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CONSOB E FITCH: MANIPOLAZIONE DI MERCATO!
Rapidamente due parole veloci sull’ultimo report delle agenzie del senno di poi, nulla di particolare ma per ricordare a tutti coloro che ci seguono da poco come siano inaffidabili e intrise di conflitti di interesse le agenzie che regalano opinioni che servono solo agli amici degli amici, ovvero i loro azionisti.
Solo un popolo di ignoranti che legge giornalisti, economisti ed analisti faziosi e altrettanto ignoranti può dare credito a agenzie di rating non indipendenti che sbagliano sistematicamente,
non predetti 12 degli ultimi 15 default #Fitch @FitchRatings https://t.co/BI0kFwgyuJ— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) September 1, 2018
Basterebbe solo questo per dimostrare che servono poco o nulla i loro commenti, ma gli ingenui e i fessi in finanza purtroppo abbondano…
Il Wall Street Journal si è divertito a prendere in esame i giudizi delle agenzie di rating relativi agli ultimi 15 default. Quello che sostiene l’articolo, dati alla mano, è che storicamente non sono mai state capaci di prevedere il fallimento di uno Stato. Di fatti, sui 15 default sovrani che ci sono stati dal 1975 ad oggi, in ben 12 casi S&P e Moody’s un anno prima dal default avevano un rating dalla B in su (il rating B esprime un rischio di fallimento del 2% nell’anno successivo).
Vengono elencati alcuni episodi clamorosi, uno ad esempio riguarda l’Argentina e il Brasile, che nel 2001 avevano entrambi lo stesso rating, BB-. La differenza è che l’Argentina era sull’orlo del fallimento, mentre il Brasile dopo qualche anno è diventato una potenza mondiale.
Sempre a beneficio di coloro che ci leggono da poco l’esperienza del 2011 con Moody’s ma non solo…
ITALIA … MOODY’S: LA FRODE DEL RATING!
Vi riporto alcuni passi significativi con mio commento…
“Forse gli investitori non hanno capito più nulla. Sui mercati si è creata una gran confusione. In quel preciso momento ho avuto la netta sensazione che il rischio più grande per un Paese potesse diventare il suo rating”. A parlare è Alexander Kockerbeck, capo analista per l’Italia di Moody’s fino a metà luglio del 2012. Commenta con amarezza quanto accaduto il 13 luglio del 2012, giorno in cui l’Italia viene declassata da Moody’s di due gradini, dalla A3 alla Baa2, calando al rating più basso mai avuto nella storia del rischio sovrano italiano..
Cheeee ho capito bene ? “Forse gli investitori non hanno capito più nulla. Sui mercati si è creata una gran confusione… ma chi l’ha creata questa confusione, chi l’ha alimentata se non le agenzie del rating e un manipolo di analisti prezzolati e qualche idiota che si è divertito a creare panico tra la gente ignara dei fondamentali di questo Paese!
Kockerbeck spiega al Sole 24 Ore perché ha deciso di prendere le distanze da Moody’s e da quello che lui oramai considera un “pericolosissimo circolo vizioso”…
Ma ora ascoltate bene…
Così la racconta: “Io mi metto davanti a un investitore e gli dico: secondo me c’è il pericolo che voi non compriate più i BTp italiani e siccome vedo il rischio che vi comporterete così, allora declasso l’Italia e per molti gradini ma a quel punto gli investitori dicono, siccome l’Italia viene retrocessa di molti notches noi i BTp non li compriamo più. Questa conferma da parte del mercato potrebbe addirittura provocare un ulteriore declassamento… Ecco la circolarità che può causare una spirale verso il basso, anche per il sistema bancario che tradizionalmente detiene un ammontare importante di Btp…
In quel momento molto delicato Moody’s si limitò a ripetere tutti i problemi e i punti negativi dell’Italia, già noti, secondo me senza bilanciarli con i punti di forza che c’erano e ci sono ancora.
Nel report di venerdì di Fitch avete forse letto una sola parola sui punti di forza del nostro Paese?
Fin qui nulla di nuovo, abbiamo scritto un intero capitolo nel nostro libro su questi falliti seriali del mondo della finanza, spesso manipolatori intrisi di conflitti di interesse, ma vediamo cosa sono stati capaci di elaborare venerdi sera sull’Italia, senza dimenticare che i principali azionisti delle agenzie di rating sono i fondi di investimento USA.
Il debito pubblico dell’Italia rimarrà “molto elevato”, lasciando il Paese “più esposto a potenziali shock”, spiegano gli analisti di Fitch. sottolineando fra le criticità la “natura nuova e non collaudata del governo, le considerevoli differenze politiche fra i partner della coalizione e le contraddizioni fra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel ‘Contratto’ e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico. Non è chiaro come queste tensioni politiche saranno risolte”.(…) …nonostante “l’avversione di alcune parti del governo nei confronti dell’Ue e dell’euro rappresentano un ulteriore rischio”. “Riteniamo bassa la probabilità che il governo avanzi politiche che minaccino un’uscita” dall’Europa o la “creazione di una moneta parallela”, sostiene Fitch.
Concludono gli scienziati di Fitch…
Le divergenze del governo sono tale che Fitch vede “una crescente possibilità di elezioni anticipate dal 2019”.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto, i due partiti al governo risultano appaiati attorno al 30 % . Il Partito Democratico è sempre più in caduta libera. Cosa vedono di bello gli scienziati di Fitch?
Peccato che come sempre Fitch ha infranto la legge, ovvero a mercati aperti ha fatto avere al quotidiano la Repubblica una copia del report che avrebbe pubblicato in serata, ricordo a tutti che è proibito. Consob non ancora pervenuta!
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 31, 2018
Ma davvero la Consob, molto solerte a mettere sotto accusa il Governo italiano per le dichiarazioni sul caso Atlantia e il crollo del ponte di Genova, non si è accorta di quello che è successo venerdì?
Ricordo a tutti che…
In Italia l’attività di vigilanza sulle agenzie di rating è attribuita per legge alla CONSOB (art. 4-bis TUF), che nell’estate del 2013, con un’apposita Comunicazione n. 62557 del 22 luglio 2013, ha provveduto a determinare i doveri di trasparenza e correttezza dei gestori di OICR nonché a fissare gli stessi doveri alle agenzie di rating nel rilascio dei loro giudizi. Infatti, uno dei maggiori rischi a cui sono esposte tali agenzie è il conflitto di interessi, perché il committente pagatore del giudizio di rating è anche il soggetto destinatario del rating stesso.
E qui faccio una premessa! Sempre più i rating non vengono presi in considerazione dai gestori anche se la favoletta del “investment grade” è dura a morire.
Inoltre il nuovo regolamento europeo, la direttiva 2013/14/UE è contenuta nell’Allegato B alla legge n. 154 del 2014 (legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre) che, all’articolo 4 reca i principi e i criteri direttivi specifici per il recepimento nell’ordinamento nazionale della nuova disciplina europea in materia di agenzie di rating del credito, contenuta nella predetta direttiva e nel regolamento (UE) n. 462/2013.
Il nuovo Regolamento europeo sulle agenzie di rating prevede in particolare di attribuire alle autorità di vigilanza settoriali compiti di monitoraggio sull’adeguatezza dei processi di valutazione adottati e sull’utilizzo di riferimenti contrattuali ai rating da parte delle istituzioni finanziarie.
Con riguardo ai rating sul debito sovrano, il Regolamento introduce misure tese a migliorarne la trasparenza e la qualità, anche al fine di minimizzare gli effetti sui mercati, in termini di maggiore volatilità, collegati alla diffusione di tali giudizi.
Il nuovo Regolamento introduce l’obbligo per le agenzie di rating di predisporre un calendario annuale delle date in cui i giudizi o gli outlook dovranno essere emessi. Si prevede inoltre: l’obbligo di pubblicare tali rating o outlook a mercati chiusi e di venerdì; la limitazione a tre giudizi l’anno nel caso di rating non sollecitati; il divieto di annunci di revisioni del rating di tipo collettivo non accompagnati dai report individuali; il divieto di inserire, all’interno dei giudizi di rating, raccomandazioni o prescrizioni di politica economica rivolte agli Stati membri.Agenzie di rating del credito Atto del Governo 148
…il divieto di inserire, all’interno dei giudizi di rating, raccomandazioni o prescrizioni di politica economica rivolte agli Stati membri.
Mi fermo qui e non faccio nessun ulteriore commento, penso che abbiate tutti gli elementi per poter serenamente giudicare.
Concludo con un riferimento al 2011…
MILANO – Le agenzie di rating nel mirino della Consob. L’Autorità di vigilanza sulla Borsa ha convocato per la prossima settimana Standard & Poor’s e Moody’s. La prima per aver deciso di diffondere un comunicato sulla manovra correttiva a mercati aperti e prima della pubblicazione del testo definitivo. (…) A spingere l’Autorità guidata da Giuseppe Vegas a chiedere chiarimenti a S&P, secondo quanto si apprende, sono i dubbi sulla tempistica di pubblicare un commento alla manovra economica prima che il testo definitivo del dl venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e a mercati aperti (alle ore 13). Il report ha infatti avuto un impatto sul mercato obbligazionario dei titoli di Stato, provocando un temporaneo allargamento del differenziale tra i Btp e il bund tedesco.
Il Governo potrebbe denunciare l'agenzia di rating #Fitch visto che a mercati aperti ha fatto pervenire copia del rapporto che pubblicherà stasera a @repubblica @LegaSalvini @Mov5Stelle
— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) August 31, 2018
Aspettiamo con fiducia l’intervento della Consob, diversamente suggerisco, anche se non serve, vista la qualità di chi ci rappresenta oggi, di provvedere direttamente a sollecitare la Consob affinché adempia in maniera puntuale ai suoi compiti e a chiedere spiegazioni ai rappresentanti di Fitch Italia.