NORVEGIA: ONLY INTEREST LA VENDETTA DI ONDINO!

Scritto il alle 08:04 da icebergfinanza

Secondo la mitologia nordica ”, Ondino, è un genio abitatore delle acque, che vive nei fiumi e nei laghi, un genio malvagio e  pericoloso perchè cerca di allettare la gente per attirarla in acqua. Come il  “Draugen” anche lui avverte quando qualcuno sta sul punto di affogare. Rappresenta il pericolo e quanto di brutto riserva l’acqua.

Tempo fa ho condiviso il pensiero del nostro Robert J.Shiller attraverso un’intervista rilasciata in Svezia a gennario,  in relazione al rischio di una imponente bolla immobiliare che avrebbe colpito i paesi scandinavi.

Come ho sottolineato più volte è stato affascianante osservare in questi mesi il fiume di denaro che si riversava sui Paesi scandinavi considerati a torto o ragione, rifugi sicuri per gli investimenti, senza dimenticare Canada, Australia e naturalmente la Germania.

In questi mesi ho sempre condiviso con i miei clienti l’errata percezione dei mercati e degli investitori sulla presunta sicurezza di questi paesi, i rischi di un investimento in corone norvegesi o svedesi.

Al di la del debito pubblico e degli elevati surplus di bilancio, soprattutto in riferimento alla Noervegia, il rischio di una profonda correzione del mercato immobiliare era evidente nelle dinamiche che avevano interessato questi paesi negli ultimi anni.

La scorsa settimana … Altra sforbiciata sui tassi di interesse in Norvegia. La Banca Centrale infatti ha deciso di ridurre di un quarto di punto percentuale (25 punti base), il costo del denaro, portandolo all’1,5% sorprendendo gli analisti. La decisione, riflette la necessità di contrastare la forza del cambio e un tasso di inflazione molto contenuto. Si tratta del secondo taglio dopo quello adoperato lo scorso dicembre, di 50 punti base!

In Svezia abbiamo assistito ad una dinamica che ha visto triplicare i prezzi negli ultimi 15 anni, mentre in Norvegia il raddoppio dei prezzi è avvenuto all’inizio del secolo senza nessuna pausa sino ad oggi con un rialzo di quasi il 9 % nel solo 2011.  In Finlandia la dinamica appare più sostenibile anche se i prezzi sono saliti di oltre il 30 % negli ultimi sei anni.

A febbraio su BUSINESSINSIDER è uscita una ricerca delle tante ricerche che le banche d’affari sfornano quotidianamente ad opera di Torsten Slok, chief international economist di Deutsche Bank Securities, un report che ha esaminato i prezzi delle principali nazioni al mondo … Specifically, he looks at the relative valuation of housing markets as measured  by price/rent and price/income and compares those ratios to historical long-run  averages.

Questo è il risultato del report in questione che per alcuni Paesi come ad esempio l’Inghilterra non rende giustizia alla Realtà!

Giappone e Germania sono paesi con un grande sottovalutazione in rapporto agli affitti e ai redditi rispettivamente del 37 e del  26 %  ma come ho spesso sottolineato nelle mie conferenze la dinamica che caratterizza questi mercati deve fare i conti con la memoria storica, l’imponente bolla immobiliare del doppio decennio perduto giapponese e il basso tasso di inflazione e di occupazione che ha caratterizzato la Germania sino ad alcuni anni fa senza dimenticare l’effetto perverso degli incentivi della riunificazione con un nuovo crollo tra il 1997 e il 2001/2003 che riportò indietro il livello dei prezzi di dieci anni.

Seguono poi Corea, Stati Uniti, Irlanda e addirittura la Svizzera.

Ovviamente per quanto riguarda gli Stati Uniti e la Svizzera non sono d’accordo ma avremo tempo e modo di parlarne.

Anche in Austria ( … paese che non troverete nel report )  la dinamica immobiliare non scherza con un salto di oltre il 60 % negli ultimi sei anni.

Poi a partire dall’Italia incominciano le sopravvalutazioni…

The Most Overpriced Housing Markets In The Developed World
Italy – 10%
Denmark – 17%
Finland – 22%
Sweden – 25%
Spain – 33%
UK – 34%
Netherlands – 36%
Australia – 39%
France – 42%
New Zealand – 44%
Norway – 48%
Canada – 54%
Belgium – 56%

Tornando a noi … i prezzi immobiliari in Norvegia potrebbero scendere «notevolmente», minacciando di esporre il sistema economico del Paese nordico a «considerevoli» effetti a catena. A lanciare l’allarme – riporta l’agenzia Bloomberg – è l’autorità che regola il settore finanziario nazionale. VALORI

Il surriscaldamento del mercato immobiliare, si legge nel comunicato diffuso dai regolatori, costituisce la principale minaccia domestica per l’economia. Le famiglie infatti hanno incrementato il proprio carico di debiti, diventando in molti casi dipendenti dai mutui interest-only.

E’ forse per questo motivo che la Banca centrale norvegese ha ridotto i tassi per ben due volte, vi ricorda nulla la famigerata dinamica dei mutui interest-only o mutui ARMs…

Vale a dire da quei mutui subprime che danno la possibilità di pagare solo la quota interessi per un determinato periodo di tempo, di norma compreso fra i cinque e i dieci anni. Ciò è dovuto alla generale convinzione per cui i tassi d’interesse si debbano mantenere bassi per via della flessione economica internazionale. E alla generale buona disponibilità di reddito da parte dei risparmiatori. Tali circostanze – fa sapere l’authority – hanno contribuito a spingere verso l’alto il volume dei prestiti privati (che ha raggiunto il suo livello più alto a partire dal 1988) e i prezzi immobiliari (che il mese scorso sono saliti del 7% su base annua). Si rischia, in sostanza, una bolla immobiliare che Robert Shiller (il co-creatore dello S&P/Case-Shiller index) ha definito «pericolosa». Le banche, quindi, sono state invitate a prepararsi per «un aumento delle perdite e un calo della redditività». Resta comunque «incoraggiante», fa sapere il direttore generale dall’Autorità per i servizi finanziari, il fatto che l’espansione dei profitti registrata lo scorso anno sia stata in gran parte sfruttata dagli istituti per rafforzare le proprie riserve di capitale.

Fantastico no, gli americani dopo aver riempito i comuni dei fiordi norvegesi di prodotti strutturati subprime, CDO per gli amici, hanno fatto scuola e le banche norvegesi hanno applicato alla lettera la peggior lezione americana!

Reuters Feb 24 –  Norwegian banks could cope with a moderate fall in the country’s housing market without a significant increase in loan impairment charges. A greater threat could be a possible knock-on effect on asset quality in banks’ corporate books resulting from a drop in consumer confidence and in turn consumption, Fitch Ratings says. We believe that the strong growth in Norwegian house prices over the last 15 years is an unsustainable trend, even though the gains appear to have been driven by fundamental factors, such as high home ownership and low supply of new housing.

5 commenti Commenta
billbill
Scritto il 19 Marzo 2012 at 08:48

Una volta trovato, lo schema si applica a tutti gli stati possibili. Poi se ne prende il controllo.
E’ la guerra, ragazzo, questa è la guerra.
(Anche se la Norvegia è la sede privilegiata dei NWO)

giobbe8871
Scritto il 19 Marzo 2012 at 12:50

Sei Un GRANDE Andrea 8)

giobbe8871
Scritto il 19 Marzo 2012 at 12:54

Sono contentissimo 😆

giobbe8871
Scritto il 19 Marzo 2012 at 12:58

Andava tutto bene nel Nord Europa. Ma che brave persone . 😉

john_ludd
Scritto il 19 Marzo 2012 at 14:14

La Norvegia ha un surplus commerciale immane, è quindi condannata ad avere una moneta forte in un regime di cambio fluttuante. E’ pure uno tra i 3 o 4 paesi democratici al mondo il che non guasta. Possono intervenire sui tassi ma non cambia molto. Il massimo che possono fare è porre un giorno un floor come hanno fatto gli svizzeri i quali hanno tuttavia un sistema bancario troppo grande rispetto il paese e troppo esposto alle sorti dell’euro. Le operazioni della banca centrale svizzera e norvegese sono solo un altro uccellino nella miniera di carbone. Questo sistema monetario non regge più, travolto da squilibri insolubili, siamo solo alle prime fase di una guerra tra valute ma ci vorranno anni di sù e giù, di illusioni e momenti di disperazione. Paesi non in grado di prendere le decisioni corrette perchè ostaggio della finanza e per avere educato i propri popoli nel modo peggiore preferiscono operare sul cambio e tentare l’impossibile. Il risultato sarà lo stesso delle altre guerre valutarie. Ho una certa quantità di corone norvegesi acquistate 2 anni fa e mi guardo bene dal venderle, almeno al cambio attuale. Purtroppo mentre la borsa sale e l’economia peggiora è sempre più palese che il 99% della gente non comprende che non sono sotto minaccia il 10% dei loro averi ma tutto quanto e quando il momento arriverà tutto sarà incredibilmente veloce. Una corretta diversificazione valutaria (e rapporti in banche di paesi e continenti diversi se possibile) è assai più importante di una diversificazione tra asset, quindi niente dollari, nè sterline per le ragioni di cui sopra.

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