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DRAGHI: LA FAVOLA DI BABBO NATALE CONTINUA!
LONDRA – Cento giorni difficili, contrassegnati dal “successo dell’operazione” di iniezione di liquidità delle banche per 489 miliardi di euro, “sorprendente dal momento che i mercati e i politici della zona euro inizialmente non ne avevano compreso la portata”. E’ il
giudizio del ‘Financial Times’ in un lungo articolo dedicato ai primi cento giorni di Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea.
PLAUSO DEL FT. Il quotidiano ricorda come l’attenzione maggiore fosse sul “programma di acquisto di bond promosso da Jean-Claude Trichet, iniziato nel maggio 2010 all’inizio
della crisi greca” che si riteneva Draghi avrebbe potenziato. “In realtà – sottolinea il Ft – Draghi ha avuto serie riserve sugli acquisti di obbligazioni, che in seguito ha cercato di limitare” da un lato perché “gli effetti positivi sono stati di breve durata”. Dall’altro perché “la Bundesbank li considera pericolosamente” contrari al divieto per l’Unione europea di finanziare le banche centrali. Quanto all’iniezione di liquidità, per il quotidiano la Bundesbank “avrebbe preferito condizioni meno generose” ma non ha potuto opporsi più di tanto dal momento che “il lavoro delle banche centrali è quello di fornire adeguata liquidità ai creditori solvibili”. TG1RAI
In questo clima di euforia generale che accompagna il calo del leggendario e mitico spread e asseconda il volo illusorio delle banche europee sottolineo solo che il compito della Banca centrale europea è stato quello di fornire liquidità in larga parte a creditori non solventi, tecnicamente falliti!
Nel medio e lungo termine pagheremo le conseguenze per aver dimenticato la storia e soprattutto quanto è accaduto in Giappone e nella crisi nordica.
Andando ,ascoltate cosa ci racconta il premio Nobel Stiglitz su PROJECTSYNDACATE:
(…) La posizione della Bce è singolare. Le banche avrebbe potuto gestire il rischio di default sui bond in portafoglio acquistando una copertura assicurativa. E qualora l’avessero acquistata, l’ente di vigilanza responsabile della stabilità sistemica avrebbe dovuto garantire che l’assicuratore pagasse in caso di perdita. Ma la Bce vuole che le banche soffrano una perdita del 50% sulle proprie obbligazioni, senza rimetterci i “benefici” dell’assicurazione.
I motivi che spiegano la posizione della Bce sono tre e nessuno fa onore all’istituzione e alla sua condotta in fatto di regolamentazione e supervisione.
Il primo è che le banche non hanno, di fatto, acquistato una copertura, facendo in alcuni casi della speculazione. In secondo lungo, la Bce sa che il sistema finanziario non è trasparente – e che gli investitori sanno di non poter valutare correttamente l’impatto di un
default involontario, che potrebbe causare un congelamento dei mercati creditizi, innescando quanto avvenuto dopo il crack Lehman Brothers del 2008. Infine, la Bce vorrebbe tentare di proteggere le poche banche che hanno sottoscritto un’assicurazione.
Nessuna di queste spiegazioni rappresenta una scusa adeguata all’opposizione della Bce alla profonda ristrutturazione involontaria del debito greco. La Bce avrebbe dovuto insistere su una maggiore trasparenza, anche a fronte di quanto già vissuto nel 2008. Gli enti di vigilanza non avrebbero dovuto permettere alle banche di speculare come hanno fatto; o per lo meno, avrebbero dovuto spingerle ad acquistare una copertura e insistere su una ristrutturazione tale da garantire la liquidazione dell’assicurazione.
Non sono molte le prove a dimostrazione che una ristrutturazione involontaria sarebbe in qualche modo più traumatica di una ristrutturazione volontaria di pari livello. Insistendo sulla volontarietà, la Bce cerca di garantire che la ristrutturazione non sia profonda; in questo caso mette però gli interessi delle banche davanti a quelli della Grecia, per la quale una ristrutturazione profonda è fondamentale per uscire dalla crisi. La Bce sta mettendo gli interessi delle tante banche che hanno sottoscritto credit-default swaps davanti a quelli della Grecia, dei contribuenti europei e dei creditori che hanno agito con prudenza e si sono tutelati con una copertura assicurativa.
Si potrebbe proseguire ad oltranza raccontando cosa in realtà è stato fatto in questi anni dal Financial Stability Board preseduto da Draghi che ha più volte sollecitato blande riforme, ma si sa can che abbaia non morde…
Vi lascio con una chiara evidenza che aumenterà la Vostra consapevolezza, soprattutto per coloro che vivono ancora di favole e fantasia credendo che le banche centrali siano a servizio dei contribuenti europei.
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Andrea scusa ma nessuno mi risponde, ma in questa situazione quale sarebbe l’investimento + sicuro? ancora non l’ho capito! 😐
spalmare un pò di vaselina su una fetta di pane e fare oooh ….
Gianni Z. 😀 😀
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Sui giochi di prestigio di Draghi non ci piove, così come sulla sua piena adesione ideologica ai dogmi nefasti della turbofinanza e al suo establishment.
Non mi convince comunque anche Stiglitz quando dice che:
1) volevano speculare le banche che non hanno acquistato protezione (leggi cds) sui bond ellenici che avevano in portafoglio. Semmai l’hanno fatto proprio quelle che hanno acquistato l’ombrello dei cds con la convinzione che in qualche modo comunque qualcuno avrebbe pagato. Stiglitz sa in realtà che i maggiori venditori di cds sono (guarda un pò) banche americane e che il mercato dei cds, proprio per la questione greca, è oggi congelato.
2) “la Bce sa che il sistema finanziario non è trasparente” dice una banalità perchè lo sanno anche i muri (e lui per primo); visto che la situazione è questa, in che modo “gli enti di vigilanza non avrebbero dovuto permettere alle banche di speculare come hanno fatto”? Ma se è proprio questa la causa principale del disastro che è avvenuto in questi anni !!! E a capo di questo sistema di vigilatori che non vigilano e di controllori che non controllano, ma anzi passano dosi sempre più massicce di whisky agli alcolizzati c’è proprio la beneamata FED.