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COSTRUIRE UN SOGNO, UN MONDO ALL'ALTEZZA DEI NOSTRI SOGNI!
In questa fase due sono per Akerlof gli obiettivi che i governi si devono porre a breve termine: puntare alla piena occupazione e creare le condizioni affinché il credito sia concesso in modo naturale alle imprese. Akerlof ha fatto riferimento alla situazione americana, ma rispondendo ad una domanda del pubblico sulla situazione di crisi che sta vivendo il settore manifatturiero italiano ha affermato che “dovranno essere i consumatori e gli investimenti delle imprese, più che la liquidità delle banche, a portarci fuori dalla crisi”.
I costi umani della crisi sono evidentemente molto alti. Rispondendo ad una domanda del pubblico in sala, la relatrice avanza l’ipotesi che la preoccupante scia di suicidi tra gli agricoltori indiani sia legata alla forte crisi del settore. L’intervento si chiude con l’indicazione di alcune misure che andrebbero adottate per alleviare la crisi. La ricetta di Jayati Ghosh comprende un forte intervento governativo per proteggere lo sviluppo dell’agricoltura, accompagnato da accordi internazionali che regolino il mercato finanziario.
“I discorsi che noi facciamo – ha commentato uno degli autori, Leonardo Becchetti – sono partiti una quindicina di anni fa e stanno diventato attuali adesso”: attraverso la libertà di scelta, infatti, il consumatore ha la forza di costruire l’economia che desidera e “se si possono vendere dei marchi – ha continuato – possiamo vendere anche dei valori”.
Nelle imprese solidali brasiliane, infatti, il sistema di autogestione fa in modo che tutti i lavoratori siano anche proprietari e prendano parte ai processi decisionali dell’azienda. Secondo criteri democratici, infatti, è stata organizzata anche la Conferenza Nazionale dell’Economia Solidale nella quali sono stati eletti i delegati che hanno contribuito alla redazione del documento destinato al Governo nazionale. Mance ha ribadito più volte che “chi acquista dei beni che non sono prodotti nel rispetto dei diritti umani e della tutela dell’ambiente è inevitabilmente coinvolto nella catena dello sfruttamento”.
Grazie all’economia alternativa, inoltre, molte comunità brasiliane sono riuscite ad ottenere un margine di guadagno da poter reinvestire nella crescita della propria azienda e nello sviluppo tecnologico: quello che in Venezuela si chiama sviluppo endogeno, cioè interno al Paese.
In apertura, Petrini ha enfatizzato la nuova rivoluzione della globalità che ha permesso la diffusione della conoscenza, ovvero la Rete: “L’economia locale in rete è potente ed oggi gli strumenti ci consentono di valorizzare e dare valore alle diversità. E’ grazie alla Rete che siamo riusciti a condividere valore messi in discussione da una concezione violenta della globalizzazione. L’identità è un valore forte e importante, ammesso che noi riconosciamo che non esiste identità senza scambio. E’ il meticciato che rafforza l’identità”. E, riproponendo lo stile sarcastico, Petrini ha ricordo quando i giornalisti, quasi per sfida, gli chiedono il suo piatto preferito: “Da italiano – ricorda il fondatore di Slow Food – rispondo pasta al pomodoro ma né la pasta né il pomodoro sono italiane.
..L’alba di una nuova era chiama.. Sicuramente siamo ancora molto impacciati, parecchio inadeguati, goffi nei nostri tentativi di divorziare da una visione del mondo che, lontana dall’averci offerto la felicità, ci ha ingabbiato in una micidiale ricorsa verso la dipendenza materiale.
Ma.. verrà il tempo dello strappo…Non importa avere rassicurazioni sulla bontà di un scelta dirompente.Importa cambiare rotta.
Allora il richiamo della natura diventa la preziosa guida in mezzo agli scogli e alle trappole
che la nostre mente razionale tende sul cammino.
..Ci sarà da fidarsi, e parecchio, del proprio cuore e del proprio istinto. Saranno loro a spingerci, a darci coraggio, a prenderci per mano sui sentieri misteriosi della vita…
ma presto saremo ripagati..
Un brivido percorre il corpo quando ci si rende conto della magnitudine della vita di fronte alla pochezza di un essere umano. Eppure uno si sente come un bambino che sbuca dalla nera foresta
in una radura bagnata da un raggio di sole.
Tanta luce invece di accecarci ci apre definitivamente gli occhi.
Finalmente ci rendiamo conto dell’incommensurabile bellezza, della stravolgente forza, dell’ineguagliabile attrazione che c’è in ogni forma di vita e come quelle siano le vere forme di
saggezza e intelligenza:
Eravamo ciechi e convinti d’essere nella ragione.
Eravamo sordi e convinti di conoscere tutto. Eravamo zoppi e convinti di correre verso la felicità. Eravamo tutti sbagliati.” (C. Baker, Ama la vita come te stesso)
Grazie Capitano!!
Buona navigazione Compagni di Viaggio..vento in poppa sempre…!
“Il vento diventa i pensieri del nostro pensiero e il mare la forza del nostro agire”.(R.Grigg)
Issiamo le Vele!!
p.s….
notevole post anche oggi…
proprio nessun fotogramma..e chi sarebbe il non creativo!? 🙂 🙂 🙂
Ciao Capitano,
perchè non comprendere, tra le neoplasie, l’interesse e, tra le cure, la moneta non a debito?
Grazie per il tempo che ci dedichi..
Riccardo
Venti anni fa cadeva il muro di Berlino, oggi i ragazzi che si affacciano alla maggiore età, che quest’anno sosterranno l’esame di maturità sono nati dopo quell’evento.
Ero casualmente a Berlino in quei giorni di Novembre e partecipai con amici della Gemania Ovest ai festeggiamenti che spontaneamente si accendevano nelle strade.
Stavamo vivendo un passaggio della storia. Pareva una grande vittoria di libertà e democrazia.
Oggi posso dire che come per tutte le cose il vento della storia porta sempre con se il buono con il cattivo questo poi viene distribuito, ma non in parti uguali.
Per il ceto medio dell’Europa Occidentale QUEL GIORNO segno l’inizio del declino. Di fronte ad una massa operaia (a quel tempo ancora consistente) da tenere distante
dalle sirene della “Rivoluzione socialista” la Classe politica/economica dei pasei occidentali aveva dovuto accettare una struttura di garanzie per i lavoratori che non si trova in nessuna’altra parte del mondo.
E teneva ad avere un robusto cuscinetto sociale di “Classe Media” , impiegati, funzionari ,commercianti che avendo avuto la possibilità di salire i primi (primissimi) gradini dell’ascesa
sociale potendosi permettere qualche piccolo lusso (la casa al mare, la macchina media, la settimana bianca, le vacanze in Inghilterra per i ragazzi…) avrebbero posto un argine
solido ai rigurgiti ideologici di chi ancora sognava una giustiza sociale basata su un egualitarismo a livello basso. (niente a che vedere con i modelli di socialismo reale di alto profilo del nord Europa).
Finita la guerra fredda, caduto il muro svanita per sempre l’utopia e l’incubo della Rivoluzione Socialista è cominciata la lenta ma inesorabile opera di smantellamento delle garanzie dei lavoratori e del ceto medio.
Si è abbattuto rapidamente con le ruspe un piccolo e odioso muro simbolo visibile di un totalitarismo dispotico e si è cominciato, subdolamente a costruire una muro invisibile tutto intorno alla società civile.
Dentro al muro ci stanno praticamente tutti con l’eccezione di un ristretto club di Famiglie potenti, gruppi economici transnazionali un sovra-stato aristocratico-oligarchico-plutocratico, apolitico e amorale, che da quel momento ha cominciato a
staccarsi dalla società civile degli stati nazione per dar vita alla mondializzazione dell’economia. Il secolo breve nato dal Versailles finiva, cominciava la fine della storia, la storia senza storia…
Una grande massa di persone sempre più omogeneizzate e culturalmente omologate, sintonizzate sul consumo di massa ottenebrate dai maestri del marketing sociale, rincretinite da una modello di comunicazione omologato a livello globale.
Le trasmissioni televisive scoprono il “format”, programmi contenitore universali che vengono clonate in tutti i paesi, in tutte le lingue, si sparge il DDT il Napalm, l’agente arancio, sulle culture nazionali si sviluppa il modello unico, universale.
I Brand propongono indistintamente gli stessi prodotti da Roma a Stoccolma da Mosca a Los Angeles a Tokio e Shangai. Nascono a migliaia i grandi centri commerciali (di proprietà dei fondi di priveate equity che possiedono anche pacchetti azionari
di controllo delle multinazionali) la piccola distribuzione viene schiaciata da una politica di prezzi all’ingrosso (e soprattutto gestione dei termini di pagamento) che la disintegra (da notare: senza dare significativi vantaggi di prezzo al cliente finale),
Spariscono i negozi multibrand.
Il resto è storia recente, si tollerano i vecchi lavoratori e pensionati con le antiche tutele ma si costruisce una nuova classe di lavoratori sempre meno tutelata, sia nel presente che nel futuro, si mette in competizione
l’operaio Tedesco con quello Polacco, quello Polacco con quello Cinese, si mette in competizione l’informatico Americano con quello Indiano, l’ingegnere Francese con quello Russo.
Si consente alle persone di indebitarsi ben oltre il ragionevole accorciando ancora di qualche anello la catena.
Riuscirà una melassa sociale lobotomizzata ed anestetizzata a riuscire a riprendersi un po’ di autonomia di pensiero e di dignità politica e quindi anche di rilevanza economica prima che il livello di sofferenza sociale sia talmente elevato da creare i presupposti per una
nuova stagione di sommovimenti sociali?
ad maiora
Il Cuculo
Condivido pienamente il post del Cuculo. La mia risposta al suo quesito è no. Questo perché mi sembra la tua descrizione la versione moderna di situazioni simili che si sono viste in tutta la storia umana, partendo dall’impero romano passando per il medioevo ecc. , i vantaggi che descrivi prima della caduta del muro poi persi fanno parte delle oscillazioni intorno al modello. Cambiano i potenti di turno, una volta gli imperatori, poi i nobili, adesso abbiamo i banchieri.
Massimiliano.
A mio avviso il cambiamento deve partire da tante piccole e medie realtà autosufficienti.
Abbiamo ora tecnologie per produrre energia a basso costo ed a minimo o nullo impatto ambientale.
Se questa energia la impieghiamo per aiutarci a lavorare la terra bassa e per produrre artigianalmente beni di prima necessità, avremo realmente un modello di vita a contatto con la natura, che come stile di vita sarebbe invidiabile.
Io continuo a proporre, mini e medie comunità che puntino all’autosufficienza energetica ed alimentare di base.
Roberto RE
A mio avviso il cambiamento deve partire da tante piccole e medie realtà autosufficienti.
Abbiamo ora tecnologie per produrre energia a basso costo ed a minimo o nullo impatto ambientale.
Se questa energia la impieghiamo per aiutarci a lavorare la terra bassa e per produrre artigianalmente beni di prima necessità, avremo realmente un modello di vita a contatto con la natura, che come stile di vita sarebbe invidiabile.
Io continuo a proporre, mini e medie comunità che puntino all’autosufficienza energetica ed alimentare di base.
Roberto RE
“Abbiamo ora tecnologie per produrre energia a basso costo ed a minimo o nullo impatto ambientale.”
Purtroppo credo che non ci siamo ancora, ma ipotizziamo di arrivarci:
1) Le tecnologie d’avanguardia che permetterenno una efficiente produzione di energie rinnovabili NON sono figlie di un sistema di mini comunità autosufficienti ma che generano un’economia di sussistenza, sono figlie di economie di scala che permettono di investire elevati surplus in istruzione ricerca ed inoovazione.
Nessun sistema basato su piccole comunità è in grado di generare progresso tecnologico così come la micro impresa Italiana, pur dinamica e creativa non riesce ad investire adeguatamente in R&S.
2) Siamo in grado di sfamare il pianeta (in teoria ) occupando il 5% della popolazione attiva. Gli altri producono le altre cose che servono a tutti, una fabbrica di frigoriferi produce facilmente 1.000.000 di pezzi all’anno per il mercato europeo bastano 4-5 fabbriche (stesso discorso per tutti i beni durevoli), o pensate di avere quanche migliaio di piccole fabbrichine artigianali di frigoriferi sparse nelle piccole comunità come fossero calzolai o sarti?
Sono discorsi già fatti e rifatti, non è un modello compatibile con gli standard tecnologici moderni ai quali non credo che nessuno sia più disposto a rinunciare.
Il Cuculo
a radio 1 sabato ore 13.00 veniva comunicato un sequestri di 134 miliardi circa (si miliardi ) di dollari di buoni del tesoro americani. Pensavo di sentire, vedere, e leggere in prima TG e quotidiani la notizia, invece niente. La notizia se e’ falsa non vedo la smentita se e’ vera, come mai non se ne parla? che ne pensate?
pierino
> Capitano, ….!!! (non ho parole)
> Il Cuculo #4
Analisi breve, concisa, compendiosa, da incorniciare.
Indispensabile per comprendere l’attuale e il futuro necessario.
> Marco #71 e Marco #85 (articolo
precedente), Tutti
sono sinceramente mortificato se i miei commenti Vi hanno ferito o fatto perder tempo.
Come giustificazione, Vi prego di notare che non sto facendo il tifo per alcuno strumento finanziario, nè avevo urgenza di andare su alcun sito per raccontare di me o dei miei investimenti, nè di insolentire altri (chiedo scusa) ed essere insolentito.
Questo è l’unico sito su cui ho mai scritto (ci sarà un motivo!).
Cerco solo di apportare la mia paletta di calce ad una nuova cattedrale, secondo le mie capacità, i miei limiti, su qualcosa ove da molto tempo avverto una urgenza.
Questa paletta di calce è la cultura della gestione dei propri risparmi, su cui, senza offesa, l’ignoranza e il disinteresse di massa sono la regola.
Si potrà discutere quanto è causa del sistema, scuola ecc, oppure quanto per attenzione individuale, ma così vedo che è.
Tale cultura, esercitata in modo equilibrato, ‘etico’, è necessaria in ogni tempo, in ogni luogo, ad ogni livello di risparmio, in ogni sistema sociale.
Non tutti sono portati per l’argomento, così come io non sono portato per ogni argomento; ma credo che ognuno dovrebbe cercare di fare ciò che può per difendere se stesso e contribuire così all’interesse collettivo (che ritorna come difesa del singolo).
Sento che nessun sistema sociale tenderà mai e da sè ad un maggior equilibrio, finchè resterà così bassa attenzione su questo tema.
Ciò che dico è coerente con lo ‘strano’ connubio, Etica e Finanza, di questo sito? Penso/avo di no.
Sentite scuse per non poter fare di più.
Mimmo
Precipitosa correzione al mio post precedente.
Ciò che dico è coerente con lo ‘strano’ connubio, Etica e Finanza, di questo sito? Penso/avo di sì.
Mimmo
Precipitosa correzione al mio post precedente.
Ciò che dico è coerente con lo ‘strano’ connubio, Etica e Finanza, di questo sito? Penso/avo di SI.
Mimmo
By Elizabeth Stanton, Michael Tsang and Eric Martin
June 8 (Bloomberg) — American common equity is increasing
for the first time in five years, threatening to dilute
corporate profits as companies sell a record amount of stock and
cut dividends the most since 1938.
Wells Fargo & Co., ProLogis and more than 150 other
companies raised $82.2 billion this quarter, beating the record
pace at the height of the technology bubble in 2000, according
to data compiled by Bloomberg. The combination of adding shares
and restricting dividends will reduce annual equity returns as
much as 4.1 percent, the data show.
“The math is inescapable,” said Alan Gayle, the Richmond,
Virginia-based director of asset allocation at Ridgeworth
Investments, which manages $60 billion. “You’ve got weak
earnings, the share price goes down and then, ‘What? They want
to raise equity?’ Clearly that isn’t a good thing.”
Companies are taking advantage of the biggest rally in
equities since the 1930s to sell shares even after earnings fell
seven consecutive quarters during the worst recession in half a
century. Banks ordered to raise capital by the government
account for 23 percent of underwritten sales, data compiled by
Bloomberg show.
The flood is trimming earnings available to shareholders, a
warning sign to Lyxor Asset Management SA, Research Affiliates
LLC and James Investment Research that returns may not be high
enough to justify buying stock.
Offerings since March 31 will increase outstanding shares
in the S&P 500 by 3.4 percent on an annualized basis, adjusting
for the market values of companies selling stock, data from
Bloomberg and S&P show. The rise is based on S&P’s calculation
of shares added or removed from the index through sales,
buybacks and takeovers, known as the divisor.
Il Fringuello
x #7 il cuculo
Non credo che lo sviluppo e la conoscenza derivino dalle economie di scala.
Quando si parla di mini e medie comunità si parla di migliaia di persone.
Il modello che si vuole evitare è quello delle grandi città, che al contrario di quello che si crede sono altamente inefficienti.
Mini comunità, non significa rinunciare al progresso, ma rinunciare ad un certo tipo di progresso.
Ovvero il progresso che mette il mondo nelle mani di corporazioni, multinazionali, banche e finanza.
Mini comunità non significa isolamento, ma al contrario significa vera relazione, prima di tutto tra i componenti e poi tra le comunità stesse.
L’idea è di non creare un sistema troppo grande da diventare inefficiente, meglio un sistema di tante medie comunità efficienti collegate tra loro che un grande sistema inefficiente.
Il fatto che il moderno sviluppo tecnologico, sia in mano alle grandi multinazionali, non dimostra che quello sia il miglior modo di svilupparlo.
Linux è un sistema operativo gratuito sviluppato da migliaia di programmatori volontari, ed è un prodotto superiore a quelli sviluppati dalle grandi multinazionali del software.
Questa concentrazione della ricerca e dello sviluppo, può anche essere stata in qualche modo aiutata, perché rappresenta il miglior modo di controllare i popoli.
Poi ci vuole un bel coraggio, ma spero che sia solo non conoscenza, a vedere l’attuale sistema di sviluppo come l’unico possibile, proprio in un momento che sta dimostrando tutte le sue contraddizioni.
Inquinamento, povertà, disuguaglianze sociali, ricchezza non equamente distribuita, qualità della vita in peggioramento, ecc..
Io penso che ha molti degli standar tecnologici moderni, se qualcuno non facesse credere che questo è l’unico sviluppo possibile, molte persone rinuncerebbero a favore di una vita meno frenetica e più vicina alla natura.
Il governo cinese ha approvato il progetto di 400 città ecologiche autosufficienti, di massimo 500.000 abitanti ciascuna.
La prima città è Dongtan e per il 2010 avrà i suoi primi 15.000 abitanti.
Pensa che in corso di progetto hanno preteso l’autosufficienza energetica ed alimentare al 100%
Potevano fare benissimo 20 città da 10 milioni di persone l’una.
Forse quei paesi che già non respirano più nelle loro megalopoli, cominciano a pensare che quello non è il modo migliore ed efficiente per vivere.
Quello che tu affermi è quello che ci fanno credere, ma ora è sotto gli occhi di tutti che in sistema capitalistico ha generato una gran parte di ricchezza, basata su debiti lasciati ai posteri.
Quando un sistema genera debiti verso la natura e debiti economici, vuol dire che è inefficiente, quindi le persone di buona volontà si impegnano a crearne un altro più efficiente.
E non scordiamoci che tanto del nostro benessere occidentale è frutto da secoli della depredazione delle risorse di altri popoli.
Quindi è meglio fare i discorsi sani fatti e rifatti che continuare ad assuefarci ad un sistema sbagliato, ed il fatto che di eco comunità se ne parli da decenni, significa che c’è interesse.
http://www.ecolcity.it
Saluti
x #7 il cuculo
Non credo che lo sviluppo e la conoscenza derivino dalle economie di scala.
Quando si parla di mini e medie comunità si parla di migliaia di persone.
Il modello che si vuole evitare è quello delle grandi città, che al contrario di quello che si crede sono altamente inefficienti.
Mini comunità, non significa rinunciare al progresso, ma rinunciare ad un certo tipo di progresso.
Ovvero il progresso che mette il mondo nelle mani di corporazioni, multinazionali, banche e finanza.
Mini comunità non significa isolamento, ma al contrario significa vera relazione, prima di tutto tra i componenti e poi tra le comunità stesse.
L’idea è di non creare un sistema troppo grande da diventare inefficiente, meglio un sistema di tante medie comunità efficienti collegate tra loro che un grande sistema inefficiente.
Il fatto che il moderno sviluppo tecnologico, sia in mano alle grandi multinazionali, non dimostra che quello sia il miglior modo di svilupparlo.
Linux è un sistema operativo gratuito sviluppato da migliaia di programmatori volontari, ed è un prodotto superiore a quelli sviluppati dalle grandi multinazionali del software.
Questa concentrazione della ricerca e dello sviluppo, può anche essere stata in qualche modo aiutata, perché rappresenta il miglior modo di controllare i popoli.
Poi ci vuole un bel coraggio, ma spero che sia solo non conoscenza, a vedere l’attuale sistema di sviluppo come l’unico possibile, proprio in un momento che sta dimostrando tutte le sue contraddizioni.
Inquinamento, povertà, disuguaglianze sociali, ricchezza non equamente distribuita, qualità della vita in peggioramento, ecc..
Io penso che ha molti degli standar tecnologici moderni, se qualcuno non facesse credere che questo è l’unico sviluppo possibile, molte persone rinuncerebbero a favore di una vita meno frenetica e più vicina alla natura.
Il governo cinese ha approvato il progetto di 400 città ecologiche autosufficienti, di massimo 500.000 abitanti ciascuna.
La prima città è Dongtan e per il 2010 avrà i suoi primi 15.000 abitanti.
Pensa che in corso di progetto hanno preteso l’autosufficienza energetica ed alimentare al 100%
Potevano fare benissimo 20 città da 10 milioni di persone l’una.
Forse quei paesi che già non respirano più nelle loro megalopoli, cominciano a pensare che quello non è il modo migliore ed efficiente per vivere.
Quello che tu affermi è quello che ci fanno credere, ma ora è sotto gli occhi di tutti che in sistema capitalistico ha generato una gran parte di ricchezza, basata su debiti lasciati ai posteri.
Quando un sistema genera debiti verso la natura e debiti economici, vuol dire che è inefficiente, quindi le persone di buona volontà si impegnano a crearne un altro più efficiente.
E non scordiamoci che tanto del nostro benessere occidentale è frutto da secoli della depredazione delle risorse di altri popoli.
Quindi è meglio fare i discorsi sani fatti e rifatti che continuare ad assuefarci ad un sistema sbagliato, ed il fatto che di eco comunità se ne parli da decenni, significa che c’è interesse.
http://www.ecolcity.it
Saluti
x #7 il cuculo
Non credo che lo sviluppo e la conoscenza derivino dalle economie di scala.
Quando si parla di mini e medie comunità si parla di migliaia di persone.
Il modello che si vuole evitare è quello delle grandi città, che al contrario di quello che si crede sono altamente inefficienti.
Mini comunità, non significa rinunciare al progresso, ma rinunciare ad un certo tipo di progresso.
Ovvero il progresso che mette il mondo nelle mani di corporazioni, multinazionali, banche e finanza.
Mini comunità non significa isolamento, ma al contrario significa vera relazione, prima di tutto tra i componenti e poi tra le comunità stesse.
L’idea è di non creare un sistema troppo grande da diventare inefficiente, meglio un sistema di tante medie comunità efficienti collegate tra loro che un grande sistema inefficiente.
Il fatto che il moderno sviluppo tecnologico, sia in mano alle grandi multinazionali, non dimostra che quello sia il miglior modo di svilupparlo.
Linux è un sistema operativo gratuito sviluppato da migliaia di programmatori volontari, ed è un prodotto superiore a quelli sviluppati dalle grandi multinazionali del software.
Questa concentrazione della ricerca e dello sviluppo, può anche essere stata in qualche modo aiutata, perché rappresenta il miglior modo di controllare i popoli.
Poi ci vuole un bel coraggio, ma spero che sia solo non conoscenza, a vedere l’attuale sistema di sviluppo come l’unico possibile, proprio in un momento che sta dimostrando tutte le sue contraddizioni.
Inquinamento, povertà, disuguaglianze sociali, ricchezza non equamente distribuita, qualità della vita in peggioramento, ecc..
Io penso che ha molti degli standar tecnologici moderni, se qualcuno non facesse credere che questo è l’unico sviluppo possibile, molte persone rinuncerebbero a favore di una vita meno frenetica e più vicina alla natura.
Il governo cinese ha approvato il progetto di 400 città ecologiche autosufficienti, di massimo 500.000 abitanti ciascuna.
La prima città è Dongtan e per il 2010 avrà i suoi primi 15.000 abitanti.
Pensa che in corso di progetto hanno preteso l’autosufficienza energetica ed alimentare al 100%
Potevano fare benissimo 20 città da 10 milioni di persone l’una.
Forse quei paesi che già non respirano più nelle loro megalopoli, cominciano a pensare che quello non è il modo migliore ed efficiente per vivere.
Quello che tu affermi è quello che ci fanno credere, ma ora è sotto gli occhi di tutti che in sistema capitalistico ha generato una gran parte di ricchezza, basata su debiti lasciati ai posteri.
Quando un sistema genera debiti verso la natura e debiti economici, vuol dire che è inefficiente, quindi le persone di buona volontà si impegnano a crearne un altro più efficiente.
E non scordiamoci che tanto del nostro benessere occidentale è frutto da secoli della depredazione delle risorse di altri popoli.
Quindi è meglio fare i discorsi sani fatti e rifatti che continuare ad assuefarci ad un sistema sbagliato, ed il fatto che di eco comunità se ne parli da decenni, significa che c’è interesse.
Saluti
Altra correzione a commento #9.
> Marco #71 e SD #85 (articolo
precedente), Tutti
Mimmo
PS Scusate il doppio commenti. Splinder si era ‘incantato’, dando l’impressione che la correzione fosse andato persa.
COSTRUIRE UN SOGNO … cioe’
costruire la realta’!
fondamentale, lo propongo come manifesto.
L’analisi, per natura, non approda: ci vuole poi la sintesi ed eccola appunto.
Sono le polarita’ che consentono il processo del fare, l’essenza di chiunque e’ imprenditore.
Cio’ che il mondo politico, preposto, non e’ in grado di fare se non con un processo di avvicinamento che passa attraverso di noi, la base.
Ecco perche’ e’ fondamentale essere propositivi attraverso quel costante processo che ci rende accorti, responsabili, partecipi.
E’ cio’ che distingue l’imprenditore e gli da significato nella societa’ al di la dei luoghi comuni, degli schemi triti, manipolati, non veri.
Ognuno nel proprio ambito di attivita’ distinguendo per priorita’ conosce i nodi che impediscono lo sviluppo e puo’ proporre cambiamenti, motivati, che emergano da un sostrato di valori … ” guardare all’orizzonte .. “.
” … dovranno essere i consumatori e gli investimenti delle imprese piu’ che la liquidita’ delle banche a portarci fuori dalla crisi… ” .. leggendo ognuno di noi sorride sapendo quale altra densita’ di pensieri, contenuti, azioni e correzioni sono necessarie … piuttosto delle semplificate soluzioni che il mondo politico ci propina in due battute ( .. e nemmeno quattro! ).
Quindi partecipazione, mettersi in gioco, dibattere, accogliere le opinioni diverse come opportunita’, un’altra angolazione …
L’imprenditorialita’ che trova le ragioni di se e del proprio significato all’interno della societa’ magari come primo atto della giornata .. condivisa con altri per le stesse ragioni… un punto di forza che puo’dare il senso vero alla restante parte ….
Mi ci provero’ in seguito,
per ora grazie,
arcsùlon
Bravo Andrea.
Aver focalizzato la crescita solamente sui consumi (70% del pil) di cui un bel 30% di futili sprechi e pure a debito (!), trascurando il risparmio, le regole del mercato e le tasse che ognuno per la sua parte sono la base per dare risorse agli investimenti, alla ricerca, all’innovazione ed alle garanzie sociali, ha prodotto questo disastro economico-finanziario.
Purtroppo nei discorsi di Obama questo concetto compare, ma poi nei fatti…
Intanto in USA ci sono 30 mln che hanno perso il lavoro ed i fondi asiatici stanno abbandonando le partecipazioni nelle banche.
Roberto,
perchè andare a guardare la Cina, l’Italia è un paese densamente popolato (in rapporto alla sua orografia) eppure solo tre città superano il milione di abitanti, e i nostri piccoli comuni
(se non sono troppo piccoli) garantiscono una buona qualità della vita. Ma di indipendenza non si può parlare.
Non si può parlare di indipendenza energetica anche se si può integrare la rete principale con una microgenerazione locale basata su vari sistemi.
Non si può parlare di indipendenza alimentare
Non si può parlare di indipendenza produttiva, l’Italia è famosa per i suoi comprensori industriali ad alta specializzazione.
Non si può parlare di indipendenza scolastica, il disastro generato dalle piccole università locali è sotto gli occhi di tutti.
Non si può parlare di indipendenza nella ricerca perchè oggi richede centri di eccellenza che attirino importanti investimenti.
Non si può parlare di indipendenza sanitaria ospedaliera per malati acuti (ma si deve arrivare all’indipendenza locale dell’assistenza di lungo periodo).
….
….
….
Il problema che vedo è che il mondo di oggi è diventato estremamente più complesso e per molti è difficile non perdersi, se poi oltre alle difficoltà delle complessità
ci aggiungiamo le trappole di chi trae profitto dai comportamenti delle masse è chiaro che evitare di finire in pasto agli squali è assai difficile.
Diciamo che tu auspichi di ritornare ad un mondo più semplice, io, non credendolo possibile, auspico un uomo più consapevole che sia capace di navigare in un mare più grande.
un saluto
Il Cuculo
L?ALTRA AMERICA
E’ l’“altra America” che si
ammala di mal di schiena, artriti e crampi, che vive malata per non morire di fame,
che compra il cibo in supermercati per cifre che sono una “vera e propria
estorsione” (Ehrenreich 2002, p. 31), che fa arricchire gente che “ha un sacco di tempo da perdere” (Ehrenreich 2002, p. 31), che vive per la strada per consentire ai
suoi strozzini di vivere in vere e proprie regge. Sono le donne di quest’“altra
America” che crescono ogni giorno in numero e sofferenze. C’è solo una cosa da
fare per cambiare questo stato di cose: “educate, agitate and organize”: educare,
contro-informare ed organizzarsi. E quando “i poveri che lavorano si stuferanno di
ricevere così poco in cambio e pretenderanno di essere pagati per ciò che valgono
la rabbia esploderà e assisteremo a scioperi e distruzioni. Ma non sarà la fine
del mondo e, dopo, staremo meglio tutti quanti” (Ehrenreich 2002, p.153).
Francesca Coin
Bibliografia
B. Ehrenreich, Bait and Switch. The (Futile) Pursuit of the American Dream,
Metropolitan Books, New York 2006.
B. Ehrenreich, Nickel and Dimed: How (Not) Getting By in America,
Metropolitan Books, New York (trad. it. Una paga da fame, Come non si
arriva a fine mese nel paese più ricco al mondo, Feltrinelli, Milano 2
Ciao Andrea.
I passaggi da te riportati e ricavati dal mio post sembrano, almeno apparentemente, in contraddizione: da una parte infatti auspico un rinnovamento delle menti e delle coscienze ed inneggio ad una maggiore equità sociale e dall’altra individuo nell’INTERESSE ECONOMICO dei soggetti, lo strumento potenzialmente idoneo per produrre quel rinnovamento da noi auspicato, pur sapendo che è stato proprio l’ INTERESSE ECONOMICO, spinto agli estremi, il fattore determinante nella crisi. Tale fattore a mio avviso è ben più rilevante della “finanziarizzazione dell’economia”, che è di fatto solo la conseguenza di un INTERESSE ECONOMICO di alcuni soggetti, associato alla normale evoluzione che si è attutata in uno specifico settore, quello finanziario.
I passaggi da me riportati sembrano apparentemente inconciliabili, sembrano stridere quando vengono posti una accanto all’altro, o uno a servizio dell’altro, soprattutto nell’attuale contesto storico; ma c’è una ragione per cui li ho associati ed essa può essere ricondotta alla mia visione machiavelliana (machiavelliana in senso positivo perchè ritengo che dovrebbero essere utilizzati i mezzi più idonei ed efficaci purchè “trasparenti”). In sostanza non credo che dall’attuale crisi se ne possa uscire con progressività, attraverso la graduale maturazione delle coscienze degli individui: il consumismo ci ha insegnato a ragionare in un determinato modo e i poteri forti, fautori del consumismo e della globalizzazione, non consentiranno questa auspicata progressiva maturazione delle coscienze, non essendo tale ipotesi nel loro interesse. La mia visione è dunque sicuramente più pessimista della tua, anche se spero di sbagliarmi.
Tutto ciò che oggi è ritenuto alternativo mi sembra assai poco attinente alla realtà concreta della maggioranza delle persone (le masse), mi sembra per lo più attinente a delle nicchie di mercato, piuttosto che riguardare i meccanismi di funzionamento della società nel suo complesso; credo, tra l’altro, che molti commentatori e molti analisti, spesso siano portati assimilare la propria esperienza personale (o l’esperienza di una ristretta cerchia di persone, di cui magari fan parte) con i comportamenti e le abitudini delle masse (…anch’io spesso faccio questo errore..): sono a volte cose molto diverse.
Forse ho una considerazione esageratamente negativa della società che mi circonda, ma ciò è probabilmente dovuto alla mia esperienza in ambito professionale e all’attività di mia sorella insegnante: osservo infatti ogni giorno le abitudini di consumo degli individui e i loro processi di scelta (ad esempio in ambito finanziario, ma non solo) , sento poi mia sorella e i suoi colleghi parlare delle problematiche del mondo della scuola che sempre più spesso sono inerenti all’atteggiamento emulativo dei bambini nei confronti dei modelli proposti dai media…a riguardo di tale problematica però la scuola sembra essere assolutamente impotente! e la cosa probabilmente è ancora più grave di quanto appaia se consideriamo il fatto che quei bambini, un domani, saranno a loro volta dei genitori o degli educatori… una situazione in sostanza che si avvita su sè stessa governata da chi perora la causa del consumismo e della globalizzazione!
Per questo mi sento di affermare che troppe cose dovrebbero essere SRADICATE CONTEMPORANEAMENTE dall’attuale sistema perchè la politica dei piccoli passi e delle maturazioni progressive possa produrre degli effetti sostanziali nella società… troppe cose, e non ritengo che ciò sia possibile.
Non posso essere d’accordo quando si afferma che:
“Prendiamo ad esempio i gruppi di acquisto solidale, dove spesso molti partecipano solo per averne un chiaro vantaggio economico, che nasce dalla possibilità di accedere a prodotti di prima qualità, saltando la filiera della distribuzione, ma che necessariamente non porta ad un interessamento reale e consapevole delle motivazioni strutturali e morali di questo tipo di scelta, pur in presenza ripeto di un chiaro vantaggio economico”
Credo invece che questo sia un ottimo punto di partenza da dove iniziare.. per insegnare e per imparare… Questo è il modello di apprendimento più efficace nell’epoca attuale! dobbiamo imparare quindi ad utilizzare a nostro vantaggio gli strumenti propri dei nostri antagonisti: “la reciprocità e la condivisione” arriverà dopo, ma arriverà, anche perchè il “pattern dell’inclusività” è un problema che non riguarda sicuramente le nicchie bensì le masse.
Poi non dovremmo mai dimenticare il fatto che.. a chi è affamato, perché è rimasto senza lavoro, non interessa se un bene è stato prodotto in modo equo e sostenibile, l’importante è che costi il meno possibile in modo ad poterlo ottenere… poi quando si sarà sfamato potrà essere probabilmente pronto per incominciare a conoscere ed apprendere i connotati di un nuovo mondo.
Per finire… il Cuculo ha centrato il problema quando scrive:
“Riuscirà una melassa sociale lobotomizzata ed anestetizzata a riuscire a riprendersi un po’ di autonomia di pensiero e di dignità politica e quindi anche di rilevanza economica prima che il livello di sofferenza sociale sia talmente elevato da creare i presupposti per una
nuova stagione di sommovimenti sociali?”
La mia risposta è NO per quanto ho sopra indicato
…E’ chiaro che in merito alla problematica di cui stiamo discutendo ho una mia visione/soluzione che cercherò quanto prima di spiegare.
Intanto un caro saluto a tutti
Renzo
Buonasera a tutti.
Voglio intromettermi tra le discussioni di -Il Cuculo- (concordo con il #4) e -Roberto RE- sull’autosufficienza energetica.
Il grosso problema per raggiungere l’autosufficienza energetica è la produzione di energia elettrica, ci sono diversi problemi tecnici da risolvere per “arrivarci”; e naturalmente parlo di comunità abitative e non di distretti industriali (è un problema loro “procurarsela” se vogliono “produrre”!!!!!).
Se fosse necessario poteri fare diversi esempi pratici per raggiungere una percentuale molto alta di autosufficienza energetica, ma…….non sono sicuro che vi soddisfino!!!! o vi piacciano!!!! hehehe.
Un saluto
SD
P.S. La legna è ottima, ed anche i motori a ciclo termodinamico (ad esemplio Stirling, Brayton)
SD,
hai scoperto la stufa a legna e la turbina a gas? cosa ci proporrai di innovativo domani?
ciao
Il Cuculo
Per -Il Cuculo- #22, per fortuna che sono solamente io “un burlone”……lo Stirling non è una turbina a gas…..o mi stai prendendo in giro hehehe.
Oggi vi propongo un “aggeggio” SuperTecnologico dal nome complicatissimo la Pompa Fluidodinamica…..è l’ultimo modello di pompa per acqua a consumo ZERO; la usava mio NONNO (e la chiamava Pompa Ariete) per pompare l’acqua in casa….e bagnare l’orto hehehe.
Ri-saluto
SD
Dimenticavo…la pompa funziona ancora!!! basta fare manutenzione ordinaria.
SD
Hiiii come sei pignolo,
il Brayton-joule è una turbina a gas … o no?
lo Stirling un simpatico gioco per laboratorio di termodinamica, ne ho costruito uno al 2° anno di Fisica…
Il cuculo
x #18 Il Cuculo
Io condivido quello che dici riguardo il fatto che l’Uomo deve imparare a navigare in un mare più grande, ma purtroppo mi sembra che questo stia diventando un oceano, mentre i mezzi a disposizione dell’uomo stiano diventando barchette a remi.
Cerchiamo una via di mezzo, aumentiamo la capacità dell’uomo di navigare, ma o gli diamo una nave o rimpiccoliamo l’oceano.
Saluti
Roberto RE
GUFI E RONDINI
Mai fidarsi dei gufi a senso unico…con agile piroetta e sfrucugliar di penne, si trasformano talvolta in rondini festose…
La notiziona del giorno, anzi del mese, anzi del trimestre: Krugman, il re dei gufi, ritiene che la recessione possa TERMINARE ENTRO L’ESTATE!
http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=ayAXvw0Mc3CY
“I would not be surprised if the official end of the U.S. recession ends up being, in retrospect, dated sometime this summer,” he said in a lecture today at the London School of Economics. “Things seem to be getting worse more slowly. There’s some reason to think that we’re stabilizing.”
E non manca una piccola sviolinata anche per l’attivismo della FED ! :
“he U.S. Federal Reserve’s efforts to stabilize markets — measures that have swelled the central bank’s balance sheet — have helped, Krugman said. “A lot of the spreads in the markets have come down” and “the acute financial stuff seems to have come to a halt,” he said….
ogni commento è fuori luogo…!
ad maiora
Gabriel
Praeterea, censeo Chartaginem delendam esse…*S*, pertanto:
NON COMPRATE TITOLI A TASSO FISSO A MEDIO O LUNGO TERMINE!
PS Il mercato azionario americano si compone in realtà di due differenti mercati: quello delle prime ore di contrattazione, e quello dell’ultima ora : nell’ultima ora, specie nell’ultima mezz’ora, approfittando della progressiva rarefazione degli scambi, le Moire ci mettono la manina, amplificata da derivati ad alta leva, e con impeccabile maestria rovesciano il trend di mercato a loro piacere…
grande!
( vale in realtà anche il contrario: sui mercati europei della mattina, le Moire esercitano la loro influenza manipolando facilmente i bassi volumi dei futures americani di pre-apertura ( a borsa americana ancora chiusa), con ovvio effetto sui còrsi dei mercati europei….)
Mi sono divertito a costruire due grafici dello S&P 500 da marzo in poi, uno con il corso dei mercati delle prime ore di contrattazione escludendo l’ultima mezz’ora, e confrontandolo con l’altro, relativo solo agli ultimi 30-40 minuti di contrattazione…
spettacolare implacabile azione delle Moire!
Sono invincibili!
……Notizia del secolo Gabriel, del secolo!
Tempo fa Krugman é stato invitato ad una cena alla Casa Bianca e ricordo che sul uo blog scrisse che non aveva nulla da raccontare…nulla da dichiarare!
E’ assolutamente affascinante osservare come la cosidetta “mano invisibile” del mercato verso la fine di ogni seduta si sforzi di sostenere a qualunque costo, la fragile navigazione di questa piccola illusione, mani sapienti sostanzialmente derivate che accompagnano da tempo l’ottimismo che non vuol sentir ragione!
Andrea… a domani Renzo sto crollando nei sogni…….
Oggi a scrivere è ANNE BONNY, sarò lunga ma devo esprimere un po’ di impressioni sull’ incontro a Trento. Mando un caloroso abbraccio
all’ aroma di rum, a tutta la ciurma sbarcata a Trento per l’incontro!!. Mi scuso per non aver più partecipato a discussioni e riflessioni, ma il soggiorno tra le montagne mi ha portato a intense rapine etiche e morali, ogni pirata ruba ciò che può!!! (o vuole ). Però orinare,catalogare e filtrare, richiede tempo e dedizione !!!. Un piccolo, grande tesoro che ho trovato sulla mia (nostra) sotta è “ Etica per un figlio” di Savater, che mi ha particolarmente aiutato a cercare e creare una mia dimensione per evolvere le riflessioni (magre ed insipide) in materia economica. Già nei primi capitoli mi fornisce piccole pillole energetiche; “ Certe cose ci risultano utili e le chiamiamo buone perché ci fanno bene ; altre invece ci fanno molto male e queste le chiamiamo cattive. Sapere che cosa ci è utile , ossia distinguere tra bene e male è una conoscenza che tutti cerchiamo di acquisire perché è vantaggiosa. (…) Le cose sbagliate a volte risultano più o meno positive, e le cose giuste a volte sono all’apparenza del tutto negative… e ancora .. “ Se non conosco né me stesso né il mondo in cui vivo, la mia libertà si scontrerà prima o poi contro la necessità.
La nostra libertà è una forza nel mondo, la nostra forza. La libertà non si identifica con l’onnipotenza. Sembra meglio riflettere bene su quello che facciamo e cercare di acquisire un certo saper vivere che ci permetta di scegliere bene. Questo saper vivere o arte di vivere è ciò che chiamiamo etica”. A riguardo Fromm dice:” Nell’arte di vivere, l’uomo è insieme l’artista e l’oggetto della sua arte, lo scultore è il marmo il medico è il paziente.”
Mi hanno colpito come palle di cannone anche queste altre frasi di Savater: “ Coliche si limita a sfuggire alla punizione e a cercare la ricompensa che altri gli offrono, in base a norme stabilite da costoro, non è che un povero schiavo.
La vita è fatta di tempo , il nostro presente è pieno di ricordi e speranze.”
E questo è solo l’inizio !!!
Ma forse ciò che più mi piace e coinvolge è il tono confidenziale, il linguaggio semplice ed armonioso, come deve essere tra padre e figlio, tra educatore ed adolescente, un colloquio che parla di economia e vita, un discorso infinito e profondo che in passato non ho mai potuto pienamente capire ed ascoltare.
Per questo da liceale appoggio in sincronia l’idea di portare incontri di etica economica nelle scuole, anche se uno studente su 100 capirà, cambierà e crescerà; ma sarà uno più libero e consapevole; se continui a trattare da “deficiente” uno che non lo è prima o poi lo diventerà !!! Bastano quelli che ci sono !!!!
Madre Teresa scriveva : “ Ieri è trascorso. Domani deve ancora venire. Noi abbiamo solo l’oggi. Se aiutiamo in nostri figli ad essere ciò che dovrebbero essere oggi avranno il coraggio necessario per affrontare la vita con maggiore amore.”
Un’ alta mia piccola realtà che voglio condividere con voi : in uno dei molteplici incontri sulla droga imposti alle classi dal nostro dirigente scolastico, un educatore (che mi sembra provenisse dal Sert) ci ha muniti di un libretto, in carta riciclata, intitolato” Mini guida al consumo critico e al boicottaggio” questo opuscoletto che già metà della classe ha rimosso o perso ( sarei pronta a giurarlo ), è assolutamente indispensabile per la formazione di un adulto coscienzioso e pronto per affrontare un propria vita familiare indipendente; peccato che sia più facile scegliere di essere schiavi manipolati piuttosto che liberi e “incasinati” !!!.
Grazie Andrea, Grazie ciurma , quando leggo e scrivo con Voi mi sento sempre più ricca chissà come mai ??! Non sarà che metto sempre mano ai vostri portafogli ??!!
Riparto con il mio galeone fantasma ma vi tengo d’occhio !!!!!
Un saluto particolare ad Alessandro e Cristina di Cagliari che stimo concretamente non solo per il loro mare!, A Vincenzo (Carpe Diem ) a Barrai e al Capitano dai Vostri modi ho capito molto ma ho ancora tanto da imparare, onda su onda anche contro vento!!!
Al prossimo saccheggio Grazie a Tutti !!!
p.s. E’ solo Grazie a ccp che con il suo discorso sulla Chiquita ha risvegliato in me, la voglia di rispogliare quel piccolo, grande tesoro, d’oro colato della Guida !!! Grazie anche a Lei mi ha davvero colpito e aiutato con stima
Anne Bonny
Buon viaggio a presto e ricordate : I Pirati sono ladri d’ onore !!!!
E dopo dicono che le giovani generazioni sono basse maree che diventano con il tempo aridi laghi salati……..
Ho passato la vita con i giovani, sono perle, vanno aiutati, incoraggiati, sostenuti, ci vuole dialogo, passione, ascolto, umiltà, voglia di giocare, di mettersi in gioco, di credere in loro, di “perdere” tempo, di donare il proprio tempo.
La ricompensa è incommensurabile, esponenziale, sublime!
Giocate con i Vostri figli, con i Vostri Nipoti, parlate della Vita!
Se sento ancora qualcuno che parla dei giovani come di un oceano senza speranza raduno un banchetto di piranha e pescicani e lo mando a confezionare carne trittata!
Un abbraccio Anne Bonny, Icebergfinanza, i suoi compagni di viaggio, ti accompagnano sulle rotte della Vita!
Andrea
Montecristo:
Adesso anche Padoa schioppa è d’accordo per una nuova moneta unica mondiale.
“E dopo dicono che le giovani generazioni sono basse maree che diventano con il tempo aridi laghi salati…….. Se sento ancora qualcuno che parla dei giovani come di un oceano senza speranza raduno un banchetto di piranha e pescicani e lo mando a confezionare carne trittata!
Andrea…ritengo che tutto dipende dalla qualità degli educatori ma oggi i principali educatori sono i media… non la scuola, non i genitori.
Posto ora una parte di un altro mio post particolarmente attinente al thread qui trattato:
Etica & Finanza
Da buon critico, poco avvezzo a seguire le rotte maggiormente battute, incalzo nuovamente Andrea e tutti i compagni di viaggio, questa volta sull’argomento in oggetto.
In un mio precedente post affermavo perentoriamente che “il mondo non potrà cambiare fintanto che la finanza avrà cessato di esistere in quanto non più necessaria”
Sembra una sparata senza fondamenti, ma così non è, e una delle tante ragioni che giustificano tale affermazione riguarda appunto l’inconciliabilità tra etica e finanza.
Forse proprio perché ci opero in mezzo ormai da molti anni, considero i mercati finanziari la BISCA di quel mondo assolutamente imperfetto che è il CAPITALISMO; potremmo quindi palare del parte peggiore di una cosa che è già di per sé imperfetta, considerando che i presupposti del capitalismo (ossia la LIBERA CONCORRENZA che normalmente prescinde dall’ETICA), comportano la generazione costante di una miriadi di piccoli danni, (danni che la casualità, intrecciata con l’astuzia e l’ingordigia di alcuni soggetti, qualche volta colpiranno noi in prima persona, altre volte gli altri…) che prima o poi sfoceranno inevitabilmente nel danno irreparabile e definitivo. Ed è probabilmente ciò che sta avvenendo.
Si badi, non sono un nostalgico comunista, per favore… un’economia pianificata che realmente funzioni potrebbe essere prerogativa solo di pochi geni illuminati, oltretutto santi, che ritengo non siano assolutamente rintracciabili nel mondo reale.
Nulla in finanza può essere considerato etico, non solo perché si debba considerare il mondo della finanza una bisca dominata dall’imbroglio e dall’azzardo, ma perché in finanza NULLA E’ CERTO, perché su tutto inevitabilmente domina la VARIABILE TEMPO, e nessun analista, per quanto bravo, possiede il dono della preveggenza. L’ ETICA, al contrario, presuppone una RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DI NOI STESSI E DEGLI ALTRI, ma la responsabilità non può prescindere da un MINIMO GRADO DI CERTEZZA, altrimenti le scelte etiche o i comportamenti etici sarebbero alla stregua di semplici ed inutili scommesse.
Senza guardare necessariamente ai prodotti strutturati, che tra elevate commissioni implicite, gli abnormi spread denaro lettera, l’elevata complessità e la scarsa trasparenza dei parametri di indicizzazione, l’imponderabilità della solvibilità degli emittenti e dei garanti, solitamente ben poco hanno a che fare con ciò che è etico, pensiamo all’ABC della finanza e così potremmo meglio comprendere il perchè dell’inconcigliabilità tra l’etica e la finanza. Propongo alcuni quesiti per comprendere meglio:
1) è etico emettere (o consigliare) una obbligazione a medio lungo termine attestando che il capitale è garantito dall’emittente, quando sappiamo che l’emittente in quel termine temporale potrebbe fallire non una ma N volte e che durante la vita l’obbligazione avrà sicuramente una volatilità simile a quella di un titolo azionario? Tale strumento “a capitale garantito” non sarebbe più realistico definirlo “investimento scommessa” idoneo ai soli speculatori/scommettitori e quindi non certo adatto all’investitore prudente?
2) Per quanto invece riguarda le obbligazioni a breve termine… è etico emettere (o consigliare) un bot trimestrale quando l’emittente, lo stato italiano, si sa già che per onorare quel debito dovrà emettere dell’ulteriore debito essendo incapace di onorarlo in una diversa maniera?
3) E ancora per il mercato azionario…veramente riteniamo che possa essere considerato etico un’eventuale consiglio di acquisto rivolto ai risparmiatori che riguardi un titolo azionario (oppure un indice borsistico…) che, a seguito di una nostra o altrui analisi, possa essere considerato sottovalutato? Se effettivamente siamo in grado di fare una analisi appropriata e rilevassimo tale sottovalutazione, l’etica non ci imporrebbe di non acquistare quel titolo in modo che al detentore pro tempore ne sia impedita la vendita e conseguentemente possa beneficiare dei frutti dell’eventuale rivalutazione? Non sarebbe questo (il non acquisto in caso di sottovalutazione..) l’unico comportamento veramente etico da consigliare?
4) Oppure..cosa c’e di etico nel proporre (o consigliare) dei titoli azionari, quando sappiamo già a priori che la società sarà guidata da un consiglio di amministrazione che sarà necessariamente espressione della compagine societaria di maggioranza e che certo non avrà tra le sue priorità la tutela degli interessi dei soci di minoranza, ossia quelli dei risparmiatori?
I MERCATI FINAZIARI SE FOSSERO ETICI SEMPLICEMENTE NON ESISTEREBBERO! Questo concetto a mio modesto parere è talmente chiaro e palese… anche se in passato anch’io pensavo potesse aver senso parlare di finanza etica.
Potremmo auspicare una finanza senza imbrogli o imbroglioni, potremmo pure auspicare che sul mercato vengano trattati esclusivamente strumenti di investimento trasparenti e“non truffaldini” ma questo non ha nulla a che vedere con un concetto (che non esiste) di finanza etica in quanto l’ETICA E’ RESPONSABILITA’ e la RESPONSABILITA’ presuppone CERTEZZE, e le certezze non sono connaturate alla finanza!
Sintetizzando l’ETICA presuppone RESPONSABILITA’, ma la RESPONSABILITA’ presuppone una RAGIONEVOLE CERTEZZA… la finanza non può essere dunque etica perché difetta del requisito della certezza e si fonda sulle scommesse e sull’azzardo, su quell’incertezza e quell’imponderabilità che sta alla base di un qualsiasi strumento finanziario.
Non è questa, Andrea, una velata critica al tuo ottimo lavoro (e che si tratti di un ottimo lavoro non deve certo “certificarlo” BORSA E FINANZA.. che non leggo più da una vita, come non leggo molta altra stampa specializzata, dopo averne letto quintalate) o al concetto che porti avanti nel tuo blog, è solo una precisazione sull’inflazionata e inappropriata definizione di “finanza etica”… la finanza non può in alcun modo essere etica!
Un saluto
Renzo
che tutto dipende o che tutto dipenda?
E per fortuna che stavo parlando di educatori!! Non sarà nè il primo nè l’ultimo strafalcione, statene certi!
Un saluto
Renzo
“E dopo dicono che le giovani generazioni sono basse maree che diventano con il tempo aridi laghi salati…….. Se sento ancora qualcuno che parla dei giovani come di un oceano senza speranza raduno un banchetto di piranha e pescicani e lo mando a confezionare carne trittata!
Andrea…ritengo che tutto dipende dalla qualità degli educatori ma oggi i principali educatori sono i media… non la scuola, non i genitori.
Può darsi Renzo, non ho nessuna certezza …ma i nostri educatori sono stati e sono per le nuove generazioni,ciò che permettiamo essi siano!
Perché l’unico dovere che abbiamo nella vita è quello di non essere imbecilli..
Dal latino baculus, che significa “bastone” e imbecille è colui che ha bisogno del bastone per camminare.. E’ uno che non zoppica nei piedi, ma nell’animo: è il suo spirito che è debole e zoppeto, anche se il suo corpo fa giravolte di prima classe” ( F.Savater. Etica per un Figlio).
Grande libro davvero, grazie Anne Bonny.
Quindi tutti tendiamo ad essere imbecilli e il nostro compito, lungo una vita, è quello, non risparmiandoci, di esserlo sempre meno..un compito impegnativo che non può e non deve essere delegato a nessuno,in modo aprioristico o totalizzante.
La Vita è apertura ed esperienza, nulla di preconfezionato..così la conoscenza..la consapevolezza..ben diversa della conoscenza…perché si può conoscere senza essere consapevoli, in tal caso altri scenari si delineeranno.
Tutto per dirti che credo,ho sempre creduto nell’uomo e nelle sue umane potenzialità, ed ogni ragazzo…fanciullo che incontriamo è come se fosse nostro figlio, ciascuno di noi ha delle responsabilità verso chi incontra sul proprio cammino…e tutto e buona parte si..mi spiace ricordarvelo, ma forse l’abbiamo dimenticato, parte dalla Famiglia, troppo spesso lasciata sola, troppo spesso trascurata. Parte da Noi, Uomini e Donne di oggi, genitori di domani.
Ed i figli(in senso lato) non sono i nostri figli ma semplicemente i figli della Vita
è come se fossero
una delicata pianta da “curare” amorevolmente…nel tentativo di fornirgli radici ben radicate e ali forte per Volare oltre il comune senso di consuetudine!
Piccoli, grandi individui prima da proteggere,
(ma non troppo) e poi da lasciare andare-…
Noi sicuramente non ne vedremo i frutti… come spesso ci ricorda sempre Andrea…ma a queste nuovi generazioni toccherà disegnare una gran fetta di storia! Ed necessario fornirgli gli strumenti per poterlo fare….e questo compito non si può certo delegare alla scuola o solo alla scuola…
E nessuno escluso può esimersi da questo compito!
Per cui mi sento di ribadire…
Perché l’unico dovere che abbiamo nella vita è quello di non essere imbecilli…-
E gli educatori saranno quelli che noi permetteremo siano..
Per cui non può che far bene spegnere la televisione da subito ai propri figli, comprargli libri
E colori ancor prima che inizino a leggere e a colorare…
…e con quei colori Vi assicuro coloreranno una vita”!
Nulla di semplice e scontato in questo percorso, disseminato di errori, ma l’importante sarà camminare facendolo insieme! ( e non è un’utopia)
“ Un giorno, dopo aver conquistato il vento, le onde, le maree e la gravità, saremo in grado di
comprendere le energie dell’amore. In quel momento, per la seconda volta nella storia del mondo, l’uomo avrà scoperto il fuoco.”
Pierre Teilhard De Chardin
P.s nessuno potrà sradicare
dalla mia mente la profonda convinzione, prima di questo viaggio forse un po’ assopita, che tutto,tutto..finanza inclusa è il prodotto delle nostre azioni..di ciò che siamo, di ciò che pensiamo di essere,di ciò che abbiamo la forza di essere,
delle manipolazioni che accettiamo di subire, è nel modificare ciò che siamo, le nostre
scelte…l’atto veramente rivoluzionario!
Un caro saluto Compagni di Viaggio
buon Week..:-)
Valentina
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