SVIZZERA…IMMOBILIARE GRUVIERA?

Scritto il alle 12:08 da icebergfinanza

Abbiamo appena scoperto in Norvegia BOOM IMMOBILIARE che… I regolatori norvegesi dovranno imporre regole più restrittive per il mercato immobiliare rispetto a quelle in vigore all’estero. Questo perché i prezzi delle case e l’indebitamento privato hanno ormai raggiunto livelli record, molto diversi rispetto a quelli segnalati nel resto del Vecchio continente. A renderlo noto, riporta l’agenzia Bloomberg, è stato Morten Baltzersen, il numero uno dell’Autorità per la supervisione finanziaria (FSA) del Paese nordico.

…e subito eccalà, nel Paese dove le bolle sono immaginarie…

Il governo svizzero ha ordinato alle banche di rafforzare il proprio capitale per tutelarsi dai pericoli derivanti da una bolla immobiliare. A riportare la notizia è l’agenzia Bloomberg, che cita una nota diffusa oggi dalla banca centrale elvetica. Gli istituti di credito della nazione alpina, entro il 30 settembre di quest’anno, dovranno dotarsi di un cuscinetto di capitale aggiuntivo pari all’1% sul valore degli asset ponderati per il rischio nei finanziamenti immobiliari. Il Paese infatti è nel pieno del più grande boom immobiliare degli ultimi due decenni. Gli investitori sono attratti dalla stabilità dell’economia del Paese e dai tassi d’interesse molto bassi. E i prezzi del mattone, di conseguenza, salgono. “Il governo – si legge nel comunicato – interviene per arginare un eccessivo aumento dei prezzi nel mercato del real estate e un incremento troppo forte dei mutui”. Situazioni che, continua la nota, “hanno portato a squilibri che stanno mettendo a rischio la stabilità del settore bancario e dell’economia”. VALORI

State sintonizzati sentiremo ancora parlare di valanghe immobiliari e soprattutto, lontani dalla cresta…

La prossima settimana Machiavelli, uno che di politica se ne intende, soprattutto dopo aver vissuto alla corte del Principe, ci racconterà una nuova storia.

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5 commenti Commenta
kry
Scritto il 14 Febbraio 2013 at 12:17

Complimenti Andrea, di notizie non te ne scappa una. Per chi vuole approfondire http://finanzanostop.finanza.com/2013/02/13/i-tassi-ipotecari-in-svizzera-mai-cosi-bassi-dal-1850/

gnutim
Scritto il 14 Febbraio 2013 at 17:14

scusate il pensiero, vi ricordate quando è stata creata l’area euro e sono stati aiutati spesso i piccoli paesi che non avevano grosse economie come olanda e il belgio inserendo le quote latte o altre limitazioni alla produzione di beni?
Vi ricordate che queste quote hanno limitato molto la produzione e quindi la ricchezza in Italia?

ma adesso che olanda e belgio sono tra le prime della classe perchè grazie alle loro FLORIDE economie meritano il rating di AAA o AA, perchè non gli tagliamo le quote e le aumetiamo ai paesi in crisi come Italia Spagna Grecia e Portogallo?

Tu Andrea cosa ne pensi?

PS: tanti auguri

Scritto il 14 Febbraio 2013 at 22:59

Vedo che il tema agricoltura sta tornando qui prepotente.
Segno che si sta rivalutando una parte produttiva per troppo tempo considerata negletta, a meno di non fare quella bio, allora si è a la page, ma devono lavorarla gli altri.
Il nostro problema è che produciamo eccellenze agroalimentari assolute (abbiamo il record di DOP, DOGC, IGT ecc,), ma ne produciamo in quantità troppo limitate per andare sui mercati esteri.
Soffriamo dello stesso nanismo delle nostre PMI. Stessa mentalità.
Abbiamo prodotti fantastici disseminati in tutta la penisola, grazie anche a una posizione orogeografica unica al mondo, ma sono per lo più produzioni locali.
Solo chi cresce di dimensioni, magari attraverso consorzi (tipo Parmigiano o prosciutto di Parma, per intenderci), può pensare di andare sui mercati internazionali.
I competitor europei sono invece attrezzati per il mass market. Semplifico: bassa qualità (per tenere il prezzo), standardizzazione del prodotto, grandi produzioni industriali, concentrazione delle referenze, distribuzione capillare.
Il contrario della nostra cultura millenaria di biodiversità. A questo vanno aggiunte le regolamentazioni ferree di produzione, che rischiano di far chiudere le nostre aziende perchè non conformi agli standard UE. Vedi i problemi con i vini, il lardo di Colonnata e mille altri.
Mi fermo qui perchè se no vi tedio.

Claudio

icebergfinanza
Scritto il 15 Febbraio 2013 at 07:02

businesscommunity@finanza,

Cultura, conoscenza, consapevolezza e visioni alternative non tediano nessuno, anzi più ce ne meglio è!

Andrea

kthrcds
Scritto il 15 Febbraio 2013 at 23:37

@ businesscommunity (14 febbraio 2013 alle 22:59)

Sono d’accordo con Andrea Mazzalai. Contributi come il suo non annoiano. Anzi, rafforzano le convinzioni di chi crede che si possa vivere in maniera assai più soddisfacente di quanto non si faccia oggi, assoggettati supinamente alle sole esigenze dei mercati.

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