FACEBOOK E LA BANCA BASSOTTI!

Scritto il alle 08:00 da icebergfinanza

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Aveva proprio ragione il nostro buon Aristotele, apatia e tolleranza sono le ultime virtù di una società morente.

In un mondo normale, uno come Zuckemberg che già per arrivare dove è arrivato ha rubato l’idea ai fratelli Wynklevoss e Divya Narendra, risarciti con 65 milioni di dollari, dicevo uno così sarebbe già a pulire latrine in qualche locale del Bronx.

Solo gli psicopatici di Wall Street, la banda di ladri che quotidianamente opera a New York, poteva premiare il titolo Facebook, dopo la sua audizione al senato, perché tra ladri ci si intende sempre…

“Mi dispiace” per gli abusi effettuati sugli account degli utenti di Facebook. Così Mark Zuckerberg scandisce le sue scuse in apertura dell’audizione alla commissione congiunta Giustizia e Commercio del Senato. Quasi un ‘rito di passaggio’ per Zuckerberg: il 33enne fondatore e Ceo di Facebook torchiato e umiliato da senatori e deputati in una maratona di due giorni al Congresso americano dove è stato chiamato a testimoniare dopo lo scandalo Cambridge Analytica, ma anche dopo quanto emerso sul ruolo dei social media nelle interferenze alle elezioni americane.

Così ancora una volta Zuckerberg si scusa, come ha fatto pubblicamente già in passato, ammette gli errori e se ne prende la responsabilità, ma tenta anche di esporre le sue ragioni, di difendere Facebook e il suo ‘mondo’, di garantire che lo spirito è quello giusto e che “faremo meglio”. Lo ha già sottolineato parlando a porte chiuse con i senatori.

Adesso il fuoco di fila in aula, come per tanti imprenditori e politici prima di lui chiamati a spiegare e a spiegarsi dopo scivolate, errori o accuse. Zuckerberg – che per la sua visita a Washington e a Capitol Hill in particolare ha già abbandonato la sua consueta t-shirt grigia a favore di giacca e cravatta – dove dimostrare di saper reggere al classico tono perentorio delle domande di senatori e deputati: “Ci risponda con un sì o un no… ” è una delle formule predilette e il fondatore di Facebook proprio non può peccare di arroganza e deve convincere. Perché in gioco c’è anche la partita su regole e restrizioni, un dibattito sempre acceso con parte del mondo politico favorevole a una maggiore regolamentazione per il web e che gli ultimi scandali non fanno che galvanizzare.Cambridge Analytica, Zuckerberg in Senato: «Ho creato Facebook,

Occhi di riguardo per questo furbastro di professione, non serve giurare, basta raccontare la propria verità. Ora in molti capiranno per quale motivo, non ho mai pubblicato nulla di personale sui social, nessuna informazione, c’è gente che sui social si fa la doccia in pubblico, ai miei figli suggerirò di usarli esclusivamente per comunicare nulla di più.

Non appena ha messo piede nell’aula del Congresso americano, dove è iniziata l’audizione della commissione Commercio del Senato, il Ceo di Facebook si è seduto. Mentre i fotografi si precipitavano su di lui, Mark Zuckerberg non ha giurato. Il 33enne è comunque tenuto a dire la verità ma, come fa notare il Wall Street Journal, sono state evitate immagini che per altri Ceo prima di lui hanno avuto connotazioni negative. Per esempio, gli executive petroliferi giurarono prima delle loro testimonianze al Congresso che hanno fatto seguito allo scoppio della marea nera di BP nel 2010.America 24

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“Non c’è alcuna fretta” di approvare leggi per regolare Facebook nonostante i forti dubbi degli utenti sul rispetto della loro privacy e dei loro dati. Lo ha detto questa mattina John Thune, senatore repubblicano … non c’è alcuna fretta di regolare i furbi!

Nel frattempo un’altra associazione a delinquere in Italia, dovrebbe essere mandata dietro le sbarre, oggi subito adesso…

La mossa con cui l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm o Antitrust), a istruttoria ancora in corso, ha deciso di bloccare gli aumenti delle bollette telefoniche mensili decisi da Tim, Vodafone, Fastweb e Wind-Tre è irrituale. Ma se si legge attentamente la delibera con cui l’Agcm, guidata da Giovanni Pitruzzella, ha preso il provvedimento si capisce subito il perché: il sospetto di un patto, un “cartello” tra gli operatori telefonici sugli aumenti è forte e le prove raccolte che vanno in questa direzione appaiono decisamente robuste. Tra queste, spiccano alcuni documenti ed email che coinvolgono anche tre amministratori delegati e che testimonierebbero in maniera piuttosto inequivocabile il patto occulto siglato dalle compagnie telefoniche a danno della concorrenza e dei consumatori.

Per chi quotidianamente dorme e non sa di cosa parliamo, questa associazione a delinquere che si pregia di essere riconosciuta come una compagnia telefonica, ha prima ridotto a 28 giorni il termine di pagamento delle bollette mensili per guadagnare un mese in più di fatturato e poi quando l’Antitrust l’ha costretta a ripristinare il tutto ha pensato bene di fottere nuovamente i suoi clienti aumentando le tariffe.

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In un mondo normale, questi tre amministratori delegati sarebbero stati cacciati, ma ovviamente tra ladri non si può non intendersi e soprattutto in Italia in fessi sono milioni che scendono in piazza per fesserie o lanciano campagne per idiozie.

Vi riporto solo questo passaggio a proposito della classe manageriale che circola di questi tempi…

“In una gerarchia, ognuno tende a salire fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza”.

Secondo Sutton serve a illustrare l’ascesa al potere della Superclasse che governa il capitalismo mondiale. “Avendo conquistato posizioni nelle quali sono destinati a fallire – sostiene Sutton – cominciano a usare un arsenale di tattiche per dissimulare la loro incompetenza.

Distraggono l’attenzione dai loro errori spostando sistematicamente la colpa su altri.

L’inganno diventa lo strumento per creare l’illusione di un progresso.

Oggi noi siamo sommersi da una marea di imposture, create da quel modo di pensare e di agire”.

Sono felici del disastro economico che sono riusciti a realizzare, con profitti enormi e con  nuovi ruoli di consulenza nei governi su come prevenire tali disastri economici.

E l’immancabile Prezzolini uno che è sempre attuale nonostante siano passati 100 anni…

L’Italia di cui Prezzolini parlava sessanta anni fa e rimasta la stessa. un paese dove “l’intelligente è un fesso anche lui”; dove “il furbo non usa mai parole chiare, e comanda non per la sua capacità ma per l’abilità di fingersi capace”; dove “i fessi hanno dei principi, i furbi soltanto dei fini”; dove “in generale il fesso è stupido, perché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo”; dove “ci sono i fessi intelligenti e colti che vorrebbero mandare via i furbi, ma non possono: primo, perché sono fessi; secondo, perché gli altri fessi sono stupidi e non li capiscono”; dove ” per andare avanti ci sono soltanto due sistemi: il primo è leccare i furbi; il secondo – che riesce meglio – consiste nel far loro paura; infatti, non c’è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere, e non c’è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l’associazione con altri briganti alla guerra contro questi “.

E chiudiamo con i principi dei ladri, la Banca Bassotti, una delle associazioni più criminali di sempre, un circolo di psicopatici che ha depredato il Paese ovunque con la sua onnipotenza, un gruppo di incapaci disonesti a dir poco che a partire dall’ America sino ad arrivare in Italia, ha letteralmente distrutto l’economia reale e il futuro dei nostri figli, indebitando cani e porci…

Questo è solo l’ultimo episodio, in attesa che in Veneto, in Toscana, ovunque,  qualcuno si svegli ed inizi a fare giustizia …

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Intesa di salvataggio

diGiovanna Boursier

Collaborazione di Ilaria Proietti e Greta Orsi
I lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, presieduta dal senatore Pierferdinando Casini e istituita per indagare sulla crisi del sistema bancario italiano, chiudono il 30 gennaio con una relazione che sostanzialmente imputa i fatti alla mancata vigilanza e alla scarsa comunicazione tra Banca d’Italia e Consob e alla fine non indica i responsabili, né per i fallimenti delle banche popolari né per le truffe ai risparmiatori.

Una task force di quaranta parlamentari che alla fine non indica i responsabili, né per i fallimenti delle banche popolari né per le truffe a centinaia di migliaia di risparmiatori. Tra gli auditi anche l’ex ad Unicredit, Federico Ghizzoni, che ha confermato che l’allora ministra Maria Elena Boschi aveva chiesto di valutare un intervento su Banca Etruria; mentre il governatore Ignazio Visco ha precisato che a chiedere di intercedere per Banca Etruria in Banca d’Italia era sceso in campo anche l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Eppure, come ha dichiarato lo stesso Pier Carlo Padoan, l’unico deputato a interloquire sulle banche è lui: il ministro dell’Economia. Il senatore Casini, appena rieletto, ha spiegato in un’intervista esclusiva a Giovanna Boursier perché Renzi lo ha scelto come candidato a Bologna e i retroscena dei lavori della Commissione. L’ad di Banca Intesa Carlo Messina, che ha acquistato a un solo euro la gook bank delle popolari venete, spiega invece perché ha chiesto al governo italiano cinque miliardi cash e garanzie per 12 miliardi per intervenire. Soldi che oggi si scopre pesano su deficit e debito. È stata la strada migliore? Il governo aveva anche detto che per il salvataggio delle venete non c’erano altre offerte, invece Report ne ha scovata una.

Riguardatevi la puntata di Report, mentre i fessi a Siena hanno eletto l’economista per caso, Padoan, uno che sino a ieri urlava ai quattro venti, uno che se ne è andato via avvelenando i pozzi …

Banche Venete, sì al salvataggio. Padoan: niente impatto sul deficit

E invece la realtà è un’altra…

Doccia fredda da Eurostat: da banche venete impatto sul deficit di 4,7

L’intervento del Governo italiano per il salvataggio di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca pesa sui conti pubblici 2017, sia sul debito che sul deficit. Lo ha stabilito Eurostat in una valutazione («advice») fornita all’Istat nei giorni scorsi. In base a questa valutazione, si legge sul sito dell’Eurostat, «nel 2017 l’impatto sull’indebitamento è stimato pari a 4,7 miliardi. L’impatto diretto e indiretto sul debito è pari a 11,2 miliardi». I nuovi dati aggiornati sul Conto delle Pa saranno resi noti mercoledì dall’Istat.

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4,7 miliardi da recuperare magari nel welfare o mandando qualche tenda ai terremotati, visto che non ci sono più soldi, lo chiede l’Europa, un’accozzaglia di delinquenti, BCE compresa che è ancora qui che fa le pulci alle banche italiane per i crediti deteriorati, mentre ignora montagna di spazzatura derivata e strutturata giacente nei bilanci della banche tedesche e francesi.

Tranquilli, sereni, un fesso deve continuare a far finta di nulla, non capire, non sapere, rimanere all’oscuro, guai a raccontare la verità, io Mazzalai non lo capisco, si inventa sempre tutto, in fondo va tutto bene, perché preoccuparsi?

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11 commenti Commenta
alexandersupertramp
Scritto il 11 Aprile 2018 at 10:30

Capisco la frustrazione ma purtroppo oramai le masse sono lobotomizzate. Io però non darei tutta la colpa ai pianificatori centrali ma all’individuo stesso. Pochi dedicano tempo e impegno a crearsi un’opinione e una coscienza propria. Più semplice prendere per buone le verità della televisione e poi dedicarsi ad altro (compreso pubblicare foto mentre si fa la doccia su FB). Se un individuo tornasse oggi sulla terra da un viaggio interstellare iniziato 30 anni fa inorridirebbe di fronte allo sconquasso e alle limitazioni delle libertà presenti oggi nella nostra società. Ma la storiella della rana di Chomsky è la fotografia perfetta di come siamo arrivati a questo punto. Che non è altro che l’apatia e la tolleranza di cui parlava Aristotele. Ad ogni giro di vite si fa spallucce, si prende per buona e si applaude pure la motivazione e poi ci si dedica a smanettare sui social e, nel caso degli italiani, al campionato di calcio. Non credo ci sia speranza per la nostra società e la soluzione, per quanto egoistica possa essere, è individuale. La nostra società è piena di martiri che hanno dato la vita per il bene comune e a cosa è servito? Una targa e il nome di una via qua è là. Ne vale la pena?

john_ludd
Scritto il 11 Aprile 2018 at 11:06

ale­xan­der­su­per­tramp@fi­nan­za,

Me lo sono chiesto anche io spesso. Abbiamo avuto nel corso della storia profeti dotati di super poteri o persone mortali con buoni argomenti che hanno cercato di salvare, redimere,
convincere gli altri. Hanno fallito in tanti. Perché ? Forse non si sono chiesti prima se gli “altri” volessero davvero essere salvati, redenti, convinti. Forse invece lo sapevano e sono andati avanti lo stesso, quello che hanno tentato di fare era la loro strada, non potevano fare a meno di seguirla. L’uomo non è un mare indistinto di esseri, ci sono persone differenti, per le quali è necessario agire, comunque, per quanto difficile. Per loro ne valeva la pena, sicuramente e qualcosa è caduto, percolato sino agli altri, alcuni raccolgono, altri no. Non poniamoci troppe domande, chi riesce agisca o almeno raccolga.

giacomocambiaso78
Scritto il 11 Aprile 2018 at 13:48

Sulla questione di facebook francamente ho l’impressione che sia solo una commedia mediatica. Zuck mi sembra piu’ un complice che un imputato alla sbarra. 1 anno fa la silicon valley era davanti allo stesso congresso a difendersi per le presunte ingerenze russe attraverso di loro. sappiamo tutti com’e’ finita, in un bel nulla, anche se con la scusa che le indagini vanno cercano di dare ancora, seppur molto tidimidamente, una presunta credibilita’. non dubito che ci sia uno prelievo d’informazioni personali ne che ci sia un mercato, piu’ o meno nero, di scambi di tali informazioni, ma l’intera questione sembra solo essere il nuovo strumento per attaccare elezioni che hanno avuto un esito diverso da quello programmato (Trump, Brexit, aspetto anche le elezioni italiane). in realta’ come tali informazioni illegalmente acquisite avrebbero alterato le elezioni restera’ logicamente impossibile da stabilire, ergo e’ tutta una pagliacciata. questa non e’ una difesa a facebook, anzi, lo accuso di essere in combutta con gli stessi accusatori. aggiungo che gli utenti scandalizzati e gli avvoltoi delle class action mi fanno sbellicare dal ridere, le vergini violate, ma se siete polli e mettere i fatti vostri dentro i social network poi davvero pensate di aver diritto alla protezione di tali fatti? tutto semplicemente ridicolo

laforzamotrice
Scritto il 11 Aprile 2018 at 14:15

john_ludd@finanza,

O perché volevano/vogliono poterSI dire: ho fatto il mio dovere, ci ho provato.

john_ludd
Scritto il 11 Aprile 2018 at 19:45

la­for­za­mo­tri­ce@fi­nan­za,

scrivi questo perché appartieni alla vasta categoria di quelli che non ci hanno provato né sono disponibili a raccogliere il lavoro degli altri. Essere sempre e per forza negativi non è giusto o sbagliato, è inutile. Forse è vero che nessuno può illudersi con la sua sola azione di incidere su vasta scala, ma su una scala locale è dimostrabile l’opposto, si può e c’è chi lo fa ogni giorno senza chiedersi se ne vale la pena, se gli daranno una medaglia o altro, ed è per questo che ha successo.

sd
Scritto il 11 Aprile 2018 at 20:47

Buona sera

Fondamentalmente ci sono due forze che muovono l’uomo (ed anche gli altri esseri viventi). Altrimenti il TEMPO farà il suo corso e spazzerà via tutto, gli eroi ed i miserabili, i fessi ed anche i furbi.

SD

puntosella
Scritto il 11 Aprile 2018 at 21:46

OT

Sospendiamo i programmi in palinstesto per comunicare che …..
l’Araba Fenice è in corto di ossigeno,…… tutti i Time Frame
più significativi sono entrati in ALLARME….. codice MAGENTA,
penultimo della scala GRADIENTE…..

Se il segnale di ALLERTA non dovesse rientrare, considerati gli
annunci di imminente attacco alla Siria, potrebbe scattare su alcuni
di essi l’ALLARME ROSSO

Affinché la situazione ritorni alla normalità necessita che i valori attualmente colorati
in MAGENTA ridiventino AZZURRI ed alcuni di loro, quelli con TF brevi anche VERDE..

Sotto la situazione su livelli storici del FDAX

d
Scritto il 11 Aprile 2018 at 22:05

Parlando con molte persone mi sono convinto che il fenomeno ha a che fare con il senso immanente della impossibilità di fronteggiare qualche cosa di impossibile da vincere. In sostanza è come se si volesse evitare di pensare alle conseguenze di qualche cosa di talmente minaccioso e pericoloso da non poter in nessun modo essere contrastato. Questo genera un atteggiamento mentale di negazione e di rimozione. Soltanto così si riesce a vivere in maniera accettabile, rifugiandosi nelle cose e nelle abitudini tranquillizzanti di tutti i giorni. I mantra e le notizie “accomodate” suonano alle orecchie di chi nutre questo atteggiamento mentale come altrettanti “massaggi” mentali tranquillizzanti. Non appena qualcuno cerca di svegliare dal torpore mentale coloro che così predispongono la propria mente, si attiva in costoro una reazione di notevole fastidio, talvolta anche rabbiosa…

john_ludd
Scritto il 12 Aprile 2018 at 11:32

d@​finanza,

Caro Puntosella, non c’è nulla di nuovo, nulla di insolito. Quanto scrivi è stato oggetto di studio per decenni a iniziare dal lavoro della psichiatra Elisabeth Kubler Ross, che studiò l’assetto psicologico dei malati terminali. In seguito i suoi studi sono stati estesi a tutti i casi ove un immenso investimento emotivo viene meno, il processo che segue è il medesimo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Elisabeth_K%C3%BCbler_Ross

Questo civiltà nella quale viviamo è alla fine, consuma le risorse della biosfera e quelle intrappolate sotto la superficie terrestre a una velocità molto superiore al rimpiazzo. Siamo condannati a rientrare verso un numero compatibile con la capacità di carico del territorio. Nutriti da una cultura scientista (che è l’opposto della cultura scientifica) la maggior parte delle persone vivono in un sogno dal quale si stanno bruscamente svegliando.

“È la negazione della morte che è parzialmente responsabile delle vite vuote e senza significato che la gente conduce; perché quando vivi come se dovessi vivere per sempre, diventa troppo facile posporre le cose che sai di dover fare.”

Elisabeth Kubler Ross

john_ludd
Scritto il 12 Aprile 2018 at 11:37

“La vita della comunità è retta dall’immaginazione. […] L’intero maestoso spiegamento di ordine e stabilità è scompaginato da un delicatissimo velo di sogni. Una trama di archetipi lo eresse e incessantemente lo regge […] In certe occasioni i cittadini radunati entrano in deliquio, e si mostrano loro i sogni che che animano la città, si inscenano su un podio o su una balconata, dove personaggi usciti dal mondo dell’immaginazione tracciano gesti alteri, pronunciano parole memorande e prive di un senso concreto; sacre, simboliche e oniriche. A tutti si rammenta così che il sogno infonde realtà a ciò che si crede reale […] In noi dobbiamo accertare la forza più intrinseca che ci suggestiona e regge, anche e soprattutto a nostra insaputa, che ci vela e rivela a suo modo la realtà […] Quando mutano i sogni, sa che la città è prossima al crollo […] Causa remota della morte spirituale dell’occidente fu l’incapacità di capire che cosa sia e che cosa significhi l’immaginazione […] La fede non è soltanto la sostanza di ciò che siamo, ma anche la natura quale ci appare. Non è dato dimostrare una differenza tra la percezione della realtà e un’allucinazione collettiva costante: sono la stessa cosa.”

Elémire Zolla, Verità segrete esposte in evidenza, Marsilio 1990

puntosella
Scritto il 13 Aprile 2018 at 07:20

john_ludd
Scritto il 12 aprile 2018 at 11:32
d@finanza,

Caro Puntosella, non c’è nulla di nuovo, nulla di insolito. Quanto scrivi è stato oggetto di studio per decenni a iniziare dal lavoro della psichiatra Elisabeth Kubler Ross, che studiò l’assetto psicologico dei malati terminali. In seguito i suoi studi sono stati estesi a tutti i casi ove un immenso investimento emotivo viene meno, il processo che segue è il medesimo.

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Caro John_ludd è evidente che l’interlocutore non sia io,
ma Mister d.

Sarà su altro tema…. ti leggo sempre volentieri.
Buona strada.

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