BOLLE …..IMPOSSIBILI!

Scritto il alle 14:01 da icebergfinanza

Con bolla finanziaria o bolla speculativa, si tende ad identificare tutto ciò che esce dai confini della realtà fondamentale, una sorta di deviazione sistematica dei prezzi di mercato dai fondamentali.

Detto questo invito tutti coloro che vogliono comprendere sino in fondo la dinamica della "Madre di tutte le crisi" probabile titolo del mio prossimo libro, ad esplorare per l’ennesima volta questo PAPER di Gianni Degasperi, scritto nell’agosto del 1999, dal titolo " La dinamica delle crisi finanziarie: i modelli di Minsky e Kindleberger."  Tralasciate formule e dinamiche troppo complesse e concentratevi su alcuni semplici concetti.

Hyman Minsky e Irving Fisher sono economisti, trascurati dalla maggior parte delle univesrità mondiali e non poteva essere diversamente visto il dogma assoluto delle aspettative razionali, l’ideologia di un mercato sempre e solo razionale.

Il meccanismo delle bolle abbisogna di soggetti che credono alla crescita di un’attività finanziaria o di un bene in grado di offrire nel tempo guadagni esponenziali. Ecco quindi che l’effetto contagio e l’euforia si propaga nei mercati, richiamando altri soggetti economici attratti dalla speranza di un guadagno che alimentano a loro volta la nuova dinamica. Più il mercato si riempie e più i prezzi crescono, alimentando la speranza di guadagni. Un po come in un cinema quando si parge la notizia che si stia proiettando uno spettacolo entusiasmante, il prezzo del biglietto sale, sino a quando la sala si riempie. Poi all’improvviso, qualcuno incomincia a sentire odore di bruciato e lentamente si avvia verso le uscite di emergenza. La sensazione di pericolo contagia tutti i presenti sino a quando il panico non pervade la sala e tutti si precipitano contemporaneamente alle uscite di emergenza. Qualcuno riesce a fuggire, altri probabilmente restano intrappolati.

Da oltre due anni Icebergfinanza, oltre a seguire la storia, esplora le dinamiche della debt deflation di Fisher e dell’instabilità finanziaria di Minsky, dinamiche che sono stelle polari nella tempesta perfetta, dinamiche che vanno riviste quotidianamente, per comprendere se la storia si sta incaminando nella stessa direzione.

La stessa Yanet Yellen, governatrice della Federal Reserve di San Francisco, è forse l’unica degli accademici di spessore internazionale ad avere riconosciuto pubblicamente,  il lavoro di Hyman Minsky. 

Wolfgang Münchau sul FINANCIAL TIMES in un pezzo dal titolo "Countdown to the next crisis is already under way " esplora questa "splendida" e "affascinante" nostra prossima bolla impossibile, pezzo tradotto dal SOLE24ORE ad opera di Fabio Galimberti. 

In realtà di splendido e affascinante non c’è nulla, le conseguenze di una ipoteca prossima crisi finanziaria, trascinerebbero l’economia mondiale in una nuova e profonda crisi economica e umana.

" Non abbiamo bisogno di aspettare che il Dow Jones tocchi quota 10mila. È evidente già da un po’ che la bolla dei mercati azionari globali sta tornando a gonfiarsi. Apparentemente come nel 2003 e nel 2004, quando cominciarono a gonfiarsi le precedenti bolle (immobiliare, del credito, delle materie prime e delle azioni), coadiuvate dai bassi tassi di interesse e dalla mancanza di inflazione. C’è una grande differenza, però: questa volta la bolla scoppierà più in fretta.
Come facciamo a sapere che è una bolla? I miei indicatori preferiti, per la valutazione del mercato azionario, sono il Cape, che tiene conto del rapporto prezzi/utili corretto in base alla congiuntura, e il Q. Il Cape è stato inventato da Robert Shiller, professore di economia e finanza a Yale, e calcola la media mobile decennale del rapporto prezzi/utili. Il Q calcola la capitalizzazione di mercato divisa per il patrimonio netto. I dati sul Q, un concetto inventato dall’economista James Tobin, sono stati raccolti da Andrew Smithers (Wall Street Revalued: Imperfect Markets and Inept Central Bankers, Wiley 2009). Cape e Q misurano cose diverse, ma quasi sempre giungono alle stesse conclusioni sul mispricing relativo del mercato. A metà settembre, tutti e due hanno segnalato che il mercato azionario Usa era sopravvalutato del 35-40 per cento. Da quel momento, i mercati sono saliti molto di più rispetto alla media mobile degli utili. Potete farvi i conti.
L’unica ragione per questa nuova bolla è il livello estremamente basso dei tassi di interesse nominali, che ha indotto la gente a trasferire gli investimenti su attività rischiose di ogni genere. Perfino i prezzi delle case sono tornati a salire. Non sono mai scesi a livelli coerenti con il rapporto prezzo/affitto e prezzo/reddito di lungo termine, che sono indicatori affidabili della sopravvalutazione o sottovalutazione relativa del mercato immobiliare.
A differenza di cinque anni fa, le banche centrali devono oggi provvedere sia alla stabilità monetaria sia a quella finanziaria. Due obiettivi, come è stato sottolineato, che entrano facilmente in rotta di collisione. In Europa, ad esempio, la Bce in circostanze normali avrebbe già cominciato ad alzare i tassi di interesse. Se non sta facendo nulla è perché vuole evitare di nuocere al sistema bancario europeo, affetto da sottocapitalizzazione cronica, che ancora dipende dalla Bce per la sua sopravvivenza. Lo stesso vale, più o meno, anche altrove.
Anche io credo che nei prossimi 12 mesi non ci sarà nessuna prospettiva di un aumento significativo dell’inflazione, ma le chances aumentano considerevolmente dopo il 2010. Quando la percezione di un’inflazione in crescita sarà tornata in scena, le banche centrali potrebbero essere costrette a passare, in tempi relativamente rapidi (più rapidi rispetto al ciclo precedente) a una politica monetaria più aggressiva. Un breve boom inflazionistico potrebbe essere seguito da un’altra recessione, un’altra crisi del sistema bancario e forse una deflazione. Inflazione e deflazione non vanno visti come scenari alternativi, ma sequenziali. Potremmo andare incontro a un periodo di estrema instabilità dei prezzi, verso l’alto e verso il basso, se le banche centrali perdono il controllo della situazione.
È esattamente quanto previsto dall’economista Hyman Minsky nella sua ipotesi dell’instabilità finanziaria (Stabilising an Unstable Economy). Minsky ipotizzava che un mondo con un grande settore finanziario e un’enfasi eccessiva sulla produzione di beni d’investimento crea instabilità sia sul piano della produzione sia su quello dei prezzi.
Se queste, secondo Minsky, sono le cause profonde dell’instabilità, il meccanismo che porta all’insorgere dell’instabilità è il modo in cui governi e banche centrali reagiscono alle crisi. Lo stato ha strumenti potenti per mettere fine a una recessione, ma le misure che mette in campo creano le condizioni per la fase d’instabilità successiva. Minsky si basò su dati prevalentemente degli anni 70 e dei primi 80, ma la sua teoria descrive ottimamente quel che è successo all’economia globale da allora, specialmente nell’ultimo decennio. Il mondo ha assistito a una proliferazione di bolle finanziarie e instabilità economica estrema, che nessuno dei modelli macroeconomici consolidati può spiegare. Minsky è più o meno tutto quello che abbiamo.
Le sue conclusioni, quanto a misure da adottare, lasciano turbati, specialmente se le confrontiamo con quello che sta succedendo. Nella loro risposta alla crisi, i leader mondiali si sono concentrati sui bonus e altre questioni collaterali irrilevanti. Ma non hanno affrontato il problema delle dimensioni complessive del settore finanziario. Se Minsky ha ragione, dunque, l’instabilità continuerà e peggiorerà.
La nostra situazione attuale può produrre due scenari o una combinazione di essi. Il primo è quello in cui le banche centrali avviano l’exit strategy nel 2010, innescando un’altra caduta dei prezzi degli asset a rischio. Nel Regno Unito, per esempio, un ritorno a una politica monetaria normale implicherà quasi inevitabilmente un’altra caduta del mercato immobiliare, attualmente tenuto in piedi dalle condizioni ultraconvenienti dei mutui.
In alternativa, le banche centrali potrebbero dare priorità alla stabilità finanziaria, invece che alla stabilità dei prezzi, e tenere aperte le paratie monetarie il più a lungo possibile. Una cosa del genere, secondo me, provocherebbe la madre di tutte le crisi finanziarie (un crack del mercato obbligazionario) destinato a essere seguito da depressione e deflazione. In altre parole, il pericolo c’è, a prescindere da come reagiscono le banche centrali. Produrre una politica monetaria efficace potrebbe essere come camminare lungo un crinale pericoloso, dove da entrambi i lati si apre una voragine di instabilità. Per quanto ne sappiamo, non c’è un modo sicuro per scendere.

Si ritorna sempre e solo a Minsky, alla deflazione e all’inflazione.

Inflazione o deflazione, cambiano il corso dei cicli economici, possono travolgere la vita economica di un paese, possono travolgere la vita di una persona, di una famiglia e allora la filosofia lascia il tempo che trova. Non credo alla iperinflazione e non credo alla depressione pura, alla deflazione distruttiva, preferisco esplorare un equilibrio che per il momento è essenzialmente deflativo, una deflazione della quale non parlo ora che è visibile a tutti, ma da oltre un anno e mezzo, in epoche non sospette.

Aggiornamento: Come ho scritto in un commento al post…(…) non escludo che prima o poi, il mercato obbligazionario abbia un sussulto, ma non a breve, prima sono curioso di osservare i movimenti della porta accanto, quel "corporate" che tanto affascina…….quello mica è in bolla… vero! Come ricorda il nostro Raffaele, sarà altrettanto affascinante sapere cosa succederà quando i vari market mover, le istituzioni finanziarie che alimentano l’illusione, tutto ad un tratto spariranno, lasciando che i prezzi seguano il loro destino!

Ecco perchè parliamo di prospettive economiche, ecco perchè contemporaneamente esploriamo non solo l’aspetto "scientifico" di questa crisi, ma anche quello filosofico e antropologico. Vi sono momenti nei quali, di fronte alle avversità della vita, conta l’uomo e la sua forza interiore, la sua essenza.

Nel  mio blog si esplorano quotidianamente altre vie, altri orizzonti, altre speranze, che molti sanno comprendere, mentre altri preferiscono far finta di non vedere.

Avremo tempo e modo di esplorare anche le conseguenze di una deflazione, avremo tempo e modo, per esplorare anche l’aternativa, ovvero l’inflazione, che per il momento è molto lontana nel tempo.

Se l’inverno sussurasse che ha nel cuore la Primavera chi gli crederebbe…….

E una nuova primavera nascerà, dopo questa tempesta, qualunque siano le visioni fondamentali di questa crisi.

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63 commenti Commenta
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 14:27

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO!

In questi giorni vi sono stati numerosi problemi per quanto riguarda l’invio di alcune notizie relative all’incontro di Assisi, per cui invito tutti coloro che non hanno ricevuto la mail o notizie, a contattarmi direttamente tramite mail privata. Inoltre invito chi desidera partecipare a contattare direttamente la struttura alberghiera o tramite mail per le prenotazioni. Chiedo solo di informarmi del numero di Voi che parteciperà all’incontro e alla cena serale.

Un abbraccio a Voi tutti. Andrea

utente anonimo
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 15:21

"Un breve boom inflazionistico potrebbe essere seguito da un’altra recessione, un’altra crisi del sistema bancario e forse una deflazione. Inflazione e deflazione non vanno visti come scenari alternativi, ma sequenziali." …..è esattamente quello che penso io: la discussione tra sostenitori dell’iperinflazione e della deflazione come scenari diametralmente opposti a mio parere non tiene nel giusto conto una variabile pesantissima, cioè il sistema finanziario. L’ipertrofia della finanza è l’autentico cancro del sistema economico mondiale. E’ un cancro a livello pratico, xchè sta producendo bolle e squilibri a ripetizione, e a livello "filosofico", xchè ha introdotto una cultura del profitto agganciata in maniera preponderante alla remunerazione del capitale attraverso la finanza  e non più al "fare impresa".

utente anonimo
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 15:34

Da molti anni (almeno dal 1987 quando iniziò l’era di Greenspan e della sua politica monetaria) il sistema oscilla tra recessione e inflazione, tra tassi  bassi e tassi  alti e  tra alti e bassi di borsa…
Questa volta l’oscillazione è stata più ampia e segnala che tale politica non è in grado di eliminare gli squilibri ed amplifica la speculazione. E’ ora di cambiare altrimenti la prossima oscillazione sarà distruttiva.

utente anonimo
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 15:46

Caro Andrea, seguo sempre il Suo interessantissimo ed istruttivo blog.
Volevo farLe una domanda.
Da quello che si legge nella rete sui vari blog di economia e finanza (soprattutto americani) si scopre che la maggior parte di coloro che questa crisi l’hanno vista arrivare per tempo (complimenti a loro) oggi propendono più per lo scenario iperinflattivo che per quello deflattivo; solo alcuni nomi sono L. La Rouche, G. Celente, P. Shiff, D. Casey, B. Chapman, J. Rogers, ecc.ecc.  sono tutte personalità che in campo economico e finanziario in passato raramente hanno sbagliato.  La loro tesi iperinflazionistica si fonda su un assunto che danno per inevitabile: la imminente crisi valutaria che avrà come epicentro il dollaro americano. L’iperinflazione infatti (a differenza dell’inflazione) viene  sempre scatenata da crisi valutaria, non economica.  Loro non solo credono che il dollaro collasserà, appunto, ma anche che questo provocherà una fuga dalle valute in generale, verso asset reali (oro, commodities, ecc.ecc.) e quindi iperinflazione monetaria.
Lo scenario è ovviamente alquanto estremo e catastrofico ma credo non per questo così impossibile dal realizzarsi.
Sapendo quanto Lei sia invece un sostenitore di una visione deflattiva, mi piacerebbe molto conoscere un Suo punto di vista riguardo a quanto sopra descritto.
Grazie e ancora complimenti per lo straordinario lavoro divulgativo compiuto fino a qui!

Andrea P.

Scritto il 20 Ottobre 2009 at 16:09

Buongiorno a tutti da Fiskiotto Kid,
grande Andrea, anche il tema delle bolle, mi conferma la teoria dei 10 preferiti.

La teoria dei 10 ricordati, mi fù detta tempo fà da un vecchietto che io, ho modernizzato in dialetto "computerese" nei 10 preferiti.

Questo signore, mi spiegava che più si allarga la "conoscenza" e più si perde "personalità" o "identità". ( più ne sai e meno ne ricordi )
Mi diceva, caro Armando, lo sai perchè i giorni nella Settimana son ricordati con dei Nomi, mentre quei stessi giorni, nel Mese sono ricordati con dei Numeri; e continuò chiedendomi, perchè i Mesi hanno un Nome, mentre gli Anni hanno un Numero ?.

Io non capivo, pensavo che questo anziano signore, avesse iniziato a subire l’effetto dell’età o altre carenze neuroniche; la sua risposta fù banale: – perchè nei primi casi le "unita" da ricordare, sono vicine al numero 10, mentre nel secondo, le "unità" sono molto di più di 10 -.

Bah … dissi fra mè e mè, sarà come dice lui, ma mi sembra una "menata" di uno che la spara grossa, finchè … finchè l’anno scorso, volendo fare un bilancio del mio negozio, cercavo di capire e valutare, perchè e da che cosa, ero stato costretto a chiudere l’attività e quale era il motivo per cui, non riuscivo ad andare avanti.

E’ una storia lunga, ma per farla breve, man mano che, "allargavo" la mia attività dal; paesetto, città, regione, nazione; chiaramente mi scontravo con una maggiore "unita di concorrenza" ( altri negozi ); mi "difendevo" bene grazie alla Lingua ( Italiano ) e grazie alla moneta ( LIRA ), fino a quando, la globalizzazione con Euro ed Internet, mi hanno messo a confronto con mezza Europa. ( Ziogoogle, aveva dato al cliente, una scelta centuplicata )

A questo punto, da solo, non riuscivo più a essere "linkato" in cima a quella "decina" di preferiti, e, una volta che sei oltre la "decina", in fondo alla lista dei "preferiti", vieni dimenticato, non vieni più "visitato" come ai tempi della Lira e prima o poi, vieni buttato nel "cestino" per mancanza di tempo da parte del Cliente.

Questa teoria dei 10 preferiti è antichissima; parliamo dei sette continenti, delle sette meraviglie del mondo, delle compagnie petrolifere, delle lingue più usate, delle Grandi Banche, basti pensare a quante monete differenti c’erano, e quante ne sono rimaste di "interessanti" da ricordare, ecc. ecc.

In teoria, oggi con i Computer, possiamo tenere a portata di Mause, migliaia di linke da visitare, ma poi non lo facciamo, non possiamo visitare migliaia di linke ogni volta, diventeremo matti e si perde troppo tempo, quindi si "sfoltisce", si fà una scelta, si semplifica; e quando la scelta è MONDIALE, diventa difficile per tutti.
Questa difficoltà, fà modificare le nostre scelte, eliminando i più piccoli, quelli meno interessanti, i più scomodi, ecco perchè, se voi stessi guardate nel vostro archivio dei Blog, quanti sono i "preferiti" che avete linkato, ne troverete circa una "Decina di preferiti".

Nel mio settore il mercato era di nicchia ( trenini modello ), ma si può anche considerare che altri settori abbiano fatto lo stesso percorso; se io avessi ancora 30 anni, NON farei più il tentativo, come avevo fatto a suo tempo, di "riunire" di "cooperare" con altri miei "colleghi" per poter fare qualcosa di più grande, di più bello o una catena di negozi, per battere la concorrenza "regionale".

A questo punto, siccome la "battaglia" da combattere è Mondiale, la mia scelta sarebbe di "inserirmi" o di farmi "trainare" SOLO e SOLTANTO da uno dei 10 preferiti ( del mio settore ) ; lasciando al loro destino, qualunque collega, anche se esso, spesso collaborava con me; sapendo che adesso, quei "dieci" sono troppo grandi fer fallire, mi garantirei un futuro di lavoro e di "visibilità" impossibile da ottenere con le mie sole forze.

Lo sò che questa mia dichiarazione è una "CAROGNATA" del tipo "IO PER ME’ E GLI ALTRI CHISSENEFREGA", ma NON ci sono alternative di … lavoro globalizzato.

Per tornare alla economia; le aziende che sono quotate, ( visibilità mondiale ) proseguiranno comunque ad essere "cliccate", mentre le medio piccole, non avranno molti "linke" su cui fare affidamento; basti guardare la fiducia fra le banche SUPER e quelle MINI ; a questo punto, è facile capire perchè ( comunque siano i dati reali ) tutti vogliono stare SOLO con il GROSSO dei primi 10.

Anche se i conti "reali" NON tornano, per molti l’importante è di "APPARIRE" come cliente o azionista, dei 10 BIG che NON possono fallire, l’importante è pavoneggiarsi in questo momento, senza minimamente pensare al futuro o a cosa stà dietro a tutti i: secondi 10, terzi 10, quarti 10 ecc. ecc. dove gli operai sono un optional, un gadget.

Questa, è una evoluzione del proverbio " Pesce grosso, mangia il Pesce piccolo ", nulla di nuovo, certo; solo che essendoci la globalizzazione …. capite benissimo da soli, che diventerà ESAGERATAMENTE pericoloso, una MAXIBOLLA; come andrà a finire, se non ci mettiamo un qualche "divisorio" , "parametro" , "misura" , che valuti anche i pesci piccoli con i loro operai ?.

Salutoni da … Armando(FK)

Scritto il 20 Ottobre 2009 at 16:12

E’ indubbio che siamo rimasti in pochi, come alcuni giapponesi sulle isole del pacifico, che credevano che la guerra non fosse ancora finita, a parlare di deflazione.

Contrariamente a quanto sostengono in molti, l’inflazione è il tema dominante, la deflazione è quasi un incubo accademico del quale è meglio non parlare. Tanti fanno finta di dimenticare quanto è accaduto nel 1873, nel 1929 e recentemente nel 1990 in Giappone e si concentrano solo e sempre li, in un’unico punto della storia, la repubblica di Weimar e la sua inflazione a meno che qualcuno non voglia ancora parlare di Zimbabwe, che allora mi cadono le braccia.

Io non ho sposato nessuna ideologia, nessuna scuola di pensiero che sia essa monetarista o austriaca, e seguo le dinamiche attuali, le esploro e cerco di intravvedere una direzione.

E’ affascinante sentire ancora qualcuno sussurrare che la deflazione è una rotta immaginaria dopo che vi ci stiamo immergendo lentamente ed inesorabilmente, ma vi sono persone che tra un paio di anni, quando forse l’inflazione farà capolino, ( l’iperinflazione scordatevela……) avranno il coraggio di dire…..vedi non avevi capito niente, quando ormai forse non avranno più fiato per dire la stessa cosa.

Io rispetto tutti coloro che intravedono inflazione sulla base di analisi e ragionamenti logici e ponderati, ma non sopporto coloro che gridano al lupo sulla base di ragionamenti che non sono supportati dalla realtà.

In quanto al dollaro, sono proprio curioso di vedere cosa accadrà, quando all’improvviso la volatilità ricomincerà a salire…..vedremo!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 16:30

Quindi Andrea, non ritieni possibili nel breve periodo (diciamo due anni, oltre è da indovini) alcune fiammate inflazionistiche, dovute agli artigli della speculazione e al mercato  valutario?

Scritto il 20 Ottobre 2009 at 17:08

Tu credi possibile caro anonimo che il petrolio torni a 100 dollari, credi possibile che le materie prime tornino chissà dove dopo essere state sostenute dalla Cina che ha convertito alcune riserve.
Credi possibile che la produzione possa tornare all’improvviso ai livelli pre crisi, credi possibile che all’improvviso l’occupazione possa nell’arco di due anni tornare ai livelli di …….oltre dieci anni fa, quando eravamo in sintesi allo stesso livello, almeno per quanto riguarda l’America. Domanda del secolo! Chi compra i prodotti che usciranno dalle fabbriche, chi manterrà lo stesso livello di consumi e di conseguenza di produzione…….il debito, il mercato immobiliare, chi altri…….vogliamo parlare di redditi, redditi disponibili, l’inflazione da assets in questa circostanza lascia il tempo che trova un po come quando il petrolio era a 150 dollari e si discuteva dell’obiettivo dei 200.

Detto questo, non escludo che prima o poi, il mercato obbligazionario abbia un sussulto, ma non a breve, prima sono curioso di osservare i movimenti della porta accanto quel "corporate" che tanto affascina…….quello mica è in bolla vero!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 20:03

Se l’inverno sussurasse che ha nel cuore la Primavera chi gli crederebbe…….

E una nuova primavera nascerà, dopo questa tempesta, qualunque siano le visioni fondamentali di questa crisi.

Andrea e’ forse un messaggio di speranza…..dopo tante REALI considerazioni negative forse possiamo sperare che il sole del futuro ritorni a sorgere?
Claudio

utente anonimo
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 23:06

Ciao Andrea. Hai detto benissimo. La bolla vera, quella grande grande è sui corporate bond, le obbligazioni societarie. E’ pazzesco, in uscita da una bolla creditizia gli investitori e i risparmiatori, complice la politica tassi zero delle banche centrali, si sono buttati a capo fitto sulle emissioni di nuove obbligazioni. Fino a ora questa scelta ha pagato visto il successo delle nuove emissioni…sono andate letteralmente a ruba, qualcosa stile collocamenti titoli internet/high tech nel 2000. Ma quando scoppierà quella bolla, e sono sicuro al 100% che scoppierà, ci sarà da divertirsi. Le obbligazioni sono trattate over the counter, i prezzi sono fatti dai vari jpm, barclays, deutsche bank, merrill lynch ecc., le stesse banche che hanno fatto una valanga di utili proprio sul segmento di business delle obbligazioni. Bene, quando scoppierà quella bolla state pur certi che quei signori si guarderanno bene dall’essere tanto solleciti a mostrare dei prezzi sul mercato……chi vorrà vendere quelle care obbligazioni avrà vita dura….. Domani posterò in questq sezione commenti due grafici sugli indici Obbligazionari corporate. Un carissimo saluto, Raffaele

utente anonimo
Scritto il 20 Ottobre 2009 at 23:12

test

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 00:28

Sono rimasto gradevolmente colpito dalla tesi sostenuta dal simpatico Armando del post #4 riguardante la tendenza connaturata del genere umano di dare importanza a tutto ciò che rientra nel pallottoliere semplificato della nostra mente. Se ci pensiamo, prima della diffusione capillare di tecnologie come internet, che segneranno il futuro dell’informazione, le idee che l’uomo medio poteva costruirsi sul mondo che lo circonda dipendevano (e dipendono tutt’ora in larga misura) da quei pochi tasti ,in genere 10 , che il telecomando gli mette a disposizione. Il tubo catodico è ancora uno strumento nelle mani di poche testate di informazione che si ostinano ad autoleggitimare la propria patente di autorevolezza, volendo far passare come verità rivelata il contenuto della loro divulgazione e pretendendo di esaurire nella propria dialettica interna ogni esigenza di critica sull’attendibilità dei temi proposti. Per anni siamo stati abituati ad ascoltare sempre le stesse persone e non abbiamo potuto far altro che costruirci le nostre opinioni su quello che veniva da loro detto, lasciandoci spesso fuorviare da inverosimili corbellerie che avevano la pretesa di apparire come autentiche perle di saggezza. Solo la solità ridotta èlite di intellettuali non omologati e desiderosi di estendere criticamente i confini della propria conoscenza ha cercato di opporsi a questa giostra di informazione decotta, decidendo di attingere ad altri mezzi “non convenzionali”. Ancora oggi, se ad esempio decidessimo che so di acquistare sulla fiducia una canzone da internet, avremmo la tendenza di guardare alla classifica della “top ten” e ci lascieremmo influenzare da chi l’ha stilata. La libertà di informazione di ciascuno consiste pertanto nel trovare la pazienza e il coraggio di scorrere le voci fino in fondo e magari di andare a pescare le cose che ci servono proprio laggiù in fondo alla lista. Solo in questa maniera libera e spregiudicata potremmo favorire una sana competizione (termine che io osteggio, ma che in un simile contesto trovo necessario), ma dovremmo educare per primi noi stessi ad esercitare questo diritto di libertà. Solo in questo modo potremmo sperare di mettere in crisi la supposta autorevolezza di chi ancora oggi si avvale della cipria e dei riflettori per dirci cosa è giusto per noi e a cosa dobbiamo credere. Al fine di costruirci le nostre opinioni, dovremmo avere un pò tutti la pazienza di conoscere i punti di vista di informatori “non patentati”, purchè le informazioni da loro  promulgate siano suffragate da evidenze razionali e soprattutto tracciate e verificabili: in questo internet si rivela certamente una grande risorsa, vedi ad esempio quel blog chiamato Icebergfinanza, ma sta a noi saperla sfruttare in senso critico e disinteressato.
 
Sebbene ultimamente non abbia più lasciato commenti, anche per paura di apparire pleonastico, vi seguo sempre con molta attenzione e ho grande stima di Voi tutti.
 
-Marzxiano-

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 07:02

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO!

In questi giorni vi sono stati numerosi problemi per quanto riguarda l’invio di alcune notizie relative all’incontro di Assisi, per cui invito tutti coloro che non hanno ricevuto la mail o notizie, a contattarmi direttamente tramite mail privata. Inoltre invito chi desidera partecipare a contattare direttamente la struttura alberghiera o tramite mail per le prenotazioni. Chiedo solo di informarmi del numero di Voi che parteciperà all’incontro e alla cena serale.

CHIUNQUE FREQUENTA IL FORUM DEL BLOG E FOSSE INTENZIONATO A PARTECIPARE AL NOSTRO INCONTRO AD ASSISI E’ PREGATO DI CONTATTARMI VIA MAIL PRIVATA!

Un abbraccio a Voi tutti. Andrea

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 07:15

Cari Compagni di viaggio, ho ricevuto da Voi l’invito a partecipare ad alcuni socialnetwork (Facebook, Twitter etc ) ma credetemi riesco a malapena a seguire la rotta del mio blog che non avrei ne occasione ne la possibilità di partecipare alle Vostre iniziative.
Icebergfinanza è una piccola isola nell’Oceano di internet, che può essere conosciuta solo grazie al Vostro contributo, con il passa parola, condividendone l’essenza nei vari forum, nei socianetwork, ma dipende tutto da Voi. Siamo in media 2.500 anime che si collegano al giorno, in questi due anni e mezzo, abbiamo quasi raggiunto i due milioni di contatti, senza contare tutti quelli che si registrano fuori della piattaforma di Splinder, se non condividete l’orizzonte fondamentale, ma vi ritrovate in quello "alternativo" gli unici ambasciatori siete Voi, come prossimamente lo sarà probabilmente anche il mio primo libro. L’incontro ad Assisi del 28 novembre è un’occasione per andare oltre la virtualità dell’oceano internet, un incontro che nelle mie intenzioni, non si limiterà solo ad esplorare orizzonti fondamentali.

Voi siete l’anima di Icebergfinanza, Voi siete il vento che gonfia le vele.

Buona giornata! Andrea

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 08:13

Ciao Marzxiano,
grazie per avermi citato, mi fai "arrossire" , non mi sento all’altezza di, intelettuale; purtroppo io sono, Fiskiotto, un sempliciotto ( ci fà anche rima ); che si guarda attorno, che ragiona con una "vecchia" memoria di esperienze personali e che è felice, di poter condividere con altri.

Bellissimo il paragone con la televisione commerciale, non ci avevo pensato, hai ragione.

Alla gente comune, dicevano gli antichi Romani, bastano "pane et circensem " ( forse ho scritto sbagliato ) e cioè: un pò di notizie, corte, corte, facili, facili; qualche immagine ad effetto, di "ghiandole mammarie", molti programmi dove si può "ciacciare" ( parlare male ) dei "velino-cratici", un pò di sport e … tanta, tanta, tanta pubblicità.

Come si diceva una volta … e dopo Carosello … tutti a nanna … ( a cervello spento ).
 
Salutoni da … Armando(FK)

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 11:03

 BOE CHIEDE ‘SPEZZATINO’ BANCARIO PER EVITARE NUOVE CRISI…
(AGI) – Il Governatore della Boe, Marvin King vuole che le banche vengano frazionate in tante unita’ separate, sostenendo che sarebbe una "delusione" pensare che una regolamentazione piu’ rigida e severa riesca a prevenire future crisi come quella attuale. King in pratica chiede che le banche vengano spezzettate per impedire loro di diventare "troppo grandi per poter fallire".
Il Tesoro britannico, e la Fsa, l’Autorita’ che nel Regno Unito controlla i servizi finanziari, hanno gia’ detto no allo ‘spezzatino’ bancario, mentre il partito conservatore ha definito ragionevole una simile proposta. I paesi del G20, il Financial Stability Forum e il Comitato delle banche centrali di Basilea hanno invitato le banche ad aumentare la quantita’ e la qualita’ dei propri capitali per rendere meno probabile futuri crack.

NON TUTTI SONO IMPAZZITI.

Il Mozzo di Terza

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 11:07

Quando avranno deciso qualcosa. qualunque cosa sostenibile ed efficace……probabilmente non servirà più.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 11:17

Andrea scusa riguardo alle tue previsioni sul dollaro, credi allora che si rafforzera’ presto contro l’ euro? e perche’? sembra che tutti lo stiano abbandonando..
grazie

PORTELLO

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 11:48

Quando ricomincerà la volatilità su mercati e quando tornerà la realtà fondamentale, fatta di imprese e banche regionali e non, assicurazioni e sistemi finanziari che subiranno, il progressivo default dell’economia reale, allora sarà interessante osservare con quale moneta si onoreranno i vari "credit default swap", i derivati connessi

Andrea

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 12:15

Olio, pasta, latte, mozzarella, yogurt e gelati confezionati costano meno e gli italiani ne approfittano, sostenendo le vendite nei super e ipermercati. Prosegue così, anche nel IV bimestre del 2009 il trend positivo dei volumi di vendita nella grande distribuzione, grazie a una diminuzione dei prezzi particolarmente sostenuta nei comparti alimentari.

Mammaaaaa……l’inflazioneeeeeee!!!! Scherzi a parte…..poi si sa, i parassiti resistono anche alle dinamiche, sta a noi togliere di mezzo quel grande parassita che è la distribuzione, una certa distribuzione, i monopoli ………… date un’occhiata in giro, cercate nelle Vostre città, i gruppi di acquisto solidale, GAS, qualità e certezza d’origine, costa un po di fatica, ma la soddisfazione è tanta e il risparmio assicurato!

Andrea

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 12:19

(ANSA) – MILANO, 21 OTT – Unicredit prevede per l’intero anno un margine di interesse in contrazione. Un calo ‘sia per effetto della riduzione dello stock degli impieghi sia per la minore redditivita’ dei depositi’. Lo si legge nella relazione del Cda per l’assemblea straordinaria del 13 novembre sull’aumento di capitale da 4 miliardi. Il gruppo stima che la redditivita’ della banca nell’Europa centro-orientale ‘continui a essere sotto pressione’.

Solo la redditività……….

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 13:42

Complimenti per questo post, l’ho trovato più acuto e azzeccato del solito, se possibile.

Saluti

Dvx

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 13:56

Buonasera.Capitano un tuo commento alla notizia." Le banche sospendono per il 2010 le rate alle famiglie in difficoltà economica"
Grazie   Claudio

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 14:04

Le banche ti danno un anno di tregua, cosi poi puoi pagare ancora piu interessi, quelli maturati nell’anno in cui non hai pagato.
Bello.
Crisalide

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 14:49

Per #23 e #24 Claudio e Crisalide

Non solo ti fanno pagare più interessi alla fine dell’anno di "tregua" (una tregua pagata cara) ma intanto possono evitare di segnare l’aumento delle sofferenze con relativa savalutazione di portafoglio…

Evitando il pignoramento di immobili, evitano la ricaduta negativa sul mercato immobiliare ovvero sui loro asset valutati in bilancio a cifre sempre più lontane dalla realtà (vedere anche il tira-tira sul fallimento Risanamento)

Dvx

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 15:15

Non di meno, è un aiuto concreto a chi ne avrebbe davvero bisogno, un bailout per quelli che non riescono a pagare il mutuo.

Se fosse garantito dallo stato sarebbe meglio.

saluti
Phitio

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 15:35

Una proposta da galantuomini sarebbe un anno (anche 18 mesi) di moratoria "interst only" (visto che gli interessi sono anche bassi) dove magari la quota di interessi viene pagata dallo stato per quelle famiglie dove il principale portatore di reddito abbia perso il lavoro o sia stato in mobilità o CIG per più di xyz giorni nel 2009.

Vediamo se il socialista 3M proporrà qualcosa di simile?

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 15:43

(WSI)…………Nel frattempo Yellen, presidente della Fed di San Francisco, ha ribadito che non è ancora arrivato il tempo di abbandonare la fase espansiva di politica monetaria, aggiungendo che occorre cautela nel dichiarare superata la crisi. Plosser, presidente della Fed di Filadelfia, ha dichiarato a sua volta che la banca centrale dovrebbe limitarsi ad avere solo titoli di stato in bilancio. Lo scorso febbraio Plosser aveva proposto un accordo con il Dipartimento del Tesoro per scambiare titoli non governativi con Treasury, in modo da trasferire il rischio di credito al di fuori del bilancio della Fed……………

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 16:14

Per Phitio e IlCuculo69:

perchè dovrebbe pagare lo stato cioè noi, per tutti indiscriminatamente? Già il debito pubblico è un cesso.
C’è anche gente che si è indebitata oltre le proprie possibilità e ogni buon senso con la complicità di chi gli ha messo il cappio al collo. Ne conosco alcune che con uno stipendio di 1100€ pagavano 800 di mutuo. Come è possibile?
Lo stato semmai dovrebbe imporre alle banche di rinunciare a un anno di interessi, visto che il rischio se lo sono assunto loro e loro stesse hanno contribuito a gonfiare la bolla immobiliare.

Questo farebbe uno Stato, se ci fosse:

1) raddoppio dell’ici per le 2e case appartenenti a persone, triplo per società, e tenute sfitte in comuni superiori a 500mila abitanti, eventualmente reintroduzione dell’ici sulla prima casa esclusivamente per alcune categorie lusso ben determinabili 

2) in ogni nuovo complesso residenziale costruito, un 15% degli appartamenti deve essere destinato ad affitti calmierati, un altro 15% viene ceduto in comodato d’uso 50ennale (o qualsiasi altra modalità utile al fine) al comune che lo utilizzerà per l’edilizia popolare convenzionata.

3) riduzione della tassa sull’affitto a un 20% secco, e senza cumulo con altri redditi, a chi affitta a prezzi calmierati previsti da apposite tabelle.

Dvx

P.S.

Sono proposte fasciste, e il fascismo si sa, è il male assoluto…

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 16:29

Osservavo sul Forex che in questo istante il dollaro ha rotto quota 1,5 contro l’euro,  la cosa che osservavo è che lo ha fatto in maniera secca.
Qualcuno ha cercato di fare argine vendendo dollari a 1,499 ma poi ha desistito.
Chi osserva il dollaro da più di trenta anni sicuramente dirà che non sta accadendo nulla di tragico, ma questa volta l’aria che tira è molto diversa.
La domanda che pochi hanno osato fare e ancora meno osano rispondere e la seguente:
-A che quota si fermerà il dollaro prima di invertire la tendenza ribasssista?-
La risposta a questa domanda è estremamente complessa, ma stando a quello che lascia intendere Bernanke, il dollaro potrebbe svalutarsi per almeno  altri due o tre anni!!
Questo arco di tempo potrebbe essere considerato insostenibile per molti detentori di dollari, già oggi  ci sono delle tensioni monetarie assurde, causate da una politica suicida mantenuta dalla Banca Centrale Cinese ( Banca Popolare Cinese) da un lato e dalla FED dall’altro.
Lo Yen giapponese è come un arbitro fra due picchiatori che le sta prendendo da entrambi, la BanK of Japan, prima o poi, ignorando le fortissime  pressioni (quasi minacce!)  svaluterà in manierà massiccia e quello potrebbe essere la rottura degli argini!
In questo momento l’Euro è la moneta più forte, non tanto per la forza dell’Unione Europea (di cui molti dubitano moltissimo) ma per l’assoluto rigore con cui viene gestita la BCE " autentico stato nello stato" dove Jean Claude Trichet persevera nella missione Franco-Tedesca a lui assegnata, cioè di fare dell’Euro una moneta forte, costi quello che costi.
Ora a  dominare i prossimi accadimenti sarà un mix di eventi economici, interessi nazionali e anche ambizioni personali.
Molti sono convinti che se l’attuale equilibrio monetario reggerà, allora alla fine si potrà parlare dell’ennesima crisi superata, questa verra archiviata come una delle tante crisi degli ultimi cento anni, senza che lasci un segno particolarmente profondo.
Ma se il dollaro dovesse scivolare (malgrato gli sforsi profusi dalle varie banche centrali)  verso quota 2 a 1 contro l’euro allora si che vedremo qualcosa di realmente storico!

-IL Compasso-

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 17:04

Compasso,

ma ad un certo punto anche la banca popolare cinese dovrà accettare di rinunciare all’aggancio forzato con USD che la obbliga a riempirsi di Dollari.

Il momento storico sarà quello, come accadde allo yen nel 1985.

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 17:22

Chi si ricorda il dollaro a 500 lire ed i francesi che lo buttavano nella senna (fine anni 60)  o  a 1000 lire (anni 90)?
Oggi 1 $ = 0.66 euro = 1290 lire, se scende a 0,5  torna a 1000 lire. l’america ha sempre utilizzato il cambio in base alle sue necessità:
adesso deve far ripartire la sua economia e quindi conviene svalutare.
Per quanto riguarda i tassi possono solamente salire, essendo praticamente a zero, pertanto la cosiddetta deflazione (molto leggera) pian piano diventerà inflazione, ma non iperinflazione che è altrettanto improbabile, per non dire impossibile ,come un altro 29.
lapalissiano.

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 18:48

"…..Per quanto riguarda i tassi possono solamente salire, essendo praticamente a zero, pertanto la cosiddetta deflazione (molto leggera) pian piano diventerà inflazione, ma non iperinflazione che è altrettanto improbabile, per non dire impossibile ,come un altro 29…….lapalissiano"

Certo, inflazione negativa, disinflazione ed ora anche la deflazione leggera…..i tassi non possono che salire …..il dollaro non può che crollare…….

La Verità è figlia del Tempo!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 19:50

Se la bolla dei consumi viene finanziata con la bolla dei debiti (di famiglie e società finanziarie) alimentata dalla bolla degli immobili, alimentata, a sua volta dalla bolla del credito ne puòconseguire solo una deflagrazione colossale.

Aveva proprio ragione Galbraith: sarebbe buona norma, di tanto in tanto, separare i soldi dagli imbecilli.

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 21:22

Montecristo:

E’ un pò di tempo che non scrivo,purtroppo sono stato impegnato.Osservando i mercati finanziari sembra proprio che siamo in procinto di un forte correzione .

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 21:31

Mi sbaglierò ma la chiusura del DJ di questa sera è molto brutta, mi aspetto a brevissimo un vuoto d’aria da almeno 15%.
Tenete le sponde

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 22:04

Lunedi ho scritto……Abbiamo già visto in passato come nella "Lost Decade" la manipolazione combinata da parte del governo e dei grandi brokers giapponesi, riusci a sostenere gli indici, prima del loro definitivo crollo; oggi siamo di fronte ad un bivio epocale, un bivio che l’intero popolo dell’analisi tecnica vive con trepidazione, quegli ormai leggendari 1100 punti dell’indice principe mondiale, lo S&P500, limite in grado di segnare per sempre il futuro prossimo dei mercati finanziari mondiali………..in tutta sincerità non avrei mai pensato che la fusione del sistema finanziario il mercato avesse il coraggio di spingersi sino ai confini della follia pura, creando l’ennesima bolla…….portando le valutazioni sino ad un punto di non ritorno.

Ora è il momento della Verità, se le mie "sensazioni" sono giuste, avremo almeno otto mesi di una nuova tempesta perfetta, che non significa necessariamente un uragano, ma un ridimensionamento significativo di tutte le illusioni sino ad oggi inseguite.

Ho ascoltato in giornata le dichiarazioni di un portavoce di Goldman Sachs, difendere i bonus e le pratiche del sistema finanziario,….. è necessario chiudere un occhio sulle diseguaglianze ha detto, "Noi dobbiamo tollerare le disuguaglianze in quanto mezzo per raggiungere maggiori prosperita’ e opportunita’ per tutti," …….qual’è il prezzo della moralità nel mercato? ha sussurrato infine.

Ebbene quanto tempo passerà ancora prima che il popolo continui a tollerare queste "Marie Antoniette" che popolano la finanza demoniaca della nostra era…..

Andrea

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 22:18

mnon sono un esperto di politica monetaria e non riesco a comprendere se tecnicamente l’attuale situazione possa generare deflazione o inflazione o una successione delle due. Quello che noto è l’aumento delle materie prime e di pordotti petroliferi, e valuto che questi aumenti di prezzo si rifletteranno prima o poi su pordotti finiti, l’aumento dei pezzi comporta perdita di potere di acquisto, non so se questa è tecnicamente inflazione

altre strade non ne vedo ma forse è mia scarsa cultura economica

Giovanni

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 22:27

Pessimismo e pessimismo!

Anche eccessive aspettative pessimistiche creano distorsioni nella percezione della realtà. Se tutti pensassero ed agissero nella medesima direzione negativa, non si profilerebbe all’orizzonte alcuna ripresa per i prossimi 20 anni.
Credo che l’esito finale atteso possa creare oscillazioni del mercato obbligazionario controllabili e per quanto ingenti possano manifestarsi, riassorbibili in un arco medio breve. Un livellamento dei valori degli assets ci sta pure, ma una nuova catastrofe assoluta…. eh NO!
A volte mi domando se vogliate a tutti i costi che si realizzi qualche disastro irreparabile per poter asserire: avevo ragione. Mi hanno riportato la storia (vera) di un medico che aveva diagnosticato una patologia estremamente grave ad un paziente di mia conoscenza. Quando col tempo si scoprì che la causa dei sintomi non era da ascrivere assolutamente a quella malattia, il medico si arrabbiò molto perchè si sentiva ferito nell’amor proprio. Si dimenticò persino di dire al paziente che aveva in cura: “mi dispiace di averle arrecato un danno morale facendola preoccupare a quel modo e sono davvero lieto che lei stia bene”. Anzi, si chiuse in un mutismo assoluto che infranse solo per richiedere i soldi della visita!!
Di certo la mia non era una accusa nei confronti di alcuno di questo blog. Vorrei indurvi a riflettere sulla possibilità che il tutto non possa o debba necessariamente sfociare in una catastrofica e rovinosa caduta del sistema finanziario mondiale evitando così di intraprendere delle azioni di gruppo in supporto a questo scenario.
Vi ringrazio

Curioso ottimista

Scritto il 21 Ottobre 2009 at 22:38

Solo se le azienda avranno il coraggio di trasferire gli speculativi aumenti di prezzo delle materie prime ai prodotti finiti…….ma vista la situazione abbiamo già visto che questo non sta avvenendo. Se poi il consumatore finale è abbituato a pagare qualsiasi prezzo per avere qualcosa che domani potrà avere ad un prezzo minore, ebbene questa è un’altra storia.

Per quanto riguarda il pessimismo………non c’è nulla da fare, il realismo non è materia per coloro che guardano sempre e solo in una direzione……..quella del minor male possibile, ovviamente senza riferirmi ad alcuno si intende!

Tollerare le ingiustizie e le disuguaglianze per una maggiore prosperità e felicità per tutti…..roba da libro Cuore!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 23:35

Il ragionamento sul cambio lira/dollaro a 500 lire a fine anni ’60 confrontato con le attuali teoriche 1250 lire mi mancava.
Lapalissiano direi come ragionamento. Liscio come l’olio della Fiat 500 che in quegli anni veniva venduta a 450.000 lire. 232,40 euro in pratica. Domani me la compro, mi è sempre piaciuta.
Me la compro color rosso Ferrari, lapalissiano. E se serve qualche euro in più, li aggiungo volentieri. Lapalissiano. Arrivo anche a 250 euro.

Gianni

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 23:36

 Non c’è speranza di incontrarsi sulla stessa rotta vedo, ma prima o poi nella vastità dell’oceano qualche avvistamento reciproco si verificherà!!

L’ottimismo non è necessariamente l’unica alternativa al pessimismo. Ci possono essere sentieri di realismo crudo moderatamente prudente.. come li chiamo io. 
Vuol dire che gli scenari futuri sono modificabili e come tali legittimeranno l’esistenza di altri scenari non ancora possibili da individuare e poi non così devastanti come si credeva. Esempio: l’Inferno è una realtà potenziale per i cattolici non ancora esistente fintanto che al mondo gli uomini decideranno di pentirsi del male arrecato. Senza rivolta degli Angeli non sarebbe mai esistita la dannazione.
 Questo vale anche per la tecnologia. E’ possibile immaginare che nei prossimi anni nuove tecnologie siano in grado di modificare e rimescolare nuovamente le variabili in gioco… e chi può dirlo? Il cauto e prudente realismo crudo moderato… è la possibilità di lasciare che nuovi elementi trasformino le ipotesi di base. Obama rappresenta un cambiamento repentino e positivo. Se vogliamo pensare male.. sentite questa: esiste anche la remota possibilità di un conflitto nel MedioOriente..vedi Iran.. interessato, con un attacco volto ad isolare Israele, a realizzare una nuova Nazione Panaraba che ripristini il Califfato fra i paesi aderenti a maggioranza musulmana, tale da costringere Usa ed Europa ad un allontanamento, indebolendo entrambe ed assoggettando quest’ultima ad una nuova politica energetica Mediorientale..nessuna fantasia). Certo questo avrebbe un effetto catastrofico  subitaneo su qualsiasi piano di salvataggio del sistema finanziario e produttivo europeo e mondiale magari più deleterio di quello di una bolla oppure, in concomitanza con quello, di totale affossamento…
Nessuno sa come potrà andare ma io confido nello spirito di sopravvivenza della specie umana..  esigenze di sopravvivenza dettano ed spirano nuove opportunità di complementarietà elettive fra Nazioni, Governi, Banche Centrali etc. etc… hehehhe
Grazie
Curioso ottimista

utente anonimo
Scritto il 21 Ottobre 2009 at 23:37

Il ragionamento sul cambio lira/dollaro a 500 lire a fine anni ’60 confrontato con le attuali teoriche 1250 lire mi mancava.
Lapalissiano direi come ragionamento. Liscio come l’olio della Fiat 500 che in quegli anni veniva venduta a 450.000 lire. 232,40 euro in pratica. Domani me la compro, mi è sempre piaciuta.
Me la compro color rosso Ferrari, lapalissiano. E se serve qualche euro in più, li aggiungo volentieri. Lapalissiano.

Gianni

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 00:05

xcurioso ottimista:
un sistema finanziario collassa non certo per colpa di chi, secondo te, "gufa". 
Inutile ricordare che il collasso è già avvenuto: molti dei colossi finanziari nella sostanza sono insolventi, nella forma non lo sono solo grazie a artifici contabili e interventi governativi.
La politica non esiste più, o per lo meno è soverchiata dalla lobby finanziaria. Questo, e solo questo, tipo di capitalismo dominato dalle elite finanziarie è fallito e nella sua fase terminale viene allo scoperto come una bestia ferita. Si sta scrivendo la storia e se vuoi puoi esserne testimone cosciente, ma a un patto…ragionare con la propria testa e trarre insegnamento dalle lezioni della storia…. non farebbe più male del tuo curioso ottimismo….
raffaele

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 00:56

QUANTO ASPETTERA’ IL GIAPPONE?
Attualmente il Giappone sconta una deflazione allarmante con i prezzi all’ingrosso in discesa di quasi il 7% su base annua!
Il Giappone è un’economia molto particolare che  per motivi di politica economica interna,  andrà inevitabilmente a percorrere la vecchia strada della svalutazione monetaria, che quantomeno darà fiato alle esportazioni, che per i Nipponici sono vitali.
La svalutazione dello Yen sarà il momento giusto perchè buona parte degli investimenti Giapponesi, detenuti in dollari,  vengano svincolati,  molti investitori nazionali approfitteranno della quotazione favorevole del Dollaro contro lo Yen  per fare delle prese di profitto (venderanno dollari, che si svaluterà ulteriormente contro le altre monete).
I Cinesi del resto sono legati ad un assurdo rapporto di cambio fisso contro il dolaro, con una loro moneta molto svalutata e  non possono svalutare ulteriormente!!!
La Cina potrebbe essere costretta ad abbandonare il rapporto fisso con il dollaro o quantomeno costretta ad aprezzare lo Yuan affossando ulteriormente il dollaro.

Molti obbietteranno che  Bernanke possa decidere di aumentare significativamente i tassi e rafforzare il suo dollaro, ma la convinzione generale è che l’economia USA non può assolutamente permettersi una simile manovra, almeno nel breve termine, poi una simile operazione con una inflazione ai minimi suonerebbe tanto come una campanella di allarme.
Il caro ministro del tesoro americano Geithner, già lo scorso anno ha minacciato apertamente (e pubblicamente) il Giappone a non azzardarsi a svalutare lo Yen pena pesanti ritorsioni economiche.
La speranza del Tesoro USA e della Fed è che la tempesta passi alla svelta, altrimenti saranno dolori.
Molti di voi obbietteranno che le banche centrali e i delicati rapporti politici internazionali porranno un argine alla debaclé del dollaro, ma è del tutto impossibile fermare i mercati se questi si convincono  che è il momento di abbandonare il biglietto verde.

Gli USA non devono preoccuparsi solo dei loro problemi di economia interna, dato che questa volta il giochino di scaricare la loro crisi verso l’esterno, potrebbe non riuscire.

-IL Compasso-

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 01:14

raffaele
deficiente non sono totalmente ancora diventato. non credo alle panzane dei discorsi dei politici e neppure delle istituzioni finanziarie..
 non metto in dubbio che la crisi ci sia e che desti preoccupazioni serie per la tenuta del sistemi… fin qui ci sono arrivato. non mi riferisco a gufi e portafortuna improvvisati… cerco soltanto di ammettere la possibilità che l’evoluzione finale del sistema mondo in crisi conduca a risultati non ancora da "sentenza inappellabile". collasso totale, no. livellamento si. possibilità di cambiamenti e nuove ipotesi e scenari da scoprire pure. Ecco tutto.
grazie
"il fesso coi paraocchi ravveduto ma ottimista" ti suona meglio?

Scritto il 22 Ottobre 2009 at 07:04

Caro Curioso ottimista…..possiamo stare qui a discutere per anni delle virgole, degli apostrofi, ma questo sistema cosi come è stato concepito, nella sua demenziale ideologia ha fallito……fallito! Ciò non toglie che è ancora in mano agli stessi esaltati che l’hanno aiutato a fallire e che il cambiamento non potrà che nascere dal basso. Se parlo di inverno che ha nel cuore la primavera di cosa pensi che parlo? Vedi alle volte bisogna avere il coraggio di uscire dalle proprie comodità, da quelli che riteniamo diritti acquisiti, uscire dalle nostre paure, per guardarci dentro e scoprire che abbiamo sino in fondo, assecondato questo sistema. Questo blog non esplora solo economia o finanza, questo blog guarda lontano oltre la tempesta, dove molti, la maggioranza non voglio vedere, innamorati come sono di questo sistema. Non c’è nessun sistema economico o sociale che dura in eterno e questo è il momento nella storia per un cambiamento…….poi si sa c’è sempre qualche bambino che fa i capricci e non vuole lasciare i suoi giocattoli. Sono stanco degli ottimisti di maniera…..non sto rivolgendomi a te ma a quei bambini che ci raccontano che se hanno dieci bambole prima o poi ce ne lasceranno una…..dobbiamo solo sperare nella loro magnanimità.

Un saluto e benvenuto a bordo!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 07:31

BORSA: L’INFLAZIONE UNA MINACCIA PER L’AZIONARIO
di WSI
Ma quale deflazione, non credete alla Fed. Guardando al passato ci si accorge che i timori inflativi sono ben fondati. E fatte le dovute analisi gli investitori potranno giungere alla conclusione che…

In molti si stanno chiedendo quali saranno gli effetti dell’inflazione sul mercato azionario. Con i rubinetti del serbatoio ancora aperti sia in ambito di politiche monetarie che fiscali, alcuni investitori ritengono che la Borsa sia il posto piu’ sicuro dove trovarsi al momento.

Ma stando a quanto riportato di recente da diversi analisti, l’inflazione potrebbe avere l’effetto di provocare una contrazione dei multipli. Un rapido sguardo al passato e ci si rende conto che tali timori sono fondati.

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 08:09

Mazzalai!  finalmente hai copiato ed incollato un post abbastanza realistico, a parte i tuoi interventi chiaramente fuori luogo  e fuori tempo, il nocciolo è la reale esssenza di cio’ a cui si andra’ in contro, anche se probabilmente non te nesei accorto, ovvero una breve deflazione, seguita di inflazione (non iper) con stagnazione, ed una successiva normalizzazione il tutto entro il 2012/2013. il tutto lontano anni luce dal modello della lost decade giapponese e chiaramente il modello sui consumi non puo’ essere sostituito.

Il dispensatore

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 08:25

curioso ottimista,
visti i tuoi toni devo chiederti scusa perche’ evidentemente il mio commento è risultato un po’ fazioso. Mi dispiace. Raffaele

Scritto il 22 Ottobre 2009 at 08:29

Ciao "Dispensatore"………vedo che incominci anche tu ad usare i termini giusti……una breve deflazione……perchè non ci illumini con una seria analisi sulla stagnazione e sulla successiva stabilizzazione, saremo ben lieti, noi comuni mortali di comprendere ciò che è riservato solo agli dei……..mi raccomando però, nessun copia ed incolla!

Se qualcuno è abbonato a Wall Street Italia e vuole condividere la loro versione, sarò ben lieto di discuterla insieme.

Andrea

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 09:15

Per dispensatore,

non mi sembra proprio uno scenario "rose e fiori" quello che tu dipingi !!!

Dopotutto non concordi con Andrea solo sulle modalità e i tempi della crisi …. ma alla fine crisi sarà,vero?

Il fatto che parli (speri) di normalizzazione (il tutto entro 2012/2013, ovvero 3-4 anni) non è poi una grande previsione ottimistica e di ripresa forte, come sembrava che parlassi nei tuoi primi interventi provocatori.

Guarda, ti do ragione, questa pre-crisi potrebbe essere risolta nei tempi da te prescritti; c’è un problemino però, sarà quella nuova che deve venire qui a breve che invece ci taglierà totalmente le gambe …

A buon intenditor ….

Hunter76Lima

Scritto il 22 Ottobre 2009 at 09:53

Che bello!!!!
Il dispensatore di verità è solo più
"il dispensatore"
Ha già rinunciato alla verità

Chissà allora cosa avrà nella sua "dispensa".

Guardatevi bene dall’aprirla:
potrebbe venirvi la
puzza sotto il naso.

Con tutto il marcio che c’è nella finanza, solo chi è abituato a viverci in mezzo non ne sente la puzza.
Oppure è troppo concentrato a guardare nella sua sfera di cristallo o a fare i Tarocchi per sentirla.
Peccato che dai Tarocchi tiri fuori solo previsioni taroccate, anche se, nel calcolo delle probabilità, una lontana possibilità di successo può sempre esistere.

Basta una lontanissima possibiltà di esatta previsione per autorizzare chiunque a scrivere qualsiasi c…ata?

La grandezza di Andrea sta anche nel rispetto di qualsiasi opinione, nel non censurare nulla, nel perdonare chi si è comportato scorrettamente, nel non giudicare, come solo una persona veramente intelligente e di cuore sa fare.

Per il nostro Capitano….

Hip, Hip, Hip

Hurra!!!!!!

Bill

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 10:18

"Any explanation is better than none." – Nietzsche
….specially in investement game

Diffidate  dagli esperti di economia che fanno previsioni, ma quando mai ci azzeccano. Solo a posteriori, fra le migliaia che hanno  toppato, si va a prendere i singoli casi che ci hanno fatto previsioni corrette……. e bravi anch’io se sapessi prima i numeri del superenalotto probabilmente  vincerei (la probabilità  rimane cmq per il fattore truffa, non sottovalutabile in Italia).

ANDREAAAAAA !!!
ma quanto sei avanti, ormai è qualche anno che ti seguo (ultimamente meno perchè mi sono convinto che internet dovrebbe essere prescritto  dai dottori in modiche quantità perchè ha effetti collaterlai non indifferenti) e devo dire che all’inizio  non capivo fino in fondo i messaggi dei tuoi post.

Poi piano piano ho capito il messaggio.
Siamo collusi con questo sistema e nel nostro piccolo lo abbiamo assecondato ogni cambiamento deve venire innanzitutto da noi.

Tutti sempre a parlare dei nostri diritti e mai dei nostri doveri. Il marcio del sistema italia è sempre colpa di qualcun altro: i politici, i banchieri gli immigrati, il vicino o  l’evasore.

La colpa è nostra  in primis perchè non vigiliamo e non abbiamo a cuore il bene comune (non uso termini come cultura civica, perchè la subcultura italiota non lo contempla).

Ricordo a tutti che il signor "pubblico" non esiste, quindi il debito pubblico è debito NOSTRO.

Sulla sostenibilità del sistema o la necessità di un cambiamento  ricordo a tutti un piccolo paradosso: noi cittadini depositiamo  i nostri soldi nelle banche, enti privati dediti al gioco d’azzardo che hanno preso in ostaggio i nostri depositi e chiedeno   il riscatto ai governi.
Quindi noi cittadini con le tasse garantiamo  i nostri depositi bancari e paghiamo anche un interesse alle banche per questo "servizio".

Direi che si tratta di simbiosi parassitaria ormai allo stato degenerativo.

Andrea,  nel dibattito  "Inflazione vs deflazione" ha sempre avuto un atteggiamento aperto: fa un’analisi dei dati e reali  e sostiene che "fino a prova contraria, l’economia reale urla deflazione"  e poi aggiugne  "rimango in coperta, attento a qualsiasi segno  di possibile segnale di inversione che si stagli all’orizzonte".
Oppure  chiede che sia argomentata una visione alternativa.

Invece riceve in gran parte insulti o "accese" contestazioni (non argomentate per altro).

In questo periodo ho una domanda ricorrente: "ma se viviamo in una democrazia  libera, perchè tutti pensiamo, desideriamo e consumiamo le stesse cose ?"
E quei pochi al di fuori del "pensiero unico"  vengono violentemente e gratuitamente attaccati e non contraddeti nel "merito" delle loro affermazioni ?
Non sarà  che siamo liberi si, ma liberi di pensarla tutti allo stesso modo ?
Siamo talmente liberi e democratici  che ci arroghiamo il diritto e il dovere di esportarla con la forza la nostra democrazia.

Meditate gente è ora di cambiare  le cose. 
E i cambiamenti nascosto dal basso, dalle piccole cose e poi montano, giorno per giorno, piano piano diventano onde e alla fine diventano tsunami.
Matteo

 

Scritto il 22 Ottobre 2009 at 11:48

E poi qualcuno mi chiede perchè vivo di utopie………Matteo e Voi tutti Cari compagni di Viaggio, un abbraccio!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 12:54

carissimi sfigati, ma perchè mai dovrei dare delle spiegazioni a voi miseri mortali?
se passo un po di tempo a leggere questo e molti altri blog è solamente perchè lo trovo incredibilmente divertente.
leggere l’intrepretazione delle realtà dal povero mortale ……  a volte c’è da sbellicarsi dalle risate….
queste cose mi ricordano quando da ragazzo entrando nei bar sentivo i vecchi che sistemavano i problemi dell’italia e del mondo in quattro secondi oppure quando ti soffermi a vedere programmi come il processo del lunedi o del martedi’………..
tanta ignoranza, supponenza ed arroganza insieme, sono uno spasso incredibile.

1) i poveri resteranno poveri i ricchi resteranno ricchi ma sopprattutto gli stronzi resteranno stronzi.
lo era in età romana lo era nel medioevo lo era nel rinascimento lo e’ adesso e lo sarà anche in futuro.
su questa immutabilità dello stato delle cose potete scommeterci le palle.
2) il controllo dell’informazione e delle disinformazione fa si che le persone percepiscano quello che si vuole far loro parcepire

le vostre menti questo lo possono capire oltre non è necessario ne utile andare.

il dispensatore di verità

Scritto il 22 Ottobre 2009 at 13:14

Caro il mio dispensatore, ti ricorda nulla….. Maria Antonietta, l’Impero Romano, il Medioevo e il Rinascimento sono scomparsi, puff……. Detto questo prego tutti i partecipanti al viaggio di ignorare questa mente illuminata, per il resto del viaggio!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 13:37

povero moscerino! insulso essere poco pensante e molto copiate….

cambia il contollore ma non cambia il contrallato, cambia il guidatore ma la direzione del treno è sempre la stessa,
povero idiota ed illuso, pensavo che anche la tua povera mente ci fosse arivava, ma ti ho soppravvalutato.

p.s. ma riesce a dire qualcosa di sensato se non copi qualcun’altro si o no?
qiundo ti svegli tieni sempre l a carta d’identità su comodino per ricordati chi sei?

the dispenser

Scritto il 22 Ottobre 2009 at 13:41

Nella settimana che si e’ conclusa il 16 ottobre le nuove richieste per sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti hanno registrato un rialzo di 11.000 unita’ a 531.000 (il dato della scorsa settimana e’ stato rivisto al rialzo a 520.000 da 514.000). (Wall Street Italia)

Sino a quando non scenderanno stabilimente sotto i 400.000, nessuna inversione nella dinamica del tasso di disoccupazione e nessuna speranza per l’inflazione!

Andrea

utente anonimo
Scritto il 22 Ottobre 2009 at 13:53

caro dispensatore,

facci sapere per favore qual’è la tua fonte di percezione ..se l’informazione o la disinformazione……oppure sei colui il quale dispensa entrambe le percezioni…..

facci sapere per favore a quale categoria immutabile nel tempo appartieni….ai poveri…ai ricchi…o agli stronzi….oppure sei un outsider proveniente dagli spazi siderali…..

io credo che tu sia semplicemente un umano, allora………non cercare di diventare un uomo di successo, ma cerca di essere un uomo di valore………ti dice niente???????

rifletti……

scusa Andrea se non l’ho ignorato,  gli dovevo un’altra chance

gracav

Scritto il 22 Ottobre 2009 at 14:38

"Allegoria dell’Immortalità"


"La Tua immortalità"

Cos’è
l’immortalità,
se non
un momento…
irripetibile
essenza
dell’essere,
sogno sacro
e inarrivabile,
triste consapevolezza
di fragile
caducità…..
incontro improvviso
con l’impossibile…
tensione infinita
nella contingenza
dell’attimo,
azzurro sguardo
d’eternità
dalla terra
del non
divenire…
(C. D. L)

Desiderare l’immortalità è desiderare la perpetuazione in eterno di un grande errore.
Arthur Schopenhauer

utente anonimo
Scritto il 23 Ottobre 2009 at 10:48

Ragazzi,

e anche per te Andrea, se non ti offendi del consiglio

Come già citato da Phitio in un precedente post, il "dispensatore di verità" appartiene alla cosiddetta categoria dei "Troll"

"troll" in ambito internet è quell’individuo che ha l’unico scopo (come egli stesso ammette) di entrare nei blog e nei forum per creare confusione, disaccordo, perfino risposte isteriche e deviare il normale flusso della discussione dal suo argomento principale.

Tutto questo con l’obbiettivo di screditare il blog, il blogger e la gente che vi partecipa …. tutto a discapito delle discussioni che vengono trattate (e che a causa del Troll vengono momentaneamente lasciate da parte e, avolte, persino invalidate).

L’unica tattica utile è "ignorare" che nel gergo internettiano si dice "non dar da mangiare al troll" …. quindi ad ogni suo intervento, leggete pure, indignatevi per le offese, incazzatevi pure, ma assolutamente non controbattete, perchè fate il suo gioco appunto "date da mangiare al troll".

Non si dovrebeb neppure citarlo in terza persona, perchè anche questo significherebbe che ha raggiunto il suo scopo, ovvero quello di essere riconosciuto (alla base il troll opera per spirito narcisistico)

Quindi, ripeto, d’ora in poi niente più cibo per Troll. Intesi?

Scritto il 23 Ottobre 2009 at 11:18

 Ciao a tutti,

 condivido 62 anonimo, "non diamo da mangiare al troll".

 Volevo solo affermare (anche per il troll che continuerà a leggere senza avere risposte) leggere  ANDREA  in questi anni ha permesso a tutti noi di crescere "dentro" di tirare fuori il meglio da noi stessi.
" IL MEGLIO " è nascosto nell’angolo più remoto della nostra anima,occorre  spolverarlo e di metterlo a disposizione del prossimo,cosi come ha fatto magistralmente ANDREA.

Grazie ANDREA, grazie di "esserci"
Buona giornata a tutti

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