo il verso a Draghi nel fine settimana, il fantasma di Grilli ha dichiarato che i mercati non hanno paura del rating!
Come sottoliena Bimbo Alieno su twitter proprio sicuri, visto il differenziale con Spagna e Portogallo, che l’impatto incertezza politica sia zero?
Cercherò di essere breve perchè non c’è alcun bisogno di ricordare l’affidabilità di questi profeti del senno di poi, ampiamente supportati dalle dichiarazioni diplomatiche.
La sintesi del rischio è tutta qui!
A questo punto all’Italia resta la “A” dell’agenzia di rating canadese Dbrs che è tra le quattro agenzie (assieme alle tre sorelle) di cui la Banca centrale europea tiene conto per selezionare i titoli da dare a garanzia nelle sue operazioni di rifinanziamento. La stessa Dbrs, un giorno prima di Fitch, ha comunque tagliato il giudizio sul Paese Italia, da “A” ad “A low”, bocciando l’esito incerto delle elezioni. In ogni caso, considerando i rating delle quattro agenzie citate, l’Italia resta al momento all’interno della “categoria protetta” degli investment grade. E fino a che si resta su questo livello vuol dire che il debito è considerato complessivamente affidabile.La situazione potrebbe invece peggiorare se le agenzie di rating ponessero l’Italia sotto questa soglia di guardia facendola scivolare nel girone degli investimenti speculativi (“non investment grade speculative”). A quel punto c’è il rischio che parta un’ondata di vendite automatica generata da quegli investitori, in particolare fondi pensione internazionali, che adottano per policy interna clausole di sicurezza tali per cui non possono detenere in portafoglio titoli sotto la categoria “investment grade”.Rating Italia, verso il punto di non ritorno? Ecco quanto manca Sole 24 Ore fonte anche del grafico qui sotto.
Io non ho idea se nell’ipotesi sopra elencata tutti i fondi pensione al mondo incominceranno a scaricare titoli di Stato italiani ma non dimenticate che ormai circa il 70 % del debito pubblico è in mano a banche, assicurazioni, BCE e investitori domestici.
Aggiungo solo un unico particolare, ovvero che la famigerata LTRO a favore delle banche italiane presuppone che in caso di riduzione dei rating sono necessari ulteriori titoli a garanzia per coprire l’eventuale haircut con inetivabili conseguenze sulla liquidità già inesistente a favore dell’economia reale.
Manca ora da osservare quanto coraggio avranno quelli di Moody’s per scatenare un uragano declassando il nostro Paese a junk, spazzatura. recentemente i mercati ormai ignorano le opinioni del senno di poi, ma sino a quando?
Effetto farfalla? Tutto è possibile in questo inferno, quindi non bisogna avere fretta.
Comunque sia, non sono così preoccupato,la BCE non ha scampo, noi siamo troppo grandi per fallire, troppo grandi per ristrutturare il debito, qualcuno forse ci penserà bene prima di scatenare un uragano, anche se tutto ormai dipende dalla politica. resto dell’idea che comuqnue vada dietro l’angolo di queste due settimane l’ultima grande occasione continua.
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Le ag. di rating continuano a soffiare sul fuoco, bene bene. Altri 500000 mila posti di lavoro persi quest’anno (come teme Marco Fortis) ed io dico ciao ciao Ue, Bce, Bruxelles . Gia’ ora, non e’ possibile pensare ad un altro governo pro euro, non hanno i numeri. Siamo orgogliosamente ingovernabili. Ci siamo messi di traverso, ed anche con astuzia. Infatti i tedeschi schiumano rabbia e, nel loro stile, ci minacciano. Non vogliono monetizzare, ma il gioco non dura troppe divisioni, problemi e interessi contrastanti. Abbiamo il buzzurro socialdemocratico tedesco che promette bene, quindi penso che se la Merkel perde le elezioni il giocattolo si sfascia in breve.
La vedo dura per la Germania riuscire a non far calare il PIL. Per il momento il loro tassi di finanziamento sono prossimi allo zero per cui meglio di cosi non possono fare. Li aspetta solo la discesa di cui ignoriamo grado e profondità.
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Se si diventa junk poi come fai a mantenere lo stato sociale attuale? E’ un rischio alto, molto alto per tutti. Se pensano minimamente di correrlo allora manca ancora qualche tassello.