Sarà interesante osservare nelle prossime settimane se gli orsi sono davvero tutti andati in letargo o se in realtà sono solo stati sedati da alcune leggende metropolitane.
Quello che è chiaro, è che l’economia mondiale nessuno escluso è da tempo in letargo!
Mentre in America i bimbi attendono la Federal Reserve che porta come dono un aumento dei tassi la settimana prima di Natale, dicono loro, in Inghilterra qualcuno incomincia a comprendere per quale motivo la Bank of England ha posticipato ogni possibile aumento dei tassi addirittura al 2017…
Credo fosse più o meno luglio…
(Teleborsa) – Gli Stati Uniti non sono l’unica potenza economica a predisporre l’uscita dall’era dei tassi di interesse a zero. Anche la Gran Bretagna, forte di una ripresa solida soprattutto a livello occupazionale, sta preparando l’exit strategy. Ieri il Governatore della Bank of England, Mark Carney, in occasione di un discorso alla Lincoln Cathedral, si è sbilanciato per la prima volta dall’inizio del suo mandato dichiarando che il primo aumento del costo del denaro dopo tanti anni di tassi a zero potrebbe scattare all’inizio nel nuovo anno.
…ovvero all’inizio del 2016. Poi all’improvviso…
La Banca d’Inghilterra ha presentato oggi un outlook più cauto su crescita ed inflazione del Paese rispetto alle stime di agosto e ha lasciato intendere che un rialzo dei tassi non è affatto imminente. (…) Quanto all’inflazione l’istituto centrale inglese vede una crescita del tasso di inflazione al target del 2% a fine 2017 e salire sopra il target nel 2018. Per la banca il percorso intrapreso sul fronte dei tassi è «adeguato» per consentire il rialzo dell’inflazione e «non c’è fretta di aumentare i tassi».
«La maggioranza del popolo britannico pensa che i tassi saliranno nel 2016 – ha detto il governatore Mark Carney – Ebbene sì, è una considerazione prudente. A un certo punto, i tassi si muoveranno. Ma sfortunatamente non oggi».
Non perdete tempo a cercare di comprendere, non serve, lasciate perdere, neanche loro hanno le idee chiare.
Ieri in America a proposito di inflazione, nulla di particolare, assolutamente nulla aspettando l’effetto postumo del dollaro forte e del nuovo calo del petrolio…
I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono cresciuti in ottobre, ma il trend più ampio sottolinea che l’inflazone continua a essere bassa. E’ un aspetto che sarà tenuto in considerazione dalla Federal Reserve nel decidere se alzare il costo del denaro per la prima volta dal 2006.(America24)
In seguito giusto per sottolineare come in molti quest’estate davano per scontati il rimbalzo del petrolio e dell’euro, con conseguente ripresa e cambio di trend…
per ingrandire cliccare sull’immagine
Ricordo a tutti anche cosa significa comprare oro in piena deflazione…
Macchiavelli DOCET! Il resto chiacchiere da bar…
Vi ricordate questo inverno, quando quasi nulla funzionava nell’economia americana, tutta colpa della neve!
Ora che la produzione continua a scendere è colpa del caldo, visto che la spesa per energia, luce, gas è calata del 2,5% …
… e dell’attività mineraria ovviamente, poi delle utilities e poi della luna, perchè quando va male si toglie tutto quello che disturba, quando invece va bene si lascia tutto, non si scarta nulla.
Vedremo cosa accadrà quando scoppierà la bolla del settore auto…
Nel frattempo però mentre tutti i bambini fanno ooooooh aspettando le meraviglie che verranno come ci racconta John Hussman, questa volta il giocattolo preferito dalla speculazione a leva, ovvero attraverso il debito questa volta è il mercato azionario. Saiamo ormai ad oltre 500 miliardi di dollari nel mese di aprile, il 2,8% del PIL, record che ecclissa le punte viste nel 2000 e nel 2007. Il recente livello di debito a amergine raggiunto è pari al 25% di tutti i prestiti commerciali e industriali nel sistema bancario degli Stati Uniti. Per non parlare delle centinaia di miliardi in più di debito di bassa qualità e emesso negli ultimi anni. Interessante è notare come fa Albert Edwards l’ondata di debito societario associata strettamente al volume di riacquisti di capitale netto aziendale, famigerati buybacks al quale ricorrono le aziende preferendo licenziare personale e quindi deflazionare il lavoro…le netto aziendale.
Ma questi sono particolari insignificanti ora che arriva Natale, verranno ripresi quando esploderà la prossima bolla, allora tutti diranno ooooooooh era vero ma non ce ne siamo accorti!
Molte dinamiche interessanti si intravvedono dietro gli ultimi sviluppi dei mercati, ma di questo ne parleremo con gli amici sostenitori di Icebergfinanza in “Machiavelli e la fortuna 2016” la stessa fortuna che il buon Niccolò non considerava il fato che regola i destini degli uomini, ma in realtà la forza di tutto ciò che sfugge al suo dominio.
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Che dornano beatamente gli orsi oramai siamo a natale e tra mille problemi le borse americane ed europee stanno lentamente avviandosi verso i loro massimi saranno pure chiacchiere da bar ma intanto sono fatti oggettini, e alla fine penso che se si riesce investendo in azioni o in futures a portare a casa del profitto di questi tempi e una gran cosa ……