OCCUPAZIONE: IL FANTASMA DELL'OPERA!

Scritto il alle 07:00 da icebergfinanza

 

Alcune rapide considerazioni sui dati macroeconomici che verranno!

 

Quasi tutti gli indici regionali dei distretti manifatturieri americani indicano una naturale pressione sui prezzi delle materie prime e quindi una conseguente pressione sui margini di profitto della aziende che non riescono a trasferirli al consumatore finale.

Quindi o si tagliano gli investimenti o si taglia l'occupazione.

 
 

Venerdi avremo il dato sull'occupazione americana e quindi avremo modo di osservare quanto ha inciso la leggenda metropolitana delle tormente di neve sui dati di gennaio. Ma diamo un'occhiata a quanto ci dicono alcuni distretti manifatturieri anche se ormai l'industria manifatturiera conta come il due di picche nell'economia americana, un'economia essenzialmente di servizi.

Nonostante i migliori dati manifatturieri sulla produzione e sugli ordini degli ultimi vent'anni, l'occupazione sembra decisamente latitare…e pensare che siamo nel pieno della spinta propulsiva combinata dal più imponente combinato stimolo monetario e fiscale della storia, senza contare l'espansione della spesa pubblica per ovviare al declino e deleveraging del settore privato. Gli ultimi dati relativi al PIL americano sembrano ammortizzare tutti gli entusiasmi che circolano con i vari sondaggi dei vari indici regionali manifatturieri ma non mi sembra che le piccole e medie imprese colonna vertebrale dell'economia americana che contano per oltre i due terzi della crescita stiano sprizzando di ottimismo assumendo quotidianamente.

Anche i sussidi di disoccupazione continuano da troppo tempo a ballare sopra la linea maginot di demarcazione tra un vera creazione di lavoro e dichiarazioni di buona volontà. Servono almeno 250.000 nuovi posti di lavoro ogni mese per i prossimi dieci anni per cancellare le pressioni demografiche e migratorie e tutte le anime che hanno perso un posto di lavoro in questi anni di terribile crisi, di disoccupazione in buona parte strutturale.

L'occupazione nel settore edile resterà anemica per molti anni, l'ultimo indice pending home suggerisce per i prossimi mesi dati al ribasso come i prezzi per il mercato immobiliare, senza propulsione immobiliare non c'è alcuna ripresa del mercato del lavoro è sempre statotroppo importante per la ripresa il mercato immobiliare.

Ma diamo un'occhiata a cosa hanno suggerito i tre principali distretti manifatturieri americani, riguardo all'occupazione, tenendo bene a mente che quello più grande è quello di Chicago…

EMPIRE STATE MANIFACTURING SURVEY   Newyorkfed.org

"   …The index for number of employees fell, but the average workweek measure moved up…"

  nel distrett   Nel distretto di New York, diminuisce l'occupazione ma aumenta il numero delle ore lavorate quindi significa che prima di assumere le imprese preferiscono aumentare il numero delle ore ai lavoratori part-time, il che non è sinonimo di una sana ripresa.

 

BUSINESS OUTLOOK SURVEY   Philadelphiafed.org
  

(…) Firms’ responses continue to indicate improving labor market conditions. The current employment index increased 6 points, and for the sixth consecutive month, the percentage of firms reporting an increase in employment (29 percent) is higher than the percentage reporting a decline (5 percent).  

La situazione sembra decisamente migliore nel distretto industriale di Philadelfia.

CHICAGO BUSINESS BAROMETER GREW PMI CHICAGO

  DDiminuisce   ""(…)(8Unemployment remains a strong concern for macro-economic outlook and local government. Ultimately, the turbulence continues…please keep your seat belts fastened.

" La disoccupazione resta una forte preoccupazione per le prospettive macroeconomiche e per i governi locali. In definitiva, la turbolenza continua…Si prega di allacciare le cinture di sicurezza… " 

Come scrive Brad DeLong siamo ancora sotto di un 8 % nel livello di domanda nominale rispetto all'inizio di questa depressione mascherata, nessun segno di inflazione e tassi di disoccupazione alle stelle. Nessun accenno di riforme vere a Wall Street atte a evitare eventuali nuove crisi finanziarie e nessuna possibilità di intervento da parte del governo in una eventuale crisi futura a sostegno del sistema finanziario.

Nessun accenno a nuovi stimoli anzi sobrietà e austerity per tutti e un terrore evidente per uno shock inflattivo, come le famiglie e il settore privato oggi anche i governi e le istituzioni devono risparmiare e ridurre la spesa. In questo momento l'economia sta per subire un attacco epilettico favorito dal'alta disoccupazione e dall'anemica domanda eppure siamo determinati ad infliggere ulteriori sofferenze al nostro paziente conclude DeLong.

In fondo solo una nemesi da ricordare rileggendo il post GRANDE DEPRESSIONE: 1936/1937 REMAKE! .

E' chiaro che il sottoscritto è consapevolmente contrario a questa demenziale politica monetaria, ma oggi non ci sono alternative sulla via del nuovo decennio perduto. Oggi le opinioni dei banchieri centrali di fronte al rischio di un nuovo shock petrolifero vanno in ordine sparso. Le ultime dichiarazioni vanno da un possibile aumento dei tassi ad uno "status quo" perennemente infinito grazie alla fragilità di questa parvenza di ripresa economica che rischia ancora una serie di shock come vedremo in "Shock Economy 2011". Inoltre si sente parlare di guerra civile per la Libia, di possibile intervento militare e a seguito delle continue incursioni con elicotteri e caccia di no-fly zone, un possibile nuovo Iraq in miniatura.

In Shock Economy 2011 anche un documento inedito in anteprima in Italia che accende un faro su un aspetto che ben pochi stanno evidenziando, come futuro probabile rischio sistemico.

Esplorando la dimensione nascosta dell'iceberg, in "Shock Economy 2011" cercheremo di evidenziare le novità emerse in questa prima parte dell'anno, osservando il comportamento di alcuni indicatori e cercando di comprendere per quale motivo oggi l'intento principale è quello di creare aspettative di inflazione in grado di ripercorre una storica scorciatoia, mentre all'orizzonte un possibile shock deflattivo si intravvede.

Un post per tutti coloro che hanno contribuito o vorranno contribuire liberamente in questi giorni al sostegno del nostro blog anche tramite bonifico o con l'acquisto del libro, al sostegno del nostro viaggio, un viaggio attraverso i futuri possibili shock macroeconomice e geopolitici, mentre mille menestrelli cantano le odi di una ripresa di carta. 

In serata verrà inviato a tutti coloro che hanno sempre sostenuto Icebergfinanza. Nell'eventualità che non arrivasse a destinazione siete pregati di segnalarlo tramite mail privata. Buona Giornata Andrea
 

 

16 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 1 Marzo 2011 at 10:42

ciao andrea sono un tuo estimastore ……..però una cosa proprio non tona: in italia, sottolineo in italia, in questo momento c'è una forte inflazione più alta, molto più alta di quella dichgiarata, e credimi so di cosa parlo. parlo in primis della gente normale che fa i salti mortali per sbarcare il luonario credimi ho un quadro della situazione in quella fascia che ben pochi hanno qui dentre. l'inflazione c'è ed è alta!
complimenti per il tuo talento

Scritto il 1 Marzo 2011 at 11:14

caro #1 è il solito problema di "con che paniere calcoli l'inflazione" magari non ti accorgi che calano i biglietti aerei, o gli IPod ! però aumenta il pane !

@ il capitano
una osservazione.
giustissimo osservare il discorso disoccupazione, ma occorrerebbe anche considerare che ogni anno, vecchi disoccupati vanno in pensione, e nuovi disoccupati NON rientrano nelle liste essendo alla prima occupazione.
per cui, ufficialmente, la disoccupazione è destinata a scendere, neio numeri, ma non nella realtà

utente anonimo
Scritto il 1 Marzo 2011 at 12:02

scusate per il post #1 pieno di errori scrivo di fretta in pieno multitasking….

utente anonimo
Scritto il 1 Marzo 2011 at 12:52

L'"inflazione classica" a mio parere esiste solo nel rapporto tra domanda e offerta .L'inflazione a cui assistiamo in Italia oso definirla "da cartello" o "speculativa" e a parer mio è determinata non dai fattori cassici della domanda e dell'offerta . Infatti le vampate inflattive si hanno soprattutto sui prodotti sottoposti a cartello vedi petrolio e derivati e alimentari , ma anche banche assicurazioni dove i cartelli mono-oligo/polisti marciano alla grande .In Italia ce ne accorgiamo di piu' perchè siamo tra i pochi che hanno una perdita costante e devastante a causa di cio' del potere d'acquisto poichè i salari sono bloccati o puntano al ribasso ergo= ci aspirano la ricchezza dalle tasche in sordina that's it .

Complimenti ad Andrea ho letto le tue analisi No Man e Shock vermanete interessanti e mirate !
Per la serie vecchie ricette per nuovi problemi , l'anticamera della depressione …http://it.finance.yahoo.com/notizie/Ferro-l-India-fissa-dazio-al-spystock-4108159277.html?x=0

Grazie

Ciao

Il Nulla

utente anonimo
Scritto il 1 Marzo 2011 at 13:26

So come la pensa il capitano sull'argomento, ma intanto tenendo su le borse si crea effetto ricchezza, almeno nella classe media che qualche soldo da investire comunque lo possiede.

utente anonimo
Scritto il 1 Marzo 2011 at 13:38

interessante il GEAB 52.
Segnalo anche la  notizia riportata nel blog di Paolo Fransceschetti.

utente anonimo
Scritto il 1 Marzo 2011 at 14:03

L'"inflazione classica" a mio parere esiste solo nel rapporto tra domanda e offerta .L'inflazione a cui assistiamo in Italia oso definirla "da cartello" o "speculativa" e a parer mio è determinata non dai fattori cassici della domanda e dell'offerta .

sono perfettamente d'accordo con l'utente #4 !!

—-

ultime dall'Ansa in Italia

Inflazione record, 2,4% Pil 2010 in salita, +1,3%

Caro-prezzi al top dal 2008: benzina +11,8%, pane +1,2%. Dato Pil meglio di previsioni del governo

 

Scritto il 1 Marzo 2011 at 14:09

Non ho mai negato l’inflazione quotidiana quella da cartello e monopolio! Ma non e’ quella che muove i bond vigilantes! Andrea

Scritto il 1 Marzo 2011 at 14:48

So come la pensa il capitano sull'argomento, ma intanto tenendo su le borse si crea effetto ricchezza, almeno nella classe media che qualche soldo da investire comunque lo possiede.

Quella calda sensazione di ricchezza…
Non credo prorio che funzioni, almeno per la classe media, a proposito, chi fa parte, oggi, della classe media?

qqqqqqq
qqqqq 

utente anonimo
Scritto il 1 Marzo 2011 at 19:30

.. divertente effettivamente cercare la classe media , con quella calda sensazione di ricchezza… e ancora più simpatico immaginare quelli che potranno definirsi così tra qualche tempo..

Sempre complimentissimi al Capitano

                                           Fiorentino Dispettoso

Scritto il 2 Marzo 2011 at 07:30

Anche i sussidi di disoccupazione continuano da troppo tempo a  tiffany ringsballare sopra la linea maginot di demarcazione tra un vera creazione di lavoro e dichiarazioni di buona volontà. Servono almeno 250.000 nuovi posti di lavoro ogni mese per  tiffany bracelets i prossimi dieci anni per cancellare le pressioni demografiche e migratorie e tutte le anime che hanno perso un posto di lavoro in questi anni di tiffany jewellery   terribile crisi, di disoccupazione in buona parte strutturale.

Scritto il 2 Marzo 2011 at 07:30

Anche i sussidi di disoccupazione continuano da troppo tempo a  tiffany ringsballare sopra la linea maginot di demarcazione tra un vera creazione di lavoro e dichiarazioni di buona volontà. Servono almeno 250.000 nuovi posti di lavoro ogni mese per  tiffany bracelets i prossimi dieci anni per cancellare le pressioni demografiche e migratorie e tutte le anime che hanno perso un posto di lavoro in questi anni di tiffany jewellery   terribile crisi, di disoccupazione in buona parte strutturale.

Scritto il 2 Marzo 2011 at 07:30

Anche i sussidi di disoccupazione continuano da troppo tempo a  tiffany ringsballare sopra la linea maginot di demarcazione tra un vera creazione di lavoro e dichiarazioni di buona volontà. Servono almeno 250.000 nuovi posti di lavoro ogni mese per  tiffany bracelets i prossimi dieci anni per cancellare le pressioni demografiche e migratorie e tutte le anime che hanno perso un posto di lavoro in questi anni di tiffany jewellery   terribile crisi, di disoccupazione in buona parte strutturale.

Scritto il 2 Marzo 2011 at 07:30

Anche i sussidi di disoccupazione continuano da troppo tempo a  tiffany ringsballare sopra la linea maginot di demarcazione tra un vera creazione di lavoro e dichiarazioni di buona volontà. Servono almeno 250.000 nuovi posti di lavoro ogni mese per  tiffany bracelets i prossimi dieci anni per cancellare le pressioni demografiche e migratorie e tutte le anime che hanno perso un posto di lavoro in questi anni di tiffany jewellery   terribile crisi, di disoccupazione in buona parte strutturale.

Scritto il 2 Marzo 2011 at 07:30

Anche i sussidi di disoccupazione continuano da troppo tempo a  tiffany ringsballare sopra la linea maginot di demarcazione tra un vera creazione di lavoro e dichiarazioni di buona volontà. Servono almeno 250.000 nuovi posti di lavoro ogni mese per  tiffany bracelets i prossimi dieci anni per cancellare le pressioni demografiche e migratorie e tutte le anime che hanno perso un posto di lavoro in questi anni di tiffany jewellery   terribile crisi, di disoccupazione in buona parte strutturale.

Scritto il 2 Marzo 2011 at 07:30

Anche i sussidi di disoccupazione continuano da troppo tempo a  tiffany ringsballare sopra la linea maginot di demarcazione tra un vera creazione di lavoro e dichiarazioni di buona volontà. Servono almeno 250.000 nuovi posti di lavoro ogni mese per  tiffany bracelets i prossimi dieci anni per cancellare le pressioni demografiche e migratorie e tutte le anime che hanno perso un posto di lavoro in questi anni di tiffany jewellery   terribile crisi, di disoccupazione in buona parte strutturale.

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