BOLIVIA ELETTRIZZANTE NAZIONALIZZAZIONE…LA VENDETTA DEGLI INCA!

Scritto il alle 12:43 da icebergfinanza

Come scrive Wikipedia   L’Impero inca (Tawantinsuyu in lingua aymara e quechua moderne, o Tahuantinsuyo in antica lingua quechua) è stato il più vasto impero precolombiano del continente americano. La sua esistenza va dal XIII secolo fino al XVI secolo e la sua capitale fu Cuzco, nell’attuale Perù. (…) L’impero incaico comprendeva, al momento della massima espansione (verso il 1532), una parte significativa degli attuali stati sudamericani di Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile e Argentina. Si parla di un territorio di oltre 2 milioni di chilometri quadri, lungo quasi 9.000 km. lungo la costa.

Ma soprattutto fate attenzione a cosa significa Tahuantinsuyo… Tuttavia è sicuramente utile chiarire che il termine Tahuantinsuyo non era il nome dello stato o della nazione come oggi lo si concepisce, se non un equivalente del territorio secondo la concezione andina della redistribuzione, più che del possesso, della terra.

REDISTRIBUZIONE cercate di fissarvi questo termine non c’è alcuna alternativa oggi per uscire dalla crisi alla REDISTRIBUZIONE!

Bene dopo lo scempio dei conquistador antenati diretti degli attuali spagnoli, all’improvviso dopo quanto è accaduto in Argentina anche in Bolivia la vendetta degli Inca si è fatta sentire!

La Paz, 02-05-2012 Il presidente boliviano Evo Morales ha promulgato un decreto supremo col quale nazionalizza il pacchetto di azioni della Rete Elettrica Internazionale (filiale della Rete Elettrica di Spagna) nell’impresa Transportadora de Electricidad (Tde).

“Il decreto ha per oggetto quello di nazionalizzare a favore della Empresa Nacional de Electrificacion, il pacchetto azionario della societa’ Rete elettrica internazionale (filiale internazionale di una compagnia spagnola) nell’Impresa Transportadora de Electricidad”, ha detto Morales leggendo il Decreto supremo numero 1214.

Il presidente ha inoltre dato disposizione affinche’ l’esercito vigili sugli insediamenti della compagnia, che si trovano a Cochabamba, nel centro del Paese. L’iniziativa boliviana avviene a due settimane dall’esproprio dell’Argentina del 51% di azioni di Ypf alla spagnola Repsol.

Il decreto e’ stato presentato in una cerimonia pubblica in occasione del Primo maggio come un “giusto riconoscimento” ai lavoratori boliviani “in lotta per recuperare il controllo sulle proprie risorse nazionali e servizi di base”.

Il capo di stato ha evidenziato che sulla base della Costituzione e del Piano nazionale di sviluppo, “la politica del governo punta a recuperare il controllo, l’amministrazione e la direzione delle imprese strategiche”.

Empresa Transportadora de Electricidad era stata privatizzata nel 1997. “Questa azienda prima era nostra – ha osservato Morales – e quello che era nostro ora lo stiamo nazionalizzando”. L’impresa ha 2.772 chilometri di linee di trasmissione e controlla il 74% della rete. http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=164694

Come ho riportato in passato… La Bolivia è un paese ricchissimo di risorse naturali (gas, petrolio, miniere, acqua), ricchezze mai state nella disponibilità del popolo boliviano. A questo si aggiunge la privatizzazione delle principali imprese statali del paese tra le quali: ENTEL (comunicazioni), YPFB (energia), ENDE, FERROCARRILES (trasporti). Inoltre altri servizi pubblici essenziali sono stati recentemente privatizzati come l’educazione, e il settore pensionistico. Il progetto ” Reti d’Acqua” si inserisce in tale contesto e risponde alla precisa volontà e necessità reale delle comunità locali di difendere i beni comuni, di accedere ai servizi basici essenziali, di gestirli autonomamente, in alternativa alle politiche di privatizzazione che hanno visibilmente peggiorato le condizioni di vita della grande maggioranza della popolazione in Bolivia come in altre parti del mondo.

In un mondo nel quale gli sciacalli e gli avvoltoi promulgano la privatizzazione ormai anche dell’aria non ci si indegna più di nulla in questa società anestetizzata, ma se mai
qualcuno avesse bisogno di comprendere come ogni istante della nostra vita dipende da interessi economici e politici di dimensioni rilevanti, ricordatevi che , abbiamo due Italie,
l’Italia dell’efficienza e l’Italia dello spreco, l’Italia della responsabilità e l’Italia dei ladri e dei furbi, delle inflitrazioni finanziarie, politiche e mafiose, ma la gestione dell’acqua e delle nostre risorse come ben abbiamo appreso in riferimento a quanto è accaduto in Bolivia ma anche in alcuni comuni italiani, non deve in alcun modo essere gestita da interessi privati.

Nel frattempo è in preparazione un’analisi dettagliata sulle prospettive tecniche e macroeconomiche per i prossimi mesi dedicata ai recenti sostenitori di Icebergfinanza e a coloro che vorranno contribuire liberamente cliccando qui sopra…

…dal titolo “MAGGIO 2012 ” EURO FU. SICCOME IMMOBILE ”

Semplicemente GRAZIE per il tuo libero sostegno all’informazione indipendente!

4 commenti Commenta
kry
Scritto il 3 Maggio 2012 at 18:53

Con la scusa di non avere utili distribuibili MPS si può permettere di non pagare gli interessi su 2 miliardi dei tremonti bond. Qui non c’erano gli estremi per una nazionalizzazione? Sarei curioso di sapere a quanto ammontano gli stipendi dei dirigenti.

cartesio
Scritto il 3 Maggio 2012 at 19:36

Euro, arriva la nuova conferma: la UE non sa dire a chi appartiene (di Francesco Filini).

http://rapportoaureo.wordpress.com/2012/05/02/euro-ue-non-sa-a-chi-appartiene/

Evito ogni commento, perché l’articolo si commenta da se.
Monti, te lo ripeto, vai a “quel paese”, e fatti accompagnare anche da Draghi.

icebergfinanza
Scritto il 3 Maggio 2012 at 19:55

kry@finanza,

In questo Paese ci sarebbe da nazionalizzare il buon senso ma mi sa che ormai è stato venduto anche quello!

Per il resto incomincio a sentire le solite sirene in giro sull’ Italia che sta per fallire!

Ragazzi mi raccomando fate lavorare il buon senso! Andrea

dorf001
Scritto il 3 Maggio 2012 at 20:19

icebergfinanza,

L’ ANTIPOLITICA LA FANNO LE PRIVATIZZAZIONI

In un’intervista al “Corriere della Sera”, Claudio Costamagna, un ex di Goldman Sachs, ha gridato al complottismo per l’allarme che hanno causato i precedenti di Monti. Secondo Costamagna, quella di Monti era una semplice funzione di consulente, ed il meschino non aveva neppure un ufficio a Goldman Sachs, magari si sedeva pure per terra; è la linea di Goldman Sachs quella di assicurarsi la consulenza dei più competenti, e questi danno il loro contributo disinteressatamente, per la pura soddisfazione morale di condurre Goldman Sachs per i retti sentieri.
povero monti, si sente incompreso. povero cucciolo.
insomma, Il liberismo non è un vero antistatalismo, ma un alibi propagandistico per riconvertire la spesa pubblica e previdenziale in assistenzialismo per ricchi. Del tutto normale perciò che Elsa Cuornero si riveli la ministra del Welfare per Banchieri. Che i pensionati siano obbligati ad aprire un conto corrente e che i precari vengano vincolati ad una carta di credito, sono fatti che rientrano nella regola aurea del capitalismo, secondo la quale sono i poveri a dover dare l’elemosina ai ricchi.
Affari ed economia sono cose ben distinte e spesso separate: più un affare è antieconomico, più risulta lucroso per gli affaristi, come nel caso del tunnel TAV, ma anche nel caso della politica depressiva dei tagli di bilancio. Numerosi economisti hanno rilevato la evidente antieconomicità di questi provvedimenti di austerità finanziaria; ma, mentre l’economia è un gioco di equilibri, al contrario il business può alimentarsi e giovarsi degli squilibri sociali.

Ciò che Naomi Klein chiama “Shock Economy” non è altro che il caro vecchio business della povertà, già teorizzato da Mandeville agli inizi del XVIII secolo. I poveri sono la principale materia prima degli affari. Basti pensare al nesso tra finanziarizzazione e migrazione: il migrante è sempre dipendente dal sistema finanziario, sia nel momento in cui contrae il debito che dovrà ripagare per anni andando a lavorare all’estero, sia quando dovrà passare per i circuiti finanziari per spedire soldi a casa.
Come teorico del capitalismo, Mandeville aveva il torto di essere troppo chiaro ed esplicito, perciò venne relegato nel dimenticatoio, lasciando spazio alle arti retoriche e fumogene di un Adam Smith, capace di mescolare abilmente verità e mitologie in modo da confondere le acque. Gli schemi retorici di Adam Smith non sono affatto archeologia della propaganda: Smith denunciava i crimini delle compagnie commerciali, ma, al tempo stesso, raccomandava proprio i provvedimenti che avrebbero fatto più comodo alle compagnie commerciali. Pare esattamente ciò che avviene oggi con le banche, condannate in astratto, ma poi difese punto per punto nelle scelte concrete; a cominciare dalla proposta del denaro elettronico, i cui vantaggi per il fisco sono del tutto ipotetici e astratti, mentre risultano evidenti e concreti i benefici per le banche.
prego, leggere tutto l’articolo. qui. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10240

DORF

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