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OH!UH! CHE SORPRESA…….NEL CAMPO DEI MIRACOLI!
“The income side of the economy, with profits down for four straight quarters and employment falling, looks like a recession,” si legge su Bloomberg!
Redditi fantasma, puntualmente divorati dal’inflazione determinata dalle politiche monetarie della Federal Reserve, attenta in tempo di elezioni a evitare una recessione a Wall Street ( missione fallita, come sempre in passato ) a scapito della classe media Main Street!
“The GDI numbers raise the potential that GDP is overstating growth.”
La reale situazione dei redditi ci dice che il GDP sovrastima la crescita, ma questo economisti e analisti a scuola non lo hanno studiato!
La differenza tra GDI e GDP, quel 1,9 % , è la più marcata e sensibile differenza dalla seconda guerra mondiale, i profitti della corporate americana sono scesi del 7 % anno su anno a giugno, il più evidente declino dalla recessione del 2001 e per fortuna che la svalutazione del dollaro ha sostenuto le esportazioni!
Si siamo cresciuti di un 3,3 % di fantasia, viviamo nel passato dimenticando il presente e il futuro, la disoccupazione, i consumi, gli investimenti, l’inflazione e preferiamo sognare le esportazioni, i rimborsi fiscali, gli inventari e tutto ciò che droga artificialmente i numeri di un’economia malata.
Credo che Voi tutti vi ricordate del grafico relativo all’andamento del GDP vs CPI pubblicato nell’ultimo post e quello evidenziato nel tondino assume la rilevanza di una sconessione che alcuni associano alla "mascella della morte" una sconnessione, una mascella destinata sempre prima o poi a chiudersi in maniera difficilmente indolore
In un suo post recente PAOLO BARRAI che vi consiglio di leggere, ci ricorda come alla stessa maniera oggi il VIX e lo USD 5 Yr Swap Spread stiano danzando nella mascella della morte. Da non perdere!
Sempre su Bloomberg si legge che secondo un economista della Fed Jeremy J Nalewaiik in una relazione scritta nel dicembre 2006 federalreserve.gov il reddito adeguato all’inflazione ha sempre segnalato puntualmente l’inizio di ogni precedente recessione, piuttosto che il tasso di crescita in termini reali del PIL, ma questo non interessa a nessuno ad un sistema tutto orientato a circondare la realtà con una fitta coltre di nebbia.
Un lettore mi ha chiesto per quale motivo negli ultimi anni il GDI ha subito un vero e proprio crollo mentre i mercati hanno registrato spesso performance stellari! Nessuna risposta supportatta da grafici e modelli per rispondere, se non che spesso come oggi i mercati non sono in grado di riflettere la situazione reale, ma prima o poi arriva sempre il momento della verità.
Questa è spesso l’efficienza dei mercati, la fine del paradigma che sempre e comunque i mercati sono efficienti.
Le disparità tra redditi e crescita prima o poi tendono sempre a convergere, ma la moltitudini di metodi utilizzati per il loro rilievo spesso tende a non convergere. La variabile delle esportazioni ha contribuito a questa "distorsione" evidenziate direttamente nel GDP ma solo indirettamente del GDI.
Dal WSJonline scopriamo una interessantissima visione da parte della Federal Reserve secondo la quale nelle minute del meeting relativo al Maggio del 2007 è da evidenziare nell’incertezza dei segnali dall’economia…." il modo migliore per conciliare il rallentamento della crescita nel corso degli ultimi anni con la preformance relativamente forte del mercato del lavoro…….
“discussed how best to reconcile the slowdown in output growth over the past year with the relatively strong performance of the labor market.” “This apparent tension could partly reflect measurement issues; in particular, participants noted that the more-rapid gains in estimates of gross domestic income over this period might better capture the pace of activity than the modest advances in measured GDP,” the minutes said.
Quindi oggi sappiamo che il GDI assume maggiore considerazione nel determinare l’andamento economico di una nazione!
Venerdi mattina scrissi che ……..
"Da notare che se invece di utilizzare il GDP classico utilizziamo il cosidetto GDI ovvero il Gross Domestic Income visto come la somma dei costi sostenuti e il reddito ricavato nella produzione del PIL siamo in una recessione ufficiale!"
…..e solo venerdi pomeriggio dopo i dai relativi ai redditi personali e delle imprese in America, Bloomberg e i maggiori quotidiani americani tra cui il WSJ e il NYT hanno pubblicato il riferimento al GDI, questo è Icebergfinanza, sempre e comunque con la punta della prua avanti anche solo di un istante.
Se desideri sostenere questo viaggio, se credi nelle analisi e nelle visioni di Icebergfinanza, uno dei pochi ad aver compreso dall’inizio gli squilibri di questo tempo, lascia il tuo contributo qui sotto, libero come sempre, di esprimerti come meglio credi, basta veramente poco. In fondo un ulteriore stimolo a proseguire con la stessa intensità questo viaggio.
Grazie ad Andrea sto abbastanza bene in riva al fiume, mi sto un pò annoiando però. I pesci non abboccano più. Intanto i figli crescono e lo stipendio precario frana a vista d’occhio (o per meglio dire a vista reale-inflazione).
Cash is king, gold is queen ma i poveretti sono sempre più poracci. Saluti a tutti.
Non esiste nulla al mondo che può sostituire la Serenità e la Felicità di un uomo e di una donna, di una Famiglia, ne la ricchezza presunta prodotta dal PIL ne tutte le illusioni che questa società produce!
Al di là dell’indigenza economica di ognuno di noi, i sotterranei dell’Umanità quotidianamente ci inviano segnali di dignità, di speranza!
Andrea
Andrea,
complimenti per il lato umano, ormai oggi sembra una merce rarissima, se provassimo a riprodurla sono convinto che tante cose si sistemerebbero e troveremmo molta serenita in noi e nei rapporti con gli altri.
Massimo
Meglio andare a raccogliere le olive a cottimo che pensare di essere un Giuliacci dell’economia. Pensavo: dollaro a 1.75, petrolio a 200$, oro a 2.000$, borse a – 30%. Penso proprio che mi dedicherò a olive, olio, bruschette e (per gentile concessione) mi dico vaffangraficodimacro. Saluti.
Ciao,
articolo molto interessante che però non chiarisce la visione futura.
Mi spiego meglio, siamo nel mezzo di un crisi e la tua analisi lo conferma ma non dà altri spunti. Ovvero che il dato del PIL americano fosse drogato dall’export per il dollaro così basso lo sapevano anche i sassi.
Il mercato ha reagito positivamente perchè non aspettava altro, come reagirà negativamente quando uscirà il prossimo dato ai più poco confortante.
Cosa prevedi possa succedere, quali azioni andrebbero intraprese. Non so’ ma mi sembra un eccesso di catastrofismo un pò come quello che vedono il pil americano al 3,3 e dicono siamo usciti dalla crisi.
Comunque bravo e complimenti è interessante
L’illusione collettiva sembra prendere piede: il sistema finanziario e con esso le borse festeggiano la conferma che il Tesoro USA è disposto a far girare le rotative pur di tenere a galla le quotazioni, anche a costo di generare inflazione.
Del resto, il fatto che i titoli azionari siano rappresentativi di valori reali sottostanti implica che le quotazioni possano crescere anche in presenza di alta inflazione, allineandosi al nuovo livello dei prezzi. Quelli che non si allineano in assenza di meccanismi tipo scala mobile sono i salari e di conseguenza i livelli di consumo dei lavoratori dipendenti. Potremmo vedere nei prossimi anni uno scenario di alta inflazione monetaria, perdita di potere di acquisto dei salari, possibile riduzione dei livelli di profitto delle imprese, che peraltro incasserebbero le stesse somme dalla vendita di minor quantità di prodotti a prezzo più elevato.
In prospettiva, l’aumento del debito USA potrebbe portare a una perdita di influenza degli Stati Uniti sullo scacchiere geopolitico, ma considerando l’enorme potenziale di quel paese, e le sue riserve di materie prime, siamo a mio avviso ben lontani da un crack. Il prezzo da pagare potrebbe essere per gli USA la cessione di asset ai fondi sovrani dei maggiori creditori (Cina, paesi OPEC e Giappone)
Diverso il caso italiano: a parità di debito pubblico/PIL (intorno al 100% per l’Italia e gli USA) penso che un paese come il nostro rischia nel contesto attuale di essere vaso di coccio tra vasi di ferro, il che vuol dire che potremmo vedere grosse difficoltà per i titoli di Stato italiani, e dunque una stretta feroce dal lato della spesa pubblica, che da noi come tutti sanno si concentra nei tre settori pensionistico, sanitario e della Pubblica istruzione.
Dal punto di vista macroeconomico, credo invece che la crescita della domanda degli ex-poveri abitanti dei BRIC terrà alto il livello degli utili dei maggiori produttori in settori come i farmaceutici, l’automobile e i beni di consumo durevoli (white goods), data la loro capacità di delocalizzare la produzione.
Guido
Per quanto riguarda l’ultimo commento, posso solo aggiungere che l’America “era” un paese ricco di materie prime.
Non di petrolio, essendo ormai in fase estrattiva declinante già ormai dal 1970, e ora importa il 70% dei cosumi giornalieri.
Dovrebbe avere un sacco di carbone, invece gli ultimi report dicono che da punto di vista qualitativo il carbone esistente è molto scarso. Dal punto di vista di energia integrata, anche se rimettessero in funzione le loro miniere a pieno regime e ne aprissero altre, non riuscirebbero comunque a superare il flusso energetico attualmente fornito da petrolio. E questo senza mettere in conto che il carbone richiede costi maggiori in termini di estrazione, trasporto e trasformazione, divorando in pratica un bella fetta della propria energia.
Non di gas. Il gas ormai lo ha letteralmente finito. fra quattro anni sis tima che la produzione interna USA crollerà della metà. Non so se ci rendiamo conto.
Insomma, l’attuale crisi finanziaria ed economica USA mi sembra guidata da una “portante” pluridecennale mondiale molto robusta, questa portante si chiama penuria energetica, in primo luogo di Petrolio, in secondo luogo di Gas, in terzo luogo di carbone.
E mondialmente non stiamo meglio.
Il picco di flusso estrattivo mondiale del petrolio convenzionale, quello light crude, è stato nel 2005. Facendo un paragone, abbiamo toccato il limite della risorsa più pregiata tre anni fa.
Nel 2010 si stima toccheremo il picco di estrazione quotidiana della somma di petrolio leggero, petrolio pesante, e frattaglie varie (gli NGL e il petrolio da sabbie bituminose).
Questo accade perchè la crescita produttiva delle “frattaglie” è tecnicamente (per motivi fisici) più lenta del declino naturale di estrazione del petrolio pregiato, quindi non riesce a compensarla.
Quindi dal 2011 nel mondo dovremmo avere meno energia al giorno del 2010, cioè all’incirca quanta ne avevamo nel 2009.
Non sembra male, invece è pessimo, perchè le nostre economie sono fatte solo per crescere, e i declini si chiamano recessione, disoccupazione, e problemi di tutti i tipi.
Si recupera di solito dalle recessioni stimolando i consumi, le costruzioni, le attività commerciali, in definitiva spendendo più energia.
QUi casca l’asino. Non ci sarà modo di avere più energia, se non cannibalizzando i consumi di qualcun altro, tipo gettando qualche paese produttore nella guerra, facendone crollare i consumi interni e dirottando questo surplus all’esterno. Oppure facendo crollare qualche competitore per le stesse risorse.
Vi ricorda qualcosa?
In effetti, in questi ultimi anni tutti i paesi produttori petroliferi e di gas mondiali sono, in un modo o nell’altro,epicentri di tensioni internazionali, se non teatri aperti di guerra.
L’economia segue sempre le evoluzioni dell’energia. Se questa declina, declina l’economia, e non puo’ che declinare anche la finanza (anche se per un certo periodo di tempo cerca di camminare nel vuoto come Wile E. Coyote).
Saluti
in realtà a segnalare la divergenza tra vix e swap non è paolo barrai
ma il blog http://www.kingfund.blogspot.com
il 28 agosto…
due giorni prima barrai…
io i blog li seguo tutti!
e non mi sfugge nulla ahhahah
ciaooo a tutti!
Nel post di domani cercherò di rispondere a tutte le Vostre domande, sensazioni ad alta voce mentre in lontananza si leva la brezza che precede l’uragano!
Vorrei solo ricordare a tutti coloro che spesso vedono sempre e comunque del catastrofismo nelle mie visioni, che solitamente un pessimista è un ottimista ben informato come i fatti e non le parole in questo blog lo hanno confermato ma che il mio ottimismo reale nasce dall’alternativa a questo sistema!
Continuo a pensare al fastidio di tutti coloro che sono stati svegliati da sogno della crescita infinita, accademicamente basata sul presupposto dell’assoluta infallibilità del pensiero unico e della teoria monetarista!
Ci penso e sorrido!
A domani Andrea!
già…come dice il post numero 10, Barrai ( la cui voce libera e anticonformista è preziosa…! ), oltre ad usare una terminologia impropria e alcune affermazioni piuttosto discutibili, si è dimenticato di dire che la minacciosa “mascella” può chiudersi dall’alto in basso, o dal basso in alto, con effetti opposti, sui mercati…!
quale dei due movimenti sia più probabile, àdelon pantì plèn e to theò…
ad maiora
Gabriel
Scusate, ho dimenticato di firmare il post numero #9
Pierluigi
Salve,
in merito alla divergenza fra GDP e GDI sembra che altri se ne stiano accorgendo.
Vedi articolo: “Output Without Income Is Like a `Virgin Birth’: Caroline Baum”
http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601039&refer=bondheads&sid=adtsDgyT_tgE
Buon lavoro
SB
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Senz’altro, Andrea: sempre in testa all’
AMERICA’S CUP della finanza.
Bill