MEDIOBANCA: BOOM DEI DERIVATI!

Scritto il alle 08:15 da icebergfinanza

Dietro l’angolo mentre sui mercati si continua a parlare del sesso degli angeli, debito o non debito la madre di tutte le bolle fa capolino…

Banche: Mediobanca, nel 2011 boom dei derivati, Italia piu’ al riparo  

Qui sotto un antipasto della situazione mondiale antecedente la crisi!

Analisi di R&S sulle 18 principali banche internazionali   Milano, 19 giu – L’attivo delle  banche europee e’ cresciuto del 4,8% nel corso del 2011  nonostante un processo di deleveraging del portafoglio  titoli, azioni e bond, dell’11,9% per circa 600 miliardi.

 A  far crescere la somma finale e’ stato soprattutto il  “rigonfiamento delle altre attivita’ che aumentano del 28,6%,  per oltre circa 1.579 miliardi di euro dei quali 1.453  miliardi relativi a maggiori derivati (un flusso non lontano  dal valore del Pil dell’Italia nel 2011), posta che da sola  cresce del 33%”.

E’ quanto emerge dallo studio di R&S di  Mediobanca sulle principali 18 banche internazionali,  incluse Unicredit e Intesa Sanpaolo per l’Italia. Nel 2011  dunque circa un quarto dell’attivo bancario e’ costituito da  derivati. “I crediti alla clientela – rileva il rapporto –  sono nel 2011 pari al 39,5% del totale attivo, in calo dal  42,2% del 2009, diluiti dalla bolla dei derivati e dalla  crescita della liquidita’”.

Negli Stati Uniti, considerando i  derivati al lordo, gli attivi si espandono del 9,8% sul  2010. A differenza dell’Europa, il portafoglio titoli si  contrae solo in minima parte (-1,2%), mentre si espandono  gli impieghi alla clientela (+1,7%). Analoga all’Europa la  riduzione degli intangibles (-9,9%) ed assai cospicuo  l’aumento delle altre attivita’ (+20,9% pari a +991 miliardi  di dollari) integralmente imputabile ai derivati (+1.068  miliardi, pari al +27,5%).

Per avere un’idea dell’importanza  della massa dei derivati in rapporto all’economia reale, lo  studio sottolinea come il totale dei derivati degli istituti  elvetici e’ pari al 254,1% del pil della Svizzera mentre  quello delle banche inglesi e’ pari al 106,2% del pil  britannico. Seguono le banche francesi (al 55,3% del pil),  quelle tedesche (al 38,4%), quelle olandesi (22,4%), quelle  spagnole (15,3%) e infine le italiane al 10,7%.

Gli attivi di bilancio dei maggiori istituti europei restano pari ad oltre due volte il Pil dei Paesi sede. L’istituto meno importante rispetto al Pil del proprio paese e’ Commerzbank (25,7%), Credit Suisse quello piu’ importante (345%). Hsbc ha il maggiore attivo tra le banche europee (2.195 mld. di euro), seguita da Deutsche Bank (2.164 mld.). Negli Usa Jp Morgan, con 4.058 mld di dollari, precede Bank of America (3.938 mld), ma le loro incidenze sul Pil sono limitate al 26/27%. Il Europa il deleveraging ha colpito soprattutto il portafoglio titoli che e’ caduto dal 47,7% del Pil aggregato nel 2009 al 40,9% nel 2011, ma i derivati sono cresciuti dal 42,8% al 53,2%. Negli Usa gli attivi sono all’87,4% del Pil, il portafoglio titoli e’ stabile attorno al 15%, mentre i derivati salgono dal 27,7% al 32,8%. lab laura.bonadies@mfdowjones.it

Tutto bene in Svizzera!

E il problema è tutto nel debito, si nei titoli di Stato …anche gli asini volano!

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