in caricamento ...
AMERICA …DEAD MAN WALKING!
Capita spesso in un mondo di fessi ed ingenui qualche anima candida in grado di bersi qualunque dato macroeconomico che le istuzioni preposto propinano ai mercati, affascinati solo dai mercati azionari che salgono all’infinito mentre tutto intorno l’economia reale si spegne.
Come ho scritto non ieri ma all’inizio di Agosto, il futuro dei mercati nei prossimi mesi sarà radioso, ma non durerà a lungo e l’ottimismo prodotto dall’immane massa di liquidità che la criminale gestione delle banche centrali ha alimentato, verrà messo a dura prova, ma nonostante questo si salirà sino a mettere alla prova anche l’ultimo dei mohicani più scettici. Ma a noi questo importa poco o nulla ora.
Quello che importa è che l’America è in recessione e la trappola del fiscal cliff sta per scattare.
In primavera scrissi che l’America avrebbe conosciuto la recessione entro l’estate e che molto probabilmente l’inizio della recessione ufficiale sarà confermata per il mese di giugno.
Come scrive JohnHussman uno dei nostri maestri di analisi macrofondamentale …
While our estimates of prospective return/risk in stocks remain among the most negative instances we’ve observed in a century of market history, it is important to note that these estimates are largely independent of our conviction that the U.S. economy has already entered a recession. (….) In regard to a U.S. recession, keep in mind that the consensus of economic forecasters – not to mention central bankers – has never recognized the start of a recession in real-time, largely because their assessments typically revolve around a “stream of anecdotes” approach that treats each new economic report with equal weight, without distinguishing leading/lagging and upstream/downstream structure. For example, we’ve noted that real consumption growth and real income lead new factory orders, which lead employment. Yet observers have already largely dismissed the soft data on income, consumption and factory orders thanks to last week’s single outlier on new weekly unemployment claims. As for the payroll report this Friday, we fully expect that September payroll growth will ultimately be reported as a significant loss in jobs. The main wrinkle, as I’ve noted frequently, is that the “real-time” employment figures in the early months of a recession are often hundreds of thousands of jobs off from where they are ultimately revised (see the economic notes in Late Stage, High Risk). So while Friday’s employment report seems likely to be disappointing, the data tends to be heavily revised, and even the seasonal adjustments amount to hundreds of thousands of jobs, so our expectations for a negative figure may or may not be realized in the initial report.
Ieri un sondaggio come tanti altri, ovvero l’indice ISM manifatturiereo è riuscito a smentire tutti gli altri indici regionali anticipatori, ovvero ogni singolo sondaggio negativo si è trasformato in un unico sondaggio positivo, suggestione elettorale!
Indice CFNAI, indice PMI di Chicago e ordini dei beni durevoli collassati a livelli che non si vedevano dal 2009 anno di fine recessione etvoilà la magia dei sistemi di rilevazione americana fa uscire un dato estremamente positivo, volano ordini ed occupazione, potenza di un dollaro svalutato direbbe qualcuno, si ma se nei sondaggi regionali questo non si riflette, ma solo in quello finale qualcosa non quadra.
Comunque sia come dice Hussman ci sono tutte le credenziali per assistere ad un brutto dato sull’occupazione venerdi, ma ormai l’economia americana e i suoi dati ci hanno abituati a sorprese che nulla hanno a che vedere con la realtà, sorprese che saranno riviste nei prossimi mesi in negativo, quando ormai a quasi nessuno importerà, percho la realtà sarà evidente.
C’è però qualcosa che mi fa pensare che il dato di venerdi non sarà affatto positivo, ovvero le ultime dichiarazioni di ieri di Bernanke che hanno fatto invertire Wall Street!
Benrnanke avverte che la crescita non è ancora abbastanza spedita per ridurre in modo significativo un tasso di disoccupazione ostinatamente alto. Del resto il principale obiettivo della Fed, ha spiegato il suo presidente, è stimolare l’occupazione: “Vorremmo vedere il maggior numero di americani possibile ottenere posti di lavoro e puntiamo a mantenere il tasso di incremento dei prezzi al consumo basso e stabile”. (Repubblica )
Loro sanno sempre tutto in anticipo, loro sanno quello che dicono, loro sanno che l’America è in recessione! Chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri continuino a sognare!
Ci sono più americani che si suicidano di quanti periscono in incidenti d’auto. La responsabilità a quanto pare, è dell’ economia a catafascio e dell’incertezza del domani. La rivelazione e’ stata fatta da uno studio condotto da Ian Rockett e pubblicato sull’American Journal of Public Health.
http://www.famigliacristiana.it/informazione/news_2/articolo/usa-suicidi.aspx
DISPERAZIONE 😥
Devi essere connesso per inviare un commento.
C’è però qualcosa che mi fa pensare che il dato di venerdi non sarà affatto positivo, ovvero le ultime dichiarazioni di ieri di Bernanke che hanno fatto invertire Wall Street!
Anch’io lo penso. Altrimenti non avrebbe fatto un gufetto 😉