IN ATTESA DELLA CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA … BUNDESVERFASSUNGSGERICHT
Ci manca solo che chiediamo il parere al Toni o al Bepi in questa crisi Mentre la grande depressione del 21 secolo avanza diamo un’occhiata a cosa ci racconta il Der Spiegel
Crisi: Shauble, Corte costituzionale non rinvii esame fondo salvastati
10 Luglio 2012 – 18:30
(ASCA-AFP) – Karlsruhe, 10 lug – Ci sarebbero ”forti incertezze” sui mercati se la Corte Costituzionale tedesca dovesse decidere un rinvio della ratifica del Fondo permanente ‘salvastati’. Lo ha detto il ministro delle finanze di Berlino, Wolfgang Schauble.
”Un ritardo significativo per l’ESM oltre luglio potrebbe significare forti incertezze sui mercati” ha detto ”i sintomi della crisi peggiorerebbero con conseguenze economiche negative”.
Il Parlamento tedesco ha approvato il Fondo ESM lo scorso 29 giugno ma il Presidente tedesco non ha firmato il provvedimento in attesa della risoluzione dei ricorsi presentati alla Corte. Questo ha bloccato l’entrata in operativita’ del fondo che non puo’ partire senza il via libera definitivo della Germania.
fgl/
La scena è degna della “patafisica”, la scienza delle soluzioni immaginarie. Il presidente della Corte costituzionale tedesca chiede ieri mattina al rappresentante del Governo: quanto tempo ci date per valutare se il fondo di stabilità europeo è legittimo, prima che si abbiano conseguenze negative sui mercati finanziari? E lo sventurato risponde: «Qualche settimana…». Dunque un paio di settimane dopo le tre normalmente necessarie, i giudici tedeschi decideranno se far crollare l’euro prima che l’euro sia già crollato.
Il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha cercato di spiegare il rischio, ma senza esito. «La democrazia ha il suo prezzo», aveva ricordato candidamente la Corte pochi giorni fa. Come negarlo? Stati democratici ed Europa hanno bisogno l’uno dell’altro, ma anche l’Europa ha il suo prezzo.
Chi conosce i segnali di fumo che escono dai conclave di Karlsruhe è certo che i giudici non metteranno consapevolmente a rischio l’euro. Nessuno pensa che i giudici fermino i patti fiscali europei (il Fiskalpakt), perché replicano quelli già scritti nella Costituzione tedesca. La preoccupazione riguarda il fondo salva-Stati (Esm). Si teme che dicano che è legittimo, ma a condizione che sia inutile. Cioè solo se disporrà di pochi fondi e certamente non tanti quanti necessari a superare la crisi del debito in Spagna e Italia. I limiti sono rilevanti perché il Consiglio Ue ha accelerato la capitalizzazione dell’Esm che arriverà a 500 miliardi di euro e la cancelliera tedesca studia i progetti di uso “a leva” del capitale che permetterebbero all’Esm di muovere cifre davvero rilevanti.
Sarebbe forse il piano risolutivo della crisi, ma cadrebbe se la Corte ponesse un limite alle perdite potenziali a carico del bilancio federale.
Le idee di interdipendenza finanziaria, di rischio sistemico europeo o di sovranità relativa non hanno fatto breccia nella cultura di Karlsruhe, che è profonda e ammirevole, ma che non vede il principio di democrazia realizzato altro che entro i confini della comunità politica omogenea della Nazione. È difficile dare la misura di quanto la diffidenza della Corte tedesca abbia pesato sulla crisi europea. Senza le sentenze sui Trattati di Maastricht e di Lisbona la crisi si sarebbe potuta risolvere nel gennaio del 2010, ma per poter violare il divieto di salvataggio della Grecia (la famosa clausola di no-bailout del Trattato Ue) senza l’opposizione della Corte, la cancelliera Merkel ha dovuto motivare l’intervento con la necessità – anzi l’obbligo – di difesa della moneta dei tedeschi (l’euro) che a sua volta era possibile giustificare solo aspettando il maggio 2010 quando, ritardo dopo ritardo, l’euro stesso era finalmente giunto sull’orlo del precipizio. Da allora, dopo essersi estesa a tutta l’eurozona, la crisi non ha più smesso di peggiorare.
Nei giudizi più recenti, la Corte ha anche posto dei limiti alla partecipazione di Berlino ai fondi salva-Stati, sostenendo che un impegno potenzialmente troppo elevato avrebbe compromesso l’autonomia finanziaria del Parlamento, una “competenza essenziale” alla democrazia che l’articolo 79 della Costituzione tutela tra quelle indisponibili. Il limite dell’impegno finanziario tedesco in Europa è fissato circa a metà del bilancio federale e sta quindi sotto il livello massimo dell’aiuto necessario alla Spagna, figurarsi quello ipoteticamente necessario a salvare l’Italia.
L’euro nella gabbia della Corte tedesca – Il Sole 24 ORE
Si dai ancora cinque settimane giusto il tempo per fare i famosi tre mesi di tempo dati dal filantropo Soros e dalla signorina Lagarde all’Europa per continuare a sognare! Buon incubi a tutti!
Sostieni l’informazione indipendente il Tuo sostegno è fondamentale per la prosecuzione di questa esperienza. Semplicemente GRAZIE!