FERMARE IL DECLINO O L’IDEOLOGIA ?

Scritto il alle 12:06 da icebergfinanza

Alcuni lettori mi hanno chiesto di commentare il recente manifesto liberale o liberista come meglio si addice alla Vostra sensibilità ideologica, lanciato da Oscar Giannini e da altri personaggi del mondo liberale o liberista, trasformatosi ben presto un un’amatriciana nel quale sono confluiti personaggi in cerca di visibilità o di restauro della propria immagine, Italia futura in testa.

Sia ben chiaro questo non lo dico io ma uno dei loro autori Michele Boldrin, professore alla Washington University in Saint Louis il quale su  FQ scrive che…

Nonostante le buone intenzioni di molti – fra i quali gli aderenti a Fermare il Declino (FilD) spero siano solo una piccola anche se importante minoranza – ogni giorno che passa mi convinco che sarà un’operazione improba. Questo non implica che la si abbandoni: alla fin fine le “cause perse”, purché meritevoli e valide, sono le uniche a cui valga la pena dedicarsi. Al mondo ci son da sempre fin troppi furbetti pronti a saltare sul carro del vincitore, uno in più potrebbe far crollare il carro. Cercare di fermare il declino italiano operando perché cambino radicalmente le sue élite politiche, più d’ogni altro responsabili del medesimo, è forse una causa persa ma è troppo importante per essere abbandonata alle prime difficoltà. Le reazioni di svariati opinion makers italiani alla lettera che assieme ad altre cinque persone ho firmato e che il Corriere della Sera ha pubblicato il giorno di Ferragosto – oltre a confermare, appunto, che la strada è in salita perché evidentemente non siamo ancora riusciti nemmeno a spiegare cosa ci proponiamo di fare – inducono qualche riflessione su cosa sia necessario fare per fermarlo, il declino…

…e puntualizza che (…) (i) FilD non ha alcuna intenzione d’essere “assorbita” da Italia Futura (IF), (ii) non intendiamo diventare la ruota di scorta di Casini e dell’Udc e, (iii), non si tratta dell’ennesimo gruppetto di liberali alla ricerca d’un carro su cui saltare..

Premetto solo una recente considerazione di Oscar Giannino che sintetizza quello che è il pensiero che sta alla base di questa crociata liberale o liberista … «Tanti evasori totali nei decenni hanno trovato piena giustificazione del loro operato nel comportamento concreto di uno Stato ladro che si voltava dall’altra parte»

Mi pare di averla già sentita in giro, credo nella favola di Biancaneve e gli otto nani, l’ottavo voi lo conoscete e lo conosce bene anche Giannino.

Una premessa è indispensabile!

Alcuni punti del manifesto sono condivisibili, meno l’ideologia che vi sta dietro ma di questo sono piene le aule della storia.

Si propone di scendere intorno al 100 % del rapporto debito pil con dismissioni, privatizzazioni e varie operazioni straordinarie per 35 miliardi all’anno.

Peccato che nel 2011 in tutta Europa, ripeto in tutta Europa le privatizzazioni sono state appena 19,5 miliardi e nel 2008 prima dello scoppio della crisi appena il doppio intorno a 40 miliardi.

L’anno scorso, le privatizzazioni realizzate in tutto il mondo – secondo i dati raccolti dalla Fondazione Eni-Enrico Mattei e Kpmg nel Privatization barometer 2011 – hanno raggiunto un valore di 68,2 miliardi di euro, il minimo dal 2003 e meno della della metà dei quasi 160 miliardi raccolti nel 2010. Nell’Unione europea le operazioni sono state 49, per 19,5 miliardi di euro, appena il 27,9% del totale. http://24o.it/eOPIR

Perchè?  Ma è ovvio, solo un povero illuso svenderebbe in piena depressione economica, in piena debt deflation i propri gioielli, i propri immobili, le proprie società, il proprio patrimonio!

L’arte di svendere come accadde nel 1992 non dovrebbe essere presa ad esempio.

Ridurre la spesa pubblica di sei punti e ridurre le tasse di 5 punti, tutto condivisibile dipende da come lo si attua se con tagli lineari o se in altra maniera.

Incominciamo con il dire che la spesa pubblica brutta e cattiva non è ne di destra e ne di sinistra non è ne Democratica o  ne Repubblicana, non dovrebbe avere ideologie dietro vista la storia, anche se alcune dinamiche sono evidenti…

In America i repubblicani fanno campagna elettorale al grido abbasso la spesa pubblica brutta e cattiva e viva lo stato minimo.

Poi andiamo a vedere quello che è accaduto e scopriamo che …

Government Spending Under President Obama

Negli ultimi 30 anni i campioni della spesa federale in America sono stati i repubblicani, Reagan e Bush, affascinante no!

In Italia invece accontentiamoci di una semplificazione riassunta nella crescita del debito pubblico in questi anni e con quali governi, anche se crescita del debito pubblico non significa necessariamente crescita della spesa pubblica…

Io passo direttamente al punto 4 dove si suggerisce di “… inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico”.

Abbiamo già inserito un’immensa fesseria nella Costituzione, quella che riguarda l’illusione del pareggio di bilancio, , “fiscal compact” per gli amici, una modifica costituzionale che non potrà essere sottoposta a nessun referendum popolare ma soprattutto avrà ben poche possibilità di essere SEMPRE rispettata.

Che facciamo, ne inseriamo un’altra!

Ma seguitemi perchè qui il discorso si fa interessante ed estremamente sofisticato!

L’articolo 41 della costituzione dice che  … “1. L’iniziativa economica privata è libera; 2. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana; 3. La legge predetermina i programmi ed i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”

Fin che si parla di libertà d’impresa nel primo comma va tutto bene per i liberali o liberisti ma quando si incomincia a scrivere come nel secondo comma, che non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale in modo da non recare danni alla dignità umana per non parlare poi di eventuali CONTROLLI OPPORTUNI perche possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali, incominciano i problemi.

Quando si parla di controlli, l’orticaria assale i liberali o liberisti, una sintesi in radicale antitesi rispetto al  principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza.

La nostra nella sostanza è una democrazia sociale e una democrazia sociale, ho letto in giro è una democrazia che si propone come fine quello di trasformare la società, redistribuendo le risorse, una democrazia che assoggetta «l’attività economica privata alla funzione sociale», abbandonando il «mito liberista delle «armonie prestabilite»

Non sto qua a raccontarvi il mito delle armonie prestabilite o dell’efficienza di mercato in equilibrio dinamico, ma mi basta farvi notare che inserire nella costituzione tale suggerimento equivarebbe a dare il via libera alla totale liberalizzazione del mercato, senza più alcun vincolo.

Loro vi diranno che i vincoli si possono mettere, i limiti possono essere prestabiliti, ma poi si sa come è andata a finire con la deregulation soprattutto in America e in Inghilterra, dove guarda un pò alla fine c’è sempre lo Stato che interviene a togliere le castagne dal fuoco.

A livello europeo con il trattato di Roma nel 1957…

Quanto alle policies, l’art. 2 del Trattato del 1957 affidava alla Comunità il compito di promuovere – attraverso l’instaurazione di un mercato comune – “il graduale riavvicinamento delle politiche economiche degli stati membri, lo sviluppo armonioso delle attività economiche, l’espansione continua ed equilibrata, la stabilità accresciuta, il miglioramento del tenore di vita, la più stretta relazione tra gli stati”. All’interno del mercato comune, l’art. 3, lett. f) affermava, inoltre, che l’azione della comunità mira alla “creazione di un regime inteso a garantire che la concorrenza non sia falsata”.

Regole per la tutela della concorrenza venivano, invece, fissate nella parte III del Trattato[11], rimasta sostanzialmente invariata anche dopo la revisione intervenuta nel 1992[12].

In questa parte vengono disciplinate le figure di illecito concorrenziale: all’art. 85 (ora 81) l’intesa lesiva della concorrenza, determinata da “accordi tra imprese” o “pratiche concordate” e vietata quando abbia, per oggetto o per effetto, di “impedire, restringere, falsare il gioco della concorrenza”; all’art. 86 (ora 82) l’abuso di posizione dominante, vietato quando ne risulti  un “pregiudizio al commercio tra gli Stati membri”[13]. (…)

Ma, se con il Trattato di Roma la concorrenza era oggetto di una policy comunitaria, con il Trattato di Maastricht del 1992 la concorrenza viene assunta a vero e proprio principio informatore dell’ordinamento comunitario (art. 3): “l’azione degli stati membri […] comprende […] l’adozione di una politica economica […] condotta conformemente al principio di una economia di mercato aperta e in libera concorrenza”.

In seguito, con il Trattato sull’Unione Europea (Trattato di Amsterdam 1996) si è consolidato il panorama di obiettivi e valori che costituiscono il sistema di coesione sociale dalla Comunità: promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attività economiche; la crescita sostenibile e non inflazionistica; un elevato grado di convergenti risultati economici; un elevato livello di protezione ambientale, occupazione, protezione sociale; un migliore tenore della qualità di vita; la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli stati membri. In questo contesto il mercato risulta ancora lo strumento  privilegiato attraverso cui perseguire tali obiettivi.

Rispetto alla versione originale del Trattato hanno, inoltre, assunto rilevanza nuove azioni comuni: il coordinamento delle politiche degli stati membri in materia di occupazione, l’istruzione e la formazione di qualità, un elevato livello di protezione della salute, il rafforzamento della protezione dei consumatori.

In termini di analisi strutturale, la disciplina comunitaria della concorrenza ha privilegiato i controlli sul mercato rispetto ai controlli sulla singola impresa: la prospettiva della tutela del mercato non è, infatti, la medesima di quella della tutela dell’iniziativa privata. Infatti, la libertà d’iniziativa economica non contiene, in sé, il principio di concorrenza, essendo una figura, per così dire, verticale che “indica sfere di azione, protette contro lo Stato”[17]. La concorrenza è, invece, una figura orizzontale che indica rapporti tra imprenditori, cioè tra i soggetti che esercitano la libertà d’iniziativa economica[18].

Nella concezione comunitaria, però, la tutela del mercato non implica, affatto, un liberismo privo di freni perché la disciplina della concorrenza è strumentale e non assoluta. Storicamente se ne sono affermate diverse concezioni: la concurrence-reméde, tipica dei paesi socialisti, “pour injecter un minimum de souplesse ed d’efficacité dans le mècanismes économiques”; la concurrence-condition, che caratterizza la concezione del diritto statunitense, in cui la concorrenza è la condizione del progresso e dell’equilibrio economico; la concurrence-moyen, che ha informato i diritti francese ed italiano, in cui la concorrenza è elemento privilegiato del progresso economico, ma teoricamente sostituibile da altri strumenti[19].

Anche la visione comunitaria dell’intervento pubblico nell’economia si fonda sulla concurrence-moyen, e venne concepita all’interno della Scuola di Friburgo, che influenzò negli anni ’50 la costruzione dei trattati istitutivi della CEE[20]. Questa dottrina radical-liberale elaborò il concetto di “economia sociale di mercato” costituendo una alternativa tanto al tradizionale liberismo quanto al dirigismo centralista[21].

Venne, così, tratteggiato un ordinamento politico imperniato sulla concorrenza intesa come “topos” in cui si realizza una sintesi originale di libera iniziativa economica e progresso sociale. Lo Stato, in questo nuovo quadro di relazioni, è “forte ma neutrale” ed è chiamato a svolgere un ruolo di “garante dei meccanismi di mercato”.

Il sistema dei principi comunitari in materia di concorrenza non rinnega dunque una disciplina dell’impresa orientata alla tutela di altri valori fondamentali[22], ma ne prevede un inserimento in una ineludibile disciplina del mercato, sub specie garanzia del mercato. (…)

Recenti orientamenti della Corte di giustizia delle Comunità europee[23] hanno,  peraltro, contribuito a ridimensionare l’assolutezza che – nella dimensione pratica dell’attuazione giurisprudenziale – il valore della concorrenza sembrava aver assunto, compiendone un bilanciamento anche con altri valori (politica nel settore sociale, sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche, elevato livello di occupazione/protezione sociale).SSEF

Lo so, sono ragionamenti sofisticati e spesso contorti per dire tutto e il contrario di tutto, ma la questione fondamentale sta proprio qua, loro vogliono inserire nella Costituzione italiana la cosidetta concurrence-condition, che caratterizza la concezione del diritto statunitense, in cui la concorrenza è la condizione del progresso e dell’equilibrio economico, la condizione principale.

Abbiamo poi visto in questi anni come la concorrenza è stata aiutata dalla “deregulation” abbattendo qualunque limite o minimo buon senso nella gestione dell’economia.

Prendiamo ora il vocabolario Treccani…

Neoliberismo… indirizzo di pensiero economico che, in nome delle riconfermate premesse dell’economia classica, denuncia le sostanziali violazioni della concorrenza perpetrate da concentrazioni monopolistiche all’ombra del laissez faire e chiede pertanto misure atte a ripristinare la effettiva libertà di mercato e a garantire con ciò il rispetto anche delle libertà politiche.

Prosegue poi …Gli economisti neoliberisti, (…) non insistono tuttavia più sugli ipotetici vantaggi della libera concorrenza, ma sugli inconvenienti pratici dell’intervento dello Stato, ritenuto spesso inefficace, sempre tardivo, pesante e facile a degenerare in costrizione. 

Tutto qua! Poi ognuno facciamo le considerazioni che meglio si addicono alla propria sensibilità …ideologica, ma per favore, giù le mani dalla Costituzione!

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14 commenti Commenta
cartesio
Scritto il 31 Agosto 2012 at 13:12

L’Italia è una repubblica anti democratica fondata sulla truffa politica e non politica,
con una carta costituzionale che consente a politicanti d’ogni colore e a finanzieri d’assalto di approvare in rigoroso silenzio un “fiscal compact” (facendo anche modifiche alla costituzione) da 45 miliardi di euro l’anno per vent’anni, camuffando l’oggetto della decisione dietro parole tecniche, incomprensibili alla larga parte della popolazione, e per giunta in lingua straniera, ed inoltre senza la minima consultazione o coinvolgimento popolare.
Azione questa, degna della più infame tirannia.
Questo significa che la nostra costituzione è imperfetta o lo è diventata, e che comunque se ne sono sempre fatti tutti “pezza da piedi”.

giobbe8871
Scritto il 31 Agosto 2012 at 14:04

La Carta Costituzionale sarà usata dai poveri per ribellarsi agli Oligarchici. Ha capito presidente Napolitano ? Mentre i privilegiati della Casta la ignoreranno fino a quando gliela metteranno su per il cu.lo. :mrgreen:

Credo accadrà questo nel corso del 2013 in Italia. :mrgreen: 😀 :mrgreen: :mrgreen:

giobbe8871
Scritto il 31 Agosto 2012 at 14:10

e consiglio di non impiegare il vostro prezioso tempo per ascoltare Oscar Giannino su Radio24.
Non è utile per la crisi attuale. :mrgreen: 😉

vito_t
Scritto il 31 Agosto 2012 at 17:23

A genova dicono … veno fae u burricciu cu u culo du ialtri … si capisce bene …. Oscxar Giannino fa tanti discorsi, indubbiamente alcuni anche intelligenti, ma non si spiega come mai parte del suo lauto stipendio derivi da contributi che poi lo stesso stato su cui sputa elargisce a piene mani anche al sole 24ore …..

cartesio
Scritto il 31 Agosto 2012 at 17:50

Una domanda-dubbio sull’odierno “costernato” Napolitano.
Ma quando l’ha fatto senatore a vita, e poi Presidente del Consiglio, sapeva il sig. Presidente della Repubblica (super partes, ma solo per definizione) chi era Monti, o no?
Visto e considerato che Monti era abbastanza conosciuto per le mance (leggasi consulenze; per un ammontare di 1,5 milioni di euro l’anno) ricevute in veste di cameriere alle più grosse banche d’affari del mondo, che erano e sono in conflitto d’interessi con lo stato italiano e con la sua economia.

ilcuculo
Scritto il 31 Agosto 2012 at 17:57

cartesio@finanza,

Non credo che in quel momento ci fosse molto da scegliere, è stata una scelta imposta in cambio dell’acquisto di titoli da parte delle BCE, Monti è un commisarrio europeo, meno indigesto solo perchè Italiano.

cartesio
Scritto il 31 Agosto 2012 at 18:03

ilcuculo@finanza,

Facendo Monti Presidente del Consiglio è come se avessimo eletto Dracula Presidente del consiglio di amministrazione dell’Avis.
E i risultati si vedono.
Sono sotto gli occhi di tutti.

cartesio
Scritto il 31 Agosto 2012 at 18:08

A proposito di scelte possibili fuori dalle aule parlamentari, uno dei nomi è Giulio Sapelli.
Leggetevi il suo libro “L’inverno di monti” disponibile a pochi euro anche in ebook.

cartesio
Scritto il 31 Agosto 2012 at 18:32

Vi posto un link alla presentazione del libro di Sapelli.

http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2012/3/24/LETTURE-L-inverno-che-ha-trasformato-l-Italia-in-una-dittatura-/257587/

———————————————————————————————————————-

Il super tecnico professor Mario Monti, inoltre, è anche furbo come un’aquila.
Aumentando l’IVA di un punto (da 20 a 21), al semestre ha incassato sempre d’IVA 3,5 miliardi in meno per effetto dell’avvitamento recessivo.
Vuoi vedere che il “maestro”, per questa mirabolante manovra finanziaria, voleva anche l’applauso?

sd
Scritto il 31 Agosto 2012 at 21:40

Capitano Andrea ho letto con molto interesse gli ultimi 3 articoli ed in particolare i commenti, ecco perchè spesso scrivo che IO mi faccio gli “affari miei” (nel senso di business naturalmente).

Mi vorrebbero far credere che i soldi onestamente (non lo metto in dubbio) guadagnati e risparmiati da una minoranza della popolazione siano PIOVUTI DAL CIELO……………….ma per favore.
Comunque tutto finisce è stà scricchiolando anche il sistema economico che ha permesso questo quindi buona fortuna a VOI che poi non c’è nè più per nessuno. Badate di non farvi fregare i vostri risparmi dai signori della MONETA (che non è di vostra proprietà).

Un saluto

SD

PS:
Spero che DORF abbia letto gli ultimi articoli e commenti.

dorf001
Scritto il 31 Agosto 2012 at 23:34

sd@finanza,

si SD io leggo tutto. sai come la penso. stavolta mi hai fregato sul tempo. ma ero certo che il capitano avrebbe pubblicato l’articolo di comedonchisciotte sull’irlanda. a quando un articolo sull’abruzzo di giacinto auriti’ già 15 anni fà parlava di redistribuzione. anzi ancora meglio. reddito di cittadinanza o se volete, di esistenza x tutti. un uomo forte e coraggioso. non aveva paura delle sue idee. poi le metteva pure in pratica.

per cartesio. maddai credrerai mica che napolitano sia onesto. son stufo di dirlo mille volte. te lo vai a cercare in rete. cioè: monti e napolitano denunciati già 3 volte x ben 15 crimini. non quella puttanata delle intercettazioni tra il vecchio e mancino. quelle son storielle ridicole x il popolino coglione. che si beve tutto.

i professori in italia, sono il peggio assoluto quando li metti al governo. tipo prodi, padoa schioppa, draghi, monti. guarda un pò tutti servi della goldman sachs. la banca di DIO. forse parlavano di jahvè. che non è il nostro vero DIO.

sono anni che ve lo dico, ma tanto non ascoltate mai!!!

1) non votare mai più. solo quando ariverà gente onesta e degna come auriti e con le sue idee.

2) smettete di comprare giornali. fateli morire questi falsi infami di giornalisti.

3) la cosa più importante! tirate fuori tutti i vostri soldi dalle banche. via tutto. al masimo lasciate giù 100€. è una guerra non avete capito? quelli vi fanno morire, e voi dite: ma no dai poverini, diamoglia ancora un pò di fiducia (ai banchieri), ci salveranno. poveri fessi. siete già morti se badate a loro.
quindi fateli morire. fate saltare il sistema. non c’è altra via. bastano solo 5 giorni, anche meno. provare per credere.
è un sistema assolutamente democratico. e non violento. in fin dei conti io tiro sù dalla banca i miei soldi. che minchia volgiono da me? il sangue?

basta un pizzico di coraggio. l’islanda ha paerto una strada. ma noi posiamo farne una nuova. quella che vo ho appena detto.

vi saluto. DORF

sd
Scritto il 31 Agosto 2012 at 23:55

dorf001@finanza,

DORF hai capito in italia i riccho lo sono diventati con il “fai da tè” lavorando alla notte di nascosto. Mi stò scompiscindo dalle risate.

Un saluto

SD

cartesio
Scritto il 1 Settembre 2012 at 10:11

dorf001@finanza,

Se dovessi scrivere quello che penso veramente di Napolitano, poi mi dovrei preparare a scrivere anche “Le mie prigioni”. 😀

futre
Scritto il 3 Settembre 2012 at 11:42

Buongiorno a tutti
Buongiorno al Capitano del veliero
Signori la storia della nostra attuale situazione per me non nasce adesso: c’erano due blocchi contrapposti fino a 20 anni fa, uno, il nostro, vinse la guerra fredda. Ma a quale prezzo?
Reganismo, thatcherismo, debito pubblico in Italia (anni ’80) caratterizzarono quell’epoca di guerra (ribadisco Guerra: ma non ricordate? Attentato a Pertini Reagan morte di G.Paolo 1 attentato a GPaolo 2 Ustica e vari altri disastri, morte in sequenza di Breznev Andropov Cernenko tanto per citare alcuni fatto molto rilevanti). Tutto a tutti tutti signori, assunzioni in banca poste PA sip e chi piu’ ne ha piu’ ne metta
fine della dissidenza post sessantottina e brigatista tramite la creazione di debito e ancora di debito fino alla stagione del 92 con il nostro fallimento e conseguente uscita dallo sme e anche fine delle assunzioni selvagge succitate delle giovani generazioni di allora fine della scala mobile ecc ecc perche? perche’ la guerra fredda fu vinta dall89 al 91 (mani pulite inizia:che strano non c’e’ piu’ bisogno dei vari CAF e dei loro relativi partiti). Inizia un’altra guerra, la strada e’ aperta per la creazione del piu’ grosso impero della storia la frontiera si sposta ad est, entrano in occidente quasi tutto il blocco di Varsavia per via diplomatica e poi i vari paesi come Albania Cosovo Croazia ecc ecc in modo piu’ o meno cruento chi non ci sta viene Bombardato (Serbia) chi non deve essere annesso per logica di spartizione ha grossi problemi di politica interna (Ucraina) e queste annessioni arrivano fino al kazachistan: Guardate un po’ un atalante geografico oh chi c’e’ come paesi che “rompono i cambasisi” lungo questa ricostituzione della via della seta? Siria Iraq Afganistan …. e anche l’Iran
Quindi tornando a Noi l’Italia non e’piu’ paese di frontiera non c’e’ piu’ una cortina di ferro che partiva da Trieste verso nord Abbiamo pagato e vinto una guerra jper andare ad est e siamo presenti in aree di guerra per i nostri interessi strategici quindi se vogliamo abbiamo piu’ chance di altri paesi che non hanno partecipato; attenzione perche’ l’europa non si sta comportando da alleata ma solo da grosso contenitore nell’ambito dell’impero d’occidente (vedi il caso Libia? forse mi sbaglio perche’ non riesco a capire la posizione Alleata europea ma tanto, come la verita’e’ figlia del tempo, cosi’ vedremo i risvolti nel tempo) e questo perche’ per troppi anni il nostro governo si e’ chiamato da parte nelle questioni europee. L’isolamento di Berlusconi e’ stato determinante ma e’ stata anche una scelta e anche qui starei attento a dare veloci giudizi… mah? Non arrivo a capire fino in fondo…
Siete sicuri di essere in declino oppure di fronte a delle precise scelte che come me non condividete non capite fino in fondo?
Questo al di la’ del singolo attore e del singolo episodio intendo. Vogliono di nuovo costruire una societa’ Feudale basatA solo sulla proprieta’ privata alla faccia delgi stati nazionali post rivoluzione francese? Ci possiamo dimenticare i diritti umani conquistati dai francesi e dagli americani due secoli orsono?
Ma soprattutto riusciremo a fare quadrato sul serio nell’ambito imperiale contro gli extraoccidentali per avere altri 500 anni di dominio europeo-americano-australiano sul resto del mondo?

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