IL RITORNO DELLA GRANDE DEPRESSIONE!

Scritto il alle 11:40 da icebergfinanza

Risultati immagini per furore steinbeck

Ogni tanto mi capita di uscire dalle vicende quotidiane e fare un salto indietro nella storia per capire se davvero stiamo per rivivere il nostro passato.

Fa bene fermarsi e andare oltre la dimensione dei numeri e delle cifre, esplorare la dimensione antropologica di questa crisi.

A chi mi ha chiesto se questa crisi ci porterà ad una guerra io ho sempre risposto che la guerra è già qui oggi, subito, adesso, un bombardamento finanziario che ha prodotto ben 200 milioni di disoccupati in tutto il mondo, distrutto dignità, devastato anime.

A me fa sorridere quando si sente parlare di populismo, di rischio di totalitarismo, soprattutto da coloro che hanno contribuito a creare l’attuale dittatura, si, perchè, se qualcuno non se ne è ancora accorto, oggi la dittatura del capitale sul lavoro e non solo è totalitaria.

La finanza con la connivenza della politica e delle elites ha sequestrato la vita delle persone, una dittatura sanguinaria, che non lascia spazio ai sentimenti e alle emozioni, feroce e violenta sino alla fine, non sarà facile uccidere il mostro come lo chiama Steinbeck.

Rifacciamo un passo indietro agli anni trenta, torniamo al famigerato 1929 anno del crollo di Wall Street e dell’inizio della Grande Depressione, aiutandoci con alcuni passi di Furore, di John Steinbeck, un pezzo di storia che consiglio vivamente a tutti di rileggere.

Peccato che qualche regista non abbia ancora pensato di fare un remake di questo splendido pezzo di storia americana attualizzandola.

Estrapolerò alcuni passi sui quali vi chiedo di riflettere, era ieri ma sembra maledettamente oggi…

Sempre cercando di non generalizzare…

“La banca intende…vuole…ha bisogno…esige… respira dividendi, mangia interessi…senza muore… il mostro ha bisogno di dividendi costanti…”

 

” Un uomo solo, sulla trattrice, ora sostituisce dodici, quattrodici famiglie. Gli si dà un salario e si prende tutto il raccolto. Non c’è scampo. E’ doloroso, ma è così. Il mostro è malato…

” L’impiegatuccio pensa: io guadagno quindici dollari la settimana: mettiamo che un maledetto Okie ( straniero immigrato ) si contenti di dodici, cosa succede? “

” E questo per taluno, è un bene, perchè far calar le paghe mantenendo invariati i prezzi. I grandi proprietari giubilano, e fanno stampare altra migliaia di prospetti di propaganda per attirare altre ondate di straccioni. E le paghe continuano a calare, e i prezzi restano invariati. Così, tra poco, riavremo la schiavitù.”

No non si tratta del 2016 ma del 1929! Chiunque dimentica il suo passato è destinato a riviverlo!

E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore. Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia. »

(da John Steinbeck, Furore)

Per troppi anni abbiamo fatto finta di nulla, abbiamo lasciato che milioni di esseri umani ridotti in schiavitù producessero per noi a costo zero! Ora come un boomerang inesorabile, la deflazione salariale imposta da un manipolo di burocrati corrotti, sta lentamente dissolvendo la classe media e delocalizzando ricchezza nell’uno per cento della popolazione mondiale.

Migliaia di tavole rotonde per comprendere le cause di questa crisi facendo finta di non capire che tutto è riassunto nell’iniqua distribuzione della ricchezza.

Le riforme la più colossale balla mai inventata nella storia dell’umanità!

A nessuno che venga in mente di riformare il capitalismo di tornare alla cooperazione, quella vera, quella autentica, quella nata dalle grandi crisi, dalla miseria.

E invece no, il mostro si sta divorando anche quella parte di storia esaltante dell’economia, il capitalismo un mostro divorato dalla sua stessa metastasi, dalla sua avidità, sta cercando di cancellare ogni alternativa.

Ve lo ricordate Tom Joad

Uno non ha un’anima per sé solo, ma un pezzetto d’una grande anima, che è la grande anima di tutta l’umanità. Quindi…  Che cosa, Tommy?
Quindi non importa, perché io non potrò mai morire. Io sarò dovunque, dovunque ci sia un uomo. Dovunque ci sia un uomo che soffre e combatte per la vita, io sarò là. Dovunque ci sia un uomo che lavora per i suoi figli, io sarò là. Dovunque il genere umano si sforzi di elevarsi, coi ricchi e coi poveri, in questa comune aspirazione di continuo miglioramento, e dove una famiglia mangerà le frutta d’un nuovo frutteto, o andrà a occupare la casa nuova, là mi troverai.

La madre di Tom Joad nel film di Steinbach  sussurra..Siamo vivi. Siamo il popolo, la gente, che sopravvive a tutto. Nessuno può distruggerci. Nessuno può fermarci. Noi andiamo sempre avanti. 

Ricordatevi noi viviamo in una dittatura, mascherata, subdola, che distrugge l’anima, i sentimenti, che si nutre di numeri e cifre, che parla di monete e capitali e non di uomini come questa unione monetaria miseramente fallita.

La cosiddetta “crisi” che stiamo attraversando – ma ciò che si chiama “crisi”, questo è ormai chiaro, non è che il modo normale in cui funziona il capitalismo del nostro tempo – è cominciata con una serie sconsiderata di operazioni sul credito, su crediti che venivano scontati e rivenduti decine di volte prima di poter essere realizzati.

Ciò significa, in altre parole, che il capitalismo finanziario – e le banche che ne sono l´organo principale – funziona giocando sul credito – cioè sulla fede – degli uomini.
Ma ciò significa, anche, che l´ipotesi di Walter Benjamin, secondo la quale il capitalismo è, in verità, una religione e la più feroce e implacabile che sia mai esistita, perché non conosce redenzione né tregua, va presa alla lettera. La Banca – coi suoi grigi funzionari ed esperti – ha preso il posto della Chiesa e dei suoi preti e, governando il credito, manipola e gestisce la fede – la scarsa, incerta fiducia – che il nostro tempo ha ancora in se stesso.

E lo fa nel modo più irresponsabile e privo di scrupoli, cercando di lucrare denaro dalla fiducia e dalle speranze degli esseri umani, stabilendo il credito di cui ciascuno può godere e il prezzo che deve pagare per esso (persino il credito degli Stati, che hanno docilmente abdicato alla loro sovranità). In questo modo, governando il credito, governa non solo il mondo, ma anche il futuro degli uomini, un futuro che la crisi fa sempre più corto e a scadenza.

E se oggi la politica non sembra più possibile, ciò è perché il potere finanziario ha di fatto sequestrato tutta la fede e tutto il futuro, tutto il tempo e tutte le attese.
Finché dura questa situazione, finché la nostra società che si crede laica resterà asservita alla più oscura e irrazionale delle religioni, sarà bene che ciascuno si riprenda il suo credito e il suo futuro dalle mani di questi tetri, screditati pseudosacerdoti, banchieri, professori e funzionari delle varie agenzie di rating.

E forse la prima cosa da fare è di smettere di guardare soltanto al futuro, come essi esortano a fare, per rivolgere invece lo sguardo al passato.

Soltanto comprendendo che cosa è avvenuto e soprattutto cercando di capire come è potuto avvenire sarà possibile, forse, ritrovare la propria libertà. L´archeologia – non la futurologia – è la sola via di accesso al presente.

“Se la feroce religione del denaro divora il futuro” di GIORGIO AGAMBEN

In mezzo ad una dittatura non resta che una sola arma, la consapevolezza!

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18 commenti Commenta
veleno50
Scritto il 19 Novembre 2016 at 13:03

Illuminante,esplicativo, istruttivo, eccezionale, Boss the best.buona Domenica

atalanta
Scritto il 19 Novembre 2016 at 13:43

Veramente emozionante, pieno di verità e realtà. Complimenti CAPITANO sei veramente illuminato.

emzag
Scritto il 19 Novembre 2016 at 14:52

Veramente un bell’articolo, molto ispirato.

PG
Scritto il 19 Novembre 2016 at 15:37

Buongiorno a tutti i comoagni. Sono assolutamente daccordo nel definire questo articolo come magistrale. In poche righe tutto chiaro, circostanziato, credibile quanto pauroso. Non finirà bene… nn si tratta di essere pessimisti, come dice il nostro grande capitano solo la consapevolezza ci puó tentare di salvare. Certamente spesso mi chiedo è meglio essere consapevoli e magari stare in ansia per tanto temoo sapendo che magari saremo cmq carne da macello insieme a tutti glk altri oppure n? Preferisco essere consapevole perchè forse avro forse una possibilità nn dico di salvarmi ma almeno di rendere loro la vita più difficile. Abbiamo scelto leggendo il capitan la strada più difficile da percorrere ma se c’è nella vita la strada giusta da seguire , spesso è proprio quella più difficile. Sapere di condividere con voi qst è già molto importante.Ci si sente meno soli.Grazie capitano e tutti.

reragno
Scritto il 19 Novembre 2016 at 18:57

Complimenti Andrea era quel pezzo che io da tanto tempo aspettavo che tu scrivessi.
Il Furore, purtroppo non è un bel sentimento, perchè noi comuni mortali ci scanneremo per sopravvivere. E’ quello che loro, le elites, si augurano succeda il prima possibile.

dorf001
Scritto il 19 Novembre 2016 at 20:21

ma esiste qualcosa da salvare? esistono eccellenza da salvare? io direi di si.

dorf001
Scritto il 19 Novembre 2016 at 20:22

articolo del capitano del 6 novembre. io rispondo cosi’ :giusto in tema di quello che scrivi capitano, cioè …….critica profonda verso il modello di consumo e di economia globale ora imperante, insieme alla ricerca di una alternativa praticabile da subito…..voglio proporre a tutti un ottimo libro. fatto e studiato sul campo.
si chiama : FUTURO SOSTENIBILE le risposte eco-sociali alle crisi in europa.
del wuppertal institute a cura di : wolfgang sachs e marco morosini.

questo studio è a ragione considerato un’opera di riferimento nel campo della sostenibilità.
voler mitigare la povertà senza mitigare la ricchezza è ipocrisia.
l’ecoeffficenza non protegge dall’eccesso; se la crescita continua,anche in un’economia razionalmente organizzata il fabbisogno complessivo di risorse può diventare troppo gravoso per la biosfera.
il passaggio a un’economia sostenibile è pensabile solo con entrambe le strategie: ecoefficenza, cioè una reinvenzione dei mezzi tecnici, ed ecosufficenza, cioè una saggia moderazione delle pretese.
sfruttare i flussi della natura, invece di depredare le riserve; sarà nuovamente questo il motto per l’epoca che seguirà alla bolla delle energie fossili.
questo secolo ha in serbo un test di sopravvivenza per il capitalismo: solo se riuscirà a creare valore diminuendo la quantità di merci, il capitalismo avrà un futuro.
lungi dal servire solo alla protezione dei panda e delle balene, l’ecologia è l’unica opzione per garantire sulla Terra il diritto di ospitalità a un numero crescente di esseri umani.

quindi datevi da fare. leggete e fate. mettete in pratica.

by DORF

dorf001
Scritto il 19 Novembre 2016 at 20:23

eccolo qua il libro http://www.edizioniambiente.it/libri/609/futuro-sostenibile/

charliebrown
Scritto il 20 Novembre 2016 at 00:16

Povertà e sfruttamento sono veramente un dramma… Non c’è stata solo la grande depressione e la sottomissione alle banche, ma millenni di storia di povertà e sfruttamento. Il problema lo affrontò Gesù Cristo, lo riaffrontò Karl Marx. Lo affrontarono Spartaco e Francesco di Assisi. Sono stati scritti libri, fatte rivoluzioni, c’è chi si è fatto missionario per contrastare le disuguaglianze. Ne parla oggi Bergoglio con Scalfari come ne scrisse Leone XIII a fine ‘800. Non cito economisti che non conosco e che a molti di voi invece verranno in mente.
Leggendo Mazzalai stasera sono tornato ai tempi dell’università, quando dovevo scegliere del mio futuro. La scelta l’ho fatta quarantanni fa, con chi schierarmi. Non mi resta che mantenere con dignità la posizione, cosa che a chi mi legge ovviamente non interessa. Così chiudo, ma non sono riuscito a stare zitto perchè qui ci si avvicina al nocciolo della questione (“The heart of the matter” per dirla con Graham Greene).

signor pomata
Scritto il 20 Novembre 2016 at 09:43

Grazie andrea per articolo e per molto altro.
Ora faccio un regalo se cosi si può definire a voi tutti, poca roba ma che fa chiarezza su alcuni punti.

gainhunter
Scritto il 20 Novembre 2016 at 13:25

Parallelismo perfetto.
Ma perchè questi concetti si leggono solo su “un blog qualunque”?
Grazie Andrea

[email protected]
Scritto il 20 Novembre 2016 at 17:07

GRANDE ARTICOLO, CHAPEU.

giulio0808
Scritto il 20 Novembre 2016 at 18:38

Caro Andrea, diventa sempre più difficle scegliere fra i dieci, o forse i venti o forse i cinquanta articoli migliori (ma anche i cento), perchè oramai sforni perle su perle e questa è sicuramente una di quelle

aorlansky60
Scritto il 21 Novembre 2016 at 09:25

http://www.repubblica.it/politica/2016/11/21/news/a_monfalcone_tra_la_rabbia_operaia_che_va_verso_la_lega_qui_la_sinistra_e_finta_-152438599/?ref=HREC1-2

chiedo scusa ai lettori se inquino questo ambiente con un link di una testata “schierata” promotrice nota di disinformazione, ma proprio perchè proveniente da essa questo feedback è da ritenersi estremamente significativo oltre che entrare perfettamente nel contesto qui tracciato in modo così autorevole ed esauriente dal Capitano.

Leggetelo, merita; per capire dove stiamo andando, non per ns scelta ma in conseguenza di dove ci vogliono portare;

Chiunque dimentica il suo passato è destinato a riviverlo!

@ Andrea Mazzalai :

è da quanto Ti leggo che penso seriamente che il mondo avrebbe bisogno -mai come ora- di persone dalla mente e dalla preparazione come la Tua; speriamo di essere ancora in tempo, e speriamo di essere sempre più in tanti. Sempre grazie per il Tuo operato.

veleno50
Scritto il 21 Novembre 2016 at 10:05

aor­lan­sky60,

Da come ce l’hai con il Pd deduco che hai simpatie per la destra, nulle da obiettare, ma dovresti dirmi dove abitavi ,dal 1992 a inizio 2012 su Marte.Tu credi di prendere un articolo di Repubblica e di convincere che la crisi di Fincantieri,Monfalcone e dovuta al Pd.Con tutto il rispetto amico mio il tuo commento è subdolo e prevenuto quindi manca di razionalità. ciao

phitio
Scritto il 21 Novembre 2016 at 12:24

Mio caro Capitano, capisco la tua giusta rabbia verso questo stato di cose, e tuttavia voglio confortarti. La mia fonte non convenzionale ha piu’ e piu’ volte ribadito, che ci stiamo dirigendo (rapidamente, anche) proprio verso iuna socializzazione e rilocalizzazione di tutte le economie. Sara’ unvero un periodo turbolento, ma quando la polvere si posera’, i commerci trasnazionali ed intercontinentali saranno quasi del tutto spariti, ridotti a livelli del tutto insignificanti.
QUesto vuol dire che stiamo dirigendoci verso la fine della globalizzazione, e verso uno stato delle economie basate su qualcosa di molto diverso che lo stato attuale, turbocapitalistico e delirante di consumi e crescita forzata.

Dopotutto, come sostiene la fonte, l’economia, tutta, non e’ altro che l’inseime di attitudini e convenzioni della specie umana nei rapporti con i beni meteriali e con gli altri esseri umani.

L’economia e’ pura scienza sociale, puro esercizio di convinzioni e convenzioni. Molte cose che crediamo solide ed immutabili, sono solo frutto di apprendimento e di accordi tra le parti, e queste cose non solo si possono cambiare, ma cambieranno, ineluttabilmente.

aorlansky60
Scritto il 21 Novembre 2016 at 14:34

@ Veleno

che Tu ci creda o no,

l’art che avevo linkato non era altro che per evidenziare il fattore critico che si è venuto a creare [da quelle parti in Friuli, come in molte altre zone d’Italia peraltro] in conseguenza della “globalizzazione” nel merito del contesto che tracciava l’art del Boss (come ami definirlo Tu);

non intendevo puntare i riflettori per forza sul pd, caso mai questo lo hai letto ed interpretato Tu ed è un altro discorso, così come non è certo mia la colpa se da quelle parti in Friuli il pd si ritrova a governare fàcendolo con metodi… di destra, avendo attuato -come in tutta Italia per mezzo dell’attuale esecutivo di governo- riforme che Confindustria aveva richiesto a F.I. sin dal 1994.

ciao.

laforzamotrice
Scritto il 21 Novembre 2016 at 17:31

a costo di sembrare noioso, ripeto concetti da me espressi ovunque. I poveri sono un pericolo enorme per la classe media, ma l’unico modo per debellare la povertà è portandola ad essere , appunto, classe media. Invece la stupida della classe media non l’ha capito bene, non dobbiamo aiutare i poveri (aiutare seriamente, dando lavoro non assistenzialismo) per buon cuore, ma per togliere a “loro”, i potenti, la loro arma migliore. “Finche un povero sarà disposto ad uccidere un’altro povero per 4 soldi, noi ricchi potremo dormire sonni tranquilli” + o – tratto dal film “Gangs of N.Y.”. Non dev’essere un’opera di bene, ma di autoconservazione.

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