ZINGALES: DEVALUATION… MADE IN CHICAGO!

Scritto il alle 08:48 da icebergfinanza

Nel capitolo dedicato alla “mano di dio” il dio denaro scrissi che …

«Frank Knight, uno dei maggiori rappresentanti della
Scuola di Chicago fondata da Milton Friedman, scrisse
in una prefazione da manuale: “È effettivamente insolito
cominciare una prefazione avvertendo il lettore che la
materia trattata non è di grande importanza, ma nel caso
della teoria economica è un avvertimento necessario, vista
l’importanza eccessiva che le si attribuisce”. La cautela
di Knight è stata premonitrice. Nel corso degli anni
la Scuola di Chicago da semplice metodo di analisi si è
trasformata in una sorta di “teoria del tutto”. Secondo i
discepoli di Friedman, per la quasi totalità dei problemi
pubblici e sociali, il sistema di mercato, liberato da tutti
i vincoli, non può che produrre risultati ottimali. Una
teoria onnivora che tratta omogeneamente argomenti
diversi, come la criminalità, il welfare, l’educazione e la
sanità» (Charles Morris).

Mettetevi comodi perchè non vi lascerò in pace tanto facilmente oggi!

Bene ieri su Twitter ha rilanciato la sua audizione parlamentare con tanto di graficini pubblicata in versione integrale dal Foglio che mi ha incuriosito assai, con tanto di titolo roboante…

Processo liberista all’euro e all’Italia che non sa crescere – [ Il Foglio

Quello che pubblichiamo è il testo del discorso che Luigi Zingales ha tenuto venerdì scorso alla commissione Finanze della Camera dei Deputati, in occasione di un’audizione “sulle prospettive della politica tributaria e del settore bancario, nel quadro dell’euro ed in vista del prossimo semestre di Presidenza italiano dell’Unione europea”. Zingales è forse uno dei pochi personaggi pubblici italiani che, senza troppe ritrosie, accetterebbe l’etichetta di “Chicago boy”. All’Università di Chicago – bastione dell’anti-keynesismo sin dagli anni 50 e poi fino agli anni 90, grazie a studiosi del calibro di Ronald Coase, Eugene Fama e Milton Friedman tra gli altri

…Zingales è forse uno dei pochi personaggi pubblici italiani che, senza troppe ritrosie, accetterebbe l’etichetta di “Chicago boy”…

E ricordando quello che abbiamo appena scritto…

Nel corso degli anni
la Scuola di Chicago da semplice metodo di analisi si è
trasformata in una sorta di “teoria del tutto”. Secondo i
discepoli di Friedman, per la quasi totalità dei problemi
pubblici e sociali, il sistema di mercato, liberato da tutti
i vincoli, non può che produrre risultati ottimali. Una
teoria onnivora che tratta omogeneamente argomenti
diversi, come la criminalità, il welfare, l’educazione e la
sanità» (Charles Morris).

Tralasciando per un attimo la domanda sul dove stava Zingales nei recenti anni d’oro del neoliberismo mentre i figli della scuola di Chicago contribuivano con le loro ideologie perverse a sgretolare le fondamenta del sistema economico , sino a farlo collassare definitivamente in questa crisi per essere poi salvato dalla socializzazione delle perdite, ovvero l’intervento statale che si è accollato la grande massa di DEBITO PRIVATO che ha scatenato la crisi, dicevo tralasciando questo, Zingales da lezione davanti a quelli che lui chiama onorevoli sorprendentemente giovani ed interessanti che spera possano continuare a sorprenderlo positivamente coi comportamenti.

Premesso che Zingales è uno che ha la memoria estremamente corta, uno che fa gli endorsement per Romney e quando il suo beniamino perdere esclama…

” Ieri non ha vinto Obama, ma ha perso Romney. Un presidente che in quattro anni ha aumentato il debito del 50%, non è riuscito a far scendere la disoccupazione al di sotto del 7,8%, e non ha presentato un piano serio per ridurre l’esplosione futura delle spese sanitarie per gli anziani (il cui fondo diventerà insolvente tra 11 anni), era facilmente battibile. (Sole24Ore) 

Ma i figli della scuola di Chicago lo sanno che senza le politiche keynesiane, senza i trilioni di dollari che il governo americano ha messo sul tavolo per salvare banche e libero mercato fallito, oggi avrebbe chiuso anche la loro scuola morta e defunta?

Per carità di Patria andiamo avanti e occupiamoci di alcuni slogan di disinformazione di massa che si leggono qua e la nell’intervento di Zingales, che anche sulla crisi europea e italiana si è svegliato tardi come abbiamo visto nell’ultimo post a proposito delle banche tedesche…

Cosi dice Zingales all’audizione…

Dato che siamo nell’euro, è possibile uscirne a dei costi limitati? La mia visione è “no”. Ovvero l’unica possibilità relativamente non traumatica sarebbe un’uscita del nord Europa dall’altro. Ovvero la Germania e l’area tedesca che abbandona l’euro creando un euro diverso, più forte, che si rivaluta rispetto all’euro esistente. Non so se sia la strategia giusta, e soprattutto non so se l’euro del sud sopravviverebbe come moneta comune o si disgregherebbe. Però la transizione sarebbe più facile. In ogni caso, la transizione sarebbe molto costosa, e dobbiamo domandarci quali sarebbero i benefici. In un paese come l’Inghilterra, che ha una tradizione di moneta indipendente, la flessibilità del cambio ha aiutato mostruosamente durante la crisi. Se l’Inghilterra non avesse potuto svalutare il 30-40 per cento rispetto all’euro, oggi sarebbe in una situazione molto peggiore di quella in cui è. Il vantaggio dell’Inghilterra è però che si è permessa, ha svalutato solo quando ne aveva bisogno, e non come politica strutturale continua, come ha fatto l’Italia negli anni 70 e 80. Come politica strutturale continua, è pericolosa e induce alla specializzazione sbagliata. Quindi secondo me sarebbe la soluzione sbagliata. Avere la flessibilità di usare il cambio solo in alcuni momenti, è un grande vantaggio; è un grande vantaggio che noi abbiamo dato via, ma abbiamo dato via a ragione perché l’abbiamo usato male, e non avevamo la credibilità di usarlo solo bene. L’esempio inglese è un esempio di un paese con un’enorme credibilità. Purtroppo per motivi storici il nostro paese questa credibilità non l’aveva, ma oggi saremmo un paese a rischio di continue svalutazioni; perciò la soluzione non è in questo momento l’uscita dall’euro, specialmente un’uscita unilaterale che sarebbe devastante.

Il vantaggio dell’Inghilterra è però che si è permessa, ha svalutato solo quando ne aveva bisogno, e non come politica strutturale continua, come ha fatto l’Italia negli anni 70 e 80.

Facciamo finta che le svalutazioni inglesi avvengano solo per necessità, come quella degli anni 30 … oppure quella del 1992 …

 

…o quella STRUTTURALE ODIERNA che dura dal 2007 !

Ripeto facciamo solo finta che per l’Inghilterra le svalutazioni siano solo necessità, questione di vita o di morte, mentre per noi siano un passatempo e soprattutto facciamo finta di non vedere quello che accadde negli Stati Uniti che non svalutano mai negli anni ottanta…

…qui sotto lo vedete meglio …

1990 … DOLLARO IN PICCHIATA – la Repubblica.it

1994 … DOLLARO IN PICCHIATA TASSI, GRANDE PAURA – la Repubblica.it

Ma torniamo a noi e alla balla della svalutazione strutturale, balla che Alberto Bagnai sul suo blog Goofynomics   ci aiuta a svelare in maniera magistrale…

Un passaggio dell’audizione è particolarmente significativo. Ve lo riporto:

“Se l’Inghilterra non avesse potuto svalutare il 30-40 per cento rispetto all’euro, oggi sarebbe in una situazione molto peggiore di quella in cui è. Il vantaggio dell’Inghilterra è però che si è permessa, ha svalutato solo quando ne aveva bisogno, e non come politica strutturale continua, come ha fatto l’Italia negli anni 70 e 80”

Questo passaggio contiene un’affermazione giusta, ma banale: è assolutamente ovvio a qualsiasi economista che poter contare sulla flessibilità del cambio in caso di shock esterni facilita grandemente il processo di aggiustamento di un’economia. Semplicemente, se la domanda mondiale cala, e c’è quindi meno richiesta dei beni prodotti all’interno di un paese, normalmente ci sarà meno richiesta della valuta del paese in questione. Di conseguenza, questa valuta si deprezzerà, ripristinando rapidamente (e senza richiedere tagli dei salari) la competitività dei beni del paese in questione: il loro prezzo in valuta estera diminuirà, a parità di prezzo in valuta nazionale, perché la valuta estera costerà di meno. Se invece il paese è ancorato a un accordo di cambio fisso coi suoi principali partner commerciali, allora il ripristino della competitività, cioè il calo del prezzo in valuta estera dei beni nazionali, deve necessariamente passare per una riduzione dei prezzi in valuta nazionale (visto che il cambio non può scendere), e quindi, nel breve periodo, dei salari (visto che nessuno crede che la produttività possa crescere dall’oggi al domani con un colpo di bacchetta magica).

Ma il passaggio contiene un’altra affermazione, subdolamente errata: quella secondo la quale noi avremmo svalutato la lira “come politica strutturale continua” nel corso degli anni ’70 e ’80.

Ma soprattutto dopo aver letto il pezzo originale con tanto di spiegazione scientifica sul blog di Bagnai, leggete la sintesi divina…

(…) E questa sarebbe una “politica strutturale continua” di svalutazione?

A me non sembra. A me sembra, viceversa, che questa conclusione somigli molto a un uso ideologicamente distorto di dati statistici. A me sembra che qualcuno voglia imputare a nostre inefficienze quello che era anche l’esito naturale della consueta politica di aggressione mercantilistica da parte tedesca: un apprezzamento del cambio del marco. A me sembra che ci sia qualcuno che disperatamente cerca di non farci capire che l’euro non è stato introdotto perché noi non svalutassimo, ma perché la Germania potesse non rivalutare, cosa che dentro lo Sme faceva, con frequenza maggiore di quanto noi dovessimo svalutare. Ma, naturalmente, questa è solo un’opinione mia (e della cronologia della Bis, e del database dell’Imf).

A me sembra, insomma, che ci sia qualcuno che vuole in tutti i modi farci capire che noi la nostra libertà non ce la meritiamo, perché non sappiamo usarla se non in modo sleale. E questi nemici della (nostra) libertà si fregiano dell’epiteto di liberali o liberisti!

LA BUNDESBANK INSISTE ‘RIVALUTARE IL MARCO’

Chiaro no!  Sufficientemente chiaro?

Ve lo ricordate  ITALIA FUORI DALL’EURO: LA SVALUTAZIONE CI HA FATTO BENE  ?

Bene allora rileggetevi questo pezzo di storia

Leggetevi questa autentica perla un pezzo di storia, uno scoop eccezzziunale veramente, tratto dalla REPUBBLICA  del 12 settembre 1993 un anno dopo la svalutazione della lira…

ITALIA LA SVALUTAZIONE CI HA FATTO BENE! Domenica 13 settembre 1992. Il presidente del Consiglio, Giuliano  Amato, annuncia in tv la svalutazione della lira. Dopo un’ intera  estate di tensioni e dopo una estenuante, costosa battaglia per  difendere il cambio, la moneta italiana perde il 7 per cento del  suo valore, frutto di una svalutazione del 3,5 per cento e di una  rivalutazione di egual misura di tutte le altre monete europee.  Manca una settimana al referendum francese sul Trattato di  Maastricht per l’ Europa del futuro. Ne mancano tre alla  presentazione in Parlamento della Legge Finanziaria. Sono passati  poco più di due mesi dalla nascita del governo.

Amato  spiega agli italiani la complessa operazione: dice e non dice,  non pronuncia mai la parola svalutazione.

Ma così  è. La roccaforte della lira si frantuma sotto i colpi  della speculazione e quel giorno, ormai un anno fa, diventa una  data storica. La lira svaluta, dopo che l’ integrazione con il  resto d’ Europa era andata avanti, dopo che aveva conquistato  fiducia con l’ ingresso nella cosiddetta “banda stretta” dello  Sme, dove siedono le valute forti. Perde il 7% del suo valore ma  negozia con i partners, fino a strappare ai tedeschi la promessa  di un ribasso dei tassi. L’ indomani la Bundesbank agisce. Ma sui  mercati le tensioni non si placano. Tre giorni più tardi,  un vertice notturno convocato d’ urgenza a Bruxelles cerca di  trovare i rimedi per riportare ordine nei cambi. E’ una seduta  drammatica: la sterlina esce dallo Sme; la lira deve  autosospendersi. La decisione è annunciata come  “temporanea”, ma ancora oggi, a un anno di distanza, la moneta  italiana è lì, il disegno europeo sempre più  simile a un sogno. Rientrerà? Quando? E in quale Sme visto  che il vecchio meccanismo, nel frattempo, è radicalmente  cambiato?

Ma ascoltate ora se non è un segno dei tempi…

ROMA – Un anno dalla svalutazione: parla il rettore  della Bocconi, Mario Monti. Professore, provi a fare un bilancio  e a individuare cosa può accadere

. “Il 13 settembre 1992,  quando Amato annunciò la svalutazione in Tv, sembrava un  fatto essenzialmente italiano mentre in effetti è stato di  portata più generale. Questo può arrecare  consolazione.

Potremmo dire: “non siamo stati gli unici a  saltare, ma anzi siamo stati i primi a vedere la strada da  seguire”. … “non siamo stati gli unici a  saltare, ma anzi siamo stati i primi a vedere la strada da  seguire”. “non siamo stati gli unici a  saltare, ma anzi siamo stati i primi a vedere la strada da  seguire”. “non siamo stati gli unici a  saltare, ma anzi siamo stati i primi a vedere la strada da  seguire”. ire ire ire ire…

Mariooo no non dovevi dire questo adesso cosa facciamo, proprio ora che Renzi ti dice che devi arrangiarti come faremo senza di te … …“Dico che il giochino è interessante. Con tutto il rispetto, si mette la soglia di sbarramento proprio per evitare il ricatto dei partitini. I partitini si arrabbiano? Si arrangiano. Basta al potere di ricatto”.

Zingales nell’audizione tra le altre cose aggiunge che…

Che cosa sarebbe successo se noi non fossimo entrati nell’euro? Probabilmente l’Italia sarebbe fallita prima: ricordatevi – e qui torno ai grafici precedenti – che prima dell’introduzione dell’euro noi pagavamo un tasso di interesse reale molto elevato; quel tasso di interesse reale, con quel debito, non era nel lungo termine sostenibile.

Balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle balle!

Non lo dico io ma loro … ITALIA: MAI RISCHIATO DI FALLIRE IN VERSIONE CHART

Se non credete ad un blogger qualunque allora leggete QUI nel Fiscal Sustainability Report 2012 pubblicato nell’agosto del 2012!

Ma Zingales si sa,  legge solo papers della scuola di Chicago…Secondo i discepoli di Friedman, per la quasi totalità dei problemi pubblici e sociali, il sistema di mercato, liberato da tutti i vincoli, non può che produrre risultati ottimali. Una teoria onnivora che tratta omogeneamente argomenti diversi, come la criminalità, il welfare, l’educazione e la
sanità» (Charles Morris).

Ricordate?

«In uno dei suoi saggi più influenti, Friedman formulò la panacea tattica che costituisce il nucleo del capitalismo contemporaneo, e che io definisco “dottrina dello shock”. Osservava che “soltanto una crisi – reale o percepita – produce vero cambiamento. Quando quella crisi si verifica, le azioni intraprese dipendono dalleidee che circolano. Questa, io credo, è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventa il politicamente inevitabile”. Alcune persone accumulano cibo in scatola e acqua in previsione di grandi disastri; i friedmaniani accumulano idee per il libero mercato. E quando la crisi colpisce – ne era convinto il professore dell’università di Chicago – è fondamentale agire in fretta, imporre un mutamento rapido e irreversibile prima che la società tormentata dalla  crisi torni a rifugiarsi nella tirannia dello status quo» ().

Invece oggi non certo Zingales ma gli altri esaltati che hanno assunto posti di responsabilità e potere…

Magnifica caricatura del mondo delle aziende scritto da Laurence Peter e Raymond Hull ben 40 anni fa, quel piccolo capolavoro torna a essere di attualità esplosiva. Il teorema di base, detto appunto il principio di Peter, è questo:

“In una gerarchia, ognuno tende a salire fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza”.

Secondo Sutton serve a illustrare l’ascesa al potere della Superclasse che governa il capitalismo mondiale. “Avendo conquistato posizioni nelle quali sono destinati a fallire – sostiene Sutton – cominciano a usare un arsenale di tattiche per dissimulare la loro incompetenza.

Distraggono l’attenzione dai loro errori spostando sistematicamente la colpa su altri.

L’inganno diventa lo strumento per creare l’illusione di un progresso.

Oggi noi siamo sommersi da una marea di imposture, create da quel modo di pensare e di agire”.

Sono felici del disastro economico che sono riusciti a realizzare, con profitti enormi e con  nuovi ruoli di consulenza nei governi su come prevenire tali disastri economici.

Buona Consapevolezza a tutti!

Domenica in serata importante aggiornamento di ” Madame Volatilité” in arrivo!

Ringrazio tutti di cuore per gli apprezzamenti, l’entusiasmo e la calorosa accoglienza all’ultimo manoscritto di Machiavelli ” Madame Volatilitè” Abbraccio Andrea

« SOSTIENI L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE contribuisci anche tu LIBERAMENTE a tenere in vita un’isola di condivisione quotidiana nell’oceano infinito di questa tempesta perfetta …Chiunque volesse ricevere le ultime analisi può liberamente contribuire al nostro viaggio cliccando sul banner in cima al blog o sul lato destro della pagina. Semplicemente Grazie!

Inoltre Vi aspettiamo tutti per la nuova avventura su   METEOECONOMY  per condividere insieme nuove informazioni e analisi non solo economico/finanziarie attraverso la tempesta perfetta.

 

44 commenti Commenta
gebs74@borse.it
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 09:37

Andrea, sei come a Romeo….

“Er meio der Colosseo” 😉

Ci vorrebbero “n” Andrea,
uno come Presidente della Repubblica
uno come Presidente del Consiglio
n quanti bastano per occupare tutti i ministeri
ed uno solo come Parlamentare che legifera ed approva allo stesso tempo (senza perderlo!)

In una settimana l’Italia sarebbe la locomotiva del Mondo

Esagero? Ma non che non esagero,
qui noi tutti abbiamo bisogno di uno come te al comando
un William Wallas coi Coglioni (scusa il francesismo ma quando ci vuole ci vuole!).

Forza Andrea, avanti così,
hai avuto ed hai ancora tutta la mia stima per il tuo lavoro! 😉

Grazie

OSS

_francesco_
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 09:49

Bellissimo post Andrea.

La cosa che più mi fa incavolare è che temi così cruciali per il nostro futuro siano (nel mainstream) associati ai “populisti”. E’ vero, in un certo senso: del tema della valuta si è impadronito il Ms5, contraddicendosi continuamente e impastando tesi economiche keynesiane con stato-brutto-e-cattivo. Un casino immondo !

Maggior merito va quindi a te che diffondi in maniera rigorosa i dati.

Una cosa mi è estremamente chiara: chi fa confusione (complottisti, signoraggisti, decrescisti vari…) fa il gioco del nemico in maniera estremamente efficace. Forse meglio degli Zingales.

laforzamotrice
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 14:56

Caro capitano, non sono sempre d’accordo con te, ma comunque sei sempre un grande. Grazie per lo splendido lavoro che fai e continua. Kurskit

mirrortrader
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 18:57

secondo me capitano dovresti scrivere piu semplice se vuoi che la gente ti capisca.

dorf001
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 19:45

ottimo lavoro capitano. sublime!

DORF

dorf001
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 19:49

_francesco_@finanza,

francesco, non hai capito na mazza. cosa c’entra signoraggisit, decrscisti, ma colleghi il cervello prima di scrivere? quelli che parlano di signoraggio puro, vengono tutti fuori dalla scuola di Giacinto Auriti. leggilo che ti fa bene. poi decrescita vuol dir solo risparmiare sull’energia. cioè sprecare di meno. quindi migliorare i nostri isolamenti nelle case, uffici, dappertuttto. e vuol dire impare a tirarsi su le maniche e farselada soli l’energia. senza elemosinare dalla russia e medio oriente. certo no saremo indipendenti al 100% ma cominciando a fare sul serio potremmo arrivarci.

se c’è uno che fa confusione sei tu.

dorf001
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 19:56

mirrortrader@finanza,

hei mirtor te la facci semplice io. ci stanno fottendo col lavaggio del cervello. e quei delinquenti del pd sono maesti in questo. nell’imbrogliare con le parole. in primis l’ebetino di firenze. renzie.

poi gente come zingales, alesina, giavazzi, giannino, boldrin, fassina, vanno buttati tutti nel cassonetto dell’immnodizia.

cmq 1 mese fa a dicembre ci sono state altre audizioni a roma alla commissione finanze. ci sono andati bagnai, borghi, brancaccio e altri. qui ti posto quando ci è andato BAGNAI. ascolta bene : http://webtv.camera.it/archivio?id=4372&position=0

se leggi il libro di bagnai : il tramonto dell’euro imparerai che quelle italiane furono invece svalutazioni difensive. e noi lo abbiamo fatto molto mendo degli stranieri. dico europei. altro che balle.

se non avessimo al governo dei delinquenti l’italia sarebbe prima in europa. su tutto.

dorf001
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 20:24

messaggio per john ludd. quando passerà di qui.

john_ludd@finanza,

john tu scrivi : Alla natura di noi altri non importa nulla, una volta che abbiamo trasmesso il nostro DNA il nostro compito per lei è finito.

eehh no caro mio. stavolta hai torto marcio. non sempre le becchi giuste. chi ti ha detto che tu sei il risultato dei tuoi geni? no caro mio. tu/noi non lo siamo. falsissimo che noi siamo dipendenti al 100% dei nostri geni. falsissimo!!! ed è falsa pure la storia che il nucleo sia il “cervello” della cellula. casomai è la membrana che è il cervello della cellula. il dna e i geni, influenzano al massimo il 40% di ciò che siamo. il rimanente 60% lo fà l’ambiente esterno che ci circonda. ci adattiamo all’ambiente che abbiamo attorno. lo facciamo da miliardi di anni. cominciò tutto dagli organismi unicellulari e poi passò a quelli pluricellulari.

ti consiglio di leggerti il grande biologo Bruce Lipton. “la biologia delle credenze”.

darwin è tutta una cazzata. falso! bisogna rivalutare lamarck. e pure il pensiero aristotelico ci ha fatto un gran danno. pure quello da buttare. ti consiglio john di leggere 2 libri del fisico Russell Targ.

libro 1) orizzonte di speranza
libro 2) i miracoli della mente

ciao DORF

stanziale
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 20:48

Questi pseudo economisti a libro paga della finanza globale, ora ammettono che si non va, ma disfare l’euro, come si fa, e’ complicato, troppi costi ecc. …il loro unico scopo e’ sviare, confondere, guadagnare tempo….intanto chi dirige deflaziona tutto, svende o privatizza le aziende di stato, regala l’oro della banca d’italia, ci indebita ben bene e per di piu’ finanziando le banche tedesche…..ma ci ricorderemo di loro , a tempo debito, questi criminali non la devono passare liscia. Pero’ basta con le sole parole, una elite di traditori cosi’ non si era mai vista ne immaginata(quelli della banca d’italia poi frequentano i corsi appositi per traditori, ne sono certo….)il popolo deve capire che bisogna rispondere ANCHE con ampie e democratiche manifestazioni ….SCENDERE IN PIAZZA nel 2014…senno’ finiscono per massacrarci.

_francesco_
Scritto il 22 Gennaio 2014 at 21:44

@dorf001

A parte la mancanza di educazione sfoggi anche scarsa cultura economica. Grazie comunque del contributo.

karlito74
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 00:04

che dire Andrea….grande fiuto da ricercatore di razza….un domani potresti essere consulente di una ipotetica commissione d’inchiesta contro i crimini finanziari-umani perpetrati agli italiani, anche grazie alla loro accondiscendente ignavia….il punto è che questo domani non ci sarà mai…la Norimberga della finanza? Dopo anni abbiamo scoperto gli armadi della vergogna….caro Andrea siamo in ostaggio….non dobbiamo mollare….ma siamo in ostaggio….da anni…

paover
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 00:20

a proposito di pazzi psycho, schizzofrenici, bombati che ci governano, economisti, businessman etc… ecco un minuto di delirio di onnipotenza http://www.youtube.com/watch?v=AuqemytQ5QA

dorf001
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 00:27

_francesco_@finanza,

francesco non si è parlato di libri. tu non ne hai accennato. vuoi un contributo? bene. ora te lo do. un librettino facile facile da 140 pagine.

devi leggere il libro di : Badiale & Tringali. LA TRAPPOLA DELL’EURO. la crisi, le conseguenze, la via d’uscita. prefazione di Bagnai. ok? smonta tutte le obiezioni a chi dice che non si può uscire. invece si può, e ti spiega come fare. se non ti basta ti leggi pure il librone da 300 pagine di Bagnai. ecco ora hai il tuo contributo da legggere. poi mi dirai.

by DORF

_francesco_
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 07:04

dorf001@finanza,

Dorf parli con uno che legge Bagnai da due anni e che conosce personalmente sia Marino che Fabrizio.

icebergfinanza
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 07:16

mirrortrader@finanza,

La gente non vuole capire, alla gente non interessa nulla di quello che sta accadendo, alla gente interessa solo coltivare il proprio orticello.
Ho scritto un intero libro in maniera semplice ma il 95 % degli italiani non legge o meglio legge solo romanzi fantastici sulla spiaggia per divagare dalla realtà.
Loro questo lo sanno e preconfezionano pacchi e contropacchi per la loro mente, regalano sogni ed illusioni per tirare a campare, in fondo l’Italia è fatta per un 50 % di anziani che guardano Ballarò e Porta a Porta, leggono Corriere e Sole24Ore, dove gli editorialisti sono sempre e solo quelli, mentre gli alternativi vengono messi in trafiletti di terza o quarta pagina, dove nessuno legge mai, perchè fa figo e porta via poco tempo leggere i titoli di prima pagina.
La gente ama farsi condurre al pascolo, ama farsi mettere in bocca l’erbetta soffice, ama avere vicino un cane da guardia che le da la sensazione di protezione dai lupi.
Un giorno all’improvviso si sveglia senza lavoro, governo ladro piove, colpa degli immigrati, della spectre, del signoraggio, del freddo e della neve, ama ascoltare le fesserie della Loretta e del Barnard di turno, di quelli che urlano e basta, ama ascoltare i Boldrin e i Zingales, quelli con il maaster e il Phd perchè fa figo e anche i Giannino perchè nonostante tutto almeno loro hanno cantato con Mago Zurlì e han fatto fessi per anni mezza Italia con master e lauree immaginarie varie, mica come quell’idiota di blogger che scrive di essere un semplice ragioniere uscito dalle sue prigioni mentali, è colpa dei marziani e la sera accende la televisione e si collega a Ballarò o Porta a Porta per capire che in fondo ha ragione è tutta colpa nostra italiani di merda, sporchi, straccioni, che svalutano tutti i giorni, mafiosi, corrotti, delinquenti, che sognano mille luci in fondo al tunnel della loro IGNORANZA!
E chissenefrega domani c’è Roma e Juventus o il concerto da 70 euro a cranio.
Buona fortuna ItaGLIa, chiedo scusa se scrivo troppo difficile, trovalo tu in giro uno che cerca quotidianamente di tradurre AGRATIS le dinamiche di materie esoteriche, opache, facilmente manipolabili, plutocratiche ed elitarie adatte ad un popolo di fessi che quotidianamente fa fatica a capire che la festa è finita e che qualcuno ha rubato loro il futuro. Andrea

sherpa
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 08:14

mirrortrader@finanza,

Anche io faccio fatica a capire a volte, la mia cultura è limitata.
E’ inevitabile (per me) fare fatica ma ciò ti fà assimilare meglio i concetti, una lettura semplice rischia di essere superficiale. Ti fermi alla prima pagina, come ha detto Andrea.
Comunque i concetti espressi sono capibili con un poco di impegno, niente di impossibile.
Dobbiamo fare lo sforzo di crescere e ciò costa fatica. Non quanta però ne fà Andrea nel suo lavoro con noi, anzi REGALATO a noi, non dimentichiamocelo.
Sono felice di questa fatica. Spero che lo sia anche il Capitano e che non si faccia prendere dallo sconforto/inc******** che a volte trapela.
Se non ci fossero posti come questo, ci rimarrebbe solo “informazione” elargita dai vari tg1, repubblica, il giornale e affini. Grazie Andrea.

veleno50
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 08:50

dorf001@finanza,

sei cotto come una razza

john_ludd
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 10:47

icebergfinanza,

Se chi detesta legge queste tue parole soffiate con la necessaria ira e un pizzico di giustificato orgoglio, troverà nuove ragione per detestarti. Chi ti apprezza, nuove ragioni per apprezzarti. In epoche lontane, a conferma che l’uomo è lo stesso e quel che cambia sono solo le strutture, pensatori illustri scrissero più volte quel che pensavano della pancia della gente, da Seneca a Cicerone attirandosi il giudizio di snob aristocratici. Tu sei uscito dalla prigione del condizionamento e vedi economia, finanza, politica… per quel che sono, ne parli e sai che si potrebbe vivere meglio; se ciò ti deprime ora pensa a quelle migliaia di scienziati, fisici, biologi, agronomi, geologi… che hanno scritto migliaia e migliaia di documenti, provati da innumerevoli rilevazioni sperimentali che raccontano che con inequivocabile certezza la biosfera nella quale viviamo sta collassando a una velocità mai avvenuta nella storia. Che opinione ne otterresti del bipede che ha l’ardire di ritenere di essere stato creato a immagine e somiglianza di Dio mentre se ne sta spensieratamente seduto sulla bomba da lui stesso confezionata e innescata mentre consuma i suoi ultimi anni osservando le quotazioni di borsa ?

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 11:17

john_ludd@finanza,

L’avevo postato anche nei giorni scorsi e sono certo che già lo conosci. Questo non è altro che la punta dell’ICEBERG. *******CONTINENTE DI PLASTICA
Grande quattro volte l’Italia, galleggia nell’Oceano Pacifico. Cento milioni di tonnellate di materiale si degradano inquinando l’ecosistema
Ha 2.500 chilometri di diametro e ben 30 metri di spessore Rilascia Ddt e diossina, ingerite dai pesci. E da noi che li mangiamo. ****** http://www.tartaweb.it/notizie-tarta/69-un-continente-di-plastica.html

gebs74@borse.it
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 12:04

Mi aggrego a quello che John_ludd scrive e posto questo bel video dove un saggio Hopy ci da la sua opinione su Uomo e Madre Terra.

http://www.youtube.com/watch?v=6_YsaTJ90e8

OSS

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 12:07

Una volta si diceva ” Mamma li turchi “, ed ultimamente in fatto di SVALUTAZIONE mi sembra stiano diventando dei maestri superando persino i giapponesi. Chissà che contenta nonna merkel, chissà quante automobiline made in krukkonia riuscirà a vendere, mi sa tanto che quest’ anno ne resteranno parcheggiate un pò a krautonia-land.

john_ludd
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 12:08

kry@finanza,

Vedi Kry, è del tutto inutile preoccuparsi delle sorti della vita sulla terra. La biosfera è un sistema eccezionalmente resiliente. Ogni tanto salta un supervulcano ed emette in poche settimane centinaia di volte più sostanze tossiche di quanto l’uomo ha emesso sinora. La vita è scomparsa? No, perchè è resistente, la biosfera è antifragile, in un milione di anni la biosfera si cura da sola, poco per un sistema che ha centinaia di milioni di anni e continuerà a esistere sinchè il sole non diverrà una gigante rossa. La nostra civiltà è l’opposto, estremamente fragile. Le nostre strutture operano in maniera opposta a quelle della natura. In natura gli organismi più grandi consumano in modo inversamente proporzionale alla propria massa (e quindi coesistono colibrì e balene) mentre i nostri consumano in modo esponenzialmente crescente, fisicamente impossibile in un pianeta finito. La natura opera in base a leggi di potenza dove l’esponente è negativo, nelle nostre strutture l’esponente è positivo. La natura tende a posizionarsi sempre in posizioni di minimo energetico assoluto, il massimo che riusciamo a fare è posizionarci in precarie posizioni di minimo metastabile. L’uomo poi, si racconta essere una specie adattabile. Lo proverebbe che gli inuit sopravvivono tra i ghiacci e i tuareg nei deserti. Ma quanti sono gli inuit e i tuareg? Quanti siamo noi in tutto oggi? I cicli naturali esistono e non ci sarebbe modo di opporsi comunque ma sono lenti rispetto la scala della vita di una civiltà ma se si fa di tutto per amplificarli e modificarli in senso avverso non accadrà che l’uomo come specie scompare di punto in bianco, ma calerà di numero molto rapidamente. Poiché il nostro sapere è la somma di innumerevoli saperi tra loro interconnessi basta una dislocazione sufficientemente ampia e lunga, la perdita di un frammento decisivo di conoscenza e tutta la nostra società tecnologica crolla in un baleno. Più il sapere, la technè, è complessa più richiede strumenti complessi e maggiore energia per essere memorizzata e trasmessa, quindi è fragile e transitoria. Un libro durerà sempre di più di un e-book, un bosco ben mantenuto più di qualsiasi giacimento di idrocarburi, una casa bassa in solido mattone più di un grattacielo di 100 piani, un graffito su una lastra di granito sarà ancora chiaro quando tutta l’arte degli ultimi 2000 anni sarà ridotta in polvere. L’homo sapiens è lo stesso di 50 mila anni fa. Per migliaia di generazioni le società sono rimaste semplici composte da qualche decina di nuclei familiari, prevalentemente cacciatori. Poi a un certo punto meno di 10 mila anni fa si sono sviluppate le prime società agricole e un primo graduale aumento della popolazione. Ma è solo con la scoperta degli idrocarburi che è partita la grande crescita e in meno di 200 anni siamo arrivati a oggi. Siamo una grande bolla che seguirà in tutto e per tutto l’andamento della bolla dei combustibili che la sostiene. Non so se sia possibile dirigere la nostra traiettoria diversamente, ma dato che non esiste neppure il minimo tentativo per deviarla è ovvio che il tema di “dove potremmo andare se…” non si pone neppure. Quindi leggiamo pure volentieri Bagnai e Mazzalai ma alla fine puoi redistribuire quello che ti pare, pensare di prendere ai ricchi e dare ai poveri, impiccare qualche banchiere, uscire dall’euro, rilanciare o meno l’export o la domanda interna ma alla fine l’effetto, quale che esso sia, avrà qualche effetto di breve/media durata non tanto di più. Non siamo in grado di fare di meglio su vasta scala, mentre su piccola scala è differente ed è lì che ci si dovrebbe concentrare

ilcuculo
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 15:56

john_ludd@finanza,

Idealmente se una migliore redistribuzione della ricchezza facesse ripartire l’economia dei consumi sarebbe pure peggio….

Meglio l’austerity…. per l’eternità

mirrortrader
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 18:22

icebergfinanza:
mirrortrader@finanza,

La gente non vuole capire, alla gente non interessa nulla di quello che sta accadendo, alla gente interessa solo coltivare il proprio orticello.
Ho scritto un intero libro in maniera semplice ma il 95 % degli italiani non legge o meglio legge solo romanzi fantastici sulla spiaggia per divagare dalla realtà.
Loro questo lo sanno e preconfezionano pacchi e contropacchi per la loro mente, regalano sogni ed illusioni per tirare a campare, in fondo l’Italia è fatta per un 50 % di anziani che guardano Ballarò e Porta a Porta, leggono Corriere e Sole24Ore, dove gli editorialisti sono sempre e solo quelli, mentre gli alternativi vengono messi in trafiletti di terza o quarta pagina, dove nessuno legge mai, perchè fa figo e porta via poco tempo leggere i titoli di prima pagina.
La gente ama farsi condurre al pascolo, ama farsi mettere in bocca l’erbetta soffice, ama avere vicino un cane da guardia che le da la sensazione di protezione dai lupi.
Un giorno all’improvviso si sveglia senza lavoro, governo ladro piove, colpa degli immigrati, della spectre, del signoraggio, del freddo e della neve, ama ascoltare le fesserie della Loretta e del Barnard di turno, di quelli che urlano e basta, ama ascoltare i Boldrin e i Zingales, quelli con il maaster e il Phd perchè fa figo e anche i Giannino perchè nonostante tutto almeno loro hanno cantato con Mago Zurlì e han fatto fessi per anni mezza Italia con master e lauree immaginarie varie, mica come quell’idiota di blogger che scrive di essere un semplice ragioniere uscito dalle sue prigioni mentali, è colpa dei marziani e la sera accende la televisione e si collega a Ballarò o Porta a Porta per capire che in fondo ha ragione è tutta colpa nostra italiani di merda, sporchi, straccioni, che svalutano tutti i giorni, mafiosi, corrotti, delinquenti, che sognano mille luci in fondo al tunnel della loro IGNORANZA!
E chissenefrega domani c’è Roma e Juventus o il concerto da 70 euro a cranio.
Buona fortuna ItaGLIa, chiedo scusa se scrivo troppo difficile, trovalo tu in giro uno che cerca quotidianamente di tradurre AGRATIS le dinamiche di materie esoteriche, opache, facilmente manipolabili, plutocratiche ed elitarie adatte ad un popolo di fessi che quotidianamente fa fatica a capire che la festa è finita e che qualcuno ha rubato loro il futuro. Andrea

bel post. ti chiedo di scrivere piu diretto. come in questa risposta. io non riesco molto spesso a seguirti per esempio.. e non sono uno completamente idiota.
anzi mi dicono che sono intelligente.
Se poi mi dici che

gli italiani sono un ammasso di pecore.. sfondi una porta aperta.

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 18:41

ilcuculo@finanza,

Ilcuculo Scrive:
23 gennaio 2014 alle 15:56
john_ludd@finanza,
Idealmente se una migliore redistribuzione della ricchezza facesse ripartire l’economia dei consumi sarebbe pure peggio….
Meglio l’austerity…. per l’eternità. ****** CHE COSA E’ L’ IPOCRISIA CHE AVANZA O IL PRENDERE PER IL CULO LA GENTE VISTO CHE TI DIVERTE A MANDARCELA. CI SONO PERSONE CHE POSSIEDONO MEMORIA ELEFANTESCA: Ilcuculo Scrive:
28 ottobre 2013 alle 12:15
Gebs74@Borse.It
Per quanto riguarda tutte quelle cose superflue di cui parli oltre al bere mangiare e dormire sotto un tetto, come ho già scritto, parlando per me, ad un ritorno ad un meraviglioso stile di vita pre-moderno è preferibile l’estinzione, la mia. SE HAI CAMBIATO IDEA FACCI SAPERE ALTRIMENTI ESTINGUITI.

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 18:56

john_ludd@finanza,

Ciao john_ludd tempo fa quando eri assente scrissi: Oggi sul libro ” Le basi della storia antica ” ed. Bruno Mondadori pag. 136 ho trovato scritto: Dopo che i micenei furono travolti dall’ invasione dei dori, la popolazione in Grecia si ridusse drasticamente a causa delle carestie, delle epidemie e delle guerre; SCOMPARSE LA SCRITTURA; scomparvero quasi del tutto gli scambi commerciali; peggiorarono le condizioni di vita della popolazione. Questa lunga epoca di regresso -per la scarsità di documenti giunti sino a noi gli storici l’hanno denominata ” secolo bui ” o ” Medioevo ellenico “- durò circa quattro secoli…… Leggendo questo mi sono ricordato di quanto sempre ci scrive Andrea ” La storia non si ripete ma ama spesso fare la rima.” Mi fa ricordare quando John Lud scrisse è illusione credere che tutti possano raggiungere la riva e meglio comprendere il malessere interiore di un ultracinquantenne senza figli che si preoccupa del futuro del mondo. E per meglio ricordare http://icebergfinanza.finanza.com/chi-e-icebergfinanza/

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 19:16

mirrortrader@finanza,

“gli italiani sono un ammasso di pecore.. sfondi una porta aperta.” So come la pensi, prendiamolo come punto di riflessione : Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me….. ” siamo autovittime di un condizionamento millenario?

dorf001
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 19:51

_francesco_@finanza,

hei francesco visto che conosci personalmente badiale e tringali. come mai allora tu parli male della decrescita? non capisco. intanto ne parlano nel loro ultimo libro. e in più ci hanno fatto un bel articolo, ch ora ti/vi posto. sotto:

Decrescita sì, ma del capitale
di Marino Badiale e Fabrizio Tringali – 02/01/2012

Fonte: megachip [scheda fonte]

Il blog “goofynomics”, curato da Alberto Bagnai, ha pubblicato di recente un post di critica alla decrescita. Si tratta di una critica interessante perché è condotta con spirito e garbo, e soprattutto perché rappresenta una piccola antologia delle obiezioni che solitamente vengono portate alla decrescita.

Ci sembra perciò utile provare a rispondere: può essere questa un’occasione per chiarire in una volta sola vari punti relativi alla nozione di decrescita.

Possiamo distinguere le obiezioni di Bagnai in due gruppi: in un primo gruppo mettiamo gli argomenti che sono sì obiezioni, ma non alla decrescita. In un secondo gruppo mettiamo le effettive obiezioni alla decrescita.

Esaminiamo le obiezioni del primo gruppo.

In primo luogo, Bagnai critica in maniera sferzante coloro che pensano che l’attuale crisi economica sia l’occasione per riscoprire costumi di vita più austeri, per superare o ridurre il consumismo, per tornare a rapporti umani più veri. Le critiche di Bagnai colgono perfettamente nel segno, e colpiscono una retorica dolciastra che si percepisce nei media, e che cerca di indorare la pillola dell’attacco inaudito ai diritti e ai redditi dei ceti popolari compiuto in Italia dall’attuale governo di tecnocrati chiamati a realizzare i diktat dell’Unione Europea.

Bagnai ha ragione, ma le sue critiche non toccano la decrescita. Un teorico della decrescita come Serge Latouche ha sempre affermato, con tutta la chiarezza possibile, che, se si rimane nell’attuale società, costruita intorno alla necessità dell’aumento del PIL, la mancanza di crescita è una catastrofe. Infatti, se tutto ciò che serve alla vita si può ottenere solo in cambio di denaro, non aver denaro (o averne meno) significa avviarsi verso la miseria. Questa semplice verità significa che la crisi, da sola, non produrrà nessun rivolgimento morale anticonsumistico: produrrà solo disperazione, e, per reazione, moti politici dagli esiti imprevedibili.

La proposta della decrescita, se pensata seriamente, non è la proposta di un po’ più di austerità o di un po’ meno consumismo. Non ha nulla di moralistico. È una proposta di fuoriuscita dalla società della crescita. Si tratta di liberare la società dalla necessità di aumentare continuamente la sfera della produzione di merci, cioè di beni destinati ad essere scambiati sul mercato, necessità indotta dalla logica dell’accumulazione capitalistica. Siamo costretti a crescere perché il fine della produzione è l’accumulazione di profitti, non la soddisfazione di bisogni.

“Decrescita” non vuol dire dover necessariamente diminuire continuamente la produzione. Si tratta invece di produrre al fine di vivere meglio, non di accumulare capitale. La decrescita vuole abbattere il dogma dell’obbligo della crescita, senza sostituirlo col dogma opposto della “necessità” della diminuzione continua del PIL.

Poiché la crescita è necessaria al capitalismo, che senza di essa non può sopravvivere, “decrescita” significa fuoriuscita dal capitalismo. È insomma una proposta rivoluzionaria. E ha bisogno di una teoria politica che sia all’altezza di tale proposta. C’è chi deplora il consumismo, ma non si rende conto di come esso sia funzionale alle esigenze del capitalismo, né percepisce che la diminuzione “forzata” dei consumi indotta dalla crisi e dalle scelte politiche drammaticamente recessive in atto non è fonte di liberazione, ma è un terribile (e voluto) atto di violenza perpetrato prevalentemente ai danni della fascia più debole di popolazione. Ebbene, chi la pensa così ha poco a che fare col pensiero della decrescita.

La seconda obiezione di Bagnai riguarda il progresso tecnologico. Bagnai afferma che esso è necessario per pensare una società meno distruttiva nei confronti dell’ambiente. Anche qui, la sua obiezione è corretta ma non riguarda la decrescita, i cui teorici hanno sempre dichiarato la necessità di tecnologie opportune. Si tratta semmai di discutere quali tecnologie sviluppare (e quindi, anche, quali non sviluppare), quali filoni di ricerca scientifica incrementare, e così via: ma queste sono le normali discussioni di politica scientifica di un paese democratico, che si svolgono nell’attuale società della crescita e si svolgeranno anche in una futura società diversa.

Passiamo infine a quella che ci sembra rappresenti l’unica effettiva obiezione alla decrescita svolta da Bagnai. Egli nota che una politica di decrescita avrebbe l’effetto di generare risparmio. E si chiede come la gente potrebbe utilizzare il denaro risparmiato grazie, per fare solo un esempio, a politiche di miglioramento del rendimento energetico della abitazioni.

Se lo spende, non c’è nessuna decrescita ma solo uno spostamento nei consumi.

Se lo risparmia, il denaro non può che essere investito nella produzione materiale (e quindi in ulteriore crescita) oppure nella finanza, con l’effetto di crescita (pessima) delle bolle speculative.

È tutto giusto.

Tuttavia la risposta a questa obiezione è semplice: il risparmio generato dalle politiche di decrescita non deve tradursi in aumento del denaro a disposizione del pubblico, ma in diminuzione dell’orario di lavoro, cioè in aumento del tempo libero.

La società della decrescita presuppone una organizzazione sociale che consenta di lavorare meno e recuperare tempo. Tempo da dedicare ai rapporti umani, alle relazioni comunitarie, a produzione e scambio di beni non in forma di merci.

In generale gli aumenti di capacità produttiva dovrebbero essere “investiti” soprattutto in diminuzione del tempo di lavoro, favorendo quindi, fra l’altro, la piena occupazione.

Naturalmente, il fatto che una politica di tipo decrescista si traduca in aumento del tempo libero non è automatico. Nei paesi occidentali da molto tempo gli aumenti di produttività non si traducono in diminuzione dell’orario di lavoro ma piuttosto in aumento dei profitti (e, quando va bene, delle retribuzioni), in diminuzione dei prezzi, in aumento della competitività.

Anche per questo motivo hanno torto coloro che pensano alla decrescita in termini di diminuzione parallela di Stato e Mercato. Per realizzare politiche decresciste efficaci e vantaggiose per i ceti medi e popolari, è necessaria una politica economica coerente coordinata dallo Stato. Ma questa è un’altra discussione.

DORF

glare
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 20:12

Andrea sarà pure un ragioniere ma cazzo è sempre preparato ed è uno dei pochi che dice o cerca il vero; ma è un lavoro impari a causa di tutto il sistema Italico.
..il problema è che in Italia ci sono troppe poche persone che capiscono,studiano, si sforzano e cercano di dare un futuro alla nostra patria e molti di questi in fondo si sono già arresi..io per primo..
Non si vede e non c’è via di uscita (almeno con questa classe politica e amministrativa)..Io da tempo penso di andarmene, ma dove? il futuro è così incerto e sarebbe bello avere in questo blog uno spazio dove chi ha un’idea propone la sua via di fuga..o se preferite un piano B per non fare anche noi la fine della pecora.
Ps da domani Inizia il secondo capitolo di “Svendi Italia”

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 20:33

glare@finanza,

Coneguenze di via di fuga. Ieri sera alle Iene han fatto vedere pensionati che a Sofia fan vita da nababbi con 800€ mese perchè ( giustamente ) in italia con tale cifra non è possibile vivere. Tutti han detto di sentirsi traditi. Loro si sentono traditi da scelte che comunque han fatto e che noi continueremo a pagare senza contare il fatto che a noi ora di allora non sarà data neppure quella possibilità. Se pensi di andare all’estero per lavorare è troppo tardi se è per vivere con un lavoro non impegnativo e un piccolo capitale a diposizione le occasioni ci sono …… pure in Australia.

glare
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 21:30

Sì, è per lavorare e aver un futuro meno nebuloso e nero..sono ancora abbastanza giovane e ho un piccolo capitale..ma in Australia senza sponsor si ritorna a casa e oggi purtroppo non posseggo liqujidità pari a 250000$ Au per aprire un’impresa in Loco..(fattorie o cose del genere)..

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 21:40

glare@finanza,

( in parte scherzo ) oggi il dollaro australiano si è svalutato del 2,2% se continua di questo passo ce la puoi fare. La mia impressione è che si sta tutti decrescendo. Ieri sera alle iene han fatto vedere pensionati a Sofia che vivevano da nababbi con 800€ mese e si ritrovavano al ristorante gestito da un italiano.

laforzamotrice
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 21:50

kry@finanza,

Ma i pensionati italiani che stanno male, tornano a farsi curare “a gratis” in Italia?
Io sono solo un povero pirla qualunque, ma di una cosa sono convinto, se non ci diamo una mossa, e alla svelta, probabilmente faremo un volo tale, che riprenderci dalla caduta non sarà un problema per noi, visto che forse ci riusciranno i solo nostri pro-pro-nipoti.
Caro capitano, mi fa piacere che ogni tanto t’incazzi anche tu, e capisci che talvolta la camminata sull’asse e i giri di chiglia sono più efficaci che il tentativo di ragionare.
Chi non sappia comandare obbedisca.
Kurskit

laforzamotrice
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 21:52

Chi non sa comandare, obbedisca.
Sorry!

ilcuculo
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 22:56

kry@finanza,

breve comunicazione di servizio. ignori i miei commenti come io ignoro i suoi.
grazie.

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 23:33

ilcuculo@finanza,

Non mi ringrazi, ma dei deliri di un quarantacinquenne frustato non si sa che farsene. Sia intelligente impari l’educazione e veda di non far finta di prendere ln giro le persone.

kry
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 23:38

laforzamotrice@finanza,

Non lo so, potrebbe essere. Oltre al danno la beffa. Comunque sembra che stiano così bene che è pure difficile ammalarsi. ( Kursit hai fatto bene a cambiare nick almeno non bisogna cancellare 50 righe prima di fare il commento ).

ilcuculo
Scritto il 23 Gennaio 2014 at 23:46

kry@finanza,

Non si permetta di dire a me cosa devo o non devo fare . Le ricordo che questo blog non è suo, ancorché si comporta come se lo fosse.. Impari lei l’educazione.-

apprendista
Scritto il 24 Gennaio 2014 at 12:41

Grande Andrea ora hai capito anche tu l’atteggiamento della plebaglia italiana,anni fa mi scontrai con un compagno d’ universita che diceva che il popolo e’ merda……………………..lo cazziai pesantemente con tutte le mie idee di eguaglianza cazzo quanto sbagliavo…………..
Ciao Cuculo ma perche’ continui a litigare con tutti dai…. basta….cambia atteggiameno perche’ risultare antipatico……ciao
saluti a tutti

_francesco_
Scritto il 24 Gennaio 2014 at 15:43

dorf001@finanza,

Questo è quello che pensa Bagnai.

L’articolo di Marino che hai postato ne era, appunto, la risposta.
http://goofynomics.blogspot.it/search?q=decrescita

Basta sapere leggere le date.

john_ludd
Scritto il 24 Gennaio 2014 at 16:54

apprendista@finanza,

a me Cuculo non sta affatto antipatico. Penso sia uno che cambia idea se lo convinci con argomenti migliori dei suoi. Occasionalmente poi anche tra amici capita di mandarsi in quel posto, ma dura poco. Dai mò… che queste discussioni non serviranno a molto ma non discuterne è peggio. Da un pò cerco di rileggere prima di postare, è così facile irritare la gente che è già irritata per ben più validi motivi che davvero è assurdo.

kry
Scritto il 25 Gennaio 2014 at 08:03

john_ludd@finanza,

apprendista@finanza,

Ieri era il compleanno di ICEBERGFINANZA per cui non volevo alimentare polemiche inutili. L’antipatia è un sentimento soggettivo alimentato dai continui atteggiamenti dell’altrui persona che possono essere più o meno recepiti e non fa la caso mio. Ciao.

kry
Scritto il 25 Gennaio 2014 at 08:37

ilcuculo@finanza,

Mi consenta Egregio ” Ilcuculo ” quando ho letto l’espressione ” non si permetta….” mi sono talmente impaurito che in preda a dei forti dolori di pancia sono andato a scaricare e per questo la ringrazio essendo stitico. Mi consenta pure che il ” non si permetta… ” lo vada a dire a tutte le persone che le stanno attorno qui non siamo nel suo mondo del lavoro. Mi consenta di ricordarle che il ” non si permetta …” non lo dica a chi a mandato a fan culo. Mi consenta che come sono ospite io anche lei è ospite , questo glielo ricordo io, per cui ” non si permetta …” lo dica tuttalpiù agli ospiti che frequentano la monofamiliare su due piani divisa in quattro appartamenti. Mi consenta pure che per imparare ci sono molte persone da cui potrei apprendere certo che l’educazione non da lei non mi sembra certo in questo maestro. Mi consenta di non pretendere dagli altri quello che lei stesso non è in grado di fare pensando di saperlo fare. Mi consenta pure di elogiarla nel continuare a ignorare si in questo mi sembra decisamente un maestro tanto che all’interno dello stesso post non ricorda nemmeno cosa ha scritto tre ore prima replicando alla stessa persona. Mi consenta pure di salutarla calorosamente con un ARRIVEDERCI e augurarle un buon fine settimana, fuori c’è il sole …. che bello.

ilcuculo
Scritto il 25 Gennaio 2014 at 14:42

kry@finanza,

.

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