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CRESCI ITALIA CRESCI…IN CONSAPEVOLEZZA!

Scritto il alle 07:06 da icebergfinanza

Ne abbiamo parlato già più volte, l’economia “scienza triste” non è una scienza esatta, non è neanche una scienza umana, semplicemente non ha nulla di scientifico!

Karl Popper amava ricordare che il metodo della scienza è razionale il migliore di cui disponiamo come razionale dovrebbe essere accettare i suoi risultati, non nel senso di confidare ciecamente in essi, visto che non sappiamo quando la scienza ci pianterà in asso. Non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile fa l’uomo di scienza ma la ricerca critica, persistente e inquietà della verità, cosa che oggi ad osservare alcuni economisti si fa fatica anche solo ad intravvedere.

Chi non ricorda PREMIO NOBEL AL FALLIMENTO e ancora le rivelazioni di  Brad DeLong … Uno dei peggiori segreti dell’economia è che non esiste una teoria economica. In pratica, non esiste una serie di principi fondamentali su cui poter basare i calcoli che spiegano i risultati economici del mondo reale. Dovremmo tenere a mente questo limite della conoscenza economica quando spingiamo al massimo l’austerità fiscale in tutto il mondo.

Gli economisti spesso non hanno nulla di  razionale nella loro scienza…  I principi economici che sostengono le loro teorie sono un inganno: non sono verità fondamentali ma mere manopole da girare e regolare in virtù delle giuste conclusioni che emergono dall’analisi.

Le giuste conclusioni dipendono da quale dei due tipi di economisti si è. Il primo sceglie, per ragioni non economiche e non scientifiche, un orientamento politico e una serie di alleati politici, e gira e regola le sue ipotesi fino a giungere alle conclusioni che meglio si adattano al suo orientamento e che possono compiacere gli alleati. Il secondo prende tutte le ossa della storia, le butta in una casseruola, accende il fuoco e le fa bollire, sperando che le ossa trasmettano degli insegnamenti e suggeriscano i principi per guidare gli elettori, i burocrati e i politici della nostra civiltà, mentre avanzano lentamente verso l’utopia. ( Sole24Ore )

Ma mi fermo qui non vorrei urtare la sensibilità di qualche esaltato economista che da settimane e mesi condivide quotidianamente le sue verità assolute sul fallimento del nostro Paese.

Sto ancora contando i giorni che mancano al fallimento dell’Italia previsto per gennaio o al massimo entro la primavera, come ci ricorda quella graziosa economista che vive a Londra di cui non ricordo il nome… ma che Voi ben conoscete!

Vi lascio con questa bella riflessione di Luciano Casolari mentre me ne torno a studiare neuroeconomia ed economia comportamentale, in attesa di qualche ossicino della storia da gettare in un pentolone qualunque…

Da quando le sorti dell’Italia e dell’Europa sembrano affidate, in parte, ad economisti (in Grecia e Italia direttamente come primi ministri) mi sto chiedendo, da persona che non ha mai studiato direttamente l’argomento, quale tipo di scienza sia questa benedetta economia?

Quando studiavo medicina un mio professore poneva spesso la distinzione fra Scienze Esatte (o della natura) e Scienze Umane (o sociali). Le prime (fisica, chimica, matematica, astronomia etc) si basano sul metodo Galileiano sperimentale per cui lo scienziato interroga la natura formulando ipotesi che devono essere sottoposte a delle prove riproducibili da altri ricercatori. Le scienze umane (filosofia, legge, politica, psicologia, sociologia etc) derivano dallo studio dell’uomo nella società e nei suoi comportamenti. La legittimazione delle teorie e delle regole formulate in queste discipline deriva dal consenso fra i vari ricercatori, dalla storia dell’uomo e dalle consuetudini maturate nei secoli.

Naturalmente la distinzione è grossolana e vi sono tante eccezioni. Ad esempio la medicina può in parte annoverarsi fra le discipline esatte o della natura e in parte fra le discipline umane. Anche le scienze esatte sono mutate negli ultimi cento anni. Riporto una osservazione che parte da uno scritto di Einstein: “le teorie di Bohr sulla radiazione mi interessano moltissimo, tuttavia è intollerabile l’idea che un elettrone esposto a radiazione scelga spontaneamente non solo il momento di “saltare” ma anche la direzione del salto. In questo caso preferirei fare il croupier di casinò piuttosto che il fisico”. Oggi Einstein farebbe il croupier, difatti le teorie di Bohr hanno vinto, perlomeno per tutto ciò che riguarda i fenomeni dell’infinitesimamente piccolo.

Senza aver mai studiato economia ero convinto che questa disciplina fosse annoverabile fra le Scienze Umane e non fra quelle Esatte. Ritenevo che le leggi economiche e i vari marchingegni del mercato fossero frutto della storia dell’uomo, delle sue consuetudini e del consenso fra gli economisti.

Il piglio con cui sui giornali o in televisione gli economisti parlano della loro visione degli eventi negli ultimi mesi mi ha posto alcune perplessità in quanto molti di essi propongono certezze assolute e leggi economiche inviolabili. Qualche dubbio compare quando su un giornale un economista propugna fieramente uno scenario frutto delle leggi economiche e su un altro, applicando leggi simili, si descrive tutt’altro scenario. Veri e propri timori insorgono quando si leggono le cronache degli errori che gli economisti e i politici dell’epoca fecero nel periodo della Grande Depressione. Un senso di terrore mi pervade quando penso che quasi nessun economista aveva previsto gli sconvolgimenti degli ultimi anni e che i consulenti che hanno proposto ai politici le regole per l’Euro non avevano chiaro che poteva porre seri problemi ancorare a una stessa moneta paesi così diversi.

Nel campo psicologico-psichiatrico, di cui mi occupo, esistono tante teorie, fra loro anche parecchio divergenti, che si fronteggiano. Le più rilevanti sono fra gli estimatori e i denigratori degli psicofarmaci e fra gli psicoterapeuti di formazione psicoanalitica, quelli sistemici o quelli cognitivo comportamentali. Nella mia pratica clinica ritengo necessario, durante le prime visite, informare il paziente sulle varie possibilità di cura, sui diversi approcci terapeutici disponibili e sul mio particolare tipo di formazione per permettergli di fare una scelta.

Per similitudine mi attenderei che gli economisti, chiamati al capezzale dell’Italia spiegassero a quali teorie economiche fanno riferimento, quali sono gli scenari contraddittori che si prospettano, eventuali dubbi che si pongono. Per tornare all’aneddoto su Einsten: se stiamo giocando al casinò, bisogna almeno che ne siamo consapevoli!

Generalizzando, nessuna teoria, solo terrorismo mediatico, pura “Shock Economy” shock, prendere o lasciare, nessuna alternativa ai mercati finanziari, allo spread, il pisello per eccellenza che da mesi si trova sotto i materassi degli italiani.

Cresci Italia Cresci, l’unica certezza è la redistribuzione dei redditi, ma quello è un tasto che fa paura e allora avanti con l’Austerity, con la tassazione e una blanda riduzione delle spese e dei privilegi,  in una spirale senza fine, dimenticando la storia.

Nel post in preparazione la prossima settimana, per tutti gli amici e sostenitori di Icebergfinanza, per coloro che lo vogliono sostenere anche economicamente, osserveremo da vicino probabili iceberg e stelle polari del 2012, un anno che passerà alla storia in una maniera o nell’altra, un anno decisivo per la futura intensità della tempesta perfetta, una tempesta che ci accompagnerà ancora per qualche anno, al di là dell’immaginazione dei mercati finanziari e della gente comune.

Nel post in preparazione la prossima settimana, per tutti gli amici e sostenitori di Icebergfinanza, per coloro che lo vogliono sostenere anche economicamente, osserveremo da vicino probabili iceberg e stelle polari del 2012, un anno che passerà alla storia in una maniera o nell’altra, un anno decisivo per la futura intensità della tempesta perfetta, una tempesta che ci accompagnerà ancora per qualche anno, al di là dell’immaginazione dei mercati finanziari e della gente comune. ORIZZONTE 2012…SENZA DIMENTICARE LA STORIA!

5 commenti Commenta
billbill
Scritto il 3 Gennaio 2012 at 09:56

Grazie Andrea, ma anche grazie DORF!!! I tuoi commenti sono consapevolezza pura a 360°.

Secondo me l’economia è come la politica. In politica davanti si scannano destra, sinistra, centro e gli italiani vanno dietro stile Milan, Inter, Juventus. Dietro i banchieri foraggiano chi decidono loro per far andar le cose come vogliono.

In economia davanti si scannano i sostenitori delle varie teorie, talvolta ignari di essere manipolati da chi dietro foraggia chi DEVE SEGUIRE UNO SCHEMA BEN DEFINITO. Perché la difficoltà sta solo nel mascherare lo schema che da secoli è sempre lo stesso. Bolla e depressione. Se l’economia è in mano ai privati si stringe col credit crunch bancario, se è in mani “pubbliche” si strozza col rientro dai debiti col crunch fiscale, ovviamente dopo aver creato il debito pubblico con le buone (in Italia gli sprechi trentennali) o con le cattive (aiuti dovuti alle banche).
Sotto le apparenti teorie economiche ce ne sta una che non si insegna a scuola, di cui non si deve neanche parlare, che è assurda e complottista, che inizia con la parola signoraggio e termina con “Nuovo Ordine Mondiale”, passando per L’Organizzazione Mondiale della Sanità (che esautorerebbe i governi in caso di pandemia), per il controllo delle energie, per il controllo del potere spirituale.

Mi sembra ingenuo parlare delle varie teorie economiche che non funzionano, quando quella di cui nessuno parla sta funzionando alla perfezione!!!

Per uno spiraglio di luce, dopo l’Islanda, ecco una bella notizia dall’Ungheria:

IL CORAGGIO DI SERVIRE IL POPOLO. L’UNGHERIA BASTONA FMI E BANCHE

Davide contro Golia.L’Ungheria contro Fondo Monetario Internazionale, Unione uropea e banche. Il governo del conservatore Viktor Orban è l’unico ad avere intrapreso la via della lotta ai big della finanza. Con una sostanziosa tassa agli istituti di credito e alle assicurazioni (0,45% e 5% degli utili). Una mazzata che dovrebbe garantire un flusso di entrate di circa 700 milioni di euro!…, che saranno utilizzati per ridurre il deficit pubblico. Per far questo Orban ha messo alla porta i rappresentanti del FMI e pure quelli della UE.
“Si tratta di una misura giusta e necessaria”, ha affermato Orban, “poichè va incontro agli interessi della popolazione in un periodo cosi difficile. Le banche d’altra parte sono all’origine della crisi globale e per questo è del tutto normale che contribuiscano a ripristinare la stabilità”.
Il governo ungherese ha poi approvato un tetto ai salari dei dipendenti pubblici, compresi i dirigenti della banca nazionale d’Ungheria e del consiglio per le politiche monetarie, facendo inviperire il governatore della Banca Centrale, Andras Simor, che si è visto tagliare del 75% la retribuzione di 8 milioni di fiorini ungheresi mensili, circa 27000,40 volte il salario medio di un lavoratore ungherese. Infine Orban ha ridotto di 9 punti (dal 19 al 10%) la tassazione per le aziende con un fatturato annuo inferiore ai 500 milioni di fiorini (1,7 milioni di Euro) per di piu con effetto retroattivo al primo luglio. E ha vietato i mutui in valuta straniera che hanno favorito il debito verso l’estero.

E’ probabile che il 2012 sarà l’anno della resa dei conti e tutti dovrebbero vedere questo e poi guardarlo e riguardarlo e riguardarlo e…

http://www.youtube.com/watch?v=qo-2RUc_cQI

john_ludd
Scritto il 3 Gennaio 2012 at 10:16

billbill@finanza,

Attenzione Billbill, Viktor Orban è un vero fascista old style che ha già di fatto realizzato un colpo di stato, introdotto una legislazione che limita fortemente la libertà di stampa e personale, attua tecniche di intimidazione violenta ed è ormai molto prossimo a passare alla storia come il primo di una serie di nuovi gerarchi destinati a impossessarsi di buona parte dei paesi occidentali man mano che la crisi economica farà il suo corso. I popoli hanno placidamente dormito per decenni, sedotti dal luccichio delle perline colorate del consumismo e hanno ceduto tutto il potere alle oligarchie al vertice dei regimi di fascismo soft o fascismo finanziario che ci ostiniamo a definire democrazie. Ma lo stesso popolo bue terrorizzato è ormai pronto a cadere dalla padella alla brace in una replica di un copione che la storia ha scritto decine di volte.

Ecco cosa scriveva uno dei grandi del passato:

“They who can give up essential liberty to obtain a little temporary safety, deserve neither liberty nor safety.”

“Coloro che accettano di rinunciare a libertà essenziali per un pò di temporanea sicurezza, non meritano nè libertà, nè sicurezza”

Benjamin Franklin

ciaula
Scritto il 3 Gennaio 2012 at 13:17

La consapevolezza è forse in assoluto il più grande problema degli italiani, e non solo.
Avremmo tutti i mezzi per capire quello che sta succedendo, ma si persiste nell’atteggiamento apatico e rassegnato, facendoci scivolare tutto addosso.

Forse è perchè la consapevolezza, richiede lo sforzo di cercare le notizie, di studiare, di provare ad azionare la coscienza critica. E tutto questo mentre il mondo che ti circonda fa di tutto per costringerti a non pensare; ma semmai a desiderare quello che ti dicono, credere in quello che gli fa comodo e farti indignare a comando, guardando solo dove punta la telecamera.

Intanto in Grecia il “primo mondo” sprofonda nella depressione; ed è lì di fonte a noi, più vicino di quanto siamo portati ad immaginare.
Atene è lo specchio di quello che potrebbe essere il nostro futuro prossimo, ed il quadro è bruttissimo…
http://lemieconsiderazioniinutili.blogspot.com/2012/01/italia-prospettive-di-un-futuro-greco.html

Ciao Capitano

kry
Scritto il 3 Gennaio 2012 at 17:49

john_ludd@finanza,

Sembra che il popolo ungherese non la pensi proprio come il loro presidente. Comunque non tutto quello che ha deciso è male,certi taglie devono essere fatti pure qui ma mi sembra che nessuno abbia il coraggio solo a proporli.

john_ludd
Scritto il 3 Gennaio 2012 at 18:13

kry@finanza,

Kry il popolo ungherese ha eletto Orban con una percentuale da record. Chi ha studiato la storia dovrebbe sapere che un dittatore diventa tale NON andando contro la pancia dei propri cittadini ma assecondandola. Ma chi non studia la storia è costretto a ripeterla.

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